Salvarli in mare non basta: occorre una politica mirata a creare integrazione. A pochi giorni dalla polemica contro i “piazzisti da quattro soldi” che “dicono cose insulse pur di raccattare voti”, monsignor Nunzio Galantino torna a parlare di immigrazione e punta il dito contro l’esecutivo che è “del tutto assente sul tema immigrazione“, ha detto il segretario generale della Cei a Famiglia Cristiana, spiegando che “non basta salvare i migranti in mare per mettere a posto la coscienza nazionale“. .
E’ la seconda puntata della polemica a distanza tra il segretaerio della Cei e Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, che aveva risposto alla non esplicitata accusa di essere un “piazzista” accusando la Chiesa di “guadagnarci” con i migranti”. “Una banalità spaventosa – replica Galantino – nelle nostre strutture, quelle accreditate, la polizia ci porta gli immigrati e poi chi si è visto si è visto. Noi ci arrangiamo, tiriamo fuori soldi di tasca nostra e nessuno ci guadagna”. “Perché non vengono a vedere? – continua il monsignore – ogni tanto vengono a dare un’occhiata, appare magari un impiegato della Asl per controllare e basta”. Poi Galantino rilancia: “I piazzisti sono molti, piazzisti di fanfaronate da osteria, chiacchiere da bar che rilanciate dai media rischiano di provocare conflitti. Ci sono vescovi che ospitano immigrati a casa propria e non si sono mai riempiti le tasche di soldi, anzi. Lo fanno anche Salvini, Zaia e Grillo?”
A stretto giro arriva la risposta di Salvini: “Il signor Galantino, portavoce dei vescovi, pensa che gli italiani debbano accogliere tutti gli immigrati sempre e comunque – scrive il leader del Carroccio su Facebook – e i leghisti che non la pensano come lui, sono ‘fanfaroni da osteria’. Ma l’Italia è ancora una Repubblica o dipende dal Vaticano? Chiedo a voi amici cattolici, ma questo Galantino ha rotto le scatole?”.
“Piuttosto – prosegue l’esponente della Conferenza Episcopale – è il governo che è del tutto assente sul tema immigrazione. Non basta salvare i migranti in mare per mettere a posto la coscienza nazionale”. Secondo il numero due della Cei, “potremmo imparare dalla Germania e copiare le sue leggi. Invece noi abbiamo sempre scritto leggi che in buona sostanza respingono gli immigrati e non prevedono integrazione positiva. Prima la Turco-Napolitano e adesso la Bossi-Fini“. Secondo Galantino, “le pratiche per la richiesta di asilo sono lunghissime, un calvario la richiesta di permesso di soggiorno. Parcheggiamo gli immigrati qui e là in Italia. Se invece ci fosse almeno uno stracco di permesso di soggiorno provvisorio potrebbero lavorare e la gente non li vedrebbe più bighellonare in giro e non direbbe che mangiano a spese degli italiani già in crisi. Ma nessuno spiega che è la legge che impone la non integrazione”.
Serracchiani: “Giudizi ingenerosi, il governo c’è”
La risposta dei piani alti del Pd alle critiche della Cei arriva da Deborah Serracchiani: “A tutti quelli che dispensano soluzioni, a chi dà giudizi ingenerosi, a chi la fa facile, rispondiamo che questo governo sta affrontando con razionalità una soluzione difficile e lo sta facendo molto meglio che in altre parti – afferma il vicesegretario dei democratici, ai microfoni del Tg1 – nessuno può pensare che l’Italia risolva l’emergenza dell’intero continente da sola, motivo per cui abbiamo fatto sì che tutta l’Europa si muovesse. Abbiamo preso le misure per la sicurezza degli italiani e chiederemo che venga affrontato seriamente il tema del rimpatrio”.
Il botta e risposta con Salvini: “Piazzisti da quattro soldi”. “O non capisce o ci guadagna”
“Sull’immigrazione sentiamo affermazioni insulse di piazzisti da quattro soldi che parlano pur di prendere voti – aveva detto il 10 agosto Galantino, intervistato da Radio Vaticana – sentiamo parlare di ‘insopportabilità’ del numero di richiedenti asilo. E’ un atteggiamento alimentato da quattro piazzisti da quattro soldi che pur di prendere voti, di raccattare voti, dicono cose straordinariamente insulse”. La risposta di Salvini non si faceva attendere: “Chi difende questa invasione a distanza – spiegava il segretario leghista ad Affari Italiani - o non capisce o ci guadagna. Non si tratta di essere cattolici o no, si tratta di buonsenso. Sono felice del sostegno che arriva, a me e alla Lega, da tante donne e uomini di Chiesa senza le fette di salame sugli occhi e le tasche piene”. E ha poi aggiungeva: “La mia non è una polemica con la Chiesa, ma con qualcuno che straparla e fa politica a nome della Chiesa”.
Pera: “Da Galantino una teologia della liberazione”
In giornata sul tema è intervenuto anche l’ex presidente del Senato, Marcello Pera: “”Frattura insanabile tra vescovi e centrodestra? No. Il pericolo grave che intravedo nelle parole di monsignor Galantino è un altro: che la Chiesa stia virando verso la politica, verso una teologia della liberazione“, ha detto in un’intervista al Corriere della Sera, commentando le affermazioni del segretario generale della Cei sull’accoglienza agli immigrati. Pera si dice allarmato “per la posizione ideologica espressa. Penso che quella del segretario generale della Cei sia una posizione politicizzata ma non riguarda la destra, la sinistra o Grillo. Il problema è che parla in modo politico. C’è una reinterpretazione del cristianesimo. E indica come via una laicizzazione del cristianesimo. La carità e la misericordia sono nostri doveri. Ma non devono essere trasformati in diritti degli altri”. “Si trasforma il cristianesimo, la religione della carità, in ideologia dei diritti. Una teologia della liberazione già sperimentata in Sudamerica”, spiega. “Se riduciamo il cristianesimo a teologia politica dei diritti allora non mi pare così coerente poi parlare di dialogo con Islam. Dov’è lì la cultura dei diritti degli altri? Vogliamo forse dire che i ‘quattro straccioni leghisti’ creano meno problemi di