domenica 2 novembre 2014

pc 2 novembre - la rivolta nel Burkina Faso negli scritti dei partiti rivoluzionari - in via di traduzione

La lotta dei contadini poveri e del proletariato rurale sulla via dell’emancipazione - PCRV
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Nel quadro di un’ondata rivoluzionaria che negli ultimi anni ha investito l’Alto Volta - Burkina Faso - nuovi settori sociali stanno contribuendo ad ampliare e radicalizzare le lotte del movimento rivoluzionario e democratico, che stanno scuotendo un sistema neocoloniale in crisi e bancarotta. Con lotte di massa a livello nazionale, in particolare quelle organizzati dalla Coalizione contro il Carovita, la Corruzione e l'Impunità e per la Libertà, quelle dei piccoli commercianti e del settore informale nelle aree urbane. Crescente è la partecipazione delle donne e i contadini alle manifestazioni per le loro specifiche rivendicazioni. Con queste lotte generalizzate, i contadini poveri, in particolare quelli delle coltivazioni da esportazione, come il cotone, controllate dalle multinazionali e dalla borghesia locale, stanno animando diversi movimenti che avanzano le loro legittime richieste. Le campagne del Burkina Faso stanno progressivamente diventando un centro della lotta.
Quanto è ampio il movimento contadino in Burkina? Come si colloca e qual è il suo ruolo nel processo rivoluzionario per la liberazione nazionale e sociale? Vogliamo sottolineare alcuni aspetti di questi importanti problemi, mentre il programma agrario del Partito Comunista Rivoluzionario del Volta (PCRV) viene diffuso tra le masse rivoluzionarie e i contadini del paese, che lo e accolgono con entusiasmo.
Esaminiamo prima le caratteristiche dei contadini nel contesto neocoloniale.
Capitalismo e neocolonialismo sono causa di tutti i mali per i contadini poveri e i lavoratori agricoli
L’Alto Volta, chiamato Burkina Faso, è un paese agricolo arretrato neocoloniale, dove sopravvivono residui feudali; esso è dominato dall'imperialismo, in particolare l'imperialismo francese, che ha la sua base sociale nelle classi e strati sociali reazionarie e strati, quali la borghesia politico-burocratica, la borghesia compradora e le residue forze feudali. Questa caratteristica fondamentale del paese si riflette sul piano economico nella predominanza del settore agricolo. Oltre l'85% della popolazione vive in aree rurali. Nell’arretrato settore agricolo, dipendente dalla politica neocoloniale dell'imperialismo francese e dei suoi alleati locali, prevale un’economia di mera sussistenza. Dunque, l'agricoltura è in gran parte orientata verso colture da reddito (cotone, arachidi, canna da zucchero, soia, ecc), gravata dalle catene di forme economiche pre-capitalistiche, subordinate alle esigenze del capitale finanziario. Ciò comporta la dipendenza dell'economia contadina dal giogo del capitale commerciale e usurario. La logica conseguenza di questo orientamento della produzione agricola sono il crescente sfruttamento e oppressione dei contadini, mentre i metodi di produzione rimangono sostanzialmente arcaici. Lo sviluppo del capitalismo in agricoltura e del capitale finanziario hanno causato differenze di classe tra i contadini nelle campagne dell'Alto Volta.
Ci sono così una massa di contadini poveri privi di mezzi tecnici, materiali e finanziari, che vivono in condizioni miserabili su piccoli appezzamenti. Alcuni non riescono neppure a vivere dei loro raccolti e sono costretti a lavorare per i contadini ricchi o nelle grandi aziende capitaliste: sono questi che formano il proletariato agricolo, che viene brutalmente sfruttato e soffre condizioni di vita miserabili.
Alcuni dati che illustrano la situazione dell'agricoltura in Burkina Faso:
* L’84,3% dei contadini sono analfabeti.
* Il 73% delle famiglie usa strumenti di lavoro rudimentali, come la "Daba" (piccola zappa a mano).
* Solo tre contadini su mille possiedono un trattore.
* L’84% di contadini non hanno mezzo di trasporto e trasportano ancora i loro prodotti sulla testa.
* Solo uno su mille ha una pompa a motore  per l'irrigazione.
* Su oltre 3,5 milioni di ettari di terreni coltivati, solo 20.000 hanno irrigazione, lo 0,6%.
* Su oltre nove milioni di ettari di terra arabile, solo 3,5 milioni sono coltivati.
