giovedì 13 novembre 2014

pc 13 novembre - I padroni dell'amianto devono pagare caro, pagare tutto. Giustizia/risarcimenti/bonifiche a spese dei padroni. Il processo Isochimica

Isochimica di Avellino: padroni/sindaci/funzionari delle ferrovie/Asl e Inail hanno messo a rischio la salute dei lavoratori e delle popolazioni e sono accusati di disastro doloso, disastro colposo, omicidio plurimo colposo, disastro ambientale, lesioni, falso in atto pubblico e abuso d'ufficio
Ancora una volta la realtà dimostra che è tutto il sistema dei padroni che dev'essere rovesciato

La fabbrica dei veleni


E' un'inchiesta destinata a far tremare ancora i palazzi quella sulla ex Isochimica. Dopo gli avvisi di conclusione indagini arrivati a 29 indagati, accusati, a vario titolo, dei reati di disastro doloso, disastro colposo, omicidio plurimo colposo, disastro ambientale, lesioni, falso in atto pubblico e abuso d'ufficio, nuovi sviluppi si attendono sugli altri stralci dell'inchiesta. Se per ora le 237 parti offese sono state individuate esclusivamente tra gli ex operai della fabbrica, con il riconoscimento di almeno cinque decessi causati dall'amianto inalato in azienda, resta da capire quali e quanti danni abbiano subito i residenti di Borgo Ferrovia. Un aspetto che rischia di far lievitare notevolmente sia il numero di indagati che quello delle parti offese. Numerose le denunce arrivate sulle scrivanie della Procura da parte dei cittadini residenti nel borgo dove sorge il mostro di amianto. Patologie e decessi che solo di recente sono stati ricondotti alla presenza della fabbrica. Tra i casi noti alle cronache quello di Vittorio Esposito, levigatore di pavimenti che operava nella stazione ferroviaria quando, prima che Graziano aprisse i cancelli della fabbrica, le attività di scoibentazione si svolgevano a cielo aperto sui binari ferroviari. Esposito, pur non essendo mai entrato nell'Isochimica, fu stroncato da un tumore che, secondo il Tribunale di Napoli, fu causato dall'inalazione di amianto.
La Procura ha inteso avvalersi per questo aspetto della collaborazione di uno dei massimi esperti nel settore, il professore Antonio Giordano, oncologo di fama internazionale e direttore dell'Istituto Sbarro per la ricerca sul cancro e la medicina molecolare di Filadelfia.
Ulteriori colpi di coda potrebbero riguardare gli enti, Asl e Inail, rispettivamente per i mancati controlli sanitari su lavoratori e popolazione, e per i conseguenti riconoscimenti di percentuali di invalidità non sufficienti per patologie asbesto correlate. Dell'Asl sono già sotto inchiesta due funzionari: Michele De Piano accusato di aver dichiarato il falso durante una riunione del giugno 2010 in comune attestando che non sussisteva più pericolo per la salute pubblica in quanto l'amianto friabile era stato rimosso, e Luigi Borea responsabile dell'Unità Operativa amianto, per aver omesso di effettuare il controllo sanitario sugli ex lavoratori.

Intanto all'indomani della chiusura delle indagini l'unico tra i 29 indagati ad aver voluto pubblicamente chiarire la propria posizione è stato il sindaco Paolo Foti, accusato di omissione di atti d'ufficio per non aver provveduto a mettere in sicurezza la fabbrica nei tempi di somma urgenza indicati dalla Procura all'atto del sequestro del sito (giugno 2013). Per il resto bocche cucite da parte dei componenti della giunta comunale del 2005, il sindaco Giuseppe Galasso, gli allora assessori Sergio Barile, Ivo Capone, Giancarlo Giordano, Luca Iandolo, Tony Iermano, Donato Pennetta, Raffaele Pericolo, Antonio Rotondi e Antonio Spina che secondo l'accusa con la delibera del 23 maggio 2005, avrebbero di fatto esautorato l'ente pubblico dall'obbligo di bonifica del sito, affidando le operazioni alla curatela fallimentare senza ricevere le dovute assicurazioni su tempi e la modalità di intervento. Ora i 29 indagati, tra cui figurano anche il curatore fallimentare della fabbrica Leonida Gabrieli, lo stesso Elio Graziano e due suoi collaboratori, i responsabili delle varie ditte che avrebbero dovuto provvedere alla bonifica negli anni precedenti, ci sono anche i dirigenti di Ferrovie dello Stato. Quattro i nomi finiti nel registro degli indagati, Aldo Serio, Giovanni Notarangelo, Mauro Finocchi e Silvano Caroti, tutti in forze all'ufficio servizio sanitario di Fs, in concorso con Graziano, sono accusati di disastro ambientale continuato a danni di un «numero indeterminato di soggetti» e di aver cagionato morti e malattie a 237 lavoratori, oltre che per aver messo in pericolo fino ad oggi l'incolumità della popolazione locale.
Ora gli indagati avranno 20 giorni di tempo per depositare le proprie memorie difensive, poi dopo la valutazione, il pubblico ministero deciderà per i rinvii a giudizio.


Isochimica, chiuse le indagini: 29 avvisi di garanzia
Tra i reati omicidio colposo e disastro ambientale continuato. Ci sono anche l’ex sindaco di Avellino Galasso e quello attuale Foti


Svolta nelle indagini sulla ex Isochimica. Questa mattina il Procuratore della Repubblica Rosario Cantelmo ha firmato 29 avvisi di garanzia a chiusura delle indagini preliminari.

