martedì 31 marzo 2015

pc 31 marzo - PARLA L'OPERAIO RAPPRESENTANTE SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE SULLO SCIOPERO DAL BASSO ALLA TENARIS-DALMINE

Alla Tenaris Dalmine di Bergamo, con 1800 operai, si può dire che è avvenuto uno sciopero “storico”. Da anni e anni non si vedeva una partecipazione così massiccia, una unità/solidarietà tra operai, ma soprattutto è stata la prima volta che è stato fatto ed è riuscito uno sciopero costruito dal basso, rendendo protagonisti gli operai, indetto dallo Slai cobas per il sindacato di classe e dall'Flmu/Cub di Bergamo che prima dello sciopero organizzavano pochissimi operai e non sono neanche presenti nelle Rsu.
Questo sciopero ha dimostrato che quando si lavora bene, in sintonia con i bisogni degli operai, anche se per molto tempo lo Slai cobas sc ha fatto un lavoro che può sembrare “grigio” e con difficili risultati, alla fine questo lavoro paga. E la “talpa” ha ben scavato...
E spesso il padrone vede più lontano degli stessi operai: non è un caso che poche settimane prima dello sciopero il rappresentante dello Slai cobas per il sindacato di classe, Sebastiano Lamera, è stato improvvisamente e senza reale motivazione spostato in un reparto in cui lavora da solo.
Il carattere nuovo, importante di questo “sciopero” è inoltre che è avvenuto in una grande fabbrica, siderurgica, in cui i sindacati confederali, la Fiom la fanno da padroni. E sappiamo bene quanto sia difficile autorganizzare uno sciopero dal basso in una fabbrica, rispetto ad altri settori lavorativi – per trovare esempi simili dobbiamo andare molto indietro negli anni.


“Lo sciopero organizzato solo dallo Slai cobas per il sindacato di classe e da Flmu/Cub Bergamo, era stato preparato nei giorni precedenti con massicci volantinaggi, iniziative ai cancelli, discussioni tra gli operai.
In precedenza vi era stato anche nello sciopero indetto dai sindacati confederali sull'annuncio della azienda di 40O esuberi, un segnale della volontà di lotta degli operai, a questo sciopero infatti vi era stata una massiccia partecipazione. Ma dopo non c'era stato nulla, i sindacati confederali e le Rsu avevano indetto quello sciopero unicamente per sedersi al Tavolo aziendale per vedere come gestire il piano di ristrutturazione a fronte del fatto che l'azienda stava procedendo unilateralmente.

Martedì17 marzo vi è stata un'ultima un'assemblea ai cancelli, anche a fronte di voci che vedevano la Fiom impegnata in manovre per impedire lo sciopero.
Quindi giovedì, 19 marzo, col 2° turno è partito lo sciopero. Abbiamo indetto 2 ore per turno (le
ultime due per il 1° e 2° turno, le prime due per il turno di notte). Si sono fermati praticamente il 100% degli operai (a parte poche unità per la comandata). Non si era mai vista una cosa simile da 50 anni, sia per la massiccia partecipazione sia soprattutto per il clima, la combattività, lo spirito di unità che si è realizzato Non c'è mai stata alla Tenaris-Dalmine una unità come quella che si è realizzata nei giorni di sciopero, giovani, anziani insieme, senza alcuna distinzione.
Gli operai erano emozionati, contenti, orgogliosi. Le assemblee che si sono realizzate ai cancelli ad ogni turno di sciopero, il più delle volte sono andate oltre le due ore, per esempio gli operai del 2° turno aspettavano comunque l'arrivo e lo sciopero degli operai del turno di notte e l'assemblea si prolungava fino a mezzanotte per discutere tutti insieme.
Gli operai si sentivano forti. Alcuni uscivano dalla fabbrica con le lacrime agli occhi.
Questa clima di forza ha coinvolto anche il delegato della Fiom dell'acciaieria, che è riconosciuto dagli operai, e altri operai attivisti Fiom che hanno capito che la “bomba” stata per esplodere e hanno aderito allo sciopero e soprattutto il primo giorno il delegato si è attivato per far uscire tutti gli operai dal reparto.

Gli operai hanno tenuto duro nonostante varie pressioni dell'apparato aziendale per frenare lo sciopero dicendo che non era legale, ecc. ecc. Si sono visti dirigenti che al massimo arrivano quando c'è un morto...
L'azienda il primo giorno ha cercato di sminuire lo sciopero, dicendo che era una iniziativa solo dimostrativa...; poi il secondo giorno, rendendosi conto che facevamo sul serio, ha cercato di usare l'argomento “sicurezza” degli impianti – una cosa ridicola, visto che quando si lavora la Tenaris non pensa mai alla nostra sicurezza.
La direzione, per far fallire lo sciopero, ha anche bloccato i mezzi con cui normalmente gli operai dai reparti raggiungono l'uscita; ma questo non ha impedito nulla. Gli operai sono arrivati a piedi!
Anche Venerdì 20 lo sciopero è riuscito al completo in tutti e tre i turni.
C'è stata anche una forte e anche questa nuova componente di solidarietà, visto che il piano dell'azienda di fatto colpisce soprattutto gli apprendisti, ma anche gli operai che potrebbero sentirsi non toccati sono scesi in sciopero.

