venerdì 27 marzo 2015

pc 27 Marzo - REPORT ASSEMBLEA CONTRO GLI SGOMBERI DEI SENZA CASA A PALERMO

Lo scorso  mercoledì 25 Marzo è stata convocata un'assemblea al centro sociale ExKarcere tramite un "appello per la costruzione di una manifestazione cittadina il 28 marzo a palermo". 
La compagna che introduce fa un punto interessante sulla situazione dell'emergenza abitativa in città dove a fronte di 1500 famiglie senza casa e oltre diecimila in lista d'attesa per l'assegnazione di un alloggio, il comune assegna annualmente solo una decina di appartamenti nonostante l'enorme quantità di essi disponibili per tale destinazione tra cui beni confiscati alla mafia.
Giusto la settimana scorsa una palazzina di proprietà di "un'opera caritatevole": Figlie di San Giuseppe e occupata da circa un anno da famiglie senza casa palermitane, etiopi ed eritree richiedenti asilo, è stata sgomberata. Giustamente la compagna ha sottolineato la contraddizione di un tale atto quando contemporaneamente in città l'amministrazione comunale organizza iniziative e convegni sull'interculturalità e l'accoglienza dei migranti.
Questa è una delle tante contraddizioni che sono emerse con questo sgombero: opere caritatevoli che gettano in mezzo alla strada bisognosi, istituzioni cittadine considerate "progressiste" e che davanti a questi avvenimenti voltano la faccia e in altri casi sono responsabili degli stessi come successo con altri sgomberi in passato.
L'assemblea ha visto la partecipazione di alcune famiglie in questione sia palermitane che straniere nonchè di esponenti politici.
Si può dire che tale composizione rappresenta un'ulteriore contraddizione...
Nella stessa assemblea sedevano fianco a fianco le famiglie colpite dall'azione repressiva e i responsabili politici: esponenti di rifondazione comunista, partito al potere in città e di Sel, partito che civetta continuamente con il principale partito del governo e della repressione: il PD di Renzi. Inoltre entrambi i partiti in molte amministrazioni locali governano proprio col PD.
Nel nostro intervento abbiamo sottolineato che forze politiche che sono dirette responsabili della miseria delle masse popolari non possono essere confuse con i settori sociali e le forze politiche in lotta: "LORO" sono il campo nemico, pienamente integrate in questo stato che nel nome della "legalità" colpisce i settori più deboli mentre i propri esponenti politici, veri e propri criminali, godono di un'impunità permanente. Questo stato fa carta straccia della propria costituzione utilizzando due pesi e due misure. Quindi è sbagliato dire genericamente che "la repressione colpisce tutti", essa colpisce solo quei settori sociali e quelle forze politiche rivoluzionarie (in merito si veda il recente rapporto dei servizi segreti) che si oppongono coerentemente e con determinazione alle politiche dei governi dei padroni. Contro questo è necessario mettere in campo una risposta adeguata da parte del "NOSTRO" campo. L'esempio dell'accusa di "associazione a delinquere" verso i compagni dei centri sociali ExKarcere ed Anomalia rappresenta un salto di qualità da parte della magistratura e quindi da parte degli apparati dello stato di criminalizzare l'avversario politico non riconoscendolo neanche come tale. Esso è un pericoloso precedente che non riguarda solo la città di Palermo ma tutto il movimento in lotta nel nostro paese; inoltre mentre a Palermo sgomberano una palazzina abitata anche da rifugiati politici, a Brescia viene caricato un sit-in di migranti e i parallelismi potrebbero continuare. Per questo serve una strategia di lotta contro la repressione comune  a livello nazionale che unisca i soggetti colpiti. Ci sembra banale e scontato dire che "la repressione fa parte del gioco" come spesso sentiamo dire da questi compagni come giustificazione per non mettere in campo una strategia di lotta specifica. Appunto perchè essa "fa parte del gioco" anche a noi spetta giocarla questa partita.
 La nostra proposta è sempre quella di una struttura comune che noi chiamiamo Soccorso Rosso Proletario perchè storicamente questa forma organizzativa ha assolto tale compito, ma la dicitura è secondaria, fondamentale è invece la sostanza: serve una struttura che permetta una mobilitazione immediata che ad esempio se colpiscono a Brescia anche Palermo si mobilità e viceversa. Mettere in pratica lo slogan che la lotta è una dalla Val Susa a Niscemi. Proposta in linea con quella di alcuni prigionieri politici come Davide Rosci che la ha espressa tra le altre occasioni durante la assemblea nazionale contro la repressione a Teramo lo scorso dicembre. 
Infine abbiamo espresso la nostra comprensione verso chi, colpito dalla repressione, come i 17 compagni dei centri sociali cittadini, cerca la più larga solidarietà; ma ci chiediamo a che serve la solidarietà formale da parte di esponenti di partiti come PD e Rifondazione Comunista al potere nei governi nazionale e locali e quindi responsabili della repressione e delle politiche anti-popolari? Questa si che è una contraddizione, questi individui si mettono in contraddizione con le proprie strutture partitiche o la loro "solidarietà" rimane formale? Pensiamo la seconda. Pur ribadendo tutto il nostro sostegno alle famiglie senza casa presenti e ai compagni colpiti dalla repressione, ribadiamo che è un grave errore dare la possibilità a certi personaggi di fare passerelle politiche e propagandistiche, se si spera nell'intercessione di qualche consigliere all'interno dei palazzi questo sarà un boomerang che si ritorcerà contro la lotta e i compagni stessi che la portano avanti.

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