venerdì 7 agosto 2015

pc 7 agosto - IL RAZZISMO DELLE ASSOCIAZIONI DI ASSISTENZA MIGRANTI E DELLA PREFETTURA, CHE ACCOMPAGNA SPECULAZIONE E VIOLAZIONE DEI DIRITTI

La denuncia dell'Associazione Salam che i migranti di Taranto anche ieri hanno portato attraverso i loro striscioni e le loro rivendicazioni mostrano anche a Taranto l'esistenza di una politica di accoglienza ed assistenza dei migranti più che ambigua, affidata ad associazioni che campano sulle convenzioni loro affidate dalle prefetture, che speculano sull'assistenza materiale ai migranti, che negano i diritti minimi previsti pur da leggi, che trattano male i migranti come dei numeri che non devono chiedere, non devono dar fastidio, non devono riunirsi, non devono manifestare pena ritorsioni piccole e grandi ("ora vai alla prefettura se vuoi un medico..." e squallore di questo genere),
Queste associazioni, come la Salam di Taranto, pur gestita da persone che bazzicavano i movimenti di sinistra - anzi forse proprio per questo - esprimono un oggettivo, e spesso soggettivo, disprezzo per i migranti considerati ingrati, quando dovrebbero "ringraziare" chi "generosamente pensa a loro". Per questo, possono presentarsi di "sinistra", o come lavoratori che rinunciano ad essere pagati, che "si tolgono il pane di bocca per i migranti", ecc., ma giustamente i migranti, che guardano alla sostanza, denunciano il loro odio e razzismo.

L'altro aspetto è l'odore di "mafia-capitale" che si sente anche a Taranto. Mesi fa uscì sulla stampa e in alcune denunce il rapporto tra l'Associazione Salam e una ditta, fornitrice di pasti, in mano a gente ultraconosciuta della criminalità malavitosa locale.
Ma ciò che fa pensare a "mafia capitale" è soprattutto l'atteggiamento incredibile della Prefettura.
Siamo ad una politica di spudorato schieramento con un'associazione che non rispetta neanche le leggi del loro Stato. Siamo ad una Prefettura che dice che l'associazione può dare una propria interpretazione delle leggi; siamo ad una prefettura che dice che non è suo compito garantire un'applicazione delle leggi valide per tutti i centri di accoglienza e le associazioni; siamo ad una prefettura che dice che non può interferire con la politica dell'Associazione e dell'applicazione della convenzione, perchè essa è privata; siamo ad una prefettura che continua a mantenere la convenzione con una associazione che ha pignoramenti.
E tutto questo viene sostenuto negli incontri con un freddo burocratico atteggiamento sordo verso le richieste dei migranti, che rivela un razzismo "spontaneo".

La lotta dei migranti a Taranto con lo Slai cobas sembra in realtà che pur partendo da semplici richieste, abbia scoperchiato un nervo centrale della politica di accoglienza e assistenza dei migranti. Lo stesso silenzio della maggiorparte degli organi di informazione su una mobilitazione che è la prima volta che succede in questa città. è rivelatrice di questa situazione.
MA ALLORA se questa lotta sta toccando anche a Taranto interessi illegittimi, a maggior ragione ANDREMO A FONDO.

La denuncia dei migranti attraverso i loro striscioni:




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