mercoledì 29 ottobre 2014

pc 29 ottobre - SPECIALE ELEZIONI TUNISIA 2: INTERVISTA A ZIED LAKHDHAR SEGRETARIO GENERALE DEL PARTITO UNIFICATO DEI PATRIOTI DEMOCRATICI


Stiamo seguendo da vicino le elezioni in Tunisia, le prime dopo la promulgazione della nuova costituzione lo scorso febbraio. Presto un nostro articolo/valutazione generale sul risultato elettorale (che sarà divulgato domani) sulle forze in campo e soprattutto aggiornamenti dalle "nostre" ovvero i compagni rivoluzionari tunisini che hanno dato vita al Comitato di Boicottaggio Elettorale. Intanto proponiamo questa seconda intervista fatta a Zied Lakhdhar Segretario generale del Partito Unificato dei Patrioti Democratici, membro del comitato centrale del Fronte Popolare e capolista del partito nel Fronte Popolare raggiunto da un nostro compagno un paio di settimane precedenti la tornata elettorale. Uno speciale ringraziamento va alla studentessa e militante del partito Sihem che ha permesso che l'intervista avesse luogo.
L'intervista ci interessa per capire come ragionano, cosa pensano sull'attuale società tunisina, come vorrebbero plasmarla  e soprattutto come agiscono nella Tunisia "democratica" gli esponenti di questo partito socialdemocratico sedicente rivoluzionario. In particolare la politica elettoralista di questo partito (così come tutti gli altri partiti sedicenti comunisti nel Fronte Popolare) pienamente integrata nel sistema politico borghese tunisino , la sua visione a nostro modo distorta della "rivoluzione" e il concetto riformista e democratico borghese di "repubblica democratica sociale" e del ruolo ricoperto dalla nuova costituzione. 

D: La Tunisia è stato il paese che ha dato il via alla “primavera araba” quali sono i principali benefici di cui gode il popolo tunisino in questo periodo di transizione post-Ben Alì?

R: Non è stata una “Primavera Araba”, per noi è una definizione sbagliata. È iniziata chiedendo democrazia e libertà, più diritti socio-economici dando vita a manifestazioni, in seguito sono stati creati movimenti contro la corruzione con il fine di creare uno stato di disordine e caos e poter giustificare e imporre la repressione. Autori di ciò sono ad esempio i Fratelli musulmani, per raggiungere i loro progetti nella regione. Nonostante ciò ci sono molte cose che il popolo tunisino ha acquisito, per esempio i tunisini hanno provato a riprendersi i loro diritti, creando un’atmosfera per la libertà di parola ma il popolo sta ancora lavorando per difenderli. Questo è stato il beneficio più importante

D: Pensa che la nuova costituzione sia in sintonia con le aspirazioni del popolo tunisino?

R: La Costituzione può essere un punto di partenza per le domande del popolo. Essa deva essere tradotta in una “Repubblica Democratica Sociale”.

D: Nonostante il regime di Ben Alì sia stato rovesciato, negli ultimi mesi personalità legate al vecchio regime sono state scarcerate e addirittura contesteranno le elezioni, inoltre lo stato di polizia e ancora molto forte. Qual è la vostra spiegazione e la vostra posizione davanti a questa situazione?

R: Circa i generali che sono scappati, si può dire che la Tunisia ha dato una seconda scelta, uno di loro è stato investito dal nuovo regime e si è materializzato nuovamente nel governo Gannouchi. Un altro è stato processato per corruzione nelle vecchie istituzioni riguardo ai fatti di quando ha creato un establishment social-democratico che non ha avuto successo con la costituzione del 1995 in cui ha abolito tutte le istituzioni. Nonostante questo adesso ha organizzato il Concilio dei concili e ha organizzato le elezioni dell’Assemblea Costituente. In ogni caso i risultati delle elezioni non sono stati positivi per le forze che rivendicavano la continuazione della rivoluzione ma sono stati favorevoli per Ennahdha che ha fatto compromessi con le personalità del vecchio regime e ciò si è manifestato con il voto positivo di Ennahdha alla legge che ha sdoganato le personalità legate a Ben Alì. Ennahdha ha votato in tal senso per potersi permettere di candidarsi alle elezioni sia parlamentari che presidenziali, noi abbiamo lavorato contro tutto ciò

D: Puoi descrivere i vari passaggi del processo costituente che ha prodotto l’attuale costituzione?

