sabato 7 giugno 2014

pc 7 giugno - Contestato Renzi e la Repubblica delle idee! Il paese lo riscriviamo NOI!

Stamattina eravamo in centinaia a piazza Trieste e Trento a contestare la presenza del Premier Matteo Renzi, ospite della terza edizione della kermesse “La Repubblica delle Idee” organizzata dall'omonimo quotidiano.
presidio contro renzi e job's act
Non ce ne vogliano i sinceri democratici, ma abbiamo subito avuto ben chiaro di quali pasta fossero le idee - e la conseguente pratica - di Repubblica e dei suoi uomini. Quando arriviamo in piazza, il centro di Napoli è completamente militarizzato, la digos, la celere e i carabinieri in assetto antisommossa praticamente “recintano” il presidio, partono spintoni dalla polizia, tre giovanissimi compagni vengono fermati e trattenuti in questura per diverse ore mentre facevano un semplice volantinaggio!
Nel frattempo cresciamo di numero, ci uniamo al corteo della comunità senegalese napoletana scesa in piazza in seguito alla violenta aggressione di cui è stata vittima ieri a Napoli. Iniziano gli slogan, i cori, si grida al resto della città che le passerelle di questo Governo targato Pd e il tappeto rosso srotolato del suo “megafono” ufficiale proprio non sono gradite.
Perchè questo è un Governo che - ammantatosi dell'aurea della “rottamazione” del passato, del volto “nuovo” e “giovane” del Premier Renzi - sta portando avanti un attacco a tutto campo e senza precedenti alle condizioni di vita di milioni di donne e uomini di questo paese, giovani e meno giovani, lavoratori, studenti, disoccupati, immigrati.
A conferma di ciò basti guardare al contenuto delle misure previste dai provvedimenti governativi più discussi degli ultimi mesi: il famigerato Jobs Act che – con la scusa della “ripresa” dell'occupazione e dell'economia italiana – comprime ulteriormente i salari, aumenta lo sfruttamento e il ricatto padronale a cui si è sottoposti in nome della “flessibilità” in entrata (come dimostrano le modifiche previste per contratti a termine e apprendistato) e in uscita (si parla infatti di una “riforma epocale” degli ammortizzatori sociali).
E ancora: il Piano Casa firmato dal Ministro Lupi che si limita a rispondere all'emergenza abitativa di migliaia di persone agevolando i grandi proprietari e attaccando chi è costretto ad occupare una dimora, impedendogli il riconoscimento della residenza e l'allacciamento ai servizi pubblici.
corteo contro renzi con immigrati
Perchè questo è un Governo che non si è fatto scrupoli nel rispondere alle sacrosante istanze di chi ha osato contestare il suo operato negli ultimi mesi solamente con arresti, fermi preventivi, denunce e manganelli.

Perchè Repubblica, dal pulpito delle sue penne importanti e prestigiose, non ha fatto altro che spianare la strada a questo tipo di operazioni, costruendo consenso attorno alla figura dell'uomo nuovo Renzi e del suo partito, il Pd, e criminalizzando chiunque provasse a dire la verità su quello che stava succedendo, censurandone le ragioni e relegandoli alla marginalità più assoluta nel dibattito pubblico. Pensiamo ai compagni Notav, al movimento per il diritto all'abitare romano, ai disoccupati Bros di Napoli, oggetto di una campagna stampa meschina e feroce.

Perchè il Paese Reale è fatto dal lavoro, dal sudore, dai sacrifici, dai bisogni di tutte le facce e i nomi per i quali non c'è spazio sulle pagine di Repubblica. Dai disoccupati e dai lavoratori in nero che nella nostra città sono tantissimi, da chi non ne può più di vedere la propria terra avvelenata dagli stessi che per vent'anni avrebbero dovuto “gestirla”. Dagli immigrati come Magnane, selvaggiamente picchiato in caserma dalla guardia di finanza ieri dopo essere stato fermato a seguito di un controllo o come gli altri 20 che sono stati denunciati perchè “illegali”, “abusivi”.
Ecco il tentativo che abbiamo fatto con la costruzione della tre giorni di iniziative, assemblee, dibattiti e azioni della Repubblica delle Lotte: dare voce a chi è stanco di incassare colpi e prova con coraggio e generosità a rispondere, a organizzare un pezzo alla volta il proprio fronte, a costruire qualcosa di diverso quotidianamente, nelle strade, nelle piazze, nelle scuole o nei posti di lavoro.

Certo, abbiamo ancora tutto da fare, l'opposizione a questo governo - forte del risultato elettorale delle europee - è ancora tutta da costruire, ma le occasioni non ci mancano. Prepariamoci in vista del vertice europeo sulla disoccupazione giovanile a Torino, l'11 luglio, e del prossimo semestre europeo a presidenza italiana" ..

Altro che Renzi..Il Paese lo riscriviamo noi!
#Civediamolundici

pc 7 giugno - MILANO, L'EMERGENZA CASA SI SCONTRA ANCHE CON RAZZISMO E FASCISMO

Appello
SOS RAZZISMO E FASCISMO NEL QUARTIERE POPOLARE MOLISE-CALVAIRATE DI MILANO
 
L’emergenza casa a Milano sta diventando un problema sociale da affrontare.
La casa è un diritto che deve essere assicurato a ciascuno, ma oggi è soprattutto una questione di classe. Sono, infatti, perlopiù lavoratori in cassa integrazione, precari, disoccupati e lavoratori immigrati sottopagati che vivono quotidianamente il problema di far fronte ad affitti esosi (e per questo illegali) e molti aspettano da anni che il Comune di Milano e l’Aler assegnino loro un alloggio popolare.
Negli stabili dell’Aler, inoltre, ci sono decine e decine di appartamenti vuoti che l’azienda non si cura di assegnare o ristrutturare e che spesso preferisce vendere a privati e cooperative per fare profitti.
Tutto ciò ha spinto italiani e stranieri ad occupare gli alloggi vuoti ed abbandonati, per riappropriarsi, giustamente, di un diritto negato proprio da chi dovrebbe garantirlo.

Orbene, LA CASA E’ DI CHI LA ABITA, e non fa differenza il colore della pelle o il paese di provenienza degli inquilini occupanti, ma se si tratta di “zingari” scoppia la rivolta! E’ proprio ciò che è accaduto Lunedi 19 Maggio nel quartiere di case popolari Molise-Calvairate (precisamente in via Tommei): un gruppo di una cinquantina di condomini di uno stabile Aler (perlopiù occupanti anch’essi, italiani e stranieri, tra di loro molti giovani) si è riversato in strada, rovesciando i cassonetti dell’immondizia, urlando all’unisono “Gli zingari se ne devono andare” e minacciando atti di violenza contro le famiglie Rom composte anche da anziani, donne e bambini. Da qualche mese, alcune famiglie Rom - sgomberate dal vicino “campo-ghetto”, dietro versamento di una somma di denaro all’inquilino furbo di turno (che indica gli alloggi vuoti e fornisce il “servizio di sfondamento” della porta d’ingresso) - hanno occupato alcuni appartamenti. Gli zingari però “puzzano, sono sporchi, rubano, sono incivili e mettono a repentaglio la sicurezza dei bambini e delle donne”: queste le motivazioni del presidio di protesta di lunedi.

Chi, tra noi inquilini – ancora pochi a dir la verità -  ha cercato di riportare la protesta su binari più civili, opponendosi alle minacce di linciaggio e espulsione violenta e immediata dalle case delle famiglie rom e ha cercato di spiegare che il problema dell’invivibilità del quartiere non ha origine con il recente arrivo di poche famiglie rom ma a causa dell’indifferenza, della corruzione, delle politiche speculative e dei tagli di fondi fatti per anni da Aler, Comune e Regione (“contro quelle Istituzioni dovremmo protestare, perché loro sono responsabili dell’attuale degrado” abbiamo detto) è stato tacciato dai capipopolo della protesta – tutti in odor di malavita - come “amico degli zingari” e fatto oggetto di minacce e intimidazioni fisiche.

La protesta di questi inquilini è stata chiaramente un atto di razzismo e di ignoranza: probabilmente frutto anche dell’esasperazione di anni di vita in un quartiere sempre più degradato e ghettizzato e dai diffusi problemi economici e di lavoro dei suoi abitanti (soprattutto tra i più giovani – disoccupati o costretti a lavorare in nero anche per 3 euro all’ora) ma questo non può giustificare questi rigurgiti xenofobi e questo incitamento alla “giustizia fai da te” e alla violenza contro donne e bambini, colpevoli solo di essere “zingari” e senza casa.
In un territorio (quello del quartiere Molise-Calvairate) in cui l’abbandono e l’indifferenza da parte delle istituzioni la fanno da padrona, il rischio è che le forze di estrema destra e la Lega raccolgano consensi e si approprino del quartiere per farne uno strumento politico e attuare la caccia allo straniero e ai rom, magari innescando simili meccanismi anche in altri quartieri.

