giovedì 3 settembre 2015

pc 3 settembre - Immigrati e Cara di Mineo: si conferma l’intreccio fascista criminale Ncd partito di Alfano e Castiglione/Mafia Capitale/Comunione e Liberazione…

Dai verbali dell’interrogatorio del delinquente Odevaine si conferma il profondo baratro di criminale corruzione ai massimi livelli dello Stato alle spese dei migranti richiedenti asilo.

Abbiamo sottolineato i passaggi più significativi di questo articolo del Sole 24 Ore che spiega come è avvenuta la costruzione del Nuovo Centro Destra di Alfano, attuale ministro dell’Interno! E il suo coinvolgimento, attraverso Castiglione, attuale Sottosegretario di Stato del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali! Nell’affare criminale/fascista del Cara di Mineo…



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Mafia Capitale. 
Dai verbali il racconto ai magistrati sul business dell’accoglienza e sulla gestione del Centro siciliano

L’interrogatorio di Odevaine: la cooperativa La Cascina ha finanziato la nascita di Ncd

Sulla “operazione della creazione dell’Ncd” Luca Odevaine afferma agli inquirenti di ritenere che la cooperativa La Cascina “fosse uno dei finanziatori del partito”. La dichiarazione emerge dal verbale dell’11 luglio scorso, presenti i pubblici ministeri Paolo Ielo, Giuseppe Cascini e il procuratore aggiunto Michele Prestipino. Odevaine racconta del Cara (centro accoglienza richiedenti asilo) di Mineo, uno degli snodi dell’inchiesta di Mafia capitale con lo stralcio di un fascicolo a Catania.

Dice Odevaine: “Dai racconti che ho avuto direttamente da Menolacina (Salvatore, manager de La Cascina finito nell’inchiesta Mafia Capitale n.d.r.) in più di un’occasione so che Castiglione, ovviamente Alfano e soprattutto il ministro Lupi avevano degli stretti rapporti con la Cascina”. E della coop vicina a Cl poi aggiunge di pensare che “in qualche modo finanziasse quest’operazione dell’Ncd”. Odevaine ricorda che “la prima uscita pubblica con la formazione del partito è stata a Bari”, capoluogo pugliese, regione di residenza di Menolacina. Osserva il pm Ielo che “secondo quello che lei ha compreso loro avrebbero contribuito al finanziamento dell’iniziativa di Bari in cui venne presentato l‘Ncd a livello nazionale”: Odevaine conferma. In un altro passaggio afferma: “C’era uno strettissimo legame tra il ministro Lupi e La Cascina. Io non sono in grado di dirvi tutte le attività che svolge la Cascina, però dalle cose che ho visto ci sono varie attività e mi sembra che si stia ingrandendo sempre di più ad altri settori degli appalti pubblici”.

Ma poi agli inquirenti sottolinea anche cosa accade nell’evoluzione politica del centrodestra proprio in relazione al Cara di Mineo. Giuseppe Castiglione, oggi sottosegretario all’Agricoltura, che aveva seguito in prima persona tutta la nascita del Cara, con le ultime elezioni amministrative perde il posto di presidente della provincia di Catania. “Va a prendere il posto designato da Berlusconi, il posto di suo suocero” spiega Odevaine “il posto da senatore”. Il senatore Firrarello rinuncia al suo posto, ma lo dà a Giuseppe Castiglione, che quindi viene eletto con Forza Italia nelle liste. Nel frattempo ci sono le elezioni amministrative locali e il passaggio al nuovo centrodestra, diciamo così, l’uscita di Alfano”. A quel punto “i comuni che componevano il consorzio” per il Cara di Mineo “erano sostanzialmente quasi tutti più o meno di centrosinistra, alcuni con liste civiche, uno più vicino a Rifondazione” secondo Odevaine “improvvisamente invece diventano, tranne uno, quasi tutti del nuovo centro destra”. I verbali raccontano anche di assunzioni dal chiaro sapore politico. “L’Ikea sta a venti chilometri e c’ha solo 150 dipendenti. Attualmente il centro di Mineo ne sta occupando circa 400”. Nel verbale racconta che c’è stata una riunione dei sindaci del consorzio “per spartire tra i comuni il numero di spartizioni da fare” e poi Odevaine aggiunge: “In un’area dove 50 voti eleggono un sindaco”. Emerge il tema del consenso politico dietro Mineo: “A livello nazionale credo che l’Ncd ha preso non so, il 4%, il 3%, e in quella zona ha preso più del 40%”.

Ma l’interrogatorio e l’attenzione degli inquirenti si concentra in più momenti su un altro aspetto scabroso della questione del Cara: se, cioè, ci sia stata una o più gare truccate. Gli inquirenti incalzano Odevaine, per sapere se il consorzio Sisifo e La Cascina erano stati favoriti da Castiglione. Chiede il pm Ielo a Odevaine: “Il bando è stato elaborato, scritto, o redatto, in modo tale da favorire il consorzio che voi avevate costruito con quelle caratteristiche?”. “Sì” risponde Odevaine, poi aggiunge: “Il vantaggio che ha avuto Castiglione, così come altri, Paolo Ragusa e i vari sindaci che sono stati eletti, è di natura elettorale. Sostanzialmente possiamo parlare, diciamo così, di uno scambio di voti”.

E ancora: quanto ai rapporti tra Castiglione e La Cascina, Odevaine afferma che tra i due i rapporti sono continuati e “si è creata una sinergia che non riguardava più solo Mineo, nel senso che Castiglione diventa sul territorio il braccio elettorale del ministro Alfano, sostanzialmente, perché molti dei voti dell’Ncd vengono dalla Sicilia e Castiglione è, attraverso il suocero, un grande raccoglitore di voti”.

Nei verbali emerge come i pubblici ministeri incalzino Odevaine su un pranzo a cui è invitato da Castiglione dove trova, a sorpresa, Salvo Calì, il presidente del gruppo Sisifo che poi entra nella gestione di Mineo. Si rievoca Buzzi, che in un verbale dichiara che “sul Cara di Mineo e su intervento di Gianni Letta viene fatto un favore a Pizzarotti”. Osserva Odevaine: “La gestione della struttura venne affidata con affidamento diretto alla Croce Rossa di Milano, di cui la sorella del dottor Letta era presidente, della Croce Rossa Lombardia. Con affidamento diretto da parte del commissario Caruso”. E aggiunge: “Stranamente, perché esiste una croce Rossa a Catania”.

Il Sole 24 Ore
1 settembre 2015

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