sabato 24 gennaio 2015

pc 24 gennaio - RIFLESSIONI SULLA 'FORMAZIONE OPERAIA': "IL COMPITO CHE ABBIAMO E' QUELLO DI DEBELLARE LA MALATTIA"

Lo studio dei testi di base marxisti (lavoro salariato e capitale/analisi della crisi/il capitale) indica a noi comunisti che il compito in definitiva che abbiamo è quello di debellare la malattia, non i suoi effetti, dove la malattia è questo sistema capitalista che soffoca tutta l'umanità. In questo lo studio serve a fornirci le basi di conoscenza, ad assumere la "visione del mondo" del proletariato perchè la realtà economica non è quella descritta degli economisti che sono di "parte" (della borghesia dominante), occorre comprendere la realtà dall'altra parte, da quella di chi produce, che è il fattore del processo produttivo che determina i rapporti sociali, la classe operaia. Quindi centralità operaia soprattutto. 
E rivoluzione, perchè l'umanità non può essere per sempre condannata a subire fame, sfruttamento, crisi economiche e povertà crescenti, guerre, che fanno di questo sistema capitalistico il peggiore dei mondi possibili, in cui chi produce non può possedere ciò che produce perchè gli viene pure espropriata la ricchezza prodotta.
E che libertà sarebbe quella che ha formalmente l'operaio quando questa viene sacrificata al padrone che l'acquista a pezzi attraverso il salario, in un processo che dalle prime fabbriche ottocentesche arriva fino a noi, dove i padroni allungano l'orario, intensificano i ritmi, licenziano, "assumono" a termine, attraverso il "caporalato legale" delle agenzie interinali (così i 300 operai in Fiat, con l'aggiunta dell'accordo con Fim Cisl e Fismic che abolisce la pausa pranzo), delocalizzano, cioè ci fanno sempre più lavorare "gratis" per loro, ci sfruttano, fino a negarci la stessa vita, producendo molto di più in meno tempo perchè loro, i padroni, vogliono solo realizzare illoro profitto e la nostra sicurezza, invece, è un costo? 
Del resto l'economia borghese e perfino le leggi borghesi non toccano la sfera dell'operaio, della sua vita: il suo valore è solo quanto costa produrlo. Se se ne "rompe" uno o 7 o centinaia in uno stesso giorno altri ne prenderanno il posto. Le norme del codice penale non valgono per rendere giustizia agli operai....

I fondamenti del marxismo ci fanno comprendere meglio che le lotte sindacali sono sul terreno della "difesa", possono migliorare le condizioni di vita e di lavoro, accelerare la caduta del saggio del profitto, ma lasciano sopravvivere il rapporto di sfruttamento, il dominio del capitale. Ed è proprio quel dominio che devono rovesciare invece i comunisti organizzati nel Partito.
"L'operaio produce ricchezza estranea che lo domina, il potere che gli è nemico, il capitale", scrive Marx. I padroni hanno bisogno continuamente di operai per accrescere la loro ricchezza/profitto ma gli operai non hanno bisogno del padrone per la produzione.

L'analisi marxista della crisi dimostra che "il re è nudo", che il sistema arriva al punto di incepparsi e che, quindi, non c'è alternativa al regicidio. Le soluzioni della sinistra riformista, di cui oggi Tsipras in Grecia è il nuovo rappresentante, sull'intervento dello Stato a dare assistenza e aiuti alle imprese, sul debito da rinegoziare (meglio, moratoria temporanea del pagamento degli interessi), sull'affidamento ai mercati o ad una politica redistributiva o "sociale" più efficiente, si tengono comunque alla larga dall'attaccare la vera causa della crisi, il profitto dei padroni. Per i riformisti/conciliatori l'unico obiettivo è quello di contenere la rabbia sociale, nient'altro.
Non siamo tutti sulla stessa barca e i capitalisti non andranno in rovina nella/per la crisi che è congenita al loro sistema per ristabilire un nuovo equilibrio per tornare a fare profitti: l'unica soluzione è la rivoluzione.

La classe operaia si è sempre ribellata a questo dominio, è con Marx che passa dall'istinto di "fare la pelle" al proprio padrone alla consapevolezza necessaria di "fare la pelle" a TUTTI i padroni e al loro sistema, e comprende realmente che c'è un nemico che è la classe che la sfrutta e che ha costruito tutta una sovrastruttura per mantenere il suo dominio.
L'epoca storica del capitalismo ormai si è allargata a dismisura a livello mondiale e il rapporto salari/profitto, che è il suo cuore, è lo stesso che batte in Italia come in India, in Germania come in Cina.....
E' straordinario l'appello che fa Marx alla I^ Internazionale quando fa dice agli operai di elevarsi nella comprensione della politica in nome dell'internazionalismo proletario:
"Se l'emancipazione delle classi operaie esige il loro concorso fraterno, come possono esse compiere questa grande missione, quando la politica estera non persegue che disegni criminali e, sfruttando i pregiudizi nazionali, non fa che sprecare il sangue e i tesori dei popoli in guerre di rapina? Non fu la saggezza delle classi governanti, ma la resistenza eroica della classe operaia inglese alla loro follia criminale che salvò l'occidente europeo dal rischio di gettarsi a corpo morto nell'infame crociata per perpetuare e propagare la schiavitù dall'altra parte dell'Atlantico. L'approvazione vergognosa, la simpatia ironica e l'indifferenza idiota con le quali le classi superiori dell'Europa assistevano al franare della fortezza montana del Caucaso, divenuta preda della Russia, e all'assassinio della Polonia da parte della medesima potenza, le immense usurpazioni, sopportate senza resistenza, di questa potenza barbarica, la cui testa è San Pietroburgo e le cui mani sono in tutti i gabinetti ministeriali d'Europa, hanno imposto alle classi operaie il dovere d'iniziarsi ai misteri della politica internazionale, di vegliare sugli atti dei loro rispettivi governi, di opporsi a essi, se è necessario, con tutti i mezzi in loro potere; se è impossibile prevenirli, è loro dovere coalizzarsi e denunciarli simultaneamente, e rivendicare le semplici leggi della morale e della giustizia che devono regolare tanto le relazioni degli individui quanto quelle superiori dei popoli.
La lotta per una tale politica estera fa parte della lotta generale per l'emancipazione della classe operaia.
Proletari di tutti i paesi, unitevi!"

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