Dal giorno dopo la “rivolta” di stampo razzista ad oggi questo gruppo di inquilini mantiene un presidio in via Tommei angolo via Ciceri Visconti dove raccoglie firme per un appello anti-rom scritto da un avvocato vicino ad ambienti fascisti. Inoltre alcuni loro rappresentanti hanno fatto irruzione nel Consiglio di Zona spalleggiati da due consiglieri di Forza Italia. Chi guida la rivolta minaccia di rioccupare la strada se quelle famiglie di occupanti non saranno sgombrate entro la prossima settimana. Tutto ciò dimostra che questo rigurgito fascista e razzista è un rischio concreto non solo per il nostro quartiere ma per tutta la città di Milano e che i contatti con ambienti fascisti è istituzionali sono già in corso. 
Non possiamo restare inermi dinanzi a questi gravi episodi di razzismo violento e questo attacco di stampo fascista nel cuore di Milano.

Domenica 8 gennaio dalle 10 alle 20 il Comitato Inquilini Molise-Calvairate organizza l’abituale festa di inizio estate, in piazza Insubria, aperta a tutti gli inquilini, regolari e occupanti, in nome dell’integrazione, della solidarietà e della fratellanza. C’è la concreta minaccia, confermata da più voci, che in contemporanea a questa festa venga organizzata in quartiere una manifestazione anti-rom. Vi chiediamo pertanto di partecipare a questa festa al fine di sostenere gli inquilini anti-razzisti e anti-fascisti e di vigilare insieme a noi sull’incolumità delle famiglie rom presenti nel quartiere, al fine di prevenire episodi più drammatici di quelli di lunedì.
 
Alcuni inquilini del quartiere popolare Molise-Calvairate di Milano
Contatti:
3381641083 (Giuseppe)
3209719176 (Ilenia)

pc 7 giugno - dal CUR Palermo - Brasile-Italia ciò che ci unisce non è lo sport ma la repressione!!!



Immagine                                                         (Foto fonte Adnkronos)

Di seguito riportiamo una nota del “Movimento Popolare Rivoluzionario Studentesco” brasiliano sugli arresti di alcuni studenti, colpevoli secondo il governo di “incoraggiare il disordine in città”, ma di fatto di essersi ribellati a spese folli per un evento sportivo che non ha alcun beneficio per le masse popolari, ma che anzi le danneggia ulteriormente. Il governo brasiliano non risponde alle esigenze della popolazione, ma in un paese dove circa il 21% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà (meno di 1 € al giorno), si permette di spendere 11 miliardi e mezzo di dollari ( 3,6 miliardi provenienti dall’erario pubblico) per i mondiali di calcio, mostrando così tutta la sua arroganza, la divergenza di interessi e di conseguenza  il “mutismo” che la classe borghese ha per sua stessa natura nei confronti del proletariato.
Non si può non notare come l’atteggiamento della borghesia sia il medesimo anche a migliaia di chilometri di distanza; le masse popolari sono quelle che soffrono maggiormente la crisi e nel momento in cui si organizzano, hanno un atteggiamento critico e prendono coscienza che la via del voto è sterile e totalmente inconciliabile con gli interessi della classe cui appartengono, vengono represse e criminalizzate. Come non mettere in relazione tra di loro le lotte? da Trezzo a Taranto da Brasilia e Belo Horizonte le masse cercano di riprendersi  la dignità che gli spetta e di contro le borghesie rispondo con un’unica voce: violenza, arresti e tentativi di intimidazione.
Il Cur esprime massima solidarietà agli studenti brasiliani arrestati e grida a gran voce :
COMBATTERE NON E’ UN CRIMINE
VANDALO E’ LO STATO
RIBELLARSI E’ GIUSTO

Brasile- Nota del MEPR sugli arresti a Goiania
Libertà immediata per Ian Caetano, Heitor Vilela, Marlos Duarte e John Lenon!
Chiediamo l’immediata liberazione degli studenti arrestati arbitrariamente la mattina di Venerdì 23 maggio, con l’accusa di “incoraggiare il disordine” in città. Ci rendiamo conto che, in realtà, questa è la continuazione della politica di criminalizzazione del governo brasiliano, che mirando a garantire la Coppa del Mondo della FIFA, tratterà i manifestanti come “criminali ” e ” terroristi”.
L’accusa di essere “leader” del Movimento Rivoluzionario Popolare Studentesco, è in realtà un attacco a tutti coloro che stanno combattendo per le strade in maniera combattiva e indipendente. Tale censura è un’altra manovra del governo del PT [Partido do Trabalhadores – il partito di governo], che sta preparando il terreno per perseguire, arrestare e reprimere i movimenti e i collettivi che hanno scelto la via della lotta e non della capitolazione.
Combattere non è un crimine!
Vandalo è lo Stato
Ribellarsi è giusto
Movimento Popolare Rivoluzionario Studentesco, 23 Maggio 2014″


pc 7 giugno - GNUDI ALL'ILVA: I PADRONI MESSI A DIFENDERE I PADRONI

Ilva: cambio di guardia, ma sempre difensori dei Riva e loro stessi padroni: Gnudi, nuovo commissario dell'Ilva, vicino a Prodi che nel 1995 ha regalato l'Ilva a Riva.


Ex ministro del governo Monti (quello della legge Salva Ilva)...

Gnudi, dirigente d'azienda, ex-presidente della società Enel, sino al 28 aprile 2013 ha ricoperto le carica di Ministro per il Turismo, per lo Sport (dal 16 novembre 2011) e per gli Affari regionali (dal 25 novembre 2011) del governo Monti.
E' attuale consigliere del ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi (quella, a sua volta imprenditrice, che alla recente assemblea della confindustria ha detto: "Dobbiamo dire basta alla dilagante cultura anti-imprenditoriale. Basta alla criminalizzazione del profitto”).

E’ stato nei consigli di amministrazione o nei collegi sindacali di Stet, Eni, Enichem, Credito Italiano. Nel 1995 è stato nominato consigliere economico del Ministro dell'Industria. Dal 1994 ha fatto parte del consiglio di amministrazione dell'Iri, ricoprendovi l'incarico di sovrintendere alle privatizzazioni nel 1997, presidente ed amministratore delegato nel 1999 e presidente del comitato dei liquidatori nel 2002.
Gnudi, giudicato come molto vicino a Romano Prodi, che da capo dell’Iri ha gestito la cessione dell’Ilva dallo Stato ai Riva, è anche membro del direttivo di Confindustria, della giunta direttiva di Assonime, del comitato esecutivo dell'Aspen Institute, e consigliere di amministrazione di Unicredit. Dal maggio 2002 all'aprile 2011 è stato presidente del consiglio di amministrazione dell'Enel.

pc 7 giugno - come in afghanistan, sbirri porci e vigliacchi esercitano violenza e sorprusi impuniti - è il prodotto quotidiano dello stato di polizia moderno fascista gestito dai governi dei padroni

Monza, foto shock in commissariato: mani e piedi legati Un uomo steso a terra a pancia in giù, con i polsi bloccati dalle manette dietro la schiena. Un agente di polizia che controlla che stia fermo e un altro che gli lega le caviglie con quella che sembra una cinghia. È accaduto alla fine di maggio, una notte, nel commissariato di Monza: a scattare questa foto è stato probabilmente un collega dei due agenti (trentenni, in servizio da cinque anni) immortalati mentre usano una pratica di contenimento definita «non usuale» su un cittadino marocchino, fermato poche ore prima per una rissa, ubriaco, che aveva dato in escandescenze mentre attendeva il suo turno in corridoio. La foto è arrivata sulla scrivania dei vertici della polizia e il questore di Milano, Luigi Savina, ha inviato una relazione al procuratore capo di Monza, che potrebbe aprire un’inchiesta. Il commissariato monzese non è nuovo a episodi del genere: nel 2007 un agente immortalò un altro fermato ammanettato a un palo. Le stanze per trattenere i fermati non erano agibili, si difesero i poliziotti, e non lo sono tuttora, denuncia il sindacato di polizia Siulp, che attacca i vertici della polizia per le condizioni «al limite della decenza» di commissariati e questure. Ma ammette: «Quelle procedure di contenimento dei fermati non sono lecite» (Oriana Liso)

pc 7 giugno - PROCESSO PER DIRETTISSIMA PER I 2 DISOCCUPATI DI TARANTO. MARTEDI' 10

e mai possibile che a Taranto LOTTARE PER IL LAVORO E' UN REATO?



