giovedì 8 gennaio 2015

pc 8 gennaio - OGGI ALLA CASSAZIONE A FIANCO DI ROSA

Oggi, dopo più di un anno dalla vergognosa condanna a soli 8 anni del militare Tuccia che nella notte del 12 febbraio 2012 a L'Aquila aveva barbaramente stuprato fino quasi uccidere una ragazza, Rosa, c'è l'udienza presso la Corte di Cassazione. 
Il Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario che all'Aquila fin dall'inizio si è mobilitato al fianco di Rosa, ma anche nelle varie città e a Roma, sarà anche questa volta al presidio alla Cassazione
Riportiamo sotto uno dei volantini fatti dalle compagne del MFPR. 

LE DICHIARAZIONI DEL PORCO AVVOCATO DI TUCCIA NEL RICORSO

(dalla stampa) - È stata fissata per giovedì 8 gennaio 2015, presso la Corte di Cassazione, l’udienza a Francesco Tuccia, ex militare originario di Montefredane (Avellino), condannato in Appello a 8 anni di reclusione per la violenza sessuale verso una studentessa universitaria di Tivoli, nel febbraio di 2 anni fa fuori dalla discoteca Guernica di Pizzoli (L’Aquila). La ragazza venne lasciata, fuori dalla discoteca, in una pozza di sangue tra la neve e salvata dal personale della sicurezza.
Nel ricorso l’avvocato Antonio Valentini evidenzia come “non sono stati individuati gli atti che Tuccia avrebbe posto in essere al fine di superare la contraria volontà, peraltro non manifestata, della giovane. La
pratica del fisting - aggiunge - presuppone una particolare posizione della donna, assolutamente incompatibile con le modeste ecchimosi refertate sulla ragazza e soprattutto con il fatto che aveva, sebbene scesi, i pantaloni addosso”. “Tra i due ragazzi vi fu consenso esplicito. Se vi fu dissenso quando si manifestò e se vi fu dissenso fu percepito da Tuccia?”.

DAL VOLANTINO DEL MFPR


Il 6 dicembre si terrà a L’Aquila la prima udienza del processo di appello per lo stupro di “Rosa”, una giovane studentessa di Tivoli, che la notte del 12 febbraio 2012 venne barbaramente stuprata, seviziata e lasciata agonizzante nella neve fuori di una discoteca di Pizzoli, da militari impiegati nell’operazione “Strade sicure” a L’Aquila.
Dei 3 militari coinvolti, solo FrancescoTuccia non ha potuto evitare condanne, dato che gli è stato trovato addosso il sangue della vittima. Ciò nonostante gli sono state riconosciute tutte le attenuanti ed è stato condannato per il solo reato di stupro a 8 anni di reclusione.
Ma dai primi di giugno Tuccia è ai domiciliari senza nessuna restrizione di sorta…

...Sicure? Da morire, ma in fondo è colpa nostra!
Le atrocità commesse sul corpo di Rosa, gli stupri, i femminicidi in continuo aumento e sempre più efferati nel nostro paese, rendono questa vicenda emblematica di quale “sicurezza” questo Stato parli.
•    quella delle aule di tribunale, dove la donna viene stuprata e offesa una seconda volta con affermazioni del tipo “se succede le donne se la sono cercata", "si è trattato di un rapporto amoroso consensuale"…
•    delle questure, dove le donne vengono scoraggiate a denunciare i loro stupratori, soprattutto se appartenenti alle forze dell’ordine: “non è il caso di sporgere denuncia”, hanno risposto dalla Questura di L’Aquila a una ragazza che voleva denunciare il tentativo di stupro da parte dell’amico e commilitone di Tuccia, Stefano Buccella, poi coinvolto insieme a Tuccia nello stupro di Pizzoli.
•    delle procure, dove si va dagli arresti domiciliari per gli stupri anche reiterati, all’istigazione allo stupro e ai femminicidi, con affermazioni come quella del Procuratore di Bergamo, Francesco Dettori: "sarebbe bene che di sera le donne non uscissero da sole..."
•    delle caserme, delle carceri e dei cie, dove sempre più donne, senza diritti (perché prostitute, o immigrate, o semplicemente prigioniere), vengono ricattate e stuprate impunemente
•    della chiesa, che giustifica il femminicidio con “l'atteggiamento provocante delle donne” (vedi Don Corsi, parroco di San Terenzo a Lerici)
•    del governo, dello Stato dei padroni, della sacra famiglia, embrione e puntello di questo sistema sociale, dove si amplificano le contraddizioni e si concentra la violenza (7 donne su 10 uccise in famiglia) e i governi di destra e di sinistra, continuano a propinare pacchetti sicurezza camuffati come norme anti-femminicidi e interventi a favore della “sacra” famiglia con licenziamenti (soprattutto di donne) carovita, tagli a scuola, sanità, servizi sociali ecc., ricacciando le donne tra le mura domestiche, condannandole al continuo ricatto, ad un futuro senza prospettive di emancipazione e di liberazione dalla violenza domestica.
Intanto fuori, con la militarizzazione, creano città invivibili e desertificate, in cui sono bandite le normali libertà, la socialità tra i giovani, tra le persone, spingendo a una concezione individualista, antisociale della vita, compagna di strada della sopraffazione, di una ideologia comunque reazionaria, razzista e fascista che nei confronti delle donne si esprime sempre come maschilismo e violenza... Le violenze contro le donne poi si amplificano negli ambienti militari, improntati costituzionalmente al machismo, al rambismo, ad una ideologia maschilista e fascista, in cui gli stupri, le violenze sulle donne sono considerati “normali”,  “medaglie” da mettersi sul petto e coperte da tutta la struttura militare e poliziesca (vedi tutta la feccia emersa dal caso di Melania Rea).

Non di isolate "mele marce", dunque, si tratta, ma di una guerra sistemica contro le donne!
Non è quindi questo Stato che può difendere noi donne, che può reprimere i “suoi” stupratori e impedire le violenze sessuali. Questo Stato borghese è la causa, non la soluzione del clima moderno fascista che alimenta stupri e femminicidi.
Solo noi donne possiamo e dobbiamo invertire questa rotta! Con la nostra lotta complessiva e radicale contro questa violenza che è sistemica, contro questo sistema sociale, che produce e si alimenta di violenze sessuali e femminicidi, che ci vuole “puttane” o “angeli del focolare” ricacciandoci in un moderno medioevo.
Il 25 novembre, con il primo sciopero delle donne in Italia, abbiamo acceso un’altra scintilla che incendierà la prateria e il 6 dicembre saremo al fianco di Rosa con la forza e il coraggio delle lavoratrici che hanno scioperato per dire basta alla guerra contro le donne!

Per ogni donna uccisa, stuprata e offesa, siamo tutte parte lesa!
movimento femminista proletario rivoluzionario (L’Aquila)

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