sabato 2 agosto 2014

pc 2 agosto - Libertà per Jonathan - Onorare i martiri della rivoluzione in India non è reato!

Il 29 agosto la polizia indiana ha arrestato a Thissur, Kerala, Jonathan Baud, studente svizzero in viaggio nel paese, accusandolo di "legami con i maoisti" e incriminandolo per violazione delle norme sul visto di ingresso.
Le leggi della "più grande democrazia del mondo" infatti vietano a chi è in possesso di un visto turistico di partecipare a qualsiasi tipo di manifestazione politica.
Jonathan è accusato di aver partecipato alla commemorazione (pubblicamente anninciata su alcuni  quotidiani locali) di Sinoj,dirigente maoista morto recentemente per un'esplosione accidentale organizzata a Valappad da parenti e amici, come qualche giorno prima, il 24 luglio, a Kozhikode aveva preso parte a una manifestazione contro il bombardamento di Gaza organizzata dal legale PCI (Marxista).
Fonti di stampa riferiscono che nella perquisizione della sua camera in albergo la polizia non ha trovato altro che qualche titaglio di giornale sulle suddette manifestazioni e libri liberamente in commercio, nulla di illegale o che possa suffragare l'accusa di legami diretti con i maoisti, eppure Jonathan è ancora detenuto e potrà essere trattenuto fino al 12 agosto, in attesa di essere portati davanti a un magistrato.
E' già partita una mobilitazione internazionale per la sua liberazione contro questa ennesima caccia alle streghe, riportiamo di seguito il comunicato del Comitrato per la liberazione dei Prigionieri politici.

JONATHAN LIBERO SUBITO !
FERMIAMO LA REPRESSIONE IN INDIA E LA CRIMINALIZZAZIONE DEL SOSTEGNO INTERNAZIONALISTA !
ONORARE I MARTIRI NON E' REATO !


L'arresto da parte della polizia del Kerala del cittadino svizzero Jonathan Board arrivato in Kerala con visto turistico, sulla base di accuse pretestuose è ingiusto e nasconde altri motivi.
Dopo l'arresto, per giustificarlo, la polizia sta fabbricando false prove di legami di Jonathan con i maoisti, quali la partecipazione a una commemorazione organizzata dai maoisti del guerrigliero Sinoj, morto in un'esplosione accidentale il 16 giugno 2014.
La polizia accusa anche Jonathan di aver parlato a quella riunione e quindi di aver violato il Foreigners Act [Legge sugli sgranieri, ndt].
La polizia ha aperto un procedimento e lo ha incarcerato nel sub-carcere di Iringalakkuda Sub, nel distretto di Thrissur, Kerala.
Sono il presidente del Comotato che ha organizzato la commemorazione di Sinoj e sono stato il principale relatore all'iniziatiiva. In questa veste voglio precisare che Jonathan non è stato invitato né era previsto un suo intervento. Né lio ha parlato all'assemblea, come la polizia cerca pretestuosamente di far credere.
A quanto ci ha detto, Jonathan è venuto alla riunione solo perchè incuriosito, in quanto attivista di sinistra.
ha avuto informazione della riunione da un quotidiano di lingua inglese.
Ha ascoltato gli interventi e seguito la riunione fino alla fine, acquistando anche delle pubblicazioni.
A iniziativa ufficialmente conclusa, Jonathan ha avvicinato gli organizzatori e ha voluto presentarsi ai presenti, che già iniziavano ad allontanarsi.
Incuriosito a mia volta, dalla presidenza ho acconsentito e ho lasciato che esprimesse il suo cordoglio per la morte di Sinoj. E' stato un commento occasionale, come quello che qualsiasi persona di sentimenti umanitari da qualsiasi parte del mondo potrebbe esprimere.
La polizia e lo stato del Kerala, che per i loro gretti fini politici garantiscono un trattamento da VIP ai marò italiani responsabili della violazione della legge sulle acque internazionali e della legge indiana e di aver ucciso a fucilate due pescatori, riservano a Jonathan un trattamento ben diverso.
E' inaccettabile
Io, e noi, ci rammarichiamo per disavventura, provocata dallo stato, che è capitata a Jonathan, e facciamo appello alle forze democratiche e alle personalità della comunità internazionale a intervenire sul caso di  Jonathan, facendo pressione sui governi dell'India e Kerala per ottenere la sua liberazione incondizionata.

M.N Ravunni Vice Presidente,
Committee for the Release of Political Prisoners
Kerala, India

pc 2 agosto - Dalle donne proletarie alle donne palestinesi - una proposta MFPR


Donne, compagne, lavoratrici, disoccupate sottoscriviamo questo appello e soprattutto mobilitiamoci!!

SCENDIAMO IN PIAZZA AL FIANCO DELLE DONNE PALESTINESI! - APPELLO

Sono le donne e bambini palestinesi a pagare il prezzo di sangue più alto nel genocidio che sta portando avanti lo Stato di Israele.
Non si tratta di "vittime collaterali" ma di morti volute di un massacro mirato colpendo precisamente i luoghi dove sono soprattutto donne e bambini (case, ospedali, scuole, parchi, mercati); lo Stato sionista di Israele vuole in realtà cancellare un intero popolo.

COME DONNE FACCIAMO SENTIRE FORTE IL NOSTRO GRIDO DI PROTESTA E IL NOSTRO SOSTEGNO ALLE DONNE PALESTINESI E ALL'INTERO POPOLO.