R: È stato un processo complesso perché le forze che volevano scrivere una costituzione democratica e progressista erano in minoranza. Fuori dai palazzi queste forze hanno organizzato manifestazioni. Infine questa forte pressione dall’esterno ha provocato la caduta del governo a guida Ennahdha e ha portato l’attuale maggioranza al potere. In seguito a ciò ci sono stati maggiori  negoziazioni e sotto la pressione di forti organizzazioni come l’UGTT (Unione Generale dei Lavoratori Tunisini, il principale sindacato tunisino legato ai partiti del Fronte Popolare n.d.r.)abbiamo avuto risultati importanti. Uno di questi è stato la promulgazione della nuova costituzione in favore dei giovani tunisini.

D: Pensate che ci sono degli articoli che andrebbero modificati?

R: Se ce ne sono adesso non è il momento di farlo, adesso il compito è quello di  istituzionalizzarla perché si instauri una “repubblica democratica sociale”. I  partiti dopo le elezioni imporranno l’applicazione della Costituzione secondo la propria visione. Per questa ragione queste elezioni sono estremamente importanti perché questa costituzione può essere interpretata in diversi modi e ciò sarà determinato dai nuovi equilibri che usciranno fuori dalle elezioni.

D: Durante la mia permanenza ho partecipato alla manifestazione in ricordo dei martiri, il vostro partito ha uno dei martiri più noto Chokri Belaid, come pensate che il popolo possa avere giustizia e vendetta dei propri martiri?

R: I martiri non sono stati uccisi per questioni personali ma per difendere un progetto rappresentato dall’idea che la Tunisia deve essere una “repubblica democratica sociale” che incontri le domande economico-sociali della maggioranza del popolo, degli oppressi e delle regioni più emarginate. Questa è la ragione perché si raggiunga una vera sovranità nazionale e si metta fine ad una politica di sottomissione. La vendetta non può essere in sintonia con questo progetto, nel senso di vendetta diretta. Questo significa che stiamo ancora difendendo i diritti delle famiglie dei martiri non sottovalutando la questione degli assassini politici per conoscere la verità e perché venga fatta giustizia, i martiri principalmente appartengono al Fronte Popolare.

D: Storicamente la Tunisia è stato sempre un paese con un’impostazione laica, come spiegate questo avanzamento islamista con la vittoria elettorale di Ennahdha alle scorse elezioni e le attività di Ansar al-Sharia ai confini? Perché settori popolari si rivolgono all’islam di matrice militante?

R: Non sono molti i settori popolari che li sostengono. Questa ascesa può essere capita guardando i canali tv che per molti anni hanno servito gli interessi di salafiti e wahabiti, le origini di questi canali sono i paesi del golfo che spendono molti soldi in questo. Sicuramente toccano i settori musulmani poveri tra il popolo, sono andato dall’elettorato e pochi sono in una situazione economica sociale soddisfacente e abbiamo notato un forte legame di questi settori popolari con l’economia parallela. Queste idee possono essere un rifugio per i poveri aspiranti ad una situazione migliore.

D: Pensate sia possibile creare un’alleanza elettorale e parlamentare tra il fronte popolare e i partiti neo-doustourienne e laici in funzione anti-Ennahdha?

R: Non abbiamo mai fatto un’alleanza elettorale per questi motivi ma solo per gli interessi del paese, la prima priorità è combattere il terrorismo. Siamo in una grande coalizione contro il terrorismo su queste basi: il Fronte della Salvezza, abbiamo iniziato questo lavoro con le forze democratiche sulla base della missione che deve incontrare gli interessi del popolo e della nazione.

D: Quali sono i punti del vostro programma elettorale che vi distinguono dagli altri partiti in particolare bourguibisti ed Ennahdha?

R: Deoustourienne e bourguibisti sono frammenti del RCD (