mercoledì 15 aprile 2015

pc 15 aprile - Nuova orribile strage di migranti nel Mediterraneo


Immigrazione, testimoni a Save the children: “400 morti in un naufragio”

Cronaca


Il racconto di un 17enne: "Per 4 mesi ci hanno lasciati in una fabbrica di sardine. Eravamo più di mille e se qualcuno parlava veniva picchiato". Intanto ancora una volta gli scafisti hanno sparato alla Guardia Costiera per recuperare un barcone. Frontex: "Vuol dire che stanno finendo le imbarcazioni per le traversate". 
Ci sarebbero circa 400 vittime di un naufragio avvenuto a 24 ore dalla partenza dalla Libia, e tra queste molti giovani, probabilmente minori. E’ quanto emerge dalle testimonianze raccolte da Save the Children tra i 150 superstiti, sbarcati oggi a Reggio Calabria dalla nave Orione insieme ad altre centinaia di migranti recuperati da altre imbarcazioni. Le cifre, tuttavia, devono ancora essere verificate, anche perché la Guardia Costiera non ha trovato altri superstiti al momento dell’operazione di recupero. Tra l’11 e il 13 aprile, secondo Save the Children, sono sbarcati finora più di 5.100 migranti in 18 sbarchi a Lampedusa, in SiciliaCalabria e Puglia. Tra loro ci sono circa 450 bambini, tra cui 317 non accompagnati. “Molti di loro hanno vissuto esperienze atroci di violenza subita e assistita e hanno perso amici, parenti o i genitori, anche negli ultimi naufragi. Secondo i racconti, la situazione in Libia è sempre più fuori controllo e inaudita è la violenza anche per le strade. 
E’ fondamentale garantire un’adeguata accoglienza e il necessario supporto anche psicologico, in particolare ai più vulnerabili” ha dichiarato Valerio Neri, direttore generale di Save the Children.Tra i racconti raccolti quello di Bherane, 17 anni: “Nei pressi di Tripoli abbiamo vissuto per quattro mesi in una fabbrica di sardine. Eravamo più di mille persone. Mangiavamo una sola volta al giorno e non potevamo fare nulla. Se qualcuno parlava con un amico o un vicino, veniva picchiato. Tutto questo per estorcere altri soldi. Ti facevano chiamare a casa, dicendo che stavi per morire e nel frattempo ti picchiavano, così i tuoi familiari sentivano le tue urla”. 
Secondo Save the Children, il crescente numero dei morti in mare pone, non solo all’Italia ma a tutta l’Unione Europea e ai suoi membri, il dovere di rispondere con un sistema di ricerca e soccorso in mare capace di far fronte a questa situazione, che secondo tutti gli osservatori è destinata a peggiorare ulteriormente nei prossimi mesi. “L’elevata e costante presenza negli sbarchi di minori soli non accompagnati – sottolinea l’ong – impone la necessità di contare su un adeguato sistema di accoglienza: ad oggi, tale sistema non esiste e inoltre anche il sistema di prima accoglienza, con 10 nuove strutture individuate dal Ministero dell’Interno, non è utilizzato in modo sistematico e mancano procedure chiare e condivise per il trasferimento dei minori” denuncia l’organizzazione




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