Mentre per i ladri, l'ex Sindaco Di Bello ed ex vicesindaco Tucci di Taranto, che si sono "mangiati" milioni e milioni, i giudici hanno fatto bellamente andare in prescrizione gravissimi reati, mentre la malavita impazza in città con bombe ed estorsioni e traffici vari, mentre nelle istituzioni locali si ruba a più non posso e si gestiscono le clientele
In tribunale non si perde tempo per fare il processo per direttissima per i 2 Disoccupati Organizzati Slai cobas arrestati il 22 e poi scarcerati 2 giorni dopo. Nell'ordinanza vi sono accuse, che se venissero confermate, comporterebbero anni di carcere: interruzione consiglio comunale, occupazione dell'aula del consiglio, "usato violenza e minaccia per opporsi agli agenti della Polizia Municipale... cagionando lesioni personali... attingendoli in varie parti del corpo con calci e gomitate nel tentativo di divincolarsi...". Vigili che invece hanno aggredito, come risulta dalle immagini video e fotografiche ora vogliono passare per "aggrediti".

SE PASSA CHE E' LEGITTIMO REPRIMERE CHI LOTTA PER IL LAVORO, SI REPRIMERANNO TUTTI COLORO CHE LOTTANO PER I LORO DIRITTI
I 2 DISOCCUPATI DEVONO ESSERE ASSOLTI!

CHIAMIAMO TUTTI AD ESPRIMERE in tutte le forme la loro SOLIDARIETA'
invitiamo a partecipare MARTEDI' 10 ALLE ORE 9 AL PRESIDIO AL TRIBUNALE.

Per che cosa lottano i disoccupati organizzati

I Disoccupati Organizzati è dall'inizio della loro lotta che hanno sempre detto - e praticato - che la lotta per il lavoro e il reddito garantito, riguarda tutti i disoccupati, tutti coloro che perdono il lavoro nella nostra città;
I DO hanno e continuano a fare ad ogni iniziativa appello a tutti i disoccupati, disoccupate, a tutti i lavoratori precari ad unirsi per una grande mobilitazione a Taranto su lavoro, reddito, legame ambiente/lavoro.
I DO propongono piani di lavoro realistici - nella raccolta differenziata in tutta la città e ciclo rifiuti, nei lavori di bonifica e di ambientalizzazione, nei risanamenti dei quartieri dissestati - che potrebbero, se realizzati, dare lavoro a migliaia di disoccupati.
I Disoccupati Organizzati slai cobas stanno ponendo una richiesta semplice e legittima: che nei lavori di bonifica, di risanamento appaltati alle ditte il Comune ponga una clausola sociale per l'assunzione dei disoccupati di Taranto. Questa è anche una forma di parziale risarcimento per giovani, donne, disoccupati che in questi quartieri non solo si ammalano e muoiono per l'inquinamento ma neanche vivono senza lavoro e reddito.

Disoccupati Organizzati
Slai cobas per il sindacato di classe
tenda per il lavoro piazza castello – lato ponte girevole

pc 7 giugno - Pillole comuniste

Nei paesi imperialisti il partito comunista di tipo nuovo deve mostrare sin dall'inizio della sua esistenza i suoi caratteri, se vuol partire con il piede giusto

da Pillole comuniste - 1 -
26-8-2013

pc 7 giugno - Processo Ilva, 190 pagine per spostarlo da Taranto


Con un'istanza mastodontica, di 190 pagine, gli avvocati ben pagati dei Riva, dirigenti dell'Ilva, ecc. hanno chiesto la remissione del processo da Taranto. Commenteremo nei prossimi giorni le lunghissime motivazioni di una storia, avvenimenti in fabbrica e a Taranto visti e distorti dai capitalisti e loro corte.
E' chiaro soprattutto l'intento di mettere i bastoni tra le ruote di questo processo, per allungarne fin da subito i tempi, già di per sè enormi.
Ma è altrettanto chiara l'operazione politica, ideologica che descrive il capitalismo come il bene, le morti e l'attacco alla salute di operai e cittadini al massimo come "incidenti di percorso", e comunque molto ridimensionati e soprattutto non addebitabili alla volontà del padrone, per cui tutto è subordinato al profitto.

Bene. Se è questo il "processo" a cui si preparano i Riva e i loro avvocati, gli operai più coscienti dovrebbero da parte loro fare di questo processo una "guerra" di classe.
NOI LA FAREMO!

venerdì 6 giugno 2014

pc 6 giugno - BASTA VIOLENZA CONTRO LE DONNE NELLE FABBRICHE!

NO AD OGNI DISCRIMINAZIONE RAZZIALE ED ANTI-DONNE
NO ALL'ATTACCO AI DIRITTI SINDACALI !
BASTA VIOLENZA NEI LUOGHI DI LAVORO !
La nostra Organizzazione Sindacale, SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE, da anni presta attenzione a quanto avviene presso un noto stabilimento alimentare di confezionamento dell'insalata, nel territorio di Mira. All'interno di questo stabilimento opera in regime di fatto di unicità di impresa una cooperativa, seguita ad altra precedente, che occupa quasi cento tra lavoratori e lavoratrici; uno stabilimento con un primato che purtroppo è assai diffuso nei tempi recenti: assenza assoluta di sindacati.
Per anni, Patricia, operaia nigeriana, è stata l'unica operaia sindacalizzata. Di recente si è associata alla ns.O.S. altra operaia, dell'Est Europa. Circa 5 anni fa, Patricia fu protagonista di una vertenza conclusasi positivamente di recupero retributivo. Si sveglia molto presto la mattina, per essere al lavoro, che ora è anche a turnazioni.
Lo scorso autunno, la ns.O.S.ha denunciato le condizioni di lavoro a rischio di salute altissimo, nel reparto monda, dove veniva lavata la salata. Il cloro eccessivo generava gravi problemi a vari-e lavoratrici, ma solo dalle ns. iscritte potemmo venire a conoscere questa situazione. Chiedemmo ed ottenemmo un positivo ed efficace intervento ispettivo dello Spisal, e da allora i problemi parevano risolti.
Tuttavia, quando in una Azienda si parla male dei sindacati, li si accusa di poter produrre la perdita del posto di lavoro, moltissimi lavoratori che potrebbero iscriversi e venire a conoscere meglio i propri diritti e possibilità, rimangono distanti dai sindacati, a volte anche diffidenti verso chi è iscritto-a. E comunque quando in una Azienda circolano voci come queste, è evidente che qualcuno con la testa non proprio a posto, può anche compiere atti come quello accaduto il giorno giovedì 5 giugno alle ore 14.
In quel momento, Patricia stava lavorando a tagliare verdura. Secondo N., operaio dell'Est Europa, lei lavorava “troppo lentamente”. È così infatti che ha giustificato il suo operato, davanti a tutti, ai-alle dirigenti della Cooperativa accorsi nel reparto subito dopo.Cosa era accaduto? N., questo operaio, si è avvicinato a Patricia, dal suo lato destro, e, da dietro, ha sferrato una calcolata e fredda gomitata alla metà della sua schiena, facendola tramortire sopra il banco dove lavorava. Ripresasi a fatica, telefonava al marito, che avvertiva la ns.O.S., dato che l'Azienda insisteva per portarla in auto all'Ospedale. Con il ns.intervento, dopo 1 ora e mezza circa, una ambulanza la portava all'Ospedale di Dolo, dove un avvocato prima e un ns. coordinatore poi, potevano verificare che era stata lasciata senza una particolare assistenza (senza acqua, senza farle togliere i sabot da lavoro e cambiarle la tuta che aveva ancora addosso). Al termine di 5 ore di controlli, veniva chiuso il controllo Ospedaliero con 1 gg di prognosi !!!! Si pensi che l'INAIL in data odierna ha intanto pronosticato inabilità per una settimana, sino al 12 giugno. Abbiamo appreso che N., sino a ieri sera, ancora stava lavorando, e questo nonostante l'intervento da noi richiesto, dei CC di Mira!!!! Nessuna sospensione disciplinare!!!!
Abbiamo chiesto alla cooperativa operante nello stabilimento, che ci contatti e risponda alle cose che abbiamo chiesto di chiarire, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta.
L'accaduto sarà perseguito nell'interesse della lavoratrice, ad ogni livello. Chiediamo che le forze politiche e sociali autenticamente democratiche e di base determino condizioni nuove per una difesa delle donne lavoratrici, discriminate per la loro attività sindacale, in particolare e certo purtroppo non solo, immigrate, dando sostegno aperto alla ns.O.S.ed al suo ruolo di difesa delle donne e dei “territori oscuri” del mondo del lavoro nella ns.provincia e ben oltre.