SCENDIAMO IN PIAZZA IN TUTTE LE CITTA' LA PROSSIMA SETTIMANA (proponiamo mercoledì 6 agosto, per fare sit in contemporanea)
CON SIT-IN SOTTO LE PREFETTURE O STRUTTURE ISTITUZIONALI/POLITICHE/MILITARI
 

Siamo con le donne palestinesi perchè Israele paghi caro il loro sangue e lacrime per i figli e familiari uccisi!
Siamo con la resistenza delle donne palestinesi. Esse stanno ancora una volta dimostrando che non sono solo “vittime". Il coraggio, la determinazione delle donne palestinesi a non abbandonare la loro terra, la loro resistenza, sono sempre state in passato e sono tuttora una forza potente, che prima o poi trasforma il sangue versato da loro e dai bambini in "armi" contro la barbara oppressione e i massacri di Israele, e per la lotta fino alla libertà della Palestina.

LOTTIAMO CONTRO LO STATO E IL GOVERNO ITALIANO AMICI DI ISRAELE
Lo Stato, il governo italiano, Napolitano, la ministra degli esteri Mogherini, le industrie di armi italiane, insieme all'imperialismo Usa e governi europei, sono complici di questo genocidio, giustificando lo Stato colonizzatore di Israele e fornendogli le armi che massacrano i palestinesi.
E le cosiddette "quote rosa" parlamentari non dicono una parola sul sangue delle donne palestinesi!
I criminali interessi strategici dell'imperialismo valgono bene la vita di donne e bambini palestinesi!

MFPR

pc 2 agosto - Né a Milano né ovunque - nessuno spazio nella solidarietà alla Palestina per i 'rosso/bruni'

per queste merde l'unico posto è Piazzale Loreto

Nella solidarietà alla lotta palestinese non c'è spazio per i rosso-bruni

A Roma qualche giorno fa i fascisti hanno imbrattato muri e bacheche con scritte dal chiaro contenuto antisemita. Un gesto che non solo azzarda a "sporcare" la solidarietà verso la Palestina con squallidi contenuti nazifascisti, ma cela e punta a qualcosa di più. Così la presenza di organizzazioni di estrema destra come "Stato e Potenza" ad un presidio per la Palestina indetto a Milano mira agli stessi obiettivi e si muove con le stesse logiche. La solidarietà verso la Palestina è giustizia, uguaglianza e dignità, l’esatto contrario di quanto storicamente interpretano fascismo e nazismo.

Periodicamente in Italia e non solo riaffiorano tesi aberranti intente a generalizzare la solidarietà con la Resistenza palestinese, lasciando intendere che di fronte ad essa scompare ogni “colore”: né rosso, né nero, ma guarda caso diventa rosso-bruno, equiparando strumentalmente la lotta dei palestinesi contro il sionismo, per il rispetto dei loro diritti e per la fine della colonizzazione (che per loro si traduce in pulizia etnica), ad una lotta di matrice razzista ed antisemita contro gli ebrei.
Purtroppo in molte parti del nostro paese questo fenomeno è stato, se non trascurato, lasciato passare con troppa “leggerezza”. A nostro avviso questo è accaduto anche a Milano il 26 luglio durante il presidio in Piazza San Babila, quando alcune organizzazioni anche di sinistra si sono "mischiate" ad organizzazioni nazifasciste in un presidio indetto contro l'aggressione sionista della Palestina, in occasione della Giornata mondiale per Al-Quds.
Riportiamo di seguito la foto postata sulla loro pagina Facebook ed il link alla loro successiva dichiarazione: Addio a “Stato e Potenza”, si procede oltre.

i fascisti quasi ringraziano la "sinistra" per aver potuto scendere ufficialmente in piazza 
ed è risibile che gli abbiano detto di non esporre i loro simboli
Come vedrete, da oggi non li dovremo più chiamare "Stato e Potenza" ma "Socialismo Patriottico". Spendiamo ancora qualche parola ricordando da quale spinta sia emerso il fascismo in Italia. Che in una società capitalista, sfruttata e repressa certi populismi reazionari meglio attecchiscano sulle persone rispetto alla consapevolezza di classe sia un dato di fatto (e che abbia avuto almeno un'esperienza storica) rende meno tollerante il calo di guardia sulle valutazioni di alleanze e strategie: da un lato si ha un movimento reazionario e sostenuto dall'impianto borghese imperialista (qualora lo ritenga necessario), dall'altro un movimento che vorrebbe essere antagonista e che tenta di costruire strategie con chi, per natura, rappresenta il braccio del nemico di classe; questa prassi è perdente e porta all'autoannientamento.
Ritornando a quanto successo il 26 luglio scorso, fin da subito abbiamo voluto prenderne le distanze attraverso un comunicato molto netto e in seguito con la scelta significativa e condivisa con tutti gli altri organizzatori di cambiare il percorso del corteo a cui abbiamo partecipato, indetto ed organizzato dai palestinesi a cui hanno preso parte circa duemila persone che, insieme alle realtà dell'antifascismo militante, hanno deciso a quale iniziativa aderire e sostenere.