In questa tremenda povertà, ci sono un piccolo numero di contadini ricchi con grandi terreni e mezzi moderni di coltivazione e allevamento. Sono la borghesia rurale, i cui interessi sono legati ai residui delle forze feudali, ai capitalisti stranieri e a quelli dell’Alto Volta e allo stato neocoloniale.
La politica agricola imposta dalle direttive delle istituzioni finanziarie internazionali, quali la BM, FMI e WTO, che consiste principalmente di piani di aggiustamento strutturale, porta gravi conseguenze
Riassumiamole:
* Liquidazione, svalutazione e privatizzazione delle imprese statali, che hanno portato a tagli licenziamenti di massa.
* Lo Stato si disinteressa della condizione dei contadini e della produzione agricola, col blocco dal 1991 dell’assunzione di ingegneri, tecnici e personale agricoli, ed eliminazione degli aiuti alla produzione.
* Lo sviluppo di colture da esportazione (a scapito di quelle alimentari) per ottenere la valuta necessarie per pagare i debiti contratti dallo Stato con l'FMI e quelli della nuova borghesia rurale.
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L'esproprio dei poveri delle campagne a favore delle multinazionali e della borghesia locale
Nel 2009 lo Stato neocoloniale ha adottato una nuova legge che regola l’organizzazione dei terreni agricola e beni immobili. Questa si basa sulla stessa logica del decreto del primo regime borghese e anti-popolare della Seconda Repubblica, nei primi mesi del 1970: "la terra a chi la può lavorare". In base a questa legge, ricchi, politici di governo, i vertici dell'esercito coloniale e capitalisti si sono appropriati delle terre. Hanno monopolizzato possedimenti di grandi dimensioni, migliaia di ettari delle zone fertili del paese e delle aree munite risorse idriche.
Terre che un tempo erano risorsa vitale per il popolo sono ora sul mercato. I proprietari sono stati obbligati, talvolta con la forza, di cederle. Ciò causa conflitti nelle comunità in cui la terra era ancora proprietà comune. Gli assegnatari di terreni per ne sono stati improvvisamente privati. Essi formano l’esercito di riserva dei lavoratori agricoli per le grandi aziende agricole della borghesia rurale, primo fra tutti il capo dello Stato Blaise Compaore e la sua banda di criminali formata dai suoi familiari e i più stretti alleati. Per controllare meglio i contadini, hanno creato organizzazioni contadine nelle mani delle autorità, come la Confederazione Contadina del Burkina Faso e l'Unione Nazionale dei Produttori di Cotone, entrambe controllate dai proprietari terrieri.
Ma i contadini poveri non sono rimasta passivi di fronte allo sfruttamento e oppressione, cause della miseria che soffrono ogni giorno. I contadini e la popolazioni rurali si stanno unendo nella lotta che avanzano le proprie rivendicazioni verso le grandi aziende del cotone; Socoma, Sofitex e Faso Cotton.
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La lotta dei contadini poveri e del proletariato agricolo e l'alternativa per una vera emancipazione
Di fronte alla grande miseria, sfruttamento e oppressione, le masse contadine stanno sviluppando diverse forme di lotta che stanno scuotendo la passività delle campagne. Le grandi lotte del movimento democratico e rivoluzionario contro l'impunità per i crimini economici e di sangue commessi dal regime, contro il carovita e per le libertà democratiche hanno un'influenza positiva sulle masse contadine, nonostante le manovre delle autorità per dividerli e mantenere sul popolo il peso delle tradizioni arretrate supportati dalle delle forze feudali. La lotta di classe si sta gradualmente diffondendo nelle zone rurali, in particolare dove predomina il lavoro salariato agricolo, come nelle coltivazioni di cotone e canna da zucchero. In queste lotte, i giovani stanno mostrando un grande spirito combattivo.
Il 2011, dopo che l’AICB aveva imposto il prezzo ridicolo di meno di un euro per chilo di cotone, è stato un anno di grandi lotte popolari in tutti i settori economici e sociali del paese, i contadini delle coltivazioni di cotone hanno condotto numerose lotte e anche rivolte per boicottare la coltivazione del cotone, per un prezzo di acquisto equo per le loro colture, ecc.
Lotte sono violentemente represse dalle forze di polizia intervenute per impedire la distruzione dei raccolti da parte dei contadini infuriati. Da allora i contadini vengono arbitrariamente arrestati e detenuti nelle stazioni di polizia per impedire l'ascesa dei movimenti sociali. Ma questo giro di vite non ha minato la determinazione dei coltivatori, che si organizzano per chiedere la liberazione dei compagni arrestati e per le loro rivendicazioni.