Slai cobas per il Sindacato di classe coord.prov.le Venezia
www.slaicobasmarghera.org martedì e sabato h.19-21 Marghera Piazza Municipio, 14

pc 6 giugno - Napolitano e il Papa celebrano i carabinieri in nome dell'ordine e della sicurezza...

I carabinieri, ieri mattina dopo tre mesi dall’occupazione dell’istituto Sacro Cuore di piazza Principe di Camporeale a Palermo, hanno sgomberato le famiglie dei senza casa con tutti i loro bambini che avevano occupato la struttura appartenente a un ordine religioso. La denuncia era stata presentata dalle suore! Probabilmente in nome della bontà divina...

Fra ieri e oggi, sia il presidente della Repubblica Napolitano che il Papa Francesco I, si sono sperticati in elogi all'Arma Carabinieri, in occasione dei 200 anni dalla fondazione, come riporta RaiNews.
Napolitano: l'Arma "è simbolo dell'identità e della coscienza nazionale"; "motivo di orgoglio e sostegno prezioso per noi che siamo chiamati a valorizzare l'immagine dell'Italia contro pregiudizi e luoghi comuni ricorrenti". Per pregiudizi e luoghi comuni si riferisce forse alle barzellette sui carabinieri? Purtroppo la questione è molto più seria e riguarda proprio la “sicurezza” sì, ma delle masse popolari che hanno un'altra “coscienza” e un'altra memoria e non quella che piacerebbe a Napolitano!
Già che c'era anche Il ministro della difesa Roberta Pinotti ha voluto complimentarsi: "I carabinieri militari tra la gente da 200 anni", “...Per piu' di metà della nostra popolazione - ha osservato Pinotti - quello dell'Arma è l'unico presidio di polizia nel territorio di residenza, l'unica presenza dello Stato", Il ministro Pinotti conferma il livello dei ministri di questo governo, e infatti “tra la gente” ma a fare cosa esattamente? “l'unica presenza dello Stato” è, infatti quella della repressione, ma il ministro non si accorge nemmeno di cosa dice.

Il Papa addirittura parla di “costruttori di pace” definizione che una volta si dava ai missionari, ci sembra, e non è sicuramente un problema di traduzione dallo spagnolo del Papa all'italiano, seppur carabineresco; di quale pace, parla il Papa, di quella dei cimiteri? Dato che i carabinieri all'estero sono armati di tutto punto, “formano” per esempio i “carabinieri” un tempo in Perù, oggi in Afghanistan, ecc. ma il Papa continua: "Non cessate di rendere ovunque, in Patria e al di fuori di essa, una chiara e gioiosa testimonianza di umanità, specialmente nei confronti dei più bisognosi e sfortunati".
Secondo il Pontefice, che in parte ha “copiato” le frasi di Napolitano: "la tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza delle persone è un impegno sempre più attuale in una società dinamica, aperta e garantista, come quella italiana nella quale siete chiamati ad operare; e costituisce inoltre la condizione necessaria e indispensabile perché ogni persona, sia come individuo sia nelle comunità di cui fa parte, possa liberamente esprimersi, maturare, e così rispondere alla vocazione particolare che Dio ha in serbo per ciascuno di noi"
Qualcuno dica al Papa, se non lo ricorda, che sta parlando di
Carabinieri che uccidono le mogli
Carabinieri arrestati per violenza sessuale
Carabinieri arrestati per spaccio, truffe ed estorsioni
Carabinieri “a disposizione” della mafia, camorra, 'ndrangheta
Carabinieri che attaccano i cortei, caricando i manifestanti
Carabinieri impegnati all'estero in azioni di guerra
Carabinieri delle montature giudiziarie contro i militanti politici e sindacali...
(per le notizie più complete basta dare una scorsa su internet)



In questo caso Napolitano, definito da molti Re Giorgio, e Francesco I, in pieno stile da Medioevo si stringono la mano chiedendo ordine e sicurezza! Per loro e la loro tanto amata borghesia imperialista.

pc 6 giugno - NO TAV - La santa inquisizione in azione al processo

Processo ai No Tav accusati di terrorismo: la difesa chiede lo stop, la Corte respinge

No Tav accusati di terrorismo: la difesa chiede lo stop, la Corte respinge
Secondo l'avvocato di uno dei quattro imputati è illegittimo l'uso del giudizio immediato: "Ci sono solo indizi, così si elude l'udienza preliminare". I giudici replicano: "Questione manifestamente infondata". Palazzo Chigi, Ltf e sindacato di polizia parti civili

Il processo a carico dei quattro No Tav accusati di terrorismo che si celebra davanti alla Corte d'Assise di Torino è "incostituzionale" e "va sospeso" immediatamente secondo la difesa, ma i giudici respingono l'obiezione e il dibattimento va avanti. Nella maxi aula bunker del carcere delle Vallette di Torino l'avvocato dell'imputato Mattia Zanotti, Oreste Dominioni, aveva chiesto la trasmissione degli atti alla Corte costituzionale per una "manifesta illegittimità" del rito del giudizio immediato, che era stato chiesto e ottenuto dall'accusa, rito con cui si sta svolgendo il procedimento penale. "E' stata illegittimamente abolita l'udienza preliminare - aveva dichiarato Dominioni - L'azione penale può essere promossa in questo modo dal pm sulla base soltanto dei gravi indizi. Il pubblico ministero per poter promuovere l'azione penale legittimamente deve avere il sostegno di una idoneità probatoria, di elementi che fanno ritenere che il giudizio si concluda con una sentenza di condanna".

"Cosa - aveva sottolineato il legale, rilevando anche un errore nell'ordinanza del gip che ha disposto il giudizio immediato - del tutto diversa della gravità indiziaria. Inoltre il pm deve promuovere l'azione penale dopo che ha adempiuto al principio di completezza delle indagini per tutte le conseguenze. Sulla base di questo, chiedo che le questioni da noi ritenute assolutamente fondate e già collaudate con pronunce di incostituzionalità dalla Corte, siano dichiarate ovviamente rilevanti, non manifestamente infondate, e che quindi sia sospeso questo giudizio. Gli atti siano trasmessi alla corte costituzionale".

Il pm Antonio Rinaudo aveva ribattuto che "la questione della difesa è manifestamente infondata". "È stato disposto il giudizio immediato cautelare per soddisfare l'esigenza di velocizzare il procedimento - aveva aggiunto - Non c'è nessuna lesione dei diritti di difesa, e non si può prendere un errore per chiedere la nullità di questo procedimento che in realtà rispetta tutti i presupposti che servono per disporli. Il pm ha chiesto il giudizio immediato per gravi indizi di colpevolezza contenuti nella misura cautelare, che è già passata al vaglio di un tribunale del Riesame. Abbiamo l'evidenza probatoria rafforzata, abbiamo due giudici che hanno valutato la posizione degli imputati e non ci può ora attaccare a un refuso o un formalismo, non c'è stata nessuna nullità". I giudici hanno dato ragione alla pubblica accusa, dichiarando manifestamente infondata l'eccezione di Dominioni.

Mentre la Corte era ritirata per decidere sulle questioni sollevate dalla difesa gli imputati hanno ironizzato con gli amici nel pubblico a proposito dei nuovi 17 arresti tra i No Tav eseguiti martedì. "Raga, abbiamo fatto un presidio in solidarietà di voi pochi che siete rimasti fuori - ha urlato uno degli imputati dal gabbiotto - Tenete duro, mi raccomando".

Intanto sono state ammessi come parti civili la presidenza del Consiglio dei ministri, Ltf e il Sindacato autonomo di polizia. I quattro imputati, Claudio Alberto, Mattia Zanotti, Niccolò Blasi e Chiara Zenobi sono presenti in aula, tutti insieme in uno dei gabbiotti destinati ai detenuti. Tra il pubblico e nel piazzale davanti all'ingresso sono presenti un centinaio di attivisti No Tav. Alcuni di loro durante l'intervento dell'avvocato Dominioni hanno chiesto dal pubblico che i detenuti siano ammessi ad assistere all'udienza dai banchi della difesa.

Alla fine l'udienza è stata aggiornata al 13 giugno, quando il processo entrerà nel vivo con le deposizioni dei primi testimoni. Si tratta per lo più di uomini delle forze dell'ordine e di operai presenti all'interno del cantiere la notte dell'assalto al cantiere di Chiomonte, il 14 maggio 2013.