I reati contestanti, a vario titolo, sono omicidio colposo, disastro ambientale continuato, lesioni e altre aggravanti legate all’inquinamento da amianto provocato agli ex operari dalla fabbrica e agli abitanti di Borgo Ferrovia.

In queste ore il personale del Nipas sta notificando i provvedimenti nei confronti di tutti gli indagati e nel provvedimento si fa riferimento anche alle parti offese, ben 237 persone che avrebbero subito danni dalla dispersione di amianto nell’ex fabbrica di Elio Graziano.

Restano indagati anche l’ex sindaco Galasso e gli assessori che firmarono la delibera nel maggio 2005 per l’ipotesi di concorso in disastro colposo. Il reato di omissione di atti di ufficio, inoltre, ha riguardato non solo Galasso ma anche l’attuale primo cittadino Paolo Foti.

I nuovi indagati sono cinque funzionari delle Ferrovie dello Stato che avrebbero attestato falsamente che all’interno della fabbrica di Pianodardine vi fossero le condizioni igienico-sanitarie e tecnologiche per poter trattare l’amianto.

Un terremoto giudiziario che da i primi significativi frutti dopo l’indagine avviata dalla Procura nel 2009 e che ha registrato una significativa accelerata con l’arrivo alla Procura di Avellino del dottor Cantelmo.

La bomba di amianto che sta avvelenando Avellino
La procura sul caso Isochimica: «Gli indagati, hanno agito nella consapevolezza degli enormi danni che sarebbero stati arrecati nell’ambiente e alla salute delle persone» - Amalia De Simone


Inchiesta Isochimica: Maraia, pronti a costituirci parte civile

«Esprimiamo soddisfazione per la chiusura delle indagini sui danni provocati dalla scoibentazione dell'amianto presso l'Isochimica. Un'indagine nata da un nostro esposto del 2009, dal nostro impegno avviato fin dal 1985». Così in una nota Giovanni Maraia, ex segretario provinciale di Democrazia Proletaria che negli anni di attività della fabbrica fu il primo a denunciare ciò che accadeva all'Isochimica, continuando a sostenere la battaglia degli operai nel corso di questi lunghi 30 anni. «Un'indagine portata avanti con competenza dalla Procura della Repubblica di Avellino e dal Corpo Forestale dello Stato Vengono individuate le responsabilità di coloro che non hanno attuato la bonifica e di chi ha messo in atto una bonifica superficiale. Viene accolta, inoltre, una nostra indicazione riguardo alla responsabilità delle Ferrovie dello Stato – continua Maraia - che sapevano della pericolosità dell'amianto e che conoscevano dell'inidoneità dell'Isochimica a scoibentare l'amianto e nonostante ciò permisero che i lavoratori venissero a contatto con l'amianto senza alcuna protezione. Questa indagine permetterà di far luce sulle responsabilità politiche di una classe dirigente che volle l'Isochimica e protesse gli interessi di Elio Graziano, a discapito della salute dei lavoratori e degli abitanti di Avellino. Viene alla luce quella vasta parte politica avellinese che ha protetto Graziano, che ha fatto finta che l'Isochimica non esistesse e che ha operato affinché l'Isochimica con i suoi disastri venisse dimenticata».
«Se non vi fosse stato l'impegno costante di Democrazia Proletaria, prima, del PRC e di Ariano in Movimento successivamente e dei lavoratori – conclude Maraia - l'Isochimica sarebbe stata dimenticata e conseguentemente sarebbero stati dimenticati l'inquinamento ambientale e i danni alla salute dei lavoratori e dei cittadini Noi come associazione Ariano in Movimento ci costituiremo parte civile nel procedimento penale e invitiamo i lavoratori dell'Isochimica e le Istituzioni Locali a fare altrettanto».

«Le indagini inerenti alla vicenda Isochimica si chiudono con una serie di capi d'imputazione che inequivocabilmente rappresentano gli effetti devastanti prodotti da quell'azienda. Per anni insieme ad un'inossidabile avanguardia di lavoratori abbiamo denunciato, costruito mobilitazioni, tentato opere di sensibilizzazione, lottando contro un solido muro di gomma eretto dal sistema, intreccio tra imprenditoria, criminalità organizzata, politica e organi dello Stato, che in nome del profitto non ha disdegnato mandare a morire giovani operai assetati di lavoro, in una terra povera e logorata dal sisma oltre che smembrare violentemente, forse irreversibilmente un intero territorio». E' questo il commento di Paolo Ferrero e Tony Della Pia, rispettivamente segretario nazionale e provinciale di Rifondazione Comunista all'avviso di conclusione indagini che la Procura ha notificato a 29 indagati. «Il lavoro della Procura della Repubblica di Avellino guidata dal dottor Rosario Cantelmo riconsegna dignità gli ex operai sovente ignorati, spesso derisi, sopportati, sbeffeggiati con false promesse, noi siamo lieti dell'esito scaturito dalla chiusura delle indagini, tuttavia non possiamo gioire, per i troppi morti, i tanti ammalati e per le conseguenze ambientali prodotte da una banda di delinquenti. Il coinvolgimento delle Ferrovie dello Stato e dei responsabili Asl - proseguono Ferrero e Della Pia - è un atto di giustizia, visto il ruolo criminogeno avuto. Seguiremo con attenzione l'Iter processuale con fiducia e, valuteremo l'ipotesi di costituirci parte civile nel processo, nello stesso tempo continueremo la battaglia per il pensionamento dei lavoratori, la bonifica del territorio e un protocollo di vigilanza sanitaria per tutti efficace, costante e condiviso con le vittime».

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