lunedì 15 giugno 2015

pc 15 giugno - Elezioni: la prima cosa più evidente è la costante crescita dall'astensionismo: la maggioranza degli elettori non ha votato, il 53%. Intanto chi sta con Renzi e PD perde.

    La seconda è la sconfitta dei candidati del Pd nelle città più importanti (Venezia, Arezzo, Nuoro, Matera). Hanno perso sia i renziani snza se  e senza ma sia i rari esponenti della "sinistra Pd", come l'ex magistrato Felice Casson nella sua Venezia. Segno che da quella parte l'elettorato - quella parte minoritaria che ancora va ai seggi - non si aspetta più nulla di positivo.
A Venezia Luigi Brugnaro, sostenuto dal centrodestra, ha battuto il senatore ed ex magistrato Felice Casson col 53,21% dei voti. Ma ci ha tenuto a far capire che lui non vuol essere un problma per nessuno: "Da ora si lavora per la città; io sono per dare una mano a Zaia come a Renzi" Anche a Rovigo il Pd è stato letteralmente travolto, lasciando campo libero al leghista Massimo Bergamin, che si è imposto con circa il 60% delle preferenze.
Ancora peggio è andata a Nuoro, dove il canddato renziano si è fermato a 31%, meno della metà dei voti andati allo sfidante Andrea Soddu (68,4%), appoggiato da quattro liste civiche con il Partito sardo d'azione. Idem a Matera, dove l'uscente Salvatore Adduce è stato battuto da Raffaello De Ruggieri (54,5%), sostenuto da liste civiche del centrosinistra e del centrodestra.
Più combattuta ad Arezzo, dove Matteo Bracciali (Pd, renziano di ferro) ha perso per un soffio contro Alessandro Ghinelli (50,8%). Anche le Marche sembrano aver voltato le spalle al guitto di Pontassieve, con Fermo che dàl'ex assessore del centrodestra, Paolo Calcinaro, il 69,9%. 
Le poche vittorie del Pd sono avvenute in città minori, come Trani, Macerata. E in Lombardia, dove il Pd mantiene Mantova e Lecco.

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