sabato 27 dicembre 2014

pc 27 dicembre - Contro il regime NAZI-NATO ddi KIEV

Kiev verso la Nato, Mosca reagisce. Amnesty: “i nazisti bloccano gli aiuti al Donbass”
Amnesty: “i nazisti bloccano gli aiuti al Donbass'
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contropiano  
 
Improvvisamente la situazione che sembrava avviata verso una relativa distensione sembra vivere una nuova escalation. 
La riunione prevista ieri a Minsk tra le delegazioni della Giunta ucraina e quelle delle Repubbliche Popolari per consolidare la tregua in atto dal 9 dicembre e discutere di questioni riguardanti il possibile ritorno del Donbass sotto l’autorità di Kiev nel quadro di un paese ‘federalizzato’ è stata improvvisamente cancellata.
Secondo varie fonti è stato il regime di Kiev a bloccare tutto, ma poi anche Vladislav Deinego, capo della delegazione della Repubblica Popolare di Lugansk, aveva affermato che “I rappresentanti delle Repubbliche Popolari non parteciperanno ai negoziati di venerdì”. Poco prima il capo negoziatore della Repubblica di Donetsk, Denís Pushilin, aveva informato che nonostante i suoi avessero completato attraverso l’intermediazione dell’Osce tutte le procedure previe alla riunione di Minsk, erano stati ignorati dall’Ucraina.
Poi la cancellazione della prevista seconda riunione del Gruppo di Contatto di Minsk con la mediazione di Russia e Osce è stata confermata dal capo ufficio stampa del ministero degli esteri bielorusso Dmitri Mirónchik.

Sembra che a causare la fibrillazione sia stato il mancato scambio di prigionieri che secondo la road map pattuita tra le due parti avrebbe dovuto tenersi prima del previsto incontro di ieri a Minsk. Nessun accordo raggiunto quindi finora su altri importanti punti del negoziato in stallo, come ad esempio il ritiro dell’artiglieria pesante ad alcuni chilometri di distanza dal fronte o l’apertura di corridoi umanitari per permettere l’assistenza delle popolazioni assediate del Donbass. A più di tre mesi dall'accordo sul ripiegamento dell’artiglieria pesante ad almeno 30 chilometri dal fronte, raggiunto a Minsk nell’ambito del patto firmato il 20 settembre, nessun passo avanti è stato fatto su questo punto.
E’ soprattutto un altro dei punti che avrebbero dovuto essere al centro dei colloqui di ieri a preoccupare.

 L’organizzazione Amnesty International – che certo non può essere considerata vicina ai ribelli del Donbass e tantomeno alla Russia – ha affermato mercoledì scorso che nei territori orientali dell’Ucraina è in atto una “catastrofe umanitaria”, denunciando che i battaglioni di volontari di Kiev – quelli formati per lo più da militanti ultranazionalisti e neonazisti - bloccano sempre più spesso gli aiuti umanitari diretti verso la martoriata regione vittima ormai da molti mesi di bombardamenti ed embargo.
“Con l’arrivo dell’inverno, la situazione già disperata dell’Ucraina orientale sta peggiorando perché i battaglioni di volontari impediscono che gli aiuti medici ed alimentari arrivino a chi ne ha bisogno. Non è un segreto che la regione stia affrontando un disastro umanitario e che sono molti gli abitanti che rischiano di morire di fame” ha denunciato Denis Krivosheev, direttore del Programma Regionale per l’Europa e l’Asia Centrale di Amnesty International.

Krivosheev ha sottolineato che da quanto il regime di Kiev ha sospeso il pagamento dei salari, delle pensioni e dei sussidi sociali alla popolazione dei territori ribelli, metà della popolazione non è in grado di alimentarsi e che i battaglioni punitivi "agiscono come bande di rinnegati” insistendo sul fatto che "negare il cibo alle persone intrappolate dal conflitto è contrario al diritto internazionale e i responsabili di questo devono risponderne”.
Secondo le ultime informazioni diffuse da Amnesty, i battaglioni neonazisti, tra i quali il Dnipro-1 e Aidar, hanno bloccato 11 strade che portano alle Repubbliche Popolari di Donetsk e di Lugansk, impedendo il passaggio di alcuni convogli di aiuti – alcuni dei quali inviati da istituzioni internazionali e associazioni di solidarietà operanti in vari paesi – ed hanno posto come condizione per lo sblocco degli aiuti la immediata liberazione di alcuni loro miliziani catturati dalle forze armate della controparte. La scorsa settimana il battaglione Dnipro-1 ha impedito il passaggio di quattro convogli carichi di aiuti umanitari inviati dall’oligarca Rinat Akhmetov. “Siamo in guerra con loro e stiamo versando il nostro sangue, ma al tempo stesso li sfamiamo” è stato il commento caustico del vicecomandante del Dnipro-1, Vladimir Manko....

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