De Luca e la Tav: "Andrò in tribunale quando si potrà discutere a porte aperte"

De Luca: "Andrò in tribunale quando si potrà discutere a porte aperte"

Lo scrittore, che ieri non si è presentato in aula, processato a Torino per istigazione a delinquere: aveva dichiarato di essere a favore dei sabotaggi No Tav in val di Susa

Erri De Luca, ha sentito che cosa hanno detto i pm in udienza, che le sue dichiarazioni sulla liceità dei sabotaggi in Val di Susa, dato il suo spessore intellettuale e la sua notorietà, hanno finito per istigare una serie di attentati?"Non ho mai fatto l'esaltazione del sabotaggio. Ho semplicemente detto che quell'opera in Val di Susa va sabotata e per diverse ragioni che tutti conoscono bene...".
Questa quindi è la sua opinione?"E' soprattutto una constatazione se vogliamo essere corretti".
Ora però lei si trova imputato in un processo per istigazione per questa constatazione. Che cosa risponde alle accuse dei pubblici ministeri?"Che non posso discutere le mie opinioni in un'aula di tribunale. Quello che sta succedendo a Torino lo considero un abuso. Sono pronto a discutere dovunque, a confrontarmi con chiunque ma non nel ruolo di imputato. Non accetto l'intenzione di processare le opinioni. Se quello che ho detto è un reato, beh io lo ribadisco ma non lo posso ribattere davanti ad un tribunale. Non lo posso neanche trattare. L'opinione non è trattabile, è un diritto intrattabile".
Nel corso dell'udienza da parte dell'accusa sono stati citati anche altre sue dichiarazioni. Quelle fatte ad un giornale calabrese in cui lei tracciava una differenza tra il terrorismo (riferibile secondo lei ai bombardamenti come quello di Guernica) e quella che, riferendosi alle Brigate Rosse definisce "lotta armata". Come si difende?"Dicendo, come ho detto prima, che non ho nessuna intenzione di discutere le mie opinioni in un'aula di tribunale e da imputato. Ne sul Tav, né sulle Brigate Rosse o sulla lotta armata in Italia negli anni '70. Io vivo in un paese dove le opinioni sono libere e come tali possono essere espresse. Se il tribunale la pensa in un altro modo allora abita in un altro paese che non è il mio".
Davanti al tribunale ci sono state manifestazioni di solidarietà nei suoi confronti, gruppi di persone si sono radunati e hanno letto le sue opere..."Non è successo solo a Torino mi hanno detto che manifestazioni del genere sono avvenute anche in altre città. Che posso dire? Che mi fanno indubbiamente piacere e che è una solidarietà che, accettando con gratitudine, estendo a sostegno della lotta del movimento della Val di Susa".
C'era grande attesa per la sua udienza. Come mai ha preferito non andare in aula?"Non sono venuto in tribunale perché il mio avvocato mi ha spiegato che si trattava di un'udienza a porte chiuse e quindi non era il caso che presenziassi. Probabilmente non verrò neanche alla prossima udienza trattandosi ancora di un dibattimento a porte chiuse. Sarò in aula quando si procederà a porte aperte".

pc 6 giugno - Organizzare la partecipazione al corteo di Torino 11 luglio


pc 6 giugno - Vienna antinazista in corteo!


viennaL'altroieri a Vienna le Burschenschaften della Wiener KorporationsRing(WKR), associazioni universitarie che raccolgono i rampolli di “buona famiglia” di estrema destra, hanno organizzato una sfilata nell'occasione della festa della libertà.Vista la netta sconfitta al ballo accademico di gennaio, dove la famosa cerimonia è stata disertata da metà degli invitati, i giovani di estrema destra hanno pensato di poter recuperare un po' di credibilità grazie alla festa della libertà. La cerimonia consisteva in una sfilata con punto di concentramento all'università di Vienna e in seguito una conferenza al Palazzo Palffy sul 1848, anno in cui durante la Primavera dei popoli, secondo gli organizzatori, si è risvegliato lo spirito nazionalista dei paesi europei. Sicuramente il 1848 è stata una tappa importante per la coscienza nazionale, ma indubbiamente i motti e le rivoluzioni di allora non hanno nulla a che vedere con i toni e le caratteristiche che i neonazisti tentano di attribuire loro per trovare una giustificazione alle loro teorie aberranti.
Come a gennaio migliaia di antinazisti si sono dati appuntamento per contrastare questo vergognoso evento e ribadire ancora una volta che a Vienna non c'è spazio per questi loschi individui. Verso le 17, l'ora in cui doveva iniziare la parata delle Burschenschaften, la città era completamente militarizzata, davanti all'università erano schierati diversi plotoni di agenti, mentre dall'altra parte si trovava un presidio di oltre 2 mila antinazisti che hanno riposto all'appello del collettivo Offensive gegen Rechts (Offensiva contro le destre). Più di mille agenti, diverse decine di mezzi, un elicottero che sorvolava la città sono stati mobilitati per far sfilare e proteggere circa cento neonazisti delle Burschenschaften e altri gruppuscoli di neonazisti che si sono radunati in città.
Come risposta il presidio si è trasformato in un corteo che ha percorso le vie centrali per informare tutti i cittadini sul motivo della mobilitazione e della pesante militarizzazione messa in campo per appoggiare ancora una volta vergognose iniziative di stampo neonazista. La polizia ha provocato diverse volte il corteo, eseguendo almeno tre fermi senza un apparente motivo. Nonostante queste provocazioni il corteo ha attraversato la città, scandendo slogan come “Fuori i nazi”, “Allerta allera antifascista” e “No pasaran”.
La giornata di ieri, come la mobilitazione di gennaio, ha dimostrato la determinazione dei cittadini/e viennesi a estirpare questi gruppuscoli di estrema destra e ripulire la propria città da ogni forma di neonazismo.

pc 6 giugno - Ricordando Mara Cagol - "un fiore è sbocciato, e questo fiore di libertà continueremo a coltivarlo fino alla vittoria!"



Margherita
 5 giugno 1975: morte di Margherita (Mara) Cagol.
"Questa società, che violenta ogni minuto tutti noi, togliendoci ogni cosa che possa in qualche modo emanciparci o farci sentire veramente quello che siamo (ci toglie la possibilità di coltivare la famiglia, di coltivare noi stessi, le nostre esigenze, i nostri bisogni, ci reprime a livello psicologico, fisiologico, etico, ci manipola nei bisogni, nell’informazione, ecc. ecc.) ha estremo bisogno di essere trasformata da un profondo processo rivoluzionario."
(lettera alla madre del 28 novembre 1969)
Un anniversario importante, 40 anni dopo. Siamo in un altro mondo, certamente. Ma non sembra inutile ricordare quel che secondo il potere dovrebbe restare maledetto e ignorato.
*****
Il 5 Giugno 1975, presso la cascina Spiotta, in provincia di Alessandria, veniva assassinata, durante un conflitto a fuoco con i Carabinieri, Margherita Cagol, la compagna Mara, tra i fondatori delle Brigate Rosse. Uso volutamente il termine assassinata perché, sin dall’inizio, la versione dei Carabinieri stride con i risultati dell’autopsia, secondo cui: «Margherita è seduta a braccia alzate e le è stato sparato un solo colpo di pistola sotto al braccio sinistro: un colpo per uccidere». Bugie rituali e a cui siamo avvezzi, da parte delle forze dell’ordine. Ieri come oggi.
Per il “democratico” Stato italiano e l’insulsa morale borghese che lo nutre, pertanto, Mara è stata ed è una terrorista da annientare, fino a cancellarne la memoria. Per noi, viceversa, Mara è e sarà sempre una compagna, una combattente, una donna sensibile e colta, caduta per i suoi ideali comunisti di Libertà, Uguaglianza e Giustizia. Dunque, tenacemente vogliamo ricordarla. Tenacemente vogliamo onorarne la memoria.
Nel per la sua morte delle BRIGATE ROSSE si leggeva, tra l’altro: «E' caduta combattendo MARGHERITA CAGOL, "MARA," dirigente comunista e membro del comitato esecutivo delle Brigate Rosse. La sua vita e la sua morte sono un esempio che nessun combattente per la libertà potrà più dimenticare […] Non possiamo permetterci di versare lacrime sui nostri caduti, ma dobbiamo impararne la lezione di lealtà, coerenza, coraggio ed eroismo! […] Che tutti i sinceri rivoluzionari onorino la memoria di "MARA" meditando l'insegnamento politico che ha saputo dare con la sua scelta, con il suo lavoro, con la sua vita. Che mille braccia si protendano per raccogliere il suo fucile! […]»

pc 6 giugno - Pillole comuniste

Tutto quello che è reazionario è identico, dice Mao. Questa verità compete spesso ai comunisti mostrarla, disvelando in particolare quello che non si dice, non si mostra in apparenza reazionario e invece lo è.
Non è solo un problema di buoni argomenti ma di fatti che fanno da cartina di tornasole.
Fatti che mostrano la natura di classe, la posizione verso la rivoluzione reale, verso le guerre popolari nel mondo, e in particolare quelli che riguardano ideologia, partito..
Cercare la verità nei fatti per smascherare i reazionari

da Pillole comuniste - 1 -
19-6-2013

pc 6 giugno - Il grande affare dei DRONI arma di guerra contro i popoli vede l'Italia tra i primattori

