domenica 23 agosto 2015

pc 23 agosto - Varoufakis: "Abbiamo tradito la maggioranza del popolo greco... il piano di salvataggio permette agli oligarchi greci di mantenere la loro morsa sul paese". E' vero! Ma chi è causa del male non può proporsi come medico!

Varoufakis: "Abbiamo tradito la maggioranza del popolo greco"
  • da contropiano
Documentare quanto accaduto, dall'interno. E' con tale spirito che pubblichiamo questa intervista a Yanis Varoufakis, tradotta e postata da https://esseresinistra.wordpress.com. Ai nostri lettori non sfuggiranno le differenze di vedute tra questo giornale e l'ex ministro delle finanze greco, riguardanti la prospettiva politica he possono praticare i movimenti popolari in Europa. Ma le informazioni che rilascia e soprattutto la serietà con cui si assume le proprie responsabilità, rifiutando il classico "scaricabarile" dei politicanti di professione, rendono la sua testimonianza e le sue riflessioni sempre molto utili.
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Abbiamo incontrato l’ex ministro delle Finanze greco un giorno prima che Alexis Tsipras annunciasse le elezioni anticipate.Sarà l’ospite d’onore, la prossima Domenica, della Festa della Rosa organizzata da Arnaud Montebourg. Ci parla delle sue dimissioni e delle sue relazioni con il primo ministro greco.
Si tratta di un uomo sorridente, apparentemente pacificato, che ci accoglie nella sua seconda casa sull’isola di Egina. Sua moglie, Danae, e un caro amico sono seduti sulla terrazza con vista sul mare. Intervista di Pavlos Kapantais.

Lei è stato contrario alla decisione di Alexis Tsipras, il 13 luglio, di aderire alle richieste dei creditori. La vedremo nelle liste elettorali di un altro partito alle prossime elezioni?
Yanis Varoufakis: Se le elezioni anticipate portano a un governo di un partito che ha ricevuto un mandato popolare per attuare l’accordo del 13 luglio, io ovviamente non posso essere incluso.
Alexis Tsipras ha gestito il vertice UE del 12 luglio, dove abbiamo partecipato, con una capitolazione
di fatto del paese, spiegando la sua posizione. Ci si trovava, ha detto, in un serio dilemma: o accettiamo questo programma insostenibile, oppure il piano Schäuble [il ministro delle Finanze tedesco, ndr] di “defenestrazione” della Grecia dalla zona euro verrà messo in atto.
È da qui che parte la mia principale obiezione: non credo che il dilemma sia lì.
Credo che il “piano Schäuble” si stia realizzando. Ed è ‘votando’ no al referendum che si rimane fedele al programma di Syriza. Se sono d’accordo con Alexis Tsipras a dire che la Grexit doveva essere evitata, a mio parere, mantenendo la Grecia nella zona euro, si doveva passare dal rifiuto del nuovo terzo memorandum. E’ qui che le nostre opinioni divergono. Alexis [Tsipras] ritiene che l’accordo è l’alternativa al “Grexit” di Schäuble, mentre io ritengo che questo memorandum sia parte del piano Schäuble [l’uscita della Grecia dalla zona euro].
Durante i negoziati, lei ha spesso detto che perchè i negoziati avessero successo, il FMI, la Commissione e la Banca centrale europea dovevano essere meno divisi. Qual era la natura di queste divisioni?
Yanis Varoufakis: E’ ovvio che sarebbe stato più facile… Il FMI ha riconosciuto sin dall’inizio che il debito era troppo grande per aspettarsi di riottenere il suo importo da un paese. Ma lo stesso istituto era irrevocabile sulle riforme del diritto del lavoro. Tuttavia, quando si va a parlare con i cittadini europei, ci dicono l’esatto contrario! Essi hanno convenuto con noi sul diritto del lavoro, ma per essi, prendere in considerazione il fatto di un sollievo anche parziale del debito rappresenta un tabù. Le loro differenze sono impossibili da gestire, devono essere d’accordo. Quando ci si trova presi tra posizioni in conflitto, la negoziazione diventa quasi impossibile: si è circondati da linee rosse di ogni altro partecipante alle trattative e, quindi, la discussione non può avanzare.
