martedì 18 agosto 2015

pc 18 agosto - Borgo Ticino chiede i danni per l’eccidio nazifascista - una iniziativa da generalizzare

Borgo Ticino chiede i danni per l’eccidio nazifascista

Il 13 agosto ’44 morirono 12 ragazzi: “Fu un crimine contro l’umanità”. È il primo Comune a fare causa civile a Italia e Germania
La commemorazione della strage nazifascista il 13 agosto a Borgo Ticino

17/08/2015
chiara fabrizi

Partirà da un paese del Novarese la prima causa civile che chiede un risarcimento danni per crimini contro l’umanità relativo alla Seconda guerra mondiale: chiedono che Germania e Italia paghino per l’eccidio nazifascista di Borgo Ticino. Il 13 agosto del 1944, per un’azione di rappresaglia, i soldati tedeschi del reparto della Marina d’assalto Mek 80 e i fascisti della X Mas, dopo un rastrellamento casa per casa, misero al muro 13 giovani civili: sul selciato rimasero 12 corpi, uno si salvò.
Obbligati ad assistere
Tutto il paese fu costretto ad assistere per ore sotto il sole, prima che il comandate Waldemar Krumhaar diede l’ordine di sparare; poi i nazifascisti saccheggiarono le case. Nel giorno in cui il paese ha ricordato quell’orrore, giovedì, è stata formalizzata la decisione che porterà Comune e 9 famiglie delle vittime a chiedere risarcimento per la strage: «A settembre avvierò la causa al tribunale di Novara - spiega l’avvocato Andrea Speranzoni che ha rappresentato Comune e familiari delle vittime nel processo per la strage al tribunale militare di Verona -. È la prima volta che in Italia si procede civilmente per ottenere risarcimento per crimini contro l’umanità e di guerra».
Le condanna militare
Speranzoni è ottimista: «Lo scorso anno la Corte costituzionale italiana ha riaffermato il diritto del singolo cittadino e di una comunità territoriale di citare uno Stato per tali reati». E anche se sarà difficile prevedere i tempi, la causa civile non parte da zero: «Nel 2012 il tribunale militare di Verona - puntualizza Speranzoni - ha condannato all’ergastolo per la strage di Borgo Ticino Ernst Wadenpfuhl, unico superstite del reparto d’assalto Mek 80, che svolse un ruolo di coordinamento». In quella sentenza è stato quantificato un risarcimento di 415mila euro. L’avvocato, difensore di parte civile anche in altri processi per strage, da Marzabotto a Monchio, aggiunge: «Borgo Ticino farà da battistrada alle altre località italiane inserite nella mappa delle stragi».
«Non è una vendetta»
Giovanni Orlando, oggi vice- sindaco, ha dato il via 10 anni fa all’iter processuale: «Non esistono stragi di serie A e B. Quello che è successo a Borgo Ticino è un crimine contro l’umanità». Per questo il Comune si è costituito parte civile e ha sostenuto anche le spese legali per le famiglie dei caduti: «Volere la verità, chiedere la giustizia non vuol dire cercare vendetta - chiarisce il sindaco Francesco Gallo -. Se il processo ha stabilito le responsabilità di quella tragica giornata, la causa civile imporrà che i responsabili paghino».

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