sabato 10 ottobre 2015

pc 10 ottobre - ENNESIMO SALVATAGGIO DELL'ILVA AGONIZZANTE - MA GLI OPERAI NON POSSONO STARE COME SEMPLICI SPETTATORI IN QUESTO "CIRCO"

(Da studio100)
"Arrivano notizie confortanti e ufficiose sulla questione Ilva: sembra che siano stati trovati 150 milioni di euro per andare avanti e permettere i lavori dell’Aia. Inoltre sono stati appaltati i lavori per l'Acc5. Ma le buone notizie, sempre col condizionale del caso, non sarebbero finite. Infatti pare ci sia già il nuovo acquirente per prelevare Ilva Spa. Entro la fine di ottobre, il 29, i sindacati verranno convocati a Roma dal Governo per approfondire tali questioni. A partire dalla prossima settimana dovrebbe ripartire a regime l’acciaieria1 con fermata Acc2  per lavori".

Ma appena ieri i giornali nazionali riportavano un forte attacco ai commissari soprattutto da parte di Federacciai e Confindustria, parlando di "incompetenza specifica", di persone alla guida dell'Ilva che "poco o nulla hanno avuto a che fare con l'acciaio se non come utilizzatori finali", di perdita di commesse importanti (vedi Fiat) e di perdita di posizioni nei mercati per la cattiva qualità del prodotto (un acquirente indiano ha mandato indietro 50mila tonnellate di lamiere) , per l'inaffidabilità dei tempi di consegna e in generale dell'azienda.
Un'azienda che ha cambiato da un giorno all'altro capi, dirigenti, che ha gonfiato al massimo il nuovo staff dirigenziale, uno staff molto ben pagato (nonostante che l'Ilva perda ogni giorno milioni) ma che si dimostra anche incapace di organizzare la produzione, di partecipare alle gare.
Un'azienda che punta sulla quantità per incassare soldi subito, e manda in malora la qualità...

Ma chiaramente qui sarebbe fuorviante pensare che si tratti di "uomini", di cambiare i commissari che dirigono l'Ilva. 
La questione è da un lato la logica bastarda del capitalismo che punta al profitto, maledetto e subito, e che come ieri per il profitto se ne fregava delle norme di sicurezza, ambientali e metteva in conto morti e malattie, oggi lo stesso capitalismo rischia di distruggere una fabbrica, lasciando solo morti, feriti,  disastro ambientale, mega licenziamenti sul campo; dall'altro la logica dei governi al servizio del capitale, e del governo Renzi in particolare, che per salvare l'Ilva fa decreti tappa-buchi che servono solo a prolungare il "suicidio in diretta".  

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