Ribadiamo ancora una volta che questi percorsi non fanno gli interessi del popolo palestinese e della sua resistenza, ma la espongono ad attacchi - seppur strumentali - pericolosi perché verrebbero agevolmente abusati dai media, sempre pronti a sparare a zero sulla giusta lotta di liberazione del popolo palestinese e a mistificare l'immagine dello stato sionista. Crediamo inoltre che indire una seconda iniziativa possa depotenziare l'efficacia delle richieste di una piazza che, ricordiamo, non sono né un punto di arrivo né di partenza ma la tappa di un percorso.
Da un comunicato emerso successivamente al presidio apprendiamo che gli organizzatori chiedono un confronto con le realtà milanesi che storicamente si occupano di Palestina. Siamo sempre stati aperti ai confronti, anche provando più volte a creare gli spazi affinché potessero avere luogo; per questo ci saremmo aspettati di avere un dialogo prima dell'organizzazione di una mobilitazione e siamo fiduciosi che in futuro ciò possa avvenire.
Benchè riconosciamo che in alcuni contesti (come ad esempio un'invasione straniera*) certi partiti o organizzazioni molto diverse tra loro (di estrema destra e/o confessionali, forze laiche, progressiste etc) possono coordinarsi non è accettabile che in un contesto come quello attuale italiano, in cui i ruoli dei movimenti e dei partiti di sinistra rappresentano la lotta per una società migliore e l'organizzazione di classe, ci siano relazioni o collaborazioni di alcun tipo con tali gruppi.
Ci teniamo inoltre a precisare che condanniamo coloro che generalizzano criticando un fronte di resistenza ad un'invasione imperialista tacciandolo di estremismo, fascismo, etc. Ribadiamo: determinate strategie in determinati contesti sono legittime.
Infine ricordiamo che ad associare l'ebraismo al sionismo e quindi ad identificare disonestamente l'antisemitismo all'antisionismo è il sionismo stesso, un movimento razzista e coloniale che si muove con le stesse logiche di “popolo eletto”, proprie del nazismo (i rossobruni si troverebbero ideologicamente più affini ai sionisti!). Perciò sono le stesse comunità ebraiche sempre più scioviniste che, invece di sostenere così apertamente la pericolosa politica criminale e guerrafondaia dello stato israeliano (struttura del sionismo), dovrebbero condannare con forza l'associazione tra ebrei ed Israele, nonché la politica di tale stato. Invitiamo ad approfondire la natura ed il ruolo del sionismo leggendo gli atti del Convegno "SIONISMO-ANTISIONISMO, Teoria e prassi" tenutosi a Torino il primo dicembre scorso.
Fronte Palestina - Milano 
 


(*) Per esempio durante l'invasione del sud del Libano da parte di Israele nel 2006 il Fronte libanese che ha determinato la liberazione era composto da molte forze tra cui il Partito Comunista Libanese, il movimento sciita Hezbollah, il PNSS e molti altri tra cui anche palestinesi. Lo stesso accadde in Italia tra i partigiani e i democristiani (Giustizia e Libertà etc)
 


Invito alla lettura ed alla riflessione: i seguenti articoli dimostrano come infiltrarsi e creare confusione tra le fila "di sinistra" rappresenti una prassi costante ed estenuante se non si agisce con chiarezza e nel rispetto di quelli che dovrebbero essere i saldi principi rappresentati dai nostri simboli e bandiere.

pc 2 agosto - I crimini contro l'umanità dello Stato di Israele gridano vendetta! - imperialismo USA-EUROPA mandanti e complici delle stragi dei palestinesi

1500 morti - muore un bambino all'ora!

Lo stato di Israele è una infezione di tipo nazista nell'area e nel mondo e deve essere cancellato!

E' giusto denunciare e colpire le sinagoghe che non sono oggi in generale luoghi di culto ma luoghi in cui si sostiene il genocidio del popolo palestinese!

Essere ebrei, essere state vittime anche individualmente dell'olocausto nazista - il più grande crimine della storia dell'umanità - non dà il diritto di massacrare e fare un genocidio del popolo palestinese, nè giustifica identificarsi con uno stato razzista - tipo apartheid sudafricano.

Israele è lo stato relativamente più armato e bellico del mondo e agisce da puntello e gendarme economico, geopolitico e militare dell'imperialismo USA e Europeo contro il popolo palestinese , le masse arabe e i popoli del mondo

Israele è oggi il più spietato e cosciente autore di crimini contro l'umanità che la terra conosce dopo l'Olocausto nazista e l'imperialismo USA e quindi deve essere escluso dall'ONU e processato in una nuova Norimberga

Ora e sempre con il popolo e la resistenza palestinese!

proletari comunisti-PCm Italia
2 agosto 2014

pc 2 agosto - La Taranto che lotta - per la Palestina - un appello da Bari: Una Norimberga per lo Stato di Israele








Per noi un bambino palestinese - ne muore 1 all'ora - ha lo stesso diritto alla vita di un bambino di Taranto

lo Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto organizza le seguenti iniziative:

3 agosto  - banchetto volantinaggio alla festa dei briganti - Grottaglie dalle 18.30 in poi - 
info 3475301704

4 agosto - nuovo appello per mobilitazione operaia - portinerie A-D Ilva - info 3475301704

5 agosto - assemblea pubblica ore 19 sede slai cobas Taranto via Rintone 22 - info slaicobasta@gmail.com - info 3471102638

6 agosto - sit in sotto la prefettura Taranto via Anfiteatro ore  17.30 - info 3471102638

Un appello da Bari per la Palestina, che lo slai cobas per il sindacato di classe e tarantocontroblog sostengono