Qual è stato il ruolo della Francia in seno all’Eurogruppo, e come si fa a valutarlo?
Yanis Varoufakis: Il governo francese ha avuto una percezione simile alla nostra. Ma a parte qualche parola di sostegno espressa da Michel Sapin, questo non si è tradotto in un sostegno effettivo. Gli interventi a nostro favore sono stati immediatamente rifiutati da altri, in particolare da Schäuble. E’ vero che quando ho fatto notare la grande differenza tra ciò che è stato detto in privato e ciò che viene enunciato pubblicamente, un funzionario di alto livello mi ha detto che “la Francia non è più quello che era”. All’interno dell’Eurogruppo, abbiamo lavorato con Michel Sapin, tra le altre cose per un compromesso tra continuità degli impegni assunti dallo Stato greco e il principio della democrazia. Il popolo greco si è chiaramente espresso contro l’austerità alle elezioni parlamentari di gennaio. Michel Sapin lo ha ricordato più volte all’interno dell’Eurogruppo. Tuttavia, la risposta di Schäuble è stata categorica: le elezioni non cambiano il problema, perché se le regole dovessero cambiare ogni volta che un nuovo governo viene eletto, l’Eurogruppo non avrebbe alcuna utilità e la zona euro collasserebbe.
Cos’è successo la notte del referendum esattamente cira le sue dimissioni? Gliele ha chieste Alexis Tsipras? Avete preso questa decisione insieme, o è una garanzia che doveva dare sotto ricatto, una resa?
Yanis Varoufakis: La settimana che ha preceduto la chiusura delle banche, ho creduto – e ancora considero giusto – che ci si doveva opporre a questa scandalosa decisione dell’Eurogruppo. Ma, poichè eravamo in rettilineo sulla via del referendum, era nostro dovere stare insieme e lavorare per la vittoria del “No”. E il “No” ha vinto.
Α quel punto, ho sentito una grande responsabilità nei confronti delle persone che si stavano opponendo a tutti gli attacchi dei media contro i sostenitori del “no” in un momento in cui le banche sono state chiuse per spaventarli. Ho considerato poi che il nostro ruolo doveva essere quello di onorare il coraggio. Sono arrivato al Maximos [residenza ufficiale del primo ministro greco, ndr] permeato e motivato dall’energia del coraggio della nostra gente e mi sono trovato a dovermi confrontare con la volontà di resa da parte degli altri membri del nostro gruppo politico responsabile dei negoziati. La mia posizione è sempre stata quella di dire: “Preferirei tagliarmi una mano piuttosto che firmare un nuovo memorandum”. A quel punto, le mie dimissioni sono sembrate a tutti come ovvie.
Alexis Tsipras avrebbe rassegnato le dimissioni?
Yanis Varoufakis: Personalmente, credo ancora a cosa mi è stato detto. Quando ci siamo accordati, ci siamo detti due cose io e Alexis Tsipras: in primo luogo, che il nostro governo avrebbe cercato di creare davvero una sorpresa facendo ciò che avevamo promesso di fare. In secondo luogo, che, se mai ci fossimo arrivati, ci saremmo dimessi piuttosto che tradire le promesse elettorali. È per questo che, per inciso, pochi giorni prima del referendum, ho detto che se il “sì” avesse prevalso, mi sarei dimesso immediatamente. Non ho la possibilità di fare cose in cui non credo. Ho pensato che fosse la nostra linea comune. Alla fine, attraverso le decisioni del governo, è il “sì” che ha vinto e non il “No”…
Ti senti tradito da Alexis Tsipras?
