“Il giorno della morte di Vittorio Casamonica ho presentato istanza alla Corte d’appello di Roma per ottenere che il figlio agli arresti domiciliari potesse partecipare ai funerali. Lo stesso giorno le forze dell’ordine hanno effettuato il sopralluogo nella casa“. Magistratura e forze dell’ordine, dunque, sapevano quanto meno del decesso. Lo afferma Mario Giraldi, storico legale della famiglia protagonista delle esequie-show con manifesti, carrozza trainata da cavalli e petali lanciati da un elicottero. Dal legale arriva dunque la conferma che diverse autorità sapevano del decesso del noto boss, avvenuto – secondo quanto comunicato dalla Questura nei giorni scorsi -“nelle prime ore del 19 agosto”, dunque 24 ore prima dei funerali che hanno scatenato un caso politico e sono finiti sui media di mezzo mondo. Lo stesso Giraldi, il 19 agosto, aveva inoltrato alla Corte d’appello una richiesta urgente perché i giudici consentissero ad Antonio Casamonica, figlio di Vittorio detenuto ai domiciliari, di uscire di casa per partecipare alla cerimonia. La richiesta – accettata – risulta poi inoltrata alla tenenza dei carabinieri di Ciampino.Dopo le dichiarazioni dell’avvocato, fonti qualificate dei carabinieri hano fatto filtrare alle agenzie la loro versione: “Sono state rispettate le procedure come da prassi” e, sull’autorizzazione al figlio di Vittorio Casamonica e ad altri due parenti a presenziare ai funerali dell’esponente del clan capitolino, “sono stati avvisati gli uffici competenti”, compreso il commissariato di Tor Vergata. Secondo quanto si è appreso, i militari che avevano il compito di notificare l’atto “hanno comunicato tempestivamente l’avvenuta notifica all’autorità giudiziaria e agli uffici competenti”. In merito all’autorizzazione data ad altri due parenti di Vittorio Casamonica di partecipare alle esequie, le stesse fonti dei carabinieri riferiscono che è arrivata la mattina dei funerali “alla stazione di Tor Vergata che non essendo competente l’ha trasmessa al commissariato di zona”.