        Noi firmatari di questo Appello, sgomenti per gli avvenimenti in corso nella “Striscia di Gaza”,

accusiamo  i governanti attuali di Israele, che nei confronti del popolo palestinese stanno portando avanti una politica all’insegna dell’espansionismo coloniale, della pulizia etnica, del massacro;
noi accusiamo i precedenti governanti  dello Stato di Israele, i quali hanno avviato la spoliazione della terra, dei beni, della stessa memoria di un popolo vivente nella Palestina da millenni;
noi accusiamo l’esercito israeliano, e tutti gli altri corpi armati di quello Stato, che fanno ricorso ai metodi più infami del colonialismo (quelli non a caso ereditati dal Terzo Reich), usano armi proibite dalle convenzioni internazionali, e si comportano come una forza coloniale di occupazione, trattando i palestinesi da esseri inferiori, da espellere, e quando possibile, con il minimo pretesto, da eliminare;
noi accusiamo la classe politica, imprenditoriale e finanziaria degli Stati Uniti d’America, senza il cui sostegno costante Israele non potrebbe neppure esistere, e che  garantisce l’impunità di cui lo Stato israeliano gode;
noi accusiamo governi e parlamenti degli Stati aderenti all’Unione Europea, e il Parlamento e la Commissione Europea, per complicità attiva o passiva con l’espansionismo coloniale, la pulizia etnica, e massacri inferti popolo palestinese;
noi accusiamo l’ONU per la sua incapacità di bloccare Israele, di fermare la sua arroganza, di applicare le sanzioni di condanna (ad oggi 73) che nel corso degli anni sono state promulgate dal Consiglio di Sicurezza, contro Israele, in particolare quelle che impongono il rientro di Israele nei confini ante-1967 e il ritorno dei 700.000 profughi palestinesi;
noi accusiamo il sistema dei media occidentale, del tutto succube a Stati Uniti e Israele, che fornisce una volta di più una rappresentazione falsa e addirittura rovesciata della realtà, presentando l’azione militare israeliana come una “legittima difesa”, tutt’al più talora “sproporzionata”;
noi accusiamo il ceto intellettuale internazionale troppo sordo e lento davanti al massacro in atto;
noi accusiamo le autorità religiose del cristianesimo internazionale, a partire dalla Chiesa di Roma, che non riescono a dire se non qualche flebile parola “per la pace”, trascurando di dire chi sono le vittime e chi i carnefici;
noi accusiamo la società israeliana nel suo complesso che, avvelenata dallo sciovinismo e dal razzismo, mostra indifferenza o peggio nei confronti della tragedia del popolo palestinese e fa pesare una grave minaccia sulla stessa minoranza araba;
mentre esprimiamo la nostra solidarietà e ammirazione per le personalità della cultura e cittadini e cittadine del mondo ebraico che, nonostante il clima di intimidazione, condannano le infamie inflitte al popolo palestinese, noi accusiamo i gruppi dirigenti delle Comunità israelitiche sparse per il mondo che spesso diventano complici del governo di Tel Aviv, il quale sta diventando la principale fonte di una nuova, preoccupante ondata di antisemitismo, che, nondimeno, noi respingiamo e condanniamo in modo categorico, in qualsiasi forma esso si presenti.
Esprimiamo il nostro più grande apprezzamento per quelle organizzazioni come la Rete “ECO (Ebrei contro l’occupazione), che svolgono il difficile ma fondamentale compito di dimostrare che non tutti gli ebrei condividono le scellerate politiche dei governi israeliani e lottano per la libertà del popolo palestinese.
Perciò noi chiediamo che il mondo si mobiliti contro Israele: non basta la pur importante e lodevole campagna BDS (“Boycott Disinvestment Sanctions”);
RITENIAMO CHE SI DEBBA PORTARE LO STATO DI ISRAELE DAVANTI A UN TRIBUNALE SPECIALE INTERNAZIONALE PER LA DISTRUZIONE DELLA PALESTINA. Non singoli esponenti militari o politici, ma un intero Stato, (e i suoi complici): il suo passato, il suo presente e il suo presumibile futuro. Se vogliamo salvare con il popolo palestinese, la giustizia e la verità, dobbiamo agire ora, fermando non solo il massacro a Gaza, ma il lento genocidio di un popolo. Noi vogliamo lottare per la pacifica convivenza di arabi, ebrei, cristiani e cittadini di qualsiasi confessione religiosa o provenienza etnica, respingendo le pretese di qualsiasi Stato “etnicamente puro”.
Noi chiediamo
UNA NORIMBERGA PER ISRAELE
per firmare:
primi firmatari
Angelo d’Orsi, ordinario di Storia del Pensiero politico, Università di Torino, Italia
Domenico Losurdo, storico della filosofia, professore emerito, Università di Urbino, Italia
Aldo Giannuli, storico, Università di Milano
Gianni Vattimo, filosofo, professore emerito, già europarlamentare,Università di Torino, Italia
Giulietto Chiesa, giornalista, già europarlamentare
Piero Bevilacqua, ordinario di Storia contemporanea, Università Sapienza, Roma, Italia
Gian Mario Bravo, professore emerito, Università di Torino
Georges Saro, professore di Italianistica, Parigi, Franci<
Paolo Favilli, docente universitario, Lugano, Svizzera
Massimo Zucchetti, professore, Politecnico di Torino, Italia
