sabato 15 agosto 2015

pc 15 agosto - I padroni non vogliono pagare le tasse sui macchinari, il governo Renzi con la scusa di togliere la tassa sulla casa li accontenta

Fisco: Assolombarda, abolire Imu su imbullonati (Sole24ore)"Il problema dell'Imu sui macchinari va risolto subito, con un intervento strutturale che ponga fine a uno degli aspetti piu' evidenti della schizofrenia fiscale di questi anni". Lo afferma Carlo Bonomi, vicepresidente di Assolombarda, in un'intervista al Sole 24 Ore, riferendosi alla tassazione sui macchinari imbullonati. "Prospettare un intervento" all'interno del piano taglia-tasse annunciato da Renzi "non basta perche' sposta tutto al 2016 mentre questa tassazione paradossale, che colpisce in modo piu' o meno casuale le imprese a seconda del comportamento delle direzioni provinciali delle Entrate, va cancellata subito", osserva. "C'erano emendamenti bipartisan, presentati nel corso dei lavori parlamentari sulla conversione del decreto enti locali, che andavano benissimo perche' spiegavano che macchinari, congegni, attrezzature e altri impianti funzionali al processo produttivo non concorrono alla determinazione della rendita catastale. Si riprenda questa misura e la si approvi nel primo provvedimento utile, senza aspettare la manovra dell'anno prossimo", conclude Bonomi. 
Dalla Formazione operaia on-line 4 giugno 2015
“... la parte del capitale che si converte in mezzi di produzione, cioè in materia prima, materiali ausiliari e mezzi di lavoro, non cambia la propria grandezza di valore nel processo di produzione. Quindi la chiamo parte costante del capitale, o, in breve, capitale costante.”
“Invece la parte del capitale convertita in forza-lavoro cambia il proprio valore nel processo di produzione. Riproduce il proprio equivalente e inoltre produce un’eccedenza, il plusvalore, che a sua volta può variare, può essere più grande o più piccolo. Questa parte del capitale si trasforma continuamente da grandezza costante in grandezza variabile. Quindi la chiamo parte variabile del capitale, o in breve: capitale variabile.” 
………..Ma come trasferisce per esempio una macchina il proprio valore di 1000 sterline al prodotto? “Sia una macchina per esempio del valore di 1000 sterline, e si logori in mille giorni. In questo caso un millesimo del valore della macchina passa giornalmente da questa al suo prodotto giornaliero. Contemporaneamente la macchina opera nel suo insieme, sia pure con vitalità decrescente, nel processo lavorativo. Si vede dunque che un fattore del processo lavorativo, un mezzo di produzione, entra completamente nel processo lavorativo, ma solo parzialmente nel processo di valorizzazione.”


Dunque, conservare valore aggiungendo valore è una dote di natura della forza- lavoro in atto, del lavoro vivente; dote di natura che non costa niente all’operaio ma frutta molto al capitalista: gli frutta la conservazione del valore capitale esistente. Finché gli affari vanno bene, il capitalista è troppo sprofondato nel far plusvalore per vedere questo dono gratuito del lavoro. Ma le interruzioni violente del processo lavorativo, le crisi, glielo fanno notare in maniera tangibile.” E infatti, in questi casi, il capitalista si lamenta perché deve pagare; senza gli operai che lo tengono vivo, anche il capitale nella forma dei mezzi di produzione si perde. 

E proprio in queste occasioni risalta ancora di più il fatto che la forza lavoro crea valore perché come è stato detto “Mentre il lavoro, mediante la sua forma idonea al fine, trasferisce e conserva nel prodotto il valore dei mezzi di produzione, ogni momento del moto del lavoro crea valore aggiuntivo, neovalore.

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