Il PCRV sostiene fortemente queste lotte e porta avanti un lavoro di agitazione e propaganda per rafforzare e migliorare l'organizzazione del movimento contadino. Il partito, ha analizzato sulla base del marxismo-leninismo le caratteristiche della realtà economica e sociale del paese, e ha sviluppato il suo programma agricolo per dare una guida al lavoro di mobilitazione e organizzazione dei contadini poveri e del proletariato agricolo. Il PCRV è l'unico partito politico che nel suo programma politico affronti effettivamente le grandi aspirazioni del popolo, la cui realizzazione è impedita dal dominio sul paese dell'imperialismo francese e dei suoi alleati locali. In questa lotta per la libertà politica e la completa emancipazione, la classe operaia ha come principale alleato i contadini poveri, senza dei quali non può raggiungere il suo obiettivo finale. Allo stesso tempo, senza che la classe operaia guidata dal partito, i contadini poveri, malgrado siano la stragrande maggioranza, non otterranno la giusta soluzione rivoluzionaria dei loro problemi. L'alleanza rivoluzionaria della classe operaia con dei contadini diretta dal PCRV è la chiave affinché la lotta ottenga libertà politica, per la rivoluzione nazionale democratica e popolare.
In questo processo di lotta, in particolare in un contesto di dieci anni di crisi rivoluzionaria nel nostro paese, il nostro partito chiama il popolo ad organizzarsi in forma indipendente dalle forze reazionarie, a combattere per il pane e la libertà, a combattere per la realizzazione delle esigenze urgenti delle classi e strati sociali e popolari come indicato nel programma del partito. La lotta immediata per queste rivendicazioni parziali contribuirà a migliorare la condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari, in particolare i contadini poveri.
Il PCRV sta combattendo per eliminare i resti del vecchio sistema feudale e per il pieno sviluppo della lotta di classe nelle campagne, per mobilitare con determinazione, organizzare e dirigere le masse contadine nella lotta per la rivoluzione nazionale democratica e popolare.
Il PCRV lotta risolutamente per unire il proletariato agricolo in un’organizzazione di classe autonoma, che faccia una ferma posizione di classe tra i suoi interessi e quelli della borghesia rurale, della borghesia politico-burocratica, compradora e dei capitalisti stranieri. Così il proletariato agricolo, guidato dal partito, sarà in grado di svolgere il suo ruolo di avanguardia nelle campagne per la rivoluzione nazionale democratica e popolare, fase di transizione verso la completa rivoluzione, unica via per mettere fine a ogni sfruttamento e miseria.
In breve, l'alleanza rivoluzionaria della classe operaia e dei contadini sotto la guida del PCRV è l'unica via per ottenere migliori condizioni di vita per i contadini poveri e gli operai agricoli, per la soluzione rivoluzionaria e coerente dei problemi fondamentali loro e di tutto il popolo.

Pane e libertà per il popolo!
Viva l'alleanza rivoluzionaria della classe operaia e dei contadini sotto la guida del Partito Comunista Rivoluzionario del Volta!

Partito Comunista Rivoluzionario di Volta - 2014
Dichiarazione del CNR-MUN (Conseil National pour la Résistance-Mouvement Umnyobiste) sulla rivolta in Burkina Faso (in francese)
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Le Mouvement Umnyobiste salue la chute du régime sanguinaire du Capitaine Compaoré et dénonce les vélléités recupératrices de la révolution par des forces obscurantistes nationales et internationales
Le Conseil National pour la Résistance – Mouvement Umnyobiste (CNR-MUN), Mouvement politique anti-impérialiste et panafricaniste, continue de suivre avec une attention particulière, le mouvement insurrectionnel déclenché le 28 Octobre 2014, et en cours d’achèvement au Burkina Faso. Ce Mouvement a vu, la prise de tous les symboles de l’Etat Burkinabè, le 30 Octobre à Ouagadougou, par les forces plus que jamais déterminées à chasser l’assassin de Thomas Sankara, Dabo Boukary et Norbert Zongo du pouvoir…
Le Capitaine Compaoré est désormais retranché dans son bunker du palais Kossyam, et protégé par sa garde prétorienne lourdement armée, commandée par le lugubre Gilbert Diendéré, le chef d’état major particulier homme de main et des coups bas du Capitaine-Président. Ce dernier dit avoir “renoncé à son projet de changement de la constitution” et a annoncé dans la foulée,”la dissolution du gouvernement” et a invité l’opposition au dialogue”. Trop tard, le train de la révolution est déjà parti et roule à vive allure. Impossible de l’arrêter.