Stefano G. Azzarà, docente, Università di Urbino, Italia
Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc Torino, ex deputato
Dario Gemma, Assessore al lavoro della Provincia di Alessandria, Alessandria, Italia
Forum Palestina
Elena Schembri, studentessa, Università di Campinas, Brasile
Gualtiero Marini, dottorando, Università di Campinas, Brasile
Mattia Morelli, appassionato di Agroecologia, Lecce, Italia
Pietro Trovero, infermiere, Aosta, Italia
Gioacchino Gagliardo, impiegato, Aosta, Italia
Salvatore Cuccuru, fotoreporter, Roma, Italia
Serena Cremaschi, fotoreporter, Roma Italia
Giovanna Spiga, insegnante, Torino, Italia
Francesco Carenza, disaster manager di protezione civile in quiescenza, Torino, Italia
Amalia Micali, dirigente editoriale, Modena, Italia
 Patrizia Donadello, impiegata, Torino, Italia
Manuela Di Dio, artista
Maris Signorin, funzionaria pubblica amministrazione Collegno Torino Italia
Tatiana Fonseca Oliveira, sociologa, Cagnes sur Mer, Francia
Giulia Auria, studentessa, Avigliano (Potenza), Italia
Alex Marsaglia, studente, Università di Torino, Italia
Emiliano Alessandroni, ricercatore precario, Università di Urbino, Italia
Maria Rossi, insegnante, Cremona, Italia
Angelo Chiattella, ricercatore in quiescenza, Torino, Italia
Alessandra Mangano, dottore di ricerca in Storia dell'Europa Mediterranea, Palermo, Italia
Daniela Marendino, archivista, Torino, Italia
Sara Alimenti, ricercatrice precaria Universtià di Perugia, Italia
Tamara Bellone, docente Politecnico, Torino, Italia
Roberto Vignoli, giornalista, Roma, Italia
Marina Penasso, documentalista, Torino, Italia
Angelo Ferracuti, scrittore
Gaetano Crocellà, insegnante in quiescenza, Torino, Italia
Cristina Accornero, dottore di ricerca in Storia, Torino, Italia
Rosa Gavina, pensionata, San Colombano Al Lambro (Mi), Italia
Anna Maria Savoia - insegnante in pensione- Bari- Italia
Marco Albeltaro, assegnista di ricerca, Università di Torino, Italia
Giacomo Casarino, pensionato (già Università di Genova), Genova, Italia
Francesca Chiarotto, dottore di ricerca, Università di Torino, Italia
Mariangela Moffa, Artigiana, San Vito Chietino (CH), Italia
Luigi Frasca, impiegato, Milano, Italia
Alexander Hobel, ricercatore precario, Università di Napoli
Milena Fiore, videomaker, Roma
Franco Di Giorgi, insegnante di Liceo, Ivrea
Fabio Betti, ingegnere, Rimini, Italia
Alberto Pantaloni, impiegato e laureando in scienze storiche, Torino, Italia
Patrizia Polloni, casalinga, Milano, Italia
Andrea Ferrero, studente, Università di Torino, Italia
Mario Dalmaviva, operatore culturale, pensionato, Perinaldo (IM) Italia
Alice Fagotti, Spello (PG), Italia
Armando Petrini, docente Università di Torino
Rosalba Canelli, operatore Socio Assistenziale, Verona, Italia
Fausta Veronese, Impiegata in mobilità, Cannero Riviera (VB), Italia
Rosa Perpignano, impiegata, Torino, Italia
Franco Milanesi, ricercatore, Pinerolo (TO), Italia
Cristina Palozzi, insegnante di lettere in pensione, Torino, Italia
Cristian Lampis, agente commercio, Torino, Italia
Simona Masini, infermiera, Genova, Italia
Sandra Ceriani, insegnante, Verona, Italia
Juri Bossuto, patrocinatore legale, già Consigliere Regione Piemonte, Torino, Italia
Lia Fubini, economista, ricercatrice Università di Torino, Italia
Fiormichele Benigni, precario scuola e ricerca, Viterbo, Italia
Rosalba Calabretta, Roma, Italia
Associazione Solidarité Nord Sud – ONLUS, Roma, Italia
Raffaele Radicioni, architetto, Torino, Italia
Anna Lanaro, insegnante, Castelfranco Veneto, Italia
Rossella De Bianchi, disoccupata, Torino, Italia
Alessandra Terni, attrice, Torino, Italia
Ivo Tonet, professore universitário,  Maceió, Alagoas,  Brasil
Monica Aldi, photoeditor, Torino, Italia
Carla Nespolo, presidente Istituto Storico della Resistenza di Alessandria,  Alessandria, Italia
Augusto Ciuffetti, ricercatore di storia economica, Università Politecnica delle Marche di Ancona,
Giovanni Cassibba, impiegato statale, Italia
Paolida Carli, docente di Storia e Filosofia, Genova
Milli Martinelli, docente universitaria in pensione, Milano, Italia
Silvia Chiarizia, pensionata, Verona, Italia
Claudio Del Bello, editore, Roma, Italia
Lorena Lolli, assistente domiciliare e dei servizi tutelari ed educatrice, Roma, Italia
Antonella Cuomo, impiegata, Avellino, Italia
Antonella Arena, Messina
Lucia Giani, insegnante Milano, Italia
Luca Seccardini, docente precario della Scuola secondaria, Ascoli Piceno, Italia
Raffaella Spina, impiegata, Roma, Italia
Saverio Luzzi, ricercatore precario, storico contemporaneista, Università Sapienza Roma
Stefania Fresu, naturopata, Torino, Italia
Alessandro Peregalli, studente, Milano, Italia
Daniela Rosa Carriero, impiegata, Limbiate (MB), Italia
Jacopo Custodi, studente, Pavia, Italia
Antonio Caputo, Biologo, Roma, Italia
Luca Giovanni Calabrese, musicista, Seregno (MB), Italia
Daniela Pistis, imprenditrice, Santhià (Vc), Italia
Gianni Naggi, dirigente politico PRC, Torino, Italia
Chiara Panciera, Belluno, Italia
Gaetano Giuseppe Saracino, ingegnere, Pandino (CR), Italia
Arbir Abazi
Giovanna Caspani
