martedì 23 dicembre 2014

pc 23 dicembre - Natale di lotta a Pomigliano - Slai cobas Fiat Pomigliano e Comitato Mogli Operai Pomigliano

Natale in casa Marchionne

Neanche la morte di un operaio, avvenuta appena poche ore prima, ha fermato gli “eroi” della dirigenza Fiat ad inscenare l’ennesima ipocrita distribuzione di elemosine ai figli degli addetti nello
stabilimento di Pomigliano.
“Natale bimbi” è lo show che il Marchionne pensiero mette in scena ogni anno, mentre molti sono
ancora in cassa integrazione, decine sono gli infortuni taciuti, i suicidi della disperazione, gli ammalati per patologie direttamente riconducibili all’attività nella fabbrica... dove non esistono più pause, né il minimo rispetto perla salute di chi ci lavora.

Comitato mogli degli operai di Pomigliano e sindacato Slai cobas erano assieme fuori i cancelli,
forti della verità delle loro denunce e di quel “pugno alzato” che significa resistenza e reazione,
resistenza alle palesi ingiustizie della Fiat, alle evidenti violazioni dei diritti, alle chiare dirette
responsabilità sui lutti che hanno colpito molte famiglie, reazione di chi non vuol mollare, di chi
non vuole insegnare ai propri figli ad essere schiavi allegri, soddisfatti per un pacco dono che non
copre, neanche minimamente, il lavoro ed il sudore, le lacrime ed il sangue.
Due mondi contrapposti, ormai sempre più divisi in ogni parte del paese.
I ricchi affamatori, che Renzielogia ad ogni sua apparizione televisiva, forti dell’appoggio di una
politica corrotta e di un jobs act che cancella definitivamente ogni diritto di chi lavora, che autorizza, con la legge di stabilità, un ulteriore avvelenamento di quel territorio e di quell’ambiente, che già vede la magistratura pronta ad accoglierne il disegno con le vergognose assoluzioni di questi giorni (Eternit, Marlane/Marzotto, Bussi), a spingere sull’acceleratore delle riforme fasciste del governo, dall’altra morti per amianto, per avvelenamento delle acque, per essere stati esposti ai fumi tossici dei composti chimici per la lavorazione dei tessuti, i milioni di sfruttati, con contratti precari o a “chiamata”, i milioni di disoccupati, i poveri, giovani ed anziani, i disabili.

In quel spiazzale, davanti ai cartelli in stile “impero”: “Noi siamo quello che facciamo”, c’era il
mondo reale, fatto da quelle persone che con la sola forza della loro volontà, di quella dignità che
non ha nulla a che vedere con il lavoro, ma con il rispetto completo dei diritti di ogni persona, con soli due amplificatori ha zittito lo show della Fiat, ha annichilito le stesse guardie giurate, ha
fermato quei lavoratori che, in fila, andavano a prendere il “dono” per i loro figli.
“Insieme possiamo vincere”...tre semplici parole che messe assieme sono il sunto, il compendio,
dell’attuale momento storico.
Solo assieme i lavoratori, gli studenti, i disoccupati, i senza casa, i disabili, i cosiddetti ultimi di
questa terra possono ritrovare la forza e la determinazione per riprendersi ciò che gli è stato
rubato e che non si chiama dignità, ma libertà e vita.

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