Le chien ne change jamais la facon de s’asseoir!
Si le Capitaine Blaise Compaoré qui dit “avoir compris” les revendications de la rue, fait profil bas et fait des annonces spectaculaires à la 25ième heure, on peut légitimement se poser des questions sur la sincérité de cette humilité soudaine et tardive de Compaoré face au mouvement populaire qui déferle sur Ouagadougou et le Burkina Faso. Compaoré qui est un adepte de Machiavel, a montré qu’il sait gagner du temps pour reprendre ses forces et prendre ses adversaires au dépourvu. C’est le secret de sa longévité au pouvoir: la ruse avec le peuple!
En l’an 2000, le Capitaine Compaoré est à deux doigts de perdre le pouvoir suite aux manifestations populaires organisées par le Collectif des Organisations Démocratiques de Masse et de Partis Politiques, à la suite de l’assassinat du journaliste Norbert Zongo. Il fait profil bas et organise une ‘journée national du pardon’ à Ouagadougou, en Mars 2000, en présence de tous les anciens présidents du Burkina Faso. Le capitaine demande alors, les larmes (de crocodile) aux yeux, ‘pardon au peuple’ pour ses crimes. C’était une pirouette pour gagner du temps. Le Capitaine-Président réussira à se maintenir et reprit très vite ses ‘mauvaises habitudes’, une fois la contestation assagie. L’histoire récente du Burkina instruit donc, légitimement, le peuple Burkinabè à la vigilance et à n’accorder aucun crédit aux propositions de la 25ième heure du putschiste-machiavélique Blaise Compaoré…
La CEDEAO et Ouattara veulent sauver le soldat Blaise
… Comment ne pas s’interroger sur l’attitude de la CEDEAO, qui après avoir gardé le mutisme face à l’entêtement de Blaise Compaoré de modifier l’article 37 de la constitution Burkinabè, essaie maintenenant que les carottes sont cuites pour Blaise Compaoré, de revenir sur les devants de la scène, pour ‘sauver le soldat Blaise’, après la prise de tous les symboles du pouvoir par les manifestants à Ouagadougou. Visiblement le pouvoir d’Alassane Dramane Ouattara en Cote d’Ivoire, est à la manoeuvre pour essayer de sauver son parrain Blaise Compaoré, en essayant d’activer la CEDEAO , la Francophonie et l’Union Africaine pour ‘empêcher une prise de pouvoir par la force au Burkina Faso’. Nous sommes convaincu que le peuple Burkinabè qui a une longue tradition de luttes multiformes, ne se laissera pas voler sa révolution! Le peuple Burkinabè est libre et souverain et doit décider de son avenir et surtout des hommes et des femmes aptes à conduire le pays pour une transition vers la démocratie…n’en déplaise à des médiateurs autoproclamés et des récupérateurs et opportunistes de tout bords.
Face à la situation créée le 30 Octobre au Burkina Faso, le Conseil National pour la Resistance – Mouvement Umnyobiste (CNR-MUN):
1. S’incline respectueusement sur la mémoire de tous les martyrs de la révolution du 30 octobre, pour la liberté et la démocratie, dans differentes villes du Burkina Faso, et présente ses condoléances aux familles des victimes;
2. Salue la détermination et l’héroisme du peuple Burkinabè qui ont permis de mettre fin au régime dictatorial sanguinaire du Capitaine Blaise Compaoré;
3. Renouvelle son soutien ferme à la révolution du 30 Octobre au Burkina Faso et à l’ensemble des forces démocratiques et sociales qui conduisent ce mouvement, en particulier dont les forces de Gauche représentées par le PDS/Metba, le Front Progressiste Sankariste et le PCRV;
4. Dénonce les manoeuvres récupératrices des forces obscurantistes nationales et internationales, tapies dans l’ombre, parmis lesquelles l’aile réactionnaire de l’armée burkinabè, le régime illégitime d’Alassame Draname Ouattara, la CEDEAO et la Francophonie, qui essayent de voler le peuple Burkinabè de la révolution du 30 octobre, pour maintenir le Capitaine Compaoré au pouvoir. Ceci est totalement inacceptable!
5. Décide de dépêcher sans délais, une délégation du Mouvement Umnyobiste à Ouagadougou, pour soutenir les forces démocratiques Burkinabè en général, et ses alliés de la Gauche Africaine en particulier.
Honneurs et gloire à la jeunesse et au peuple fier du Burkina Faso!
La lutte continue Unis et solidaires, pour la Patrie et l’Afrique nous vaincrons
Fait à Berlin, ce 30 Octobre 2014
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