venerdì 5 giugno 2015

pc 5 giugno - Curcio non fa più, nè farà mai più parte del campo del proletariato e della rivoluzione - disertare la presentazione del libro al CSA Vittoria

ciao
incomincio a girarti l'informazione per una serata di approfondimento crediamo particolarmente interessante in occasione della presentazione dell' ultimo lavoro, che sta uscendo in questi giorni, di Renato Curcio.
Ovviamente qualche giorno prima della data girerà ancora la presentazione, ma incomincio a farla girare già da ora
Se credi, falla girare anche tu ciao

Per una lettura di classe della "rete", nuove forme di controllo sociale e di controllo individualizzato.
Internet e la colonizzazione dell'immaginario. La "rete" come nuovo settore dove il capitalismo finanziario e produttivo hanno investito per incrementare esponenzialmente i profitti.
La "rete " come presunta forma di circolazione "libera" di informazioni può trasformarsi al contrario in uno strumento di controllo e costruzione di falsa coscienza e di annullamento del pensiero critico ?
discutiamone con Renato Curcio giovedì 25 giugno ore 21,00 al Csa Vittoria

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NEWSLETTER CSA VITTORIA-Milano
via Friuli ang. Muratori 43
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Giovedì 25 giugno 2015ore 21.00Csa Vittoria
Presentazione del nuovo libro di Renato Curcio: L’IMPERO VIRTUALE 
COLONIZZAZIONE DELL’IMMAGINARIO E CONTROLLO SOCIALE 
Alcune aziende che quindici anni fa non esistevano, come Google e Facebook, oggi costituiscono la nuova e potente oligarchia planetaria del capitalismo digitale. Internet ne rappresenta l’intelaiatura, e i suoi utenti, vale a dire circa tre miliardi di persone, la forza lavoro utilizzata. Le nuove tecnologie digitali fanno ormai parte della nostra vita quotidiana, le portiamo addosso e controllano tutti gli ambienti della vita sociale, dai luoghi di lavoro ai templi del consumo. Questo libro propone una riflessione sui dispositivi attraverso i quali questa oligarchia e queste tecnologie catturano e colonizzano il nostro immaginario a fini di profitto economico e di controllo sociale. E mette in luce il risvolto di tutto ciò, ovvero l’emergere di una nuova e impercepita sudditanza di quel popolo virtuale che, riversando ingenuamente messaggi, fotografie, selfie, ansie e desideri su piattaforme e social-network, contribuisce con le sue stesse pratiche a rafforzare il dominio del nuovo impero. Non conosciamo ancora le conseguenze sui tempi lunghi di questo ulteriore passaggio del modo di produzione capitalistico. Chiara invece appare la necessità di immaginare pratiche di decolonizzazione personale e collettiva per istituire nei luoghi ordinari della vita varchi di liberazione. 
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