venerdì 29 maggio 2015

pc 29 Maggio - REPORT ASSEMBLEA "DALLA RIVOLTA CONTRO L'AUTOCRAZIA ALLE NUOVE CONTRADDIZIONI NELLA TUNISIA POST-BEN ALI". CON TESTIMONIANZA DIRETTA DI UN NOSTRO COMPAGNO


Mercoledì 27 Maggio sono stati presentati i due opuscoli autoprodotti “Dalla Tunisia con amore. Cronache di un compagno italiano dalla terra in cui è scoccata la scintilla della rivolta” e “Dalla rivolta della primavera araba alla rivoluzione proletaria. Stralci di incontri con i rivoluzionari maoisti tunisini nel Maggio/Giugno 2014” dal nostro compagno e autore degli stessi, nei locali di Palazzo Cefalà a Palermo.
Con il supporto di alcune slides si è fatta una breve introduzione storico/geografica per inquadrare bene il paese nord africano ripercorrendo le tappe storiche principali: indipendenza e Bourguiba al potere, ascesa al potere di Ben Ali e infine la rivolta popolare del 2010/2011 e successivo periodo di transizione conclusosi con le ultime elezioni dello scorso ottobre.
La cronaca della rivolta ha permesso di introdurre l’esperienza concreta che ha dato i natali ai due opuscoli, quindi si è entrato nel merito dei principali protagonisti della rivolta popolare chiamata solitamente “rivoluzione” in Tunisia e “primavera araba” nel resto del mondo, ovvero in primis i giovani (disoccupati, lavoratori e studenti), la classe operaia (in particolari i minatori del bacino minerario di Gafsa) e le donne (studentesse e lavoratrici).
Parlando del ruolo di ognuno di essi si è fatto un quadro complessivo e nazionale per poi calare nel particolare circa l’esperienza diretta che il nostro compagno ha fatto entrando in contatto con ognuno di essi e in particolare con gli studenti universitari, disoccupati e giovani attivi nel movimento contro la repressione post-rivolta, con i minatori di Metlaoui e con le attiviste del movimento delle donne incontrate principalmente durante la manifestazione dello 8 Marzo 2014 a Tunisi.
Si sono analizzate le rivendicazioni generali della rivolta popolare: dignità, pane, lavoro (inizialmente) e un cambio di regime (successivamente) in occasione dei movimenti Casbah I e Casbah II i quali hanno chiesto e infine ottenuto le elezioni dell’Assemblea Costituente. Una volta eletta lo scontro politico e di classe ha avuto una continuità con la polarizzazione tra laici (progressisti, sinistra-riformista, esponenti dell’ex regime) e islamisti con la preponderanza dei primi dando vita ad una costituzione democratica e molto avanzata da un punto di vista democratico-borghese. Il problema di aver assunto come sola parola d’ordine quella di un’Assemblea Costituente e di una costituzione “democratica” ha creato una nuova contraddizione: ovvero che riportando tutto lo scontro su un terreno di tipo istituzionale/elettorale adesso la Tunisia si ritrova un governo guidato da Nidaa Tounes espressione dell’ex regime (i laici come li chiamano i media) e da una componente di Ennahdha (gli islamisti). Le richieste originarie del popolo sono rimaste ancora lettera morta dopo quasi 5 anni dall’inizio della rivolta. Si è conclusa l’esposizione affrontando il tema dei legami internazionali che il governo tunisino ha, confermando la propria collocazione nel campo dell’imperialismo occidentale in primis USA, Francia, Germania e Italia, con cui ha concluso recentemente importanti accordi in materia economico-militare inerente ai flussi migratori e alla “lotta al terrorismo”.
In un quadro simile solo le forze rivoluzionarie rappresentate dai gruppi e partiti marxisti-leninisti-maoisti hanno fin da subito analizzato coerentemente la rivolta denunciando il processo della costituente ed elettorale come un movimento di restaurazione del vecchio potere, indicando correttamente gli eventi come rivolta popolare e non “rivoluzione” in quanto non è stata intaccata la struttura e natura dello stato (forze di polizia e ministero dell’interno, amministrazione e istituzioni in generale) ed evidenziando la necessità che la rivolta si trasformi in rivoluzione per risolvere realmente i problemi posti dal popolo tunisino.
In sala erano presenti una 30ina di persone tra cui giovani e lavoratori, che alla fine dell’esposizione hanno posto delle domande circa il ruolo del movimento delle donne sia durante la rivolta sia come eventuale argine al movimento reazionario islamista, circa le aspettative dei giovani e perché una parte di essi individua come alternativa lo Stato Islamico (ISIS) e parte per combattere nelle sue file, circa il ruolo e posizione del nuovo governo tunisino per quanto riguarda l’attentato del Bardo e i gruppi islamisti presenti nel paese ecc.
Ciò insieme ad un paio di interventi ha permesso di ampliare e  approfondire le questioni.

Inoltre sono stati fatti due appelli all’assemblea: a partecipare al presidio cittadino contro la guerra e la retorica militarista messa in atto il 2 Giugno in occasione della “festa della repubblica” e a partecipare all’iniziativa per il ventennale del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario che si terrà sempre a Palazzo Cefalà Sabato 6 Giugno.

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