Guido Fortenio, Dottore in Agopuntura, Bruxelles, Belgio
Lorenzo Giovagnoli, insegnante di canto, Fossombrone (Pu), Italia
Laura Masciotti, studentessa, Acqualagna (PU), Italia
Marco Maggini, impiegato comunale, Civitanova Marche (MC), Italia
Vito Berardi, libero professionista, Roma, Italia
Giovanni Indorante, pubblico funzionario
Rosario Ragusa, impiegato pubblico, Asti, Italia
Valter Clemente pensionato, Cossato (BI), Italia
Vito Abbenanti, Ingegnere, Siracusa, Italia
Roberta Spagnoletti dipendente Poste Italiane Torino Italia
Ornella Terracini, rete ECO, Torino
Renato Zanoli, pensionato, Torino, Italia
Dimitri Reale, ingegnere, Torino, Italia
Gemma Jeva, disoccupata, Legnano (MI), Italia
Marina Di Carlo, ex  dirigente  universitaria  ora  in  pensione, Roma , Italia
Elena Garcea, ricercatore universitario, Roma, Italia
Gaspare Dalpero, pensionato. Dozza (BO), Italia
Maria Angela Zerbinati, pensionata, Rovigo, Italia
Ave Giangrossi, docente Economia Aziendale - Scuola secondaria di secondo grado, Bovezzo (BS), Italia
Daniela Dovolich, medico veterinario, Bari, Italia
Francesca Gruppi, ricercatrice Università di Torino, Italia
Giancarlo Dapavo, pensionato, Asti, Italia 
Ornella Massano, assistente sociale, Asti, Italia
Guglielmo Dapavo, tecnico informatico, Asti Italia
Silvia Tognoli, impiegata, Verderio Superiore (LC), Italia
Giorgio Barberis, ricercatore universitario, Università Piemonte Orientale, Alessandria, Italia
Barbara Mensi, consulente informatico, Torino, Italia
Giovanni Indorante, pubblico funzionario, Palermo, Italia
Andrea Catone, direttore della rivista “MarxVentuno”
Emilio Molinari, Contratto mondiale dell'acqua
Alessandro Maurini, insegnante e ricercatore, Torino, Italia
Silvia Fraboni, insegnante, Torino, Italia
Ettore Zerbino
Chiara Mazzola, studentessa, Palermo, Italia
Stefania Sinigaglia, cooperante cooperazione internazionale, Ancona, Italia
Lucia Masciotti, studentessa, Acqualagna (PU), Italia 
Romano Bellenghi, pensionato, Bagnacavallo, Italia
Sara Marcolini, Verona, Italia
M.Cristina Lauretti, Roma, Italia
Davide Patuelli, impiegato, Faenza (Ra), Italia
Vittorio Bardi, pensionato, Faenza, Italia
Luigi Cerini, pensionato, Chieri (TO), Italia
Danila Ghigliano, artista e docente, Torino
Fabio Gattino, docente scuola primaria, Torino
Paola Slaviero, pensionata, Roma, Italia
Luca Parenti, precario, Livorno, Italia
Francesco Collini, studente, Pescara, Italia
Riccardo Cecchi, studente, San Benedetto del Tronto, Italia
Claudio Miotto
Tricarico Gerardo, medico chirurgo, Senigallia, Italia
Margarita Ledo Andión, professoressa e cineasta, Universidade de Santiago de Compostela
Maria Rita Burgio, architetto, Palermo, Italia
Michele D'Attilio, medico veterinario, Lanciano (Chieti), Italia
Luciana Potena, insegnante, Bologna, Italia
Lorena Lucia Barale, archivista e dottoranda, Torino
Lorena Marceddu, insegnante, Cagliari, Italia
Ernesto Scalco, tecnico in pensione, Torino
Bice Parodi, impiegata, Genova, Italia
Corrado Morgia, pensionato, già docente di Storia e Filosofia nei licei, Roma, Italia
Caterina Marianna Banti, studentessa, Roma, Italia
Riccardo Solazzo, impiegato, Rivoli (To), Italia
Stefano Barbieri, Segreteria Nazionale Partito dei Comunisti Italiani, Segretario Regionale Piemonte, Alessandria, Italia
Fabia Ghenzovich, pensionata, Venezia
Sebastiano Gulisano, giornalista
Giovanna Moretto, pensionata, Forno Canavese, Torino
Salvatore Tridico, ingegnere, Parigi, Francia
Francesca Rizzitiello, tecnologa ISPRA, Melfi, Italia
Gaetano Bucci, docente di Diritto pubblico, Facoltà di Economia dell’Università di Bari, Lecce
Santiago Zabala, professore di Filosofia/filosofo, Barcelona, Spagna
Stefano Ulliana, insegnante, Codroipo (Ud)
Gerardo D'Ambrosio, insegnante, Bergamo, Italia
Telemaco Millefiorini
Maria Spanu
Gianfranco Chiesa, San Maurizio Canavese (TO)
Luigi Di Pietro
Giancarlo Vianello
Giacomo Gabellini
Oscar Aldo Marino
Giuseppe Aragno, libero ricercatore, storico
Paolo Torretta, giornalista freelance Helsinki (Finlandia)
Alessandra Colla, ricercatrice indipendente, Milano, Italia
Valeria Montano, post doc in biologia evolutiva, Lausanne, Switzerland
Gianmatteo Maccentelli, graphic designer, London
 Paolo Orrù, impiegato, Torino
Mara Nerbano, Docente (ABA di Carrara), Allerona (TR), Italia
Giovanni Savino, Visiting Fellow in Russian and East European history, Università statale degli studi umanistici di Mosca «M. Sholokhov»
Anita Fisicaro
Carlo Cavalletti
Gian Domenico Maccentelli, Operatore sociale, Bologna, Italia
Giovanni Consorti, impiegato, Cannobio, Italia
Maurizio Balsamo, insegnante, Castelvetrano (TP), Italia
Francesca Lombardo, insegnante, Taranto, Italia
Gemma Gentile, docente in pensione, Napoli, Italia
Sancia Gaetani, Roma
Lorenzo Vaschetto
Corrado Giudice, cassa integrato ex operaio, Sestu (CA), Italia
Margherita Bassini, coordinatrice comitato scientifico Fondazione Longo, Alessandria (Italia)
Gianfranco Poliandri, Baselga di Piné (TN)
Francesco Fantozzi, musicista, Belluno, Italia
Mariella Cataldo, presidente associazione “Angelus novus”, Bari

