martedì 23 dicembre 2014

pc 23 dicembre - Condannati a risarcire...alla buon'ora! Perugini e altri 4 sbirri vigliacchi e violenti del G8 di Genova

L’ex vicequestore Alessandro Perugini (in maglia gialla) prende a calci il giovane Mattana

G8, un calcio da 50mila euro. Cinque poliziotti condannati per “danno d’immagine”

L’ex vicequestore Alessandro Perugini (in maglia gialla) prende a calci il giovane Mattana

Genova - I giudici della Corte dei Conti della Liguria hanno condannato per danno di immagine al pagamento di 120mila euro cinque poliziotti implicati nei fatti del G8 di Genova del luglio del 2001, nello specifico per le percosse subite da Marco Mattana, all’epoca ancora minorenne. La procura chiedeva, invece, un risarcimento di oltre un milione.
A dover pagare di più, l’allora vicequestore aggiunto della Digos di Genova e oggi primo dirigente Alessandro Perugini, che dovrà risarcire 50mila euro: condanna poi ad un esborso di 25mila euro per Antonio Del Giacco e 15mila euro ciascuno per Enzo Raschellà, Luca Mantovani e il sovrintendente capo Sebastiano Pinzone.
Nel mirino del procuratore contabile era finito il pestaggio del giovane Mattana e il fermo di altri quattro ragazzi.I cinque poliziotti, proprio per questo episodio, sono già stati condannati penalmente e al risarcimento danni delle parti civili, con sentenza passata in giudicato, per il reato di falsità ideologica, mentre per le altre accuse è intervenuta la prescrizione. Per la procura contabile sono proprio quei reati a costituire il danno d’immagine.
Secondo l’accusa, sostenuta dal procuratore della Corte dei Conti Ermete Bogetti, Perugini e Pinzone, «non solo non erano intervenuti per fermare l’aggressione, potendolo fare anche in virtù del loro grado, ma avevano essi stessi colpito» il giovane, «causandogli lesioni personali con prognosi di 20 giorni».
Per i giudici contabili, il danno d’immagine si deve considerare solo per il reato di falso ideologico: solo per questo vi è stata una condanna penale. I giudici sottolineano poi anche come «questi comportamenti hanno determinato una corale disapprovazione ed un diffuso e persistente sentimento di sfiducia della collettività nell’Amministrazione della pubblica sicurezza».

Nessun commento:

Posta un commento