giovedì 11 giugno 2015

pc 11 giugno - L'Aquila, l'azienda dello sciopero delle donne condannata alla reintegra e al risarcimento di 6 mensilità. SOLO LA LOTTA PAGA!

UNA GRANDIOSA NOTIZIA DOPO IL BELLISSIMO SEMINARIO DEL 6 GIUGNO A PALERMO DEL Movimento femminista proletario rivoluzionario IN OCCASIONE DEL SUO 20° ANNIVERSARIO: LA NOSTRA COMPAGNA LUIGIA DE L'AQUILA, ANCHE DELEGATA DELLO SLAI COBAS PER IL S.C., LICENZIATA PER avere fatto lo sciopero delle DONNE SUL POSTO DI LAVORO IL 25 NOVEMBRE 2015 di cui abbiamo ampiamente parlato al seminario, INSIEME AD ALTRE LAVORATRICI E LAVORATORI, HA VINTO!!! 

Il giudice  ha infatti disposto la reintegra delle lavoratrici e dei lavoratori licenziati e il risarcimento di 6 mensilità!
SOLO LA LOTTA PAGA, E IN QUESTO CASO DICIAMO CON GRANDE GIOIA SOLO LA DOPPIA LOTTA PAGA!

Le compagne del Mfpr di Palermo
Luigia al centro - durante lo sciopero delle donne
COMUNICATO STAMPA
Licenziamenti al Brico io di L’Aquila: il giudice dispone la reintegra dei lavoratori licenziati e il risarcimento di 6 mensilità!

E’ stata, si può dire, una vittoria delle donne giuste, la sentenza di Anna Maria Tracanna (giudice del lavoro di L’Aquila), che ha disposto, su richiesta dell’avvocata Francesca Ramicone, la reintegra dei 3 lavoratori e lavoratrici effettivamente licenziati dall’Aleandri Bricolage srl il 17 giugno 2014.

A sostegno dei licenziamenti per giustificato motivo oggettivo, l’azienda aveva addotto lo stato di crisi e la conseguente necessità di una riorganizzazione aziendale.

Ma i fatti hanno smascherato le reali intenzioni dell’azienda, che invece di procedere, come annunciato, al ridimensionamento delle superfici di vendita e dell’organico per ridurre i costi, ha incrementato entrambi dietro schermatura di un’agenzia interinale (Manpower), con aumento dei contratti precari, demansionamento di fatto e libertà di licenziamento.

Questi “fatti”, seppur puntualmente dimostrati in sede giudiziale, si sono reiterati nell’anno corrente, dimostrando, di fatto, una condotta aziendale antioperaia, intimidatoria e discriminatoria, nonostante quanto sbandierato dall’azienda.

Ma questa vittoria non è stata solo tecnica o giuridica e non appartiene solo ai licenziat@. Questa vittoria appartiene alla solidarietà di classe e di genere che si è sviluppata con l’appello delle donne, delle lavoratrici che hanno scioperato il 25 novembre 2013 contro la violenza, per chiedere lavoro per tutte, precarietà e disoccupazione per nessuno, perché il lavoro è un diritto, la disoccupazione è un delitto, è violenza.
Questa vittoria quindi appartiene a tutte le donne in lotta, a tutti i lavoratori e lavoratrici, disoccupate e disoccupati, precari, giovani, che hanno risposto a quell’appello, raccogliendo in 10 giorni oltre 300 firme da tutta Italia per far rientrare i licenziamenti al Brico io di L’Aquila.

Questa vittoria è anche il risultato di un’azione di denuncia e mobilitazione di un sindacato di base e di classe ed è un segnale per tutti i lavoratori e le lavoratrici.

A testa alta rientreremo al lavoro e continueremo a difenderlo!

La solidarietà è un’arma, solo la lotta paga!

Il 2014 è stato l’anno dei padroni, che il 2015 sia l’anno dei lavoratori, l’anno del riscatto del lavoro sul profitto!

Luigia De Biasi, Slai Cobas s. c.
L’Aquila, 10 giugno 2015
L'appello contro i licenziamenti:

I licenziamenti al “Brico io” de L’Aquila devono essere ritirati!
Le lavoratrici del Brico io di L’Aquila il 25 novembre 2013 avevano partecipato allo sciopero delle donne, rompendo anche il clima di silenzio e subordinazione che ha accompagnato una riorganizzazione del lavoro fatta di più sfruttamento e che poi ha preparato i 4 licenziamenti di oggi, fra cui quello della lavoratrice, Luigia De Biasi, dello Slai cobas sc e del Movimento femminista proletario rivoluzionario, che quello sciopero aveva promosso.
Licenziamento è anche violenza, vuol dire tornare a casa, vuol dire peggiori condizioni di lavoro per chi resta, vuol dire che domani potrebbe toccare ad altre lavoratrici! Questo avviene in una città come L’Aquila, dove invece di ricostruire si continua a distruggere anche i pochi posti di lavoro e a far pagare la crisi non ai responsabili, ai padroni assassini che se la”ridono”, ma a chi di questa crisi non ha colpa.
Per questo noi CHIEDIAMO CHE LUIGIA E GLI ALTRI TORNINO SUBITO AL LAVORO.


 

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