lunedì 2 marzo 2015

pc 2 marzo - Lotta e organizzazione operaia in India - info slaicobasta@gmail.com - csgpindia@gmail.com

            CONVENTION dei LAVORATORI
27 febbraio 2015  Parshuram Vatika, Gurgaon

Appello a tutti i singoli e le organizzazioni democratiche e progressiste per difendere la giustizia e sostenere la lotta dei lavoratori della Maruti Suzuki e altre lotte della classe operaia a Delhi-NCR in tutti i modi possibili.

Gli infortuni industriali, spesso fatali, ma raramente riportati dai media, si verificano quasi ogni giorno nella cintura industriale di Delhi-NCR e porta al montare della protesta dei lavoratori, cosa che viene descritta dai media come problema di ''ordine pubblico'' che viene affrontato dalle autorità di polizia e statali con una crescente repressione. I più di due anni e mezzo di lunga lotta degli operai della Maruti e la brutale repressione dello stato corporativo che hanno dovuto affrontare è anche un indicatore del ribollire della classe operaia, causato direttamente dal quadro di politica neoliberale del paese.
Vita in fabbrica: lavoro e condizioni di vita e norme salariali nelle fabbriche della cintura industriale di Delhi-NCR sono atroci al punto di poter essere definiti disumani. In tutta la cintura, gli orari di lavoro sono molto lunghi, il lavoro è precario a causa della natura contrattuale del rapporto di lavoro, i salari sono estremamente bassi e i lavoratori non hanno previdenza sociale. Episodi di abusi verbali
da parte dei manager e abusi fisici da parte dei "buttafuori" sono molto comuni, e l’aria sul posto di lavoro è tesa a causa del controllo di buttafuori e poliziotti. Anche l’intensità del lavoro è inumana - per esempio, alla Maruti Suzuki, un’auto sofisticata viene prodotta ogni 40-45 secondi (tale è la velocità del nastro trasportatore nella linea di montaggio che viene spesso aumentata senza che gli operai ne abbiano conoscenza, tanto meno il consenso, e diminuita durante le ispezioni), senza pause per l'acqua, servizi igienici, ecc., con una pausa pranzo estremamente breve, il lavoro straordinario forzato, senza paga in caso di malattia o di altre esigenze, e dure regole sulle detrazioni dallo stipendio se si è in ritardo anche di alcuni secondi (Vedi: http://radicalnotes.com/2011/10/21/working-conditions-maruti-suzuki-english-subtitles/).
L'anno scorso, un operaio che lavorava alla Orient Craft è morto in fabbrica; la direzione dell’azienda ha affermato trattarsi di un attacco di cuore, mentre i lavoratori hanno sostenuto che è rimasto folgorato da una scossa elettrica (http://sanhati.com/articles/9560/). Nella stessa fabbrica (diversa unità) due anni fa, un lavoratore è stato attaccato da un manager con un grosso paio di forbici, ferendogli il braccio (http://archive.indianexpress.com/news/i-get-55-paise-for-every-piece-i-tailor-injured-orient-craft-worker/926261/).
Entrambi questi incidenti sono stati seguiti da violente agitazioni dei lavoratori. Una settimana fa (11 Febbraio 2015), un lavoratore della Richa Global (Udyog Vihar) è stato picchiato fortemente dai buttafuori –si è rotto diverse ossa e costole, ed è attualmente ricoverato in ospedale.
Era arrivato al lavoro con 10 minuti di ritardo e gli è stato impedito di entrare in fabbrica, ed avvisato che era stato licenziato. Al rifiuto di andarsene senza il salario dovuto, è stato aggredito e lasciato privo di sensi. Anche questo caso è stato seguito da una grande agitazione degli operai. In tutti questi casi, i media principali hanno riferito solo il fatto che i "lavoratori sono andati su tutte le furie", evitando di citare completamente il contesto.
Come se regolarmente assaltare lavoratori non fosse abbastanza, i lavoratori dissenzienti sono spesso minacciati di serrata illegale durante la quale le imprese illegalmente fermano la produzione, di fatto licenziando la massa dei lavoratori. (http://articles.economictimes.indiatimes.com/2012-08-06/news/33065681_1_haryana-labour-department-human-resource-manager-dues.)
Inoltre, nel paese è stato introdotto il concetto di complesso carcerario-industriale dato che il lavoro dei detenuti viene sfruttato per la produzione industriale per trarne profitto. (http://www.business-standard.com/article/companies/now-an-auto-harness-plant-in-tihar-jail-114101800042_1.html).
La produzione tra le mura di un carcere equivale a non avere leggi sul lavoro, orari di lavoro continui, e soppressione brutale delle voci di dissenso.
Lotta per la sindacalizzazione: nel tentativo organizzato di combattere tali atrocità e di rivedere i salari, i lavoratori di diverse imprese industriali della regione di Delhi NRC hanno tentato di organizzarsi nel sindacato - ma queste lotte sono contrastate con licenziamenti, minacce e palese violenza fisica da parte del management. Gli operai della Maruti Suzuki di Manesar, dopo più di un anno di lotta, sono riusciti a raggiungere il loro diritto legale e costituzionale di unirsi in sindacato. Nonostante tutti i tentativi da parte della direzione per contrastare la sindacalizzazione, con la minaccia e il licenziamento di alcuni leader importanti, Il Sindacato degli Operai della Maruti Suzuki (Maruti Suzuki Workers Union) è stato infine registrato nel marzo 2012 con l'obiettivo di salvaguardare i diritti fondamentali dei lavoratori e di negoziare condizioni di lavoro umane.