*****************
Tadamon Filastin فلسطين  تضامن (Solidarietà - Palestina)
Comitato di solidarietà col popolo palestinese in Terra di Bari
 II Str. Priv. Borrelli n. 32, Bari
E-mail: tadamonbari@gmail.com
Tel: 0809670901

venerdì 1 agosto 2014

pc 1 agosto - SE LOTTARE CONTRO IL MUOS VUOL DIRE ESSERE CRIMINALI, ALLORA, SIAMO TUTTI CRIMINALI!



GIU’ LE MANI DAL COORDINATORE PROVINCIALE DELLO SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE DI PALERMO – ROSARIO SCIORTINO

Esprimiamo la massima solidarietà al Coordinatore provinciale dello SLAI Cobas per il sindacato di classe di Palermo – Rosario Sciortino- militante politico del Circolo di Proletari Comunisti, accusato, unitamente ad altri 28 militanti e attivisti siciliani, con cui siamo solidali, di avere usato violenza contro le forze dell’ordine, durante la manifestazione di protesta dello scorso aprile a Niscemi, contro l’installazione delle antenne delle morte, il sistema satellitare della marina militare USA (MUOS).
Divieto di dimorare nel comune di Niscemi è quanto previsto dall’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale emessa dal giudice per le indagini preliminari di Gela, nei confronti dei 29 indagati.  Ovviamente, alla faccia della democrazia e della giustizia!

Se la cosa non fosse davvero grave  - dato che si tratta di un atto repressivo/coercitivo che impedisce di fatto l’esercizio della difesa della  propria salute e di quella pubblica e popolare, oltreché di manifestare in piena libertà il propri dissenso contro l’occupazione USA delle nostre terre, peraltro, per scopi guerrafondai tesi alla rapina e al dominio nelle aree di rilevanza geostrategica, con la piena complicità dello Stato e del governo, italiani-  ci sarebbe veramente da ridere.  Soprattutto alla luce del forte decadimento morale delle classi dirigenti del nostro Paese, del dilagare di una nuova TANGENTOPOLI, che vede coinvolti deputati, senatori, politici di ogni colore,assessori, sindaci, magistrati, generali della guardia di finanza, prefetti, carabinieri, poliziotti  ecc., i quali non si fanno quasi mai un giorno di galere, mentre meritano  ALTRO CHE FOGLIO DI VIA!
Questi VERI CRIMINALI DI STATO, che continuano a fare la bella vita sulla pelle delle classi più povere, insieme allo stato borghese, al governo moderno fascista di Renzi, ai padroni, ai politicanti di ogni risma, ai sindacati venduti, gendarmi del sistema capitalistico - che produce sempre più devastazione ambientale, carovita, tagli ai salari, crescente indebitamento delle famiglie, sfratti per morosità, blocco dei contratti, sfruttamento, disoccupazione, precarietà, tagli alla sanità/malasanità; tagli ai servizi sociali, alla scuola, alle università; miseria, disperazione, depressione, aumento smisurato delle malattie, suicidi, femminicidi, lutti - devono essere spazzati via dalla guerra popolare, per essere ricacciati nelle fogne da dove provengono.

LA REPRESSIONE/TERRORISMO DI STATO NON POTRANNO MAI FERMARE LA LOTTA DI CLASSE, LE LOTTE SOCIALI  PER I DIRITTI E LA DIGNITA’!

RIBELLARSI E’ GIUSTO, OGGI PIU’ CHE MAI!

MA, CONTESTUALMENTE, E’ NECESSARIO ED URGENTE COSTRUIRE UN FRONTE UNITO DI SOLIDARIETA’, LOTTA, RESISTENZA (SOCCORSO ROSSO PROLETARIO) CONTRO LA REPRESSIONE, LA CRIMINALIZZAZIONE DELLE LOTTE E LA FASCISTIZZAZIONE DELLO STATO.  UN FRONTE CHE VEDA IL PROTAGONISMO DEI LAVORATORI E DELLE MASSE POPOLARI, OLTRECHE’ DEI COMPAGNI E DEI MILITANTI POLITICI

Lavoratrici /lavoratori SLAI Cobas s.c. Policlinico-Palermo

pc 1 agosto - Denunciare e colpire le fabbriche italiane belliche legate a Israele è giusto e necessario

Alenia e Governo Italiano complici del massacro di Gaza!