Yanis Varoufakis: Penso che abbiamo tradito la grande maggioranza (62%) del popolo greco. Allo stesso tempo, è chiaro che questo risultato non era un mandato di uscita dalla zona euro. Così come Alexis Tsipras, sono sempre stato contrario a questo scenario, anche se ho criticato violentemente l’architettura della zona euro. Questo è anche il motivo principale per cui sono stato nominato ministro delle Finanze. Ma attraverso questo referendum, la gente ci ha detto chiaramente: “Lotta per un affare migliore, e se se qualcuno vi minaccia il Grexit o altre calamità, non abbiate paura”.
Era davvero pronto a lasciare l’euro concretamente?
Yanis Varoufakis: Questa è una domanda interessante per la zona euro nel suo complesso. Il problema è che non siamo in grado di prendere in seria considerazione una possibile uscita di un paese dalla zona euro. Non appena inizia la discussione, il meccanismo inizia a generare ben presto il collasso delle banche del paese interessato. Pertanto, è semplicemente impossibile avere un “piano B” operativo. Ci può essere solo teorico. Il nostro studio sul tema, come ad esempio anche quelli della BCE a proposito, è stato affidato a solo 5-6 persone per rimanere discreto. Per un tale piano operativo, ci vorrebbe quasi un migliaio di esperti coordinati tra loro. Così non poteva più essere tenuto segreto, e quindi avrebbe provocato una corsa agli sportelli, con una uscita dall’euro come chiave…
Alexis Tsipras ha quindi mai considerato seriamente questo scenario?
Yanis Varoufakis: Penso che questo non era previsto, né da Tsipras, né da me. Quello che ho cercato di impostare dopo che Dijsselbloem [Presidente del Gruppo Euro], dal 30 gennaio, ha minacciato irregolarmente di chiudere le nostre banche, se non avessimo applicato il memorandum, era una serie di soluzioni urgenti per creare liquidità se questo scenario si fosse verificato. L’obiettivo era di sopravvivere alcune settimane all’interno della zona euro, nonostante le banche chiuse, fino a raggiungere un accordo. Purtroppo il governo non ha voluto attuare questo programma: abbiamo solo aspettato per il referendum, per poi, subito dopo, capitolare.
A che cosa, in ultima analisi, è servito il referendum?
Yanis Varoufakis: Per la Grecia, non è servito per nulla. Non ha aiutato il governo. Non ha aiutato le persone che hanno votato “no”. Le persone sono state abbandonate e tradite. Eppure, in questa occasione, il popolo europeo ha visto che ci sono orgogliosi cittadini che hanno rifiutato il ricatto e non si lasciano manipolare dai loro mezzi di comunicazione. I Greci hanno mostrato un esempio per gli altri popoli europei. Ma la leadership politica greca, me compreso, non ha catturato la resistenza popolare e non l’ha trasformarta in una forza per porre fine all’autoritarismo e all’assurdità del sistema.
Credi che il FMI parteciperà al programma greco?
Yanis Varoufakis: Non riesco a immaginare come il FMI potrebbe partecipare a questo nuovo programma senza che questo gli crei enormi problemi interni. Nei giorni scorsi, però, ci sono voci in Europa che stanno iniziando a discutere di un allungamento delle scadenze sul debito greco.
Non credo che questo sarà sufficiente a convincere il FMI a partecipare?
Yanis Varoufakis: Dipende da come saranno impostati i parametri. Se l’Eurogruppo decide che 312 miliardi di debito siano rimborsati dall’anno 2785 e fino ad allora non ci saranno pagamenti da fare, questo potrebbe funzionare, in quanto sarebbe in realtà un condono del debito. Al momento c’è un problema sia con il valore nominale del debito, che con le scadenze di pagamento. Per essere concreti, bisogna guardare a ciò che è previsto per il 2022. E’ comico! I pagamenti annuali previsti d’improvviso vanno da 10 a 30 miliardi l’anno! E’ come se avessimo dichiarato al mondo intero che nell’orizzonte tra il 2022-2023, la Grecia cadrebbe in bancarotta! Chi investirebbe in queste condizioni per il lungo termine, quando si sa che nel 2018 il paese dovrebbe mostrare un’eccedenza di bilancio pari al 3,5%, il che significa ovviamente significativi aumenti delle tasse, che porteranno il Paese contro il muro …
Qual è la sua soluzione?
