sabato 11 luglio 2015

pc 11 luglio - La giusta indicazione di PCm Italia il 5 luglio scriveva: "Grecia - vince nettamente il NO delle masse greche al ricatto dei paesi imperialisti europei... ma questo No, con Syriza al governo, non può che tradursi in un rilancio della trattativa con quei governi che hanno imposto il diktat. Solo la lotta di massa, la rivolta proletaria e popolare in tutte le forme necessarie - e non il voto referendario - può fermare lo scaricamento selvaggio della crisi sui proletari e le masse, in Grecia, come ovunque

Un primo commento per il dibattito tra i proletari: http://proletaricomunisti.blogspot.it/2015/07/pc-9-luglio-referendum-in-grecia-un.htm

come la vedono i padroni  ……. dal sole 24 ore 10 luglio 2015

Atene, sì al piano dal Parlamento e dalla troika. La parola passa all’Eurogruppo

dal nostro inviato Vittorio Da Rold

Tutto in un notte drammatica ricca di colpi di scena e risultati sul filo di lana. Il Parlamento greco ha votato alle 2.29 della notte tra venerdì e sabato a favore del piano di accordo con i creditori proposto dal premier Alexis Tsipras. “Ora il governo ha un forte mandato a trattare con i creditori”, ha dichiarato il premier greco Alexis Tsipras al termine del voto.
Poco prima alle 00.47 da Bruxelles la troika approvava l'ultima proposta presentata da Atene ritenendola
sufficientemente buona per essere la base di un nuovo finanziamento per 74 miliardi di euro, di cui 58 da Esm e 16 dal Fmi. Con questo sì il documento ora passa all'eurogruppo per l'approvazione politica.
Il voto ad Atene non è andato liscio. Con alcun vistose defezioni di esponenti di Syriza, il partito di estrema sinistra del premier Tsipras, il Parlamento ha detto sì al piano di riforme e tagli da 13,5 miliardi di euro in due anni (3,5 in più rispetto a quello chiesto dai creditori prima del referendum di domenica scorsa).
Il pacchetto Tsipras è comunque passato con un'amplissima maggioranza, molto più ampia di quella su cui conta il governo: i sì sono stati 251 su 300 deputati, i no 32 (tra cui due membri di Syriza) e 8 astenuti. Tra questi pezzi da 90 del partito del premier, a partire dal presidente del Parlamento, Zoe Constantopoulou e del ministro dell'Energia e leader dell'ala sinistra del partito, Panagiotis Lafazanis. Entrambi si sono limitati a rispendere «presente» al momento di voto, senza esprimersi quindi né a favore né contro.
Sulla carta Tsipras poteva contare sui suoi 149 deputati (ma almeno in 17 di questi o si sono astenuti (otto) o non hanno partecipato al voto (sette) e due si sono espressi contro) e i 13 della destra nazionalista di Anel guidata da Panos Kammenos. In teoria senza il voto dell'opposizione Tsipras sarebbe andato sotto. Se si escludono però gli astenuti i contrari nella sua formazione sono stati solo due più sette che non hanno partecipato al voto, per un totale di nove. Meno dei dodici voti di maggioranza di cui gode il governo. Tsipras si è salvato ma per un soffio e grazie alle astensioni strategiche di Lafazanis e Costantopoulou che non se la sono sentita di affondare il governo dopo cinque mesi di negoziati con la troika.
La cronaca delle ore precedenti
Il Parlamento greco è riunito a partire dalle 19 (le 18 italiane) per discutere e votare l’ultimo piano presentato nella notte da Tsipras ai creditori. La legge che autorizza il governo a negoziare un nuovo accordo per ottenere aiuti finanziari dall'Esm (European Stability Mechanism), sulla base delle proposte avanzate dall'esecutivo, è stata approvata nel corso della riunione congiunta delle quattro commissioni parlamentari competenti del Parlamento. Seguirà il dibattito, fino a notte inoltrata.
Il premier greco chiede un mandato per trattare coi creditori, non per uscire dall'euro. «Dobbiamo confrontarci con decisioni cruciali», ha detto in mattinata rivolgendosi ai deputati del suo partito. «Abbiamo un mandato per strappare un accordo migliore rispetto a quello dell'ultimatum dell'Eurogruppo, ma non abbiamo certo un mandato per portare la Grecia fuori dall'Eurozona». «In tutto questo dobbiamo stare uniti» aggiunge. In Piazza Syntagma, davanti al Parlamento, migliaia di persone si sono radunate in serata per chiedere il rispetto dell’esito del referendum di domenica scorsa, che ha bocciato l’ultima proposta dei creditori.
