martedì 7 luglio 2015

pc 7 luglio - COSA FA IL "NOSTRO" CAPITALISTA, IERI E OGGI - RIFLESSIONI DAGLI SCRITTI SULLA FORMAZIONE OPERAIA

"...Per il nostro capitalista si tratta di due cose: in primo luogo egli vuol produrre un valore d'uso che abbia un valore di scambio, un articolo destinato alla vendita, una merce; e in secondo luogo vuol produrre una merce il cui valore sia più alto della somma dei valori delle merci necessarie alla sua produzione, i mezzi di produzione e la forza-lavoro, per le quali ha anticipato sul mercato il suo buon denaro. Non vuole produrre soltanto un valore d'uso, ma una merce, non soltanto valore d'uso, ma valore, e non soltanto valore, ma anche plusvalore".

"....Ma come e quanto plusvalore estrae dal pluslavoro dell'operaio, in media metà della sua giornata lavorativa.
Interessante quanto viene espresso sempre nel "trattato di economia politica" di Xu He, risalente agli anni ’70: “
"Attualmente, il regime lavorativo di otto ore, sebbene sia ormai fissato per legge in numerosi paesi capitalisti, continua in pratica a essere ostacolato in tutti i modi dai capitalisti. In particolare, a causa del basso livello salariale, gli operai sono costretti a fare normalmente gli straordinari o un secondo lavoro, per procurarsi un poco di salario in più; nel codice vi sono inoltre articoli integrativi che permettono lo straordinario.
Se in parte ciò è tutt’oggi più che valido, siamo arrivati ad una situazione ben peggiore: in alcuni casi al posto di spremere ancor più i lavoratori con gli straordinari, il capitale ricorre a nuove forme contrattuali ai limiti del neo-schiavismo con l’utilizzo di manodopera a costo zero (vedi le varie forme di tirocinio “per fare esperienza”, per non parlare dello sfruttamento dei migranti). Poi c’è la “next big Thing” tra i paesi capitalistici ovvero la Cina con il suo capitalismo che a tratti ricorda le forme di sfruttamento ottocentesche che descrivevano Marx ed Engels, ma anche lì la classe operaia presto ce ne farà vedere delle belle…
...l’effettiva giornata lavorativa: “è determinata dai rapporti di forza tra le classi.
Solo con la lotta organizzata quindi il proletariato in generale e la classe operaia in particolare possono porre un freno alla sete inesauribile di plusvalore fino ai limiti della resistenza fisica dell’operaio da parte del capitalista".

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