domenica 30 novembre 2014

pc 30 novembre - GLI STRILLI SCOMPOSTI DEI PRESIDI DI NAPOLI DIMOSTRANO IN REALTA' LA LORO PAURA

RIPORTIAMO DICHIARAZIONI RILASCIATE AI GIORNALI DA ALCUNI DI QUESTI PRESIDI PERCHE' SI COMMENTANO DA SOLI.


Dirigenti scolastici:"Non ne possiamo più, dobbiamo colpire i collettivi". Dirigenti scolastici sul piede di guerra dopo l'ondata di occupazioni scattata negli istituti della regione.

«Una sola cellula dietro le occupazioni» La preside del Giordani denuncia sette studenti Ci sarebbe, dietro le occupazioni di tutte le scuole di Napoli, un’unica regìa. Quella di «una cellula organizzatissima». Un «collettivo» che guida la protesta e in cambio ottiene «la mobilitazione degli studenti in occasione delle manifestazioni di piazza» che organizza. L’accusa — durissima — la firma Anna Mazzarella, dirigente scolastico del Giordani... I dirigenti scolatici, infatti, chiedono di «colpire i collettivi in tutte le scuole», di «allontanarli». Perché — come spiega Armida Filippelli, preside del Galiani, l’istituto devastato e saccheggiato— «questo è un brodo di cultura che consente ai criminali di entrare nelle scuole. Le occupazioni, insomma, diventano un cavallo di Troia sfruttato da persone estranee al nostro ambiente». La stragrande maggioranza degli studenti, beninteso, non c’entra nulla. E nessuno, nella scuola e nelle istituzioni, ha intenzione di criminalizzare la loro protesta. Il problema — a sentire i presidi — sono quegli studenti che fungono da anello di collegamento con i collettivi. Quelli che strumentalizzano la protesta dei loro compagni di classe. «Agenti interni», insomma... «Sono stata in Sardegna, Umbria. E poi in Campania, a Gragnano, Capri, Ponticelli. Mai, e dico mai, hanno occupato una scuola da me diretta. Sono sempre riuscita a dialogare con i ragazzi». Quattro anni fa, però, è cambiato qualcosa. «Ho capito che c’era una cellula politica dietro queste occupazioni. Hanno i centri sociali, canali di comunicazione dedicati, perfino un avvocato. Non ho mai visto un’organizzazione così capillare: conoscono a menadito le regole della burocrazia, sanno che l’interruzione del servizio di segreteria è un reato e si guardano bene dal farlo»... Il prezzo di quest’appoggio? «Quando ci sono le manifestazioni di piazza gli studenti, in cambio, si mobilitano e aderiscono alle proteste. E non escludo che alcuni di quelli che hanno occupato le scuole sono gli stessi che sono scesi in piazza a Bagnoli... La cellula più violenta è al Vico, ma elementi sono presenti anche al Genovesi, al Galiani, al Copernico, al Nitti, allo Striano. È necessario ristabilire i ruoli, ma per questo serve l’apporto di tutti. E la colpa è anche della stampa, ché fino ad ora chi ha preteso il rispetto delle regole è stato chiamato preside fascista, come è accaduto alla mia collega Armida Filippelli. Io vorrei solo che tutti capissero che noi dobbiamo dirigere le scuole, non fare gli strateghi militari». Ed è anche per questo che venerdì i capi degli istituti incontrano il direttore scolastico regionale Luisa Franzese e il questore Guido Marino: «È necessario trovare una linea comune»...

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