A Pomigliano, nel grigio imperante che avvolge le mura dei vari stabilimenti industriali, è spuntata una scritta davanti alla sede dell'Alenia Aermacchi, azienda del gruppo Finmeccanica – quindi statale - rea di aver venduto i primi due cacciabombardieri M-346 e di doverne consegnare ancora altri 30 (alla faccia della crisi!), al “nobile” esercito di Tel Aviv, impegnato in queste settimane in quella che molto probabilmente verrà ricordata come una delle più spietate operazioni militari nella striscia di Gaza.
Quello che salta subito all'occhio guardando il muro che cinge la fabbrica - al di là della denuncia della vergognosa complicità dell'azienda e dello Stato Italiano con il massacro in atto a Gaza in queste ore - è che il numero di morti segnalati dalla scritta è già abbondantemente aumentato, mentre resta sempre uguale a sè stessa la cronaca di telegiornali e politici, quelli che continuano a parlare di “conflitto” (come se a confrontarsi ci fossero due eserciti regolari!) e non di “pulizia etnica”, quando ormai si è arrivati a più di 1050 morti e 6000 feriti palestinesi rinchiusi in 35km quadrati e poco più di 40 morti israeliani, in stragrande maggioranza militari.
alenia-israele-italia-gaza-bds
Si potrebbe continuare a lungo a sottolineare quanto sia ipocrita il racconto fatto dai nostri giornali e delle nostre televisioni, il modo incredibile in cui svalutano e disumanizzano la vita e la morte dei palestinesi, ridotte a un numero freddo e astratto di cui semplicemente prendere atto, senza mai fermarsi a raccontare una storia, un episodio, che possa avvicinarle a noi e renderci forse un po’ più consapevoli di cosa significa vivere e poter perdere tutto all'improvviso perché perennemente sotto scacco di droni, bombardamenti, raid, carri armati, privazioni di ogni genere.
In queste settimane però quel muro assordante di silenzio sui crimini israeliani si è infranto, portando centinaia di migliaia di persone per le strade, in Italia come in Canada, Turchia, Francia, Gran Bretagna e in ogni angolo sperduto del mondo. Ed è da qui che dobbiamo continuare, senza farci ingannare dalla puntuale retorica della propaganda di Israele e dei suoi partner politici e istituzionali che, mentre invoca la pace e finge di interessarsi al massacro in corso, non mette in discussione le collaborazioni economiche. Quando diciamo partner parliamo, in primis, di quello che ci riguarda più da vicino: il Governo Italiano!
Non è strano o singolare, infatti, che Renzi, anche su questo punto – dopo il devastante Jobs Act e la stretta autoritaria data dalla riforma del Senato – dimostri una perfetta continuità con i Governi che lo hanno preceduto e non smentisca il loro trend filosionista (nello specifico cercando solo di aumentare i margini di profitto per i gruppi finanziari e industriali di cui è espressione politica, Finmeccanica inclusa, of course).
A proposito di questo, vale la pena ricordarci che lo Stato Italiano ha raggiunto il record di primo paese esportatore di armi e sistemi bellici in Israele, con un volume di affari di 470 milioni di euro!
Sta a noi allora supportare davvero la lotta del popolo palestinese, rompendo il silenzio e chiedendo a gran voce ai nostri governi e istituzioni di recidere le numerose collaborazioni accademiche, politiche, economiche e militari, colpendo in questo modo direttamente gli stessi interessi di Israele.
Solo così, affacciati alle sponde dello stesso mare, potremo vedere un giorno arrivare da Gaza né profughi né vittime, ma solo vita rifiorita in tutte le sue forme dalle macerie dell’oppressione coloniale.
Con la Palestina nel cuore!

pc 1 agosto - GLI OPERAI DELLA DALMINE CON IL POPOLO PALESTINESE




pc 1 agosto - PRESIDIO AL CARCERE DI TARANTO - I FAMILIARI DENUNCIANO

 
Ieri mattina davanti al carcere di Taranto, Slai cobas 
AI DETENUTI DEL CARCERE DI TARANTO

Siamo solidali con la vostra protesta perchè giusta, perche in queste
condizioni non si può stare!
Nelle nostre file vi sono numerosi lavoratori, precari, disoccupati che
hanno o hanno avuto problemi di carcere o hanno parenti in carcere,
che vogliono con voi che si dica basta a queste condizioni e noi ci
impegneremo su questo.
Svuotare il carcere!
Difendere le condizioni, dignità e diritti!

I compagni del presidio slai cobas per il sindacato di classe
31-7-2014

Dai familiari dei detenuti la pesante condizioni nel carcere di 

Taranto


Sul sovraffollamento, sono costretti a stare in 3/4 nelle celle previste
per due persone; d'estate si muore dal caldo, d'inverno piove acqua
dentro le celle. C'è degrado.
I detenuti che vengano mandati giù in isolamento, sono poi
abbandonati. Il letto è sporco, pieno di polvere. Il cibo qui viene
portato dopo. vengono puniti perchè si ribellano? Perchè hanno
protestato per le condizioni in cui vivono?
Al di là dell'impegno del personale sanitario, possono passare anche
mesi prima che vengano visitati; anche se i detenuti hanno problemi urgenti, per es. ai denti, gli viene detto che provvederanno ma poi
niente.
Certo gli agenti sono pochi, ce ne vorrebbero di più e neanche loro
stanno bene, ma sono i detenuti quelli che stanno male e, invece,
non hanno voce. 
Per loro non c'è alcun intervento di recupero, quando escono non
c'è lavoro. Soprattutto i giovani stanno perdendo gli anni più belli.
Vi sono ragazzi che non hanno fatto cose gravi eppure restano per
mesi e mesi, anche anni.
Certo i nostri familiari che stanno in carcere hanno sbagliato, nè
pensiamo che possano stare in carcere come se stessero in
villeggiatura, ma devono essere trattati come persone non come
animali. 







Il presidio di ieri davanti al carcere
dello Slai cobas per il sindacato di classe