lunedì 16 marzo 2015

pc 16 marzo - COSA C'E' DIETRO LA GUERRA IN LIBIA? PROFITTI!!

"Italia-Egitto, investimenti per 7,5 miliardi, dall'Eni a Intesa".

"GUERRA IN LIBIA/ Renzi fa un "patto" con Al Sisi"


(Da Sole 24 Ore) - "Il più entusiasta è stato Matteo Renzi, unico capo di governo occidentale venuto a Sharm el Sheikh. "la vostra guerra è la nostra guerra, la vostra stabilità è la nostra" ha detto riferendosi soprattutto alla vicina Libia"

(da Corriere della Sera) -  "Gli imprenditori hanno apprezzato il discorso fatto da Renzi. Anche l'ex premieri britannico Tony Blair dice al Corriere che è stato "un grande discorso, ha mostrato una comprensione chiara di quel che è in gioco: abbiamo bisogno che Al Sisi (dittatore sanguinario che ha preso alla grande il posto di Mubarak - ndr) abbia successo". 

"Un accordo da 5 miliardi di dollari per lo sviluppo di 200 milioni di barili di olio e circa 37 miliardi di metri cubi di gas. È l'imponente investimento alla base dell'intesa siglata dall'Eni con il ministro del petrolio egiziano, definita ieri dal premier Matteo Renzi «la più significativa» tra quelle chiuse al vertice economico di Sharm El Sheikh.
Un forum, tutto dedicato all'economia, che ha riunito 1800 delegazioni di oltre 70 paesi tra le quali, «tutte le più grandi aziende italiane che stanno lavorando ad accordi per un valore di circa due miliardi e mezzo di euro», escluso quello dell'Eni.
«l'Italia cresce in Egitto con Matteo Renzi», ha scritto Calenda in un Tweet rilanciato dal premier italiano. L'Italia, terzo partner commerciale e primo tra gli europei, punta su più settori: principalmente energetico, banking, manifatturiero". Ci sono anche l'Ansaldo, Megacell di Padova, la Tecnimont, l'Intesa Sanpaolo, ecc.

Ma torniamo sulla questione libica:
"La presenza di Matteo Renzi al Forum economico di Sharm el Sheikh sembra confermare l'intenzione del governo italiano di assumere una posizione più netta e di primo piano nella questione libica, avvicinandosi all'asse Il Cairo-Mosca.
L'opzione potrebbe aprire per l'Italia una leadership diplomatica (e militare - ndr) di primo piano nello scenario libico...".

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