Yanis Varoufakis: Mi permetta un’altra domanda, che anzi, ho già presentato ai membri dell’Eurogruppo che spingono il loro ragionamento fino alla fine: “Non sarebbe meglio abolire le elezioni per i paesi in cui è in corso un programma di aiuti? Questo avrebbe il merito di essere chiari. Potremmo dichiarare anche che abbiamo creato un’unione monetaria in Europa, che ha abolito la democrazia per i paesi con un debito che non possono pagare”. Come si può vedere, la discussione si fermò lì… i miei avversari più forti, al di là di Schäuble, sono i paesi che hanno imposto alle loro popolazioni cure di austerità. Quando sappiamo, per esempio, che in Lettonia la metà della popolazione è dovuta emigrare a causa delle misure di austerità imposte al paese, è prevedibile che i leader lettoni non vogliano essere esposti a una pubblica condanna permettendo al governo greco di dimostrare l’esistenza di un percorso alternativo.
Cosa fa Euclid Tsakalotos, il nuovo ministro delle Finanze? Che consigli gli ha dato?
Yanis Varoufakis: Euclid è un carissimo amico e un grande collega. Siamo molto vicini. E’ come un fratello per me. E mi dispiace per lui: quando ho assunto il Ministero abbiamo vissuto momenti storici di eroismo e allegria. Euclid è stato nominato, ed egli ne è pienamente consapevole, per realizzare la capitolazione.
Come vede oggi il futuro di Syriza e quello della Grecia?
Yanis Varoufakis: Bisogna sempre restare ottimisti quando si parla di un paese come la Grecia, che ha avuto una lunga storia di migliaia di anni. Ritengo che, più la crisi si approfondisce, più ci stiamo avvicinando al momento in cui, finalmente, avremo accesso alla luce. L’ora più buia è sempre prima dell’alba. Per quanto riguarda Syriza, se il partito non riesce a rimanere unito nonostante le differenze di opinione circa il modo attraversare l’accordo, non ha futuro. In caso di successo, svolgerà un ruolo egemone in Grecia per molti anni.
Ma come può rimanere unita Syriza, date le sue attuali profonde divisioni?
Yanis Varoufakis: I buoni amici possono stare insieme nonostante le differenze. Se siamo in grado di tenere questo in mente è una speranza per l’unità. Ma questa speranza scomparirà prima o poi, se continuiamo ad applicare il memorandum sostenendo che è praticabile.
Pensi che l’amministrazione e lo Stato greco sono in grado di riformarsi?
Yanis Varoufakis: Certo! Non dobbiamo essere pessimisti. Dopo gli ultimi venti anni, abbiamo già ottenuto qualche progresso. Ma purtroppo la Troika, non è veramente interessata a questo. Quello che vuole, per la maggior parte, è di mantenere la sua presa sull’economia del nostro Paese.
Pubblicherà una registrazione sulle riunioni dell’Eurogruppo?
Yanis Varoufakis: Se non l’ho fatto finora, e nonostante tutte le bugie che sono state raccontate su di me, è per dimostrare che io rispetto le regole, ma nonostante la loro importanza, non c’è. Nessuna registrazione ufficiale delle sue riunioni! Un giorno, si dovrà fare in modo che le riunioni siano rese note attraverso registri pubblici.
Come vedi il tuo futuro?