La nuova proposta in realtà assomiglia molto a quella avanzata da Ue e Fmi prima del referendum: è una manovra da 13 miliardi in due anni (pari al 7,2% del Pil greco) che dovrebbe scongiurare l’uscita della Grecia dall’euro e andare incontro a gran parte delle richieste dell’Europa. Aumenta l'Iva per i ristoranti (ma gli hotel restano al 13% e pure l'elettricità al 6%), sparisce lo sconto del 30% alle isole, salgono le imposte societarie dal 26 al 28% per un gettito addizionale di 130 milioni di euro (sparisce la richiesta di tassare del 12% i profitti aziendali superiori a 500 milioni) , verranno penalizzate le baby-pensioni e si andrà in pensione a 67 anni dal 2022, ripartono le privatizzazioni di porti e aeroporti regionali. Aumenta la fiscalità sugli armatori con un aumento dell’imposta sul tonnellaggio.
Nea Dimokratia, il principale partito di opposizione guidato dall’ex premier Samaras, ha già detto che voterà sì così come con ogni probabilità i socialisti e il partito filo-Ue di To Potami. Il via libera del Parlamento appare dunque scontato: per Tsipras semmai il problema è far passare il mandato a negoziare con la Ue alla sua maggioranza di 162 deputati su 300. L’ala radicale di Syriza ha infatti già contestato il piano. Ecco i dettagli delle proposte presentate ai creditori dal premier greco.
Riforma dell’IvaNel nuovo piano del governo di Atene è prevista una tassazione dell’Iva a tre livelli, con medicinali, libri, spettacoli d'arte e teatrali al 6%; alberghi, energia, prodotti alimentari freschi e generi alimentari di base al 13% e degli alimentari lavorati, ristoranti e altro al 23%. Si elimina lo sconto del 30% sulle aliquote Iva sulle isole, a partire dalle maggiori e più famose come Santorini e Mikonos, a partire dall'ottobre 2015. Le isole più remote verranno compensate con altre indennità.
TasseInoltre, il governo manterrà la controversa tassa sugli immobili (Enfia) nel 2015 e 2016 e aumenterà gli sforzi per combattere l'evasione fiscale. L'Amministrazione fiscale del Paese diventerà un organismo indipendente, mentre saranno introdotti criteri più severi per auto-dichiararsi agricoltori ed evitare le numerose truffe. È previsto anche l'aumento della tassa di solidarietà come pure di quelle sul lusso e sui profitti delle società. Le imposte societarie passano da 26 al 28%. Meno spese militari di 100 milioni nel 2015 e di 200 milioni nel 2016. Verranno tassate gli yacht di lusso con una tassa che passa da 10 a 13%.
PensioniRisparmi su pensioni tra lo 0,25-0,50% del pil nel 2015 e l'1% dal 2016 in poi, tagliando progressivamente le baby pensioni (creando disincentivi) e innalzando l'età pensionabile a 67 anni entro il 2022. In dettaglio l'età sale a 67 anni entro il 2022 e chi si ritira in anticipo perderà il 10% del dovuto e non più il 6% precedente. L'indennità Ekas per le minime verrà eliminata dal 2019 a partire dal 20% dei pensionati con reddito maggiore a partire dal 2016. Aumentano i contributi sanitari per i pensionati dal 4% al 6%.
PrivatizzazioniSi privatizzeranno gli aeroporti regionali (in pole position i tedeschi della Fraport di Francoforte), il vecchio aeroporto Hellenikon (è interessato il Qatar) , i porti di Salonicco e del Pireo (sono in lista di attesa i cinesi della Cosco). Le azioni ancora in mano al governo della Ote, il colosso della tlc già in mano in maggioranza ai tedeschi, dovranno passare all’agenzia delle privatizzazioni. Resta fuori la Dei, il monopolista dell'energia elettrica.
Il surplus primarioLo stallo nei negoziati ha fatto salire il costo del piano di rientro. Ora si parla di 13 miliardi di euro con un surplus primario di 1, 2, 3 e 3,5% da 2015, 2016, 2017 e 2019. Questo il valore del nuovo piano di riforme. Il piano avrebbe quindi una consistenza superiore rispetto a quanto precedentemente ipotizzato, a causa del peggioramento dell'economia greca, entrata nuovamente in recessione. Le misure per 8 miliardi di euro che la Grecia aveva preventivato per il 2015 e il 2016 dovranno essere aumentate di 2,5 miliardi di euro all'anno, per un totale di 13 miliardi in due anni. Il governo greco stima per quest'anno una recessione pari circa al 3%, rispetto alla prevista crescita dello 0,5%, vanificata da mesi di incertezza e da quasi due settimane di misure per il controllo dei capitali. Il premier greco Tsipras ha fatto avere preventivamente il piano ai rappresentanti dei partiti greci To Potami, Nea Dimokratia e Pasok prima di consegnarlo ai creditori.
Salario minimo e contratti collettivi Tutto questo spinoso dossier (Syriza vuole aumentare il salario minimo a 751 euro, verrà rinviato all'autunno. Il governo greco vorrebbe abolire la legge varata dal precedente governo Samaras che permette i licenziamenti collettivi. Tsipras vorrebbe reintrodurre la contrattazione collettiva nazionale oggi riservata solo a livello aziendale.

10 luglio 2015

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