martedì 9 dicembre 2014

pc 9 dicembre - ILVA TARANTO ogni soluzione di padroni e governo è un disastro per gli operai

Dall'ultimo numero di 'proletari comunisti'
giornale del PCm Italia info pcro.red@gmail.com

L’Ilva dimostra, passaggio dopo passaggio, in maniera esemplare, che ogni “soluzione” del governo, del padronato, dello Stato è un disastro per gli operai.

Le “soluzioni” in campo attualmente per l’Ilva sono:
- svenderla subito a qualche multinazionale straniera, più probabile ArcelorMittal, che ha soprattutto il problema di acquisire più forza economica in Europa ampliando l’occupazione di fette di mercato mondiale per strapparle alla concorrenza, in una situazione comunque di sovracapacità produttiva rispetto alla domanda in Europa. Si prenderanno, quindi, solo una parte dell'Ilva, tagliando posti di lavoro, e mettendo solo quei fondi che servano per andare avanti, non certo per risanarla. Anzi, ArcelorMittal ha definito “irrealistici e insostenibili” gli obiettivi sulla riduzione delle emissioni di CO2 fissati dalla Ue, che “costringeranno le imprese siderurgiche a delocalizzare nei Paesi low cost e distruggeranno l’industria e centinaia di migliaia di posti di lavoro”.
- Non in alternativa alla prima ipotesi: dare più peso agli acquirenti italiani (Marcegaglia. Arvedi) come vorrebbe la Federacciaio con l’”attenzione” della Cassa depositi e Prestiti;
- creare comunque una “new/good company” in cui mettere ciò che dà profitto per i nuovi padroni e una “bad company” per scaricare debiti, problemi ambientali, risarcimenti frutto del processo in corso, e... operai, almeno 5/6mila, di “troppo”.

La logica "mors tua vita mea" del capitale e dei suoi governi scavalca ogni norma sociale secondo cui chiunque vada ad acquistare un bene patrimoniale dovrebbe prenderlo così com'è, con gli aspetti buoni e con gli aspetti da aggiustare; ma questo non vale per i padroni!
Se passa questa ipotesi, all'Ilva la situazione sarà come e peggio dei tempi di Riva, i diritti degli operai saranno ancora di più carta straccia, anche in termini di difesa del posto di lavoro, del salario, delle condizioni di lavoro - tra un pò conteremo i morti "indiani"?

Chi si illudeva, compreso parte degli stessi operai Ilva, che liberandosi di Riva tutto si sarebbe sistemato, ora può aprire gli occhi: i padroni, italiani o stranieri/indiani che siano, sono una razza bastarda e tutti i governi, si chiamino Berlusconi o Renzi, sono al loro servizio!
Ognuna di queste “soluzione” nasconde, poi, che deve fare i conti con i Riva che restano ancora i proprietari dell’Ilva e ne vorranno eccome conto!

A fronte di queste “soluzioni”, c’è chi - Fiom e Usb - propone la “nazionalizzazione”, che, fermo restando questo Stato al servizio dei padroni (e nè Fiom nè Usb lo mettono minimamente in discussione), o significherebbe più o meno quello che sta già avvenendo oggi: prendersi l’Ilva, rimetterla un pò a posto con i soldi pubblici/nostri per consegnarla in futuro ad altri padroni, o significherebbe quello che è già avvenuto ieri, con l’Italsider, uguale sfruttamento e attacco alla salute, morti sul lavoro, ecc

Gli operai non possono essere partigiani di questa o quell’altra “soluzione”, perchè sarebbero degli agnelli sacrificali all’altare del profitto. 
Per gli operai sono solo due le “soluzioni”: 
Ora battersi - al di là di quello che dicono Gnudi, Renzi, padroni italiani o indiani che siano - per una difesa rigida di posti di lavoro, salari, diritti e sicurezza-salute per sè e le masse popolari di Taranto, con una linea sindacale di classe intransigente che non guarda in faccia nessuno;
attrezzarsi, organizzativamente e politicamente, per lottare contro l’intero sistema dei padroni, perchè senza “potere operaio” tutto è illusione.
Requisizione dei fondi nascosti dei Riva, imposizione del risanamento e bonifiche, ecc., possono essere il frutto solo di questa battaglia. 

Ma per questo occorre che gli operai aprano gli occhi e le orecchie e costruiscano la loro autonomia da padroni, governo, sindacati confederali, sindacati di base e liberi e pensanti di vario genere e tipo.

L’unica “libertà” che abbiamo è quella di organizzare un sindacato di classe, una lotta vera, e di costruire un partito degli operai, comunista rivoluzionario di tipo nuovo; l’unico “pensiero”è usare finalmente la testa per questo.

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