Yanis Varoufakis: (Ride) Domanda interessante! Rimango politicamente attivo, non importa per cosa, ma con una nuova certezza: tutte queste questioni, l’austerità, il debito … devono essere pensate a livello europeo. E in consultazione con i popoli che soffrono e dei loro rappresentanti, e non di un Eurogruppo che di per sé non ha esistenza istituzionale e non deve rendere conto a nessuna istituzione. Se non c’è un movimento europeo per democratizzare l’area dell’euro, nessun popolo europeo vedrà giorni migliori: né i francesi, né gli italiani o quello irlandese. Questa è una lotta fondamentale che resta ancora da fare.


2 da contropiano

Varoufakis: il piano di salvataggio permette agli oligarchi greci di mantenere la loro morsa sul paese

  • Phillip Inman *
  • 430

[Traduzione dell’articolo su The Guardian “Yanis Varoufakis: bailout deal allows Greek oligarchs to maintain grip”, di Phillip Inman, effettuata e postata da https://esseresinistra.wordpress.com/]
L’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis ha accusato i leader europei di permettere agli oligarchi di mantenere la loro morsa sulla società greca mentre si punisce la gente comune in una critica riga per riga dell’accordo di salvataggio per il suo paese di € 86Mld (£ 61Mld).
Varoufakis ha affermato che il parlamento greco ha spinto per il raggiungimento di un accordo con i creditori internazionali che permetterebbe alle oligarchie economiche presenti nel Paese, quelle che dominano settori dell’economia, di generare enormi profitti e di continuare a non pagare le tasse.
Il chiaro e diretto economista ha pubblicato una versione annotata del memorandum d’intesa sul suo sito, Lunedi scorso, sostenendo in tutto il documento di 62 pagine che la maggior parte delle misure imposte alla Grecia potrebbe peggiorare la già disastrosa situazione economica del Paese.
La sua prima annotazione chiarisce il suo sgomento per i drammatici eventi dello scorso mese, quando il primo ministro greco, Alexis Tsipras, è stato costretto ad accettare condizioni capestro per un nuovo piano di salvataggio, tra le richieste dalla Germania per l’uscita temporanea della Grecia dalla zona euro.
Varoufakis, che si è dimesso dal suo incarico nel mese di giugno, ha dichiarato: “Questo protocollo d’intesa [Memorandum of Understanding] è articolato in modo da dimostrare la capitolazione umiliante del governo greco del 12 luglio, sotto la minaccia di Grexit a cui è stato sottoposto Tsipras dal vertice euro.”
Dopo il vertice di Luglio, Atene ha approvato un memorandum triennale d’intesa la scorsa settimana che rilascerà € 86 Mld di fondi, in gran parte destinati a ripagare i debiti relativi ai due accordi di salvataggio precedenti. In cambio, Atene attuerà le riforme, tra cui modifiche al sistema pensionistico e la svendita di beni pubblici dello Stato.
Ma Varoufakis ha detto che il programma di riforme supervisionato dalla troika dei creditori – la Commissione europea, il Fondo monetario internazionale e la Banca centrale europea – porterà solamente in schiavitù i lavoratori comuni e le famiglie imponendo incisivi tagli al welfare mentre lascia alle imprese straniere la possibilità di prendersi attività imprednitoriali locali a basso costo attraverso le privatizzazioni. Ha detto che i proprietari di affari miliardari in Grecia sono stati anche messi in grado di sfuggire a ogni controllo.
Nel memorandum si legge: “i vincoli fiscali hanno imposto scelte difficili, ed è quindi importante che l’onere dell’aggiustamento sia sostenuto da tutte le parti della società e tenendo conto della capacità di pagare. La priorità è stata posta sulle azioni di lotta all’evasione fiscale”.
In risposta, Varoufakis ha annotato: “Fino a quando non è commessa da oligarchi in pieno sostegno della troika attraverso le loro molteplici attività”.
Il memorandum continua dicendo: “Le autorità pensano di mettere a disposizione l’assistenza tecnica da parte di organizzazioni internazionali relativa ad azioni di accesso alle cure sanitarie per tutti (compreso il coperto da assicurazione)”.