(Redazione Contropiano)

Bisogna smetterala di guardare ai droni come un'esplusiva statunitense o israeliana. Questi dispositivi bellici per la "caccia all'uomo" mirata, a distanza, senza doverci rimettere qualche super-Rambo (dall'addestramento costoso e dalla resa incerta) sono presentissimi anche nella produzione industriale italiana.
E il loro utilizzo è prioritariamente destinato all'"intelligence". Ovvero allo spionaggio. Visto che l'Italia non si può permettere di spiare autonomamente altri paesi - se non quelli decisi in ambito Nato - bisogna per forza concluderene che l'oggetto dello spionaggio sia soprattutto il "nemico interno". Ovvero movimenti, associazioni, partiti, collettivi, gruppi, ecc, che risultano - a insindacabile giudizio dell'intelligence stessa - "non allineati" con gli orientamenti dello Stato, dell'Unione Europea e del loro sistema di alleanze. Fin dal nome - "Zeus" - viene evocata l'immagine di un potere punitivo "divino", viaggiante al di sopra dei poveri omuncoli (noi, insomma) che camminano sulla terra. Quando gli gira, un "zot" e risolvono il problema...
La circostanza è pacificamente ammessa dai protagonisti di questo busuness. Leggere per credere (disboscando il testo, naturalmente, dall'autocelebrazione).

*****
Zeus, il cervello italiano delle flotte di droni che pattugliano il territorio
Il progetto è stato presentato nei giorni scorsi a Roma, durante l’evento Analisi Geospaziale e Data Fusion per Applicazioni di Intelligence

Il progetto ZEUS (Zonal Emergency management with micro/mini Unmanned Systems)è sviluppato da b! in collaborazione con Eurolink Systems e con il sostegno del Consorzio Roma Ricerche. L’obiettivo d è la realizzazione di un Sistema di Comando e Controllo remoto di flotte di droni da fornire in dotazione a enti pubblici e privati per il controllo e la supervisione del territorio.
 Il progetto ZEUS ha una durata di 24 mesi e si concluderà nel mese di giugno 2014. Ad oggi è già stato sviluppato il primo prototipo funzionante.

 Mobile, flessibile e facilmente spostabile, la piattaforma ZEUS si presta in particolar modo all’utilizzo in situazioni di emergenza o presso istallazioni di difficile accesso alle normali forze operative terrestri. I droni di Eurolink Systems, comandati da una piattaforma di comando implementata da b! SpA, possono quindi essere utilizzati sia per ricognizioni statiche con decollo/atterraggio verticale, sia per missioni a lungo raggio e durata. I droni (aerei, terrestri, navali o filoguidati) vengono pilotati automaticamente e sono in grado di registrare dati telemetrici, immagini e video tramite telecamere ad alta definizione, microfoni ad alta sensibilità e sensoristica di varia natura.
La piattaforma di comando è costituita invece da tavoli “intelligenti”, multi-touch e multi-utente, che consentono di comandare le applicazioni tramite l’uso delle mani e delle dita, che possono quindi muoversi liberamente sulle mappe del territorio e in base a un database georeferenziato.

Massimiliano Malerba, Partner & Solution Manager b! SpA e Capo Progetto Zeus spiega il ruolo di b!: <>.

Pietro Lapiana, Chief Executive Officer di Eurolink Systems: <>.

Lino Fiorentino, Direttore Generale del Consorzio Roma Ricerche: L’ ideazione e la realizzazione del progetto ZEUS rappresenta una concreta esemplificazione dell’attività che Roma Ricerche svolge sul territorio per favorire i programmi di ricerca industriale e di innovazione tecnologica. L’aggregazione di due realtà industriali hi-tech del territorio, il contributo alla definizione delle specifiche del sistema, l’identificazione di un programma di finanziamento della Regione Lazio, il supporto alle attività tecniche di sviluppo prototipale e l’assistenza alla gestione del programma sono le principali fasi nelle quali Roma Ricerche ha fornito il proprio sostegno.
Gli ottimi risultati ottenuti alla conclusione della fase di sviluppo prototipale, ed il conseguente grande interesse mostrato da vari possibili utilizzatori di questo sistema innovativo, confermano quanto l’innovazione tecnologica rappresenti uno degli asset principali per l’aumento della competitività industriale delle nostre aziende e per la realizzazione di servizi efficienti ed innovativi.

Fonte: http://www.dronezine.it/zeus-il-cervello-italiano-delle-flotte-di-droni-che-pattugliano-il-territorio/

Approfondimenti: http://www.ingegneri.info/dal-progetto-zeus-droni-per-l-intelligence_ricerca_x_541.html

http://blog.leiweb.it/tecnologia/2014/05/17/i-droni-italiani-che-volano-in-flotta/

giovedì 5 giugno 2014

pc 5 giugno - speciale elezioni - 6 - Editoriale - una analisi di parte dei dati - contro euroconfusi e europportunisti

Non è vero che i risultati elettorali non si potevano prevedere, come dicono alcuni “euroconfusi” nel nostro campo; non è vero che la vittoria di Renzi non era già delineata nella sua storia concreta - già da noi analizzata; non è vero che le masse sono state comprate ad 80 euro, anche se questi soldi hanno contribuito non nell'azione economica ma nell'immagine di Renzi. E' vero, invece, che nel movimento operaio e di massa e nelle sue avanguardie, è mancata e manca una lotta politica e ideologica che certo chi si limita a documentare le lotte o ad esaltarle così come sono sicuramente non fa.
Non è vero che il trionfo dell'estrema destra in alcuni paesi non fosse ampiamente prevedibile come unico risultato concreto e pericoloso delle elezioni europee; è vero, invece, che è mancato un contrasto sia alla demagogia di Renzi, sia alle forze fasciste, che in Italia sono state rappresentate essenzialmente da Grillo nella contesa elettorale, ancor più che dalla Lega che pure ne ha tratto giovamento; contrasto che si incarnava e si incarna non solo nelle lotte, ma nel boicottaggio attivo delle elezioni e nel contrasto aperto anche di piazza al moderno fascismo.
Chi oggi si lamenta o si stupisce dei risultati elettorali, quali azioni, quali volantini, quale campagna ha fatto per orientare correttamente le masse? Nella maggior parte dei casi ha taciuto, è stato a guardare, non contribuendo neanche all'ampia esistenza di una massa in crescita dei 'non votanti', principale forma nelle elezioni europee della ribellione al sistema elettoral/parlamentare. Gli “euroconfusi” in campagna elettorale si sono trasformati in “euro opportunisti”.
Per non dire quale grande disorientamento comporta anche nelle avanguardie la sciagurata politica dell'antieuro e dell'antiEuorpa, che, oltre ad essere obiettivamente frutto di un'analisi sbagliata di come combattere l'Europa imperialista, ha lasciato campo libero ai veri beneficiari di questa politica, la destra imperialista e l'estrema destra fascista e nazista.

SUI DATI

Nelle elezioni i dati non sono tutto ma i comunisti hanno sempre necessità di provare ad analizzarli per cogliere anche in essi elementi e particolari necessari alla valutazione e soprattutto alla lotta di classe.
Innanzitutto, i comunisti analizzano il loro “voto” e ciò che si muove nel loro campo. Cosa che non fanno gli opportunisti, anche quando non si presentano alle elezioni e anche quando, per ragioni di orientamento economicista, ad esse danno scarso rilievo, salvo lamentarsi dopo. Per questo, il nostro primo problema è il 'non voto'.

L'Agenzia SBMB ha analizzato l'astensionismo. Non ci mettiamo la 'mano sul fuoco' ma qualche indicazione la dà. L'astensionismo è cresciuto dell'8%, portando i non votanti a 23.595.650, una percentuale del 48%, la più alta mai raggiunta in un'elezione generale.
Questa indagine, poi, sia pure a campione, individua gli strati sociali dell'astensionismo, e mostra che sono gli operai la prima forza dell'astensionismo. Azzardando percentuali: 51,25% (pari a 11.992.272) operai e nuclei familiari operai,12,04% (pari a 2.843.207) operai disoccupati, 16,11% (pari a 3.978.867) operai in pensione – che portano il totale dell'astensionismo operaio a 79,40% (pari a 18.814.346).
Il 20,60% (pari a 4.881.304) è dato invece da fasce di piccola borghesia e dai suoi nuclei familiari impoveriti o rovinati dalla crisi, artigiani, padroncini, piccoli contadini, e altre figure simili.
L'astensionismo al 48% è il doppio del voto reale raggiunto da Renzi che, calcolato sul numero complessivo del corpo elettorale, ottiene in realtà il 22,1%.