In un primo tempo l'idea nostra dello Slai cobas sc e Flmu/Cub era di sospendere lo sciopero il sabato e domenica (per non rischiare una partecipazione bassa) e riprenderlo lunedì 23 cercando di coinvolgere altri reparti. Ma venerdì gli operai, carichi ed entusiasti, hanno deciso di continuare lo sciopero anche sabato e domenica, dicendo anche che “in questo modo facciamo vedere che noi non fermiamo la lotta solo per avere la maggiorazione”.
Alla fine, però, questa decisione si è rivelata debole e più giusta la valutazione iniziale che teneva più in conto sia la condizione generale degli operai e sia soprattutto la controazione dell'azienda.
Infatti, sabato il 1° turno non ha scioperato e del 2°, vedendo come era andata al mattino, hanno scioperato solo gruppi di operai.
Qui, oltre all'azione dell'azienda, che da un lato ha usato discorsi sempre più minacciosi e dall'altro ha cercato di dividere parlando anche singolarmente con alcuni operai, ha pesato l'azione della segreteria Fiom che ha attaccato il delegato dell'acciaieria, il quale ha cominciato a fare altri discorsi: io non sono un codardo ma rischiamo i licenziamenti...

Sabato, comunque gli operai che hanno scioperato sono rimasti, come negli altri due giorni ai cancelli e si è fatta una buona discussione in cui vi è stata anche una iniziale riflessione sulla inesperienza degli operai a cui è necessario rispondere con una maggiore organizzazione. Avanza una presa di coscienza delle varie dinamiche che emergono in un vero sciopero e sul come attrezzarsi
Questo ha fatto sì che sabato non è stato visto dagli operai come una sconfitta ma nel modo giusto, che si impara a fare la lotta facendola.
Si è quindi deciso di fare una riunione – martedì 31 marzo - nella sede dello Slai cobas per il sindacato di classe per fare un bilancio, per consolidare organizzativamente un nucleo solido di operai.
Tra gli operai, soprattutto i giovani e i nuovi, emerge la necessità di rompere con i sindacati confederali e dare peso allo Slai cobas per il sindacato di classe.

Sull'accordo tra azienda e sindacati confederali-Rsu. Dopo lo sciopero dal basso, i sindacati confederali e l'azienda il lunedì hanno fatto in tutta fretta un accordo, e martedì 24 ci sono state le assemblee sull'accordo
Magli operai, che avevano massicciamente scioperato, in particolare nell'assemblea del 2° turno, quella più partecipata, hanno sommerso i segretari sindacali confederali, e in particolare la Fiom (perchè le altre durante lo sciopero si sono tenute in ombra) di forti critiche e di pesanti contestazioni all'accordo, dicevano che questi sindacati non li rappresentano più.
Tanti operai durante l'assemblea hanno buttato la tessera sul tavolo delle segreterie sindacali.
Volevano subito votare per annullare l'accordo, ma i sindacati lo hanno impedito, rinviando la votazione a dopo il 18 aprile.

Dal 25 marzo tutti gli operai dell'acciaieria sono a casa e rientreranno il 18 aprile.
L'accordo non va affatto bene perchè noi vogliamo che si parli del piano aziendale globale che riguarda tutti i reparti e non solo l'acciaieria come invece sta facendo l'azienda, perchè di fatto l'acciaieria si porta dietro gli altri reparti, e nel prossimo futuro anche questi reparti potrebbero essere toccati dal piano di tagli. Inoltre l'accordo prevede una riduzione dei turni da 18 a 15 settimanali, questo inevitabilmente comporterà spostamenti di operai in altre aree dello stabilimento e addirittura in altre fabbriche e/o servizi; resta l'uso dei contratti di solidarietà. Le conseguenze più negative le potranno subire ancora gli apprendisti, che sono tanti, 160, e che dopo 1 o 2 mesi vengono messi come gli operai nella produzione ma verso cui l'azienda attua un piano di eliminazione, con una valutazione unilaterale su chi confermare e chi no; ora sono stati posti in altra azienda, con un piano di riprenderne pochi alla Tenaris con il contratto a tutele decrescenti del Jobs act. L'accordo infine permette all'azienda di far lavorare di sabato e di domenica senza riposo supplementare né adeguato aumento salariale, questo oltre ad una perdita economica aumenterà sicuramente il rischio sicurezza.

Ma dal passaggio dello sciopero e della forte contestazione all'accordo non si deve tornare indietro, si è formata una frattura irreversibile con i sindacati confederali che ora bisogna consolidare”

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