sabato 14 marzo 2015

pc 14 marzo - Sono lo Stato borghese e il moderno fascismo del governo Renzi il brodo di cultura dei fascistelli - il caso di Livorno

Assoluzione degli Ultrà fascisti da parte del giudice Perrone


    fasciLa notizia dell’assoluzione dei 4 ultrà del Verona per i saluti romani a Livorno  non è passata inosservata. Molti i quotidiani on line che hanno ripreso la notizia oltre che a diversi siti calcistici legati alle tifoserie. L’Anpi di Livorno ha deciso di scrivere anche una lettera di protesta (http://www.senzasoste.it/interventi/anpi-lettera-aperta-al-sig-giudice-antonio-perrone)
    In effetti era stata proprio la Corte di cassazione neanche un anno fa a confermare la perseguibilità del saluto fascista. Due simpatizzanti di Casapound furono condannati da un giudice perchè durante una manifestazione pubblica salutarono a braccio teso. Caso unico che raro vorremmo commentare..
    Non pensiamo assolutamente che l’antifascismo debba essere delegato alla magistratura o alle forze di Polizia. Il caso del pestaggio di Emilio, un compagno di Cremona, da parte di un gruppo di militanti di Casapound e il successivo accanimento a senso unico, sono stati l’ennesima dimostrazione delle connivenze e coperture di cui godono diversi gruppi neofascisti nel nostro paese. Ma quello che salta all’occhio in questo caso non è solo la sentenza di assoluzione ma il nome del giudice che l’ha emessa. Stiamo parlando di Antonio Perrone “noto” magistrato proveniente dal Tribunale di Pisa che proprio il quella sede condannò ripetutamente numerosi compagni e compagne a causa delle lotte sociali che portavano avanti. Una compagna fu processata perchè, durante una sentenza, sussurrò  un offesa rivolta allo stesso giudice mentre si trovava in fondo all’aula.
    Oggi lo stesso giudice è il presidente del collegio giudicante nel processo per “l’assalto alla prefettura” avvenuto nel dicembre di due anni fa. Ovviamente non sappiamo ancora quale sarà la sentenza ma abbiamo subito notato l’atteggiamento a dir poco conciliante, per non dire di sottomissione,  che il giudice in questione ha deciso di tenere durante tutto il processo nei confronti delle richieste del PM Luca Masini.
    Solo per fare un esempio, la maggior parte delle prove video presentate dall’accusa sono state “manipolate” e confezionate in sede di indagine e utilizzate direttamente in aula. In poche parole , negli schermi del tribunale venivano proiettate immagini di persone incappucciate e quindi irriconoscibili con accanto la didascalia con nome e cognome dell’imputato e la foto segnaletica eseguita in precedenza.  A cosa serve un processo in aula se si decide di accettare come prove dei video come quelli? Nonostante le ripetute proteste degli avvocati il collegio ha deciso comunque di accettare i suddetti video e di procedere con il dibattimento. Per rendere ancora meglio l’idea e confermare la sudditanza psicologica del giudice Perrone nei confronti del PM racconteremo un altro banalissimo aneddoto sperando almeno di far sorridere i nostri lettori nonostante il tema trattato non sia proprio divertente. Udienza estiva del processo, in aula  è in funzione l’impianto di condizionamento a livelli molto alti.  Ad un certo punto un avvocato chiede al giudice di poter abbassare il getto d’aria puntato sulla propria schiena dichiarando di aver avuto problemi di salute. Il giudice guarda con occhi languidi il Pubblico Ministero che fa cenno di no con la testa. Passato qualche tempo l’avvocato chiede nuovamente  di poter abbassare l’aria condizionata per i medesimi motivi, a quel punto Perrone guarda Masini che con un colpo di scena estrae dalla toga il telecomando dell’impianto e decide finalmente di abbassare il getto d’aria. Della serie: in Tribunale comando io…
    Tornando al caso dei saluti romani fanno sorridere anche le dichiarazioni  del Procuratore generale   che, a mezzo stampa, dice  di voler aspettare le motivazioni della sentenza per fare appello. Proprio lui che in questi ultimi anni ha lavorato affinchè i movimenti sociali fossero repressi senza pietà dando il suo tacito assenso a centinaia di denunce e processi. Il 7 aprile verranno processati 5 ragazzi, tra cui guarda caso, due militanti dell’ex caserma per devastazione e saccheggio. Reato che prevede pene fino a 15 anni. Si sta parlando di un fatto avvenuto 6 anni fa durante una partita del Livorno calcio. Furono rotti alcuni sanitari  all’interno dei bagni della curva nord. Nessun ferito e nessuno scontro con la Polizia ma soprattutto nessuna prova se non qualche video dove si vedono gli imputati con la sciarpa sul volto.  Dopo l’assoluzione degli ultrà fascisti del Verona siamo curiosi di vedere il trattamento che sarà riservato a quelli del Livorno.

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