L'astensionismo al Sud supera quasi dovunque il 50%: siamo a circa 51% in Basilicata, 55% Calabria, 57,5% Sicilia, 58% Sardegna, circa il 50% in Campania e in Puglia.
L'astensionismo sarebbe stato molto più alto in alcune Regioni se non ci fossero state in contemporanea elezioni regionali e comunali. Vale a dire, alle elezioni europee, dove il voto era fino in fondo politico, l'astensionismo è più alto.

Le cifre dell'astensionismo negli altri paesi europei sono molto alte ma lo erano già prima, quello che conta è che in Italia è cresciuto del 26,9%, nettamente più alto della crescita media in altri paesi. A livello europeo, su più di 400 milioni chiamati alle urne nei 28 Stati membri, 240 milioni, pari al 57% le hanno disertate: Slovacchia 87%, Repubblica Ceca 80,5%, Slovenia 79%, Gran Bretagna 64%, Olanda 63%, Francia 56,5%, Germania 52,1%.

Il voto a Renzi è drogato. Nasce dalla riuscita dell'operazione Renzi, non nel conquistare il voto popolare, come dicono sbagliando gli euroconfusi, ma nel mangiarsi gli altri partiti alleati: Scelta civica, Italia dei Valori, ecc., e in parte recuperando voti da Berlusconi e da Grillo. Secondo Sky Tv Tg24, il PD avrebbe assorbito 1.270mila voti da Scelta civica, 450mila voti dal Pdl, 750mila voti dal M5S.
Secondo gli osservatori, Renzi non ha recuperato un solo nuovo voto a sinistra e non ha intaccato quasi per niente l'astensionismo operaio e proletario – che invece è cresciuto notevolmente – altro che 'popolo conquistato dalle 80 euro'. Il PD ha fatto il pieno della destra di governo e di non governo. Forza Italia ha perso oltre 2milioni di voti, il cui elettorato corrisponde oggi a 9,1% dell'elettorato totale.
Dal sondaggio SVG: “Il Pd attualmente è diventato il primo partito tra gli imprenditori... Oltre agli imprenditori, l'altra categoria strategica del PD sono gli artigiani”. Il maggior numero di artigiani che l'hanno votato sono quelli del nord est, oltre 900mila voti nella vandea veneta (ex leghista)”.
Spiega Tonini, senatore del PD: “Renzi ha ribaltato. L'avversario non sono più gli evasori del nord, come aveva detto il Ministro Visco, ma lo Stato da cambiare e alleggerire (Renzi raccoglie il voto degli evasori – ndr)”. Renzi sfonda in zone dove la sinistra era sempre stata minoritaria, facendo il pieno dei voti della Lega e di Forza Italia, compreso quelli provvisoriamente transitati da Grillo.

Non è vero che la Lega nord è cresciuta, anche se l'operazione 'Salvini' e l'azione da estrema destra lepenista sono servite a non farla sparire. La Lega nord ha raccolto rispetto alle europee del 2009, 1.688mila voti, la metà di quelli raccolti appunto nel 2009 che erano oltre 3milioni di voti.

Grillo in soli 15 mesi ha perso 2.884.044 voti, e di questi parte rilevante è andata all'astensionismo, secondo alcuni calcoli circa 2milioni. Grillo aveva raccolto nella precedente elezioni il 30% del voto dei giovanissimi, ora ha perso oltre il 5% tra i giovani. Il dato più importante che si osserva sul fronte grillino è la delusione, 2,7milioni di italiani che l'anno scorso gli hanno dato fiducia quest'anno sono rimasti a casa. Grillo ha perso essenzialmente non per i suoi toni urlati che in realtà sono stati imitati, ma per l'incapacità di dare risposte alle esigenze di proletari e masse che l'avevano votato e per l'emergere chiaro e netto che la natura della sua politica e dei suoi metodi è dittatoriale, razzista, antioperaia travestita da antisindacale, antipopolare in genere.

Il Nuovo Centro Destra è un miracolato, questo sì, dall'astensione, dato che si è elevata la percentuale tra i votanti permettendo di superare la soglia di sbarramento. Ma i voti sono stati pochi, basti pensare che l'Udc da sola nel 2009 – ora invece fa parte della coalizione del NCD – aveva preso 800mila voti in più.

Altra miracolata dall'astensionismo è la lista Tsipras, ma anch'essa ha preso pochi voti, nonostante avesse raccolto esponenti borghesi, pezzi della Repubblica, del Fatto quotidiano, socialdemocratici, il grottesco ex “disobbediente” Casarini, e coloro che non mancano mai, falsi comunisti, troskisti, e ha contando su Il Manifesto quasi come suo organo ufficiale; nel 2009 Prc, Pdci e Sel avevano raccolto 800mila voti in più. In termini assoluti la lista Tsipras ha ottenuto meno della somma dei voti presi neanche un anno fa da Sel e Ingroia messi insieme. Sicuramente Tsipras non ha recuperato nulla sull'astensionismo operaio e popolare, anzi gran parte degli elettori di sinistra di quest'area questa volta non hanno votato.

E' inutile dire che l'astensionismo ha potuto contare su pochissime forze attive che hanno portato tra le masse questa battaglia - tra cui, nella forma del boicottaggio attivo, quella del nostro partito.

Il nuovo parlamento europeo nella sostanza non conterà neanche questa volta nulla, ma la crisi dell'Europa imperialista fa sì che l'Europa stessa e i suoi governi abbiano bisogno di una foglia di fico e una camera di compensazione che completi il ruolo della troika e aiuti a trattare le contraddizioni interne e nello stesso tempo a far sfogare in un recinto di parassiti le istanze anti euro e anti Europa che brulicano nei paesi europei.
Uno strumento nuovo, aggiuntivo dell'Europa imperialista ma molto vecchio perchè somiglia ai vecchi parlamenti dell'epoca d'oro della legge proporzionale e di un'Europa non in crisi. In questo nuovo parlamento non è cambiato granchè; dei 776 seggi i popolari ne avevano 274 ora ne hanno 213, targhettati Merkel ed esprimenti la presidenza, probabile Junker, sono in questo momento forza di maggioranza, ma nella sostanza di minoranza rispetto al panorama maggiormente venato di critiche e di euroscetticismo.
I socialisti sono passati da 190 a 196, il loro peso relativo è cresciuto, la direzione è schiacciantemente socialdemocrazia tedesca, la prospettiva è l'intesa condizionante con i popolari.
La sinistra radicale, ringiovanita da Syriza, è passata da 35 a 42.
Tutto il resto è un mare dove destra e sinistra non esistono più, sono tutti euroscettici a parole, a caccia poi in sostanza di inclusione nelle larghe intese della maggioranza parlamentare, liberali (passati da 83 a 64), verdi (passati da 57 a 53), conservatori antifederalisti (passati da 57 a 46). Questi più o meno dovrebbero sostenere la maggioranza.
E' cresciuta notevolmente l'opposizione di destra tra gruppi euroscettici indipendenti. Queste forze piene di fascisti, nazisti, xenofobi, razzisti, hanno attualmente la loro base oggettiva in Francia con agganci significativi in Inghilterra, Italia, e di simile orientamento è anche la maggioranza dell'Est Europa. Il pericolo di questa presenza è la legittimazione parlamentare e istituzionale, non tanto dei sentimenti reazionari che dentro la crisi c'erano e ci saranno, quanto della militanza paramilitare organizzata che vuole sporcare i paesi europei di nero e di sangue.
In questo senso l'europarlamento può diventare un centro politico organizzato della reazione.

Serve quindi un fronte antifascista e antimperialista europeo come movimento ma anche come rappresentanza alternativa fuori dal parlamento.

pc 5 giugno - speciale elezioni - 5 - Siryza e altri


Nel parlamento europeo, però, è cambiata, se non nella sostanza, la forma della presenza della sinistra parlamentare. 
  