Al che, Varoufakis risponde: “Vale a dire utilizzando i consigli di ‘tecnocrati’ ben pagati stranieri come sostituto del finanziamento di infermieri, medici e attrezzature”.
L’accordo parla anche  di distendere una “rete di sicurezza sociale di base”, sotto forma di un reddito minimo garantito (GMI).
Questa disposizione “sarebbe di grande rilievo, solo che neppure un euro fresca sarà messo a disposizione per il programma di Reddito Minimo Garantito, il cui finanziamento sarà realizzato dirottando benefici esistenti già forniti dallo Stato greco, per esempio assegni familiari “, spiega Varoufakis.
Come ministro delle finanze, Varoufakis si è opposto a qualsiasi accordo con Bruxelles che ha ritenuto potesse consolidare la strategia dei precedenti cinque anni di salvataggi. Egli ha sostenuto che la combinazione di aiuti finanziari con tagli severi alla spesa statale è stato il motivo principale per cui la disoccupazione greca è salita a più di un quarto della popolazione attiva e ha ridotto l’economia del 25%.
Varoufakis è stato sostituito al Ministero delle finanze dal suo collega Euclid Tsakalotos che ha continuato a negoziare laccordo attuale.
La scorsa settimana, dopo che il memorandum è stato approvato come legge greca, Tsakalotos ha affermato che l’accordo condurrà la Grecia in avanti e contribuirà a creare un sistema finanziario più stabile.
Varoufakis dice che l’accordo è viziato sotto molti aspetti, vista la strada intrapresa attraverso il memorandum. Ad esempio, le tasse di proprietà sulla base di valori non aggiornati e gonfiati potrebbe colpire le famiglie appartenenti al ceto medio; che un ricorso a consulenti costosi e a consulenti negherebbe al servizio sanitario risorse vitali; e una riduzione dei finanziamenti per investimenti Bruxelles soffocherebbe la ripresa.
Ha detto che la troika ha distrutto il sistema pensionistico, che rimane un puntello economico essenziale per molte famiglie. Si deve fare attenzione a che la rimozione di sovvenzioni statali da pensioni creerebbe un circolo vizioso, ha detto: “I tagli necessari al sistema pensionistico saranno così grande che la domanda aggregata in Grecia cadrà di nuovo tanto che l’occupazione ne subirà quindi ulteriormente, e questo andrà a colpire nuovamente i fondi pensione”.
Il suo intervento è arrivato mentre il Parlamento tedesco si prepara a votare sull’accordo di salvataggio Mercoledì prossimo. Se, come previsto, i parlamentari tedeschi approveranno l’accordo che aprirà la strada per la prima erogazione di aiuti ​​Giovedi prossimo, permetteranno alla Grecia di ottenere un pagamento di 3,2 miliardi di Euro da parte della Banca centrale europea.
Nel frattempo, sembra probabile la richiesta di un voto di fiducia a seguito della ribellione tra i Parlamentari dellla maggioranza di governo del partito Syriza sul nuovo accordo di salvataggio del paese, per come riferito da ministri di alto livello Lunedi.
Il ministro dell’Energia Panos Skourletis ha descritto la necessità del voto parlamentare di fiducia, come “auto-evidente”, dopo la ribellione di Venerdì, quando quasi un terzo dei deputati di Syriza si sono astenuti o hanno votato contro l’accoEuclid Tsakalotosrdo.
Con l’ala sinistra di Syriza che mostra pochi segni di voler tornare all’ovile, Skourletis ha anche sollevato la possibilità di elezioni anticipate nel caso Tsipras dovesse perdere in una mozione di sfiducia. Tsipras ha dovuto fare affidamento sul sostegno dell’opposizione per ottenere l’accordo di salvataggio attraverso il Parlamento, e un altro ministro ha sostenuto che le elezioni sarebbero un modo per raggiungere la stabilità politica.

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