La storia della “violenza” raccontata da stato-media-azienda: è in questo contesto che deve essere visto l'episodio di violenza del 18 luglio 2012, in cui un manager di alto rango è morto. Il sindacato ha insistito sul fatto che questo è stato un tentativo deliberato del management MS, che ha portato sicari dall'esterno, per indebolire il movimento dei lavoratori che si sta rafforzando in fabbrica - che sta unificando i lavoratori contrattuali e quelli a tempo indeterminato e serve come esempio per gli altri impianti di produzione nella zona industriale. Dopo che è scoppiata la violenza (il motivo dietro la quale non è ancora stato accertato dalle indagini), la direzione della MS non solo ha licenziato 546 lavoratori a tempo indeterminato in una volta sola (senza alcun processo di inchiesta interna), ma anche senza tanti complimenti ha buttato fuori circa 200 lavoratori apprendisti e circa 1800 lavoratori a tempo determinato. Su indicazione della direzione della Maruti, 147 lavoratori sono stati arrestati dalla polizia di Haryana, tra i quali c’erano tutti i principali leader del movimento operaio, con l'accusa di incendio doloso e omicidio. Da allora languono nella prigione di Centrale Bhondsi vicino a Gurgaon, nonostante il fatto che circa 100-125 di loro non erano nemmeno presenti sul luogo al momento in cui la violenza è scoppiata.
I lavoratori della Maruti Suzuki hanno chiesto un’inchiesta imparziale indipendente sull'incidente del 18 luglio 2012, e sul ruolo della direzione in esso. Nel frattempo, i lavoratori che languono in carcere hanno fatto appello a tutte le forze democratiche a favore del popolo del paese a dare sostegno. (Vedi:http://kafila.org/2013/03/27/letter-from-jail-maruti-suzuki-workers -union /).
Non sono stati ammessi alla liberazione dietro cauzione nonostante le esigenze terribili delle loro famiglie. Ad essi sono anche stati negati piccoli anticipi in caso di malattia o morte di familiari. Molti di loro sono affetti da malattie come la tubercolosi e infiammazioni emorroidali. Le loro famiglie soffrono socialmente, emotivamente e finanziariamente poiché la maggior parte di questi lavoratori erano soli a guadagnare in famiglia.
Il significato delle lotte dei lavoratori della Maruti: Ciò che più colpisce di questa lotta è la sua tenacia, la capacità di sostenersi nelle condizioni più repressive e ostili; la sua capacità di riunire lavoratori a tempo indeterminato e a contratto, e di vedere i diritti politici, in particolare quello di formare il loro sindacato, come presupposto per la loro emancipazione economica; e di avere il potenziale per mettere insieme i lavoratori di tutta la regione Delhi-NCR su questi temi. È questo potenziale, che sta facendo innervosire il rapporto capitale-stato. Il fatto che essi sono stati in grado di raccogliere il sostegno di gran parte delle masse, dalle campagne alle metropoli, dai contadini agli studenti, oltre a compagni di lavoro, significa un importante e cruciale svolta nei lavoratori che lottano nel nostro paese.
Continuano e si intensificano gli attacchi sul lavoro: Nonostante il recente attacco alla classe operaia sotto forma di riforme del diritto del lavoro (che aumentano i contratti a tempo e la precarietà del lavoro travestiti da flessibilizzazione del mercato del lavoro, strappando via il diritto democratico alla sindacalizzazione), politiche filo-aziendali di tutti i partiti politici, e resa al diktat neoliberista di tutti i governi statali e del governo centrale, le lotte per la sindacalizzazione e migliori condizioni di lavoro/di vita continuano in varie forme in diverse parti del paese. Tutto questo avviene nel contesto del "Make in India" e lo slogan di "Shramev Jayate" che vorrebbe significare a favore della crescita e dello sviluppo, ma in realtà sono contro la classe operaia. Questi progetti hanno lo scopo di attrarre capitali stranieri per organizzare la produzione in India, con il richiamo delle risorse energetiche e della terra altamente sovvenzionati, insieme con le cinture industriali dove nessun diritto del lavoro è obbligatorio.
Mentre il movimento dei lavoratori della Maruti contro questa ingiustizia e sfruttamento continua, i lavoratori di varie fabbriche (Shriram Piston, Bajaj Motors, Minda Group, Posco IDPC, Talbrose, Autofit, Baxter, Munjal Kiriu, Asti, ecc.) da Gurgaon alle aree industriali di Bawal continuano a lottare contro questo regime di sfruttamento in comune della direzione-amministrazione-polizia.
Tutte queste lotte e oltre in questo settore si trovano ad affrontare la repressione, vengono battute ma rinascono di nuovo.
Il coraggio e la determinazione che queste lotte hanno dimostrato merita la nostra ammirazione e sostegno. Come settore progressista della società, mobilitiamoci per i diritti dei lavoratori, per la dignità e per la giustizia.
Chiediamo la liberazione di tutti i 147 lavoratori Maruti Suzuki in prigione da 2 anni e mezzo, e esprimiamo solidarietà con gli operai in lotta in tutti gli stabilimenti dell’area industriale di Gurgaon-Bawal.
CONVENTION dei LAVORATORI
27 febbraio 2015 (10:00-5:00), Parshuram Vatika, Gurgaon

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