Essa ora ha come traino principale Siryza greca, neo socialdemocrazia di sinistra, di stampo eurocomunista, con un più aperto legame con la parte moderata dei movimenti.
Questa realtà ha avuto un risultato importante in Grecia, come è naturale, che ne può segnare la forza ma anche il limite, Siryza è quasi partito di governo e per quanto si possa dare una veste alternativa e movimentista, sempre “di governo” in un paese capitalista minore è. Questa componente ha ritenuto un risultato significativo anche in Spagna, favorita qui dalla gestione dei piani della troika da parte di un governo di centrodestra. La lista Podemos ha raggiunto l'8% dei voti e 5 seggi, che si aggiungono a quelli di Isquierda Unida e suoi alleati che è passata dal 4 al 10%, più ancora la sinistra catalana che ha ottenuto 3 seggi. Podemos è l'unica lista in Spagna, però, che è riuscita a trasformare il movimento di base riformista 'Occupy' in forza elettorale. Lo stile del movimento è grillino, senza la demagogia populista reazionaria di Grillo: star televisiva, il 35enne professore di scienze politiche, Pablo Iglesias.
Queste liste hanno eroso l'astensionismo e quindi hanno portato uno scarto alla dimensione politica europea dell'astensionismo, in questo appaiono abbastanza inoffensive verso i poteri dominanti ma invece insidiose nel quadro della costruzione dell'opposizione proletaria antagonista e antimperialista.
Altri temi che camminano attraverso queste presenze e queste liste sono quelle: 'non vogliamo essere una colonia della Germania', 'dignità er i paesi del sud' (visti come un tutt'uno e in questo candidarsi ad essere copertura a sinistra degli interessi di frazioni delle borghesie capitaliste imperialiste di questi paesi), il tema gettonatissimo dei 'costi della politica' e del 'colpiti dai mutui bancari', 'costi della politca, corruzione politica', 'limitazione dei mandati parlamentari', 'comunicazione web', 'rifiuto delle categorie destra, centro, sinistra'.
Podemos è la classica lista di grillino di sinistra, certo meglio del Grillo di destra che conosciamo in Italia. Iglesias conclude una sua intervista su Il Manifesto, parlando dell'Italia: “Siete stati un mio riferimento politico per molti anni. La mia tesi di dottorato è stata sulle 'tute bianche'” - un allievo che ha superato il maestro, vista la grottesca fine della cariatide italiana, Luca Casarini, cantore attuale di piccoli imprenditori, artigiani, ecc.
Anche in Germania l'ultima incarnazione è Linke che ha eletto tra i suoi 7 deputati un economista italo-tedesco, De Masi. Questo è molto chiaro nel suo ruolo di socialdemocrazia di sinistra e del suo ruolo attuale, si lamenta dell'astensionismo, guarda a Tsipras, invita la SPD ha collaborare con il leader di Siryza (ovvero a cooptarlo come copertura) e intende fare di più per essere un interlocutore credibile del movimento sindacale. Ma anche qui la venatura di destra non tarda ad emergere. Ci siamo difesi bene dalla concorrenza di AFD che ha tentato di pescare nel nostro stesso bacino del voto di protesta, cercando addirittura di passare per il partito della povera gente.
AFD è uno dei partiti della destra, capeggiato dall'ex presidente della confindustria tedesca che raccoglie voti nell'ala insoddisfatta della CDU bavarese.
Alcune cose giuste però De Masi le dice nell'attaccare, sia pure a fini elettorali, la natura di destra dei Verdi tedeschi, questi sì più simili al Grillo di destra italiano, “le cui tesi – dice De Masi – sono simili a quelle dei neocons americani. Sostengono Kiev e i neo nazisti interni e là dove i Verdi sono al governo conducono politiche del tutto simili ai socialdemocratici ufficiali, e, per esempio, nel governo dell'Assia fanno un governo di larghe intese con la CDU.

Dopo l'elezioni - la lista Tsipras dà il meglio di sè e qualcuno sfiora il ridicolo

L'assemblea post elettorale della lista Tsipras si è svolta in un clima di euforia, tipica da miracolato per aver raggiunto il quorum. Nella falsa sinistra non c'è mai decoro e misura, anche quando si tratta spesso di raggruppamenti di sinceri democratici, di intellettuali e di militanti, per così dire, impegnati e per bene, ma ideologicamente bacati di elitarismo da ceto politico, che già ne aveva fatto le sfortune, da Bertinotti in poi; analisi e spirito critico, quando si tratta di sé stessi, o è di facciata o manca del tutto.
Così in questa assemblea nazionale post elettorale si è assistito ad affermazioni che unicamente si possono definire tragico/ridicole.
Sandro Medici, romano, eterno candidato alternativo, inizia l'assemblea commosso. Revelli che più passa il tempo e più sembra interpretare una sorta di caricatura di sé stesso, già vista all'opera di fronte all'emergenza del movimento dei 4 gatti dei forconi, e si lancia con un linguaggio da nuova guida carismatica: “Tanti voti nelle città, superati i vecchi steccati. Ora i comitati locali si riconvochino subito, si riparta”.
I tre eletti di seconda fila, burocrati da un po' di Sel e di RC, dichiarano di sé: “Parlaimo la lingua di una nuova generazione politica. E potremmo continuare ancora per un po'...
Ma siamo obbligati a tacere di fronte alla dichiarazione di Guido Viale: “Abbiamo messo insieme le migliori intelligenze del paese... Ma adesso apriamo le porte della nostra organizzazione” (!).

pc 5 giugno - speciale elezioni - 3 - Tutti sul carro di Renzi

La Repubblica con il santone Scalfari ha fatto sfrenata campagna per Renzi, nonostante avesse giornalisti o simili presnti anche in altre liste, compreso Tsipras. Solo che c'è un limite a tutto. Nella pagina romana di Repubblica ha definito il quartiere dove Renzi ha avuto maggiori voti, 'Trieste – Parioli', “il quartiere più rosso”, senza neanche la decenza di dire che si tratta di un quartiere notoriamente noto come 'quartiere bene' di Roma, una volta regno della Dc di Sbardella o del voto Msi.

Nel parlamento europeo e non solo, anche nelle zone del Sud, si aggira da tempo un individuo, Gianni Pittella, che ora potrebbe diventare addirittura presidente del parlamento europeo. Si tratta di un politico di lungo corso, lucano, di famiglia che faceva parte del Psi craxiano, il cui padre è stato latitante fino al '99, il cui fratello è presidente della Regione Basilicata, che si compiace di dire “solo uno scemo può dire che io compro i voti... dopo trent'anni di politica è il giusto riconoscimento...”. Ha una particolare abilità nel tessere rapporti con i capatazzi del voto al Sud. Con una conoscenza particolare dei meandri della burocrazia europea, con i quali riesce a canalizzare tutte le occasioni di finanziamento per sindaci, presidenti di Regione e imprenditori. Che parla una strana lingua, mista tra il lucano e l'inglese – l'altra faccia del 'pianeta Renzi'.

La ministra Marianna Maria un anno fa: “Bersani è il miglior premier che l'Italia possa avere”. Oggi: “Renzi è il miglior premier che l'Italia possa avere”.

Adriano Sofri: “Non ho potuto fare a meno di fregarmi le mani per il trionfo renziano”.

Giuliano Ferrara: “Renzi con l'appoggio di Berlusconi sconfigge il partito manettaro”.

La Repubblica: “Il PD ha sfondato nel nord-est le roccaforti di Forza Italia e Lega perchè è riuscito ad interpretare le aspettativa di ripresa e riscatto degli industriali, dopo che Grillo non ha concretizzato le loro attese”.

I PADRONI.
Agnelli: “Dal voto segnale di grande volontà riformista”. Marchionne: “Felice di come sono andate le cose, è un passo avanti”.
Barilla: “Dal voto un segnale di stabilità che le imprese apprezzano”.
Zuccato, Confindustria Veneto: “Renzi legittima e consolida la leadership politica. Un fatto che gli industriali veneti accolgono con favore”.
Baban, presidente industriali di Treviso: “Ogni imprenditore che conosco ha votato Renzi. Non ho mai visto tanta unità. Lo si è scelto con coscienza da padri di famiglia, superando steccati partitici e concetti come 'destra e sinistra'. Il Veneto non ha votato tanto per la sinistra ma per la stabilità”.
Questo dovrebbero capirlo gli euroconfusi che dicono che Renzi ha vinto per gli '80 euro' e non per... gli 80 miliardi di euro che si aspettano in più di profitti gli industriali... 

PD di Renzi come la DC ma quella di Fanfani!
Follini: “il PD di Renzi come la DC?... Si è guadagnato l'elettorato che si sarebbe detto centrista, tanto è vero che le forze di centro hanno un magro risultato, ma anche tanti elettori del centrodestra votano per il Pd. E' una strada molto simile a quella del cinquantennio democristiano... Mi pare ragionevole che il paragone venga fatto con la Dc di Fanfani che aveva la leadership più forte”.
Titolo di uno degli editoriali del Corriere della Sera: “Come la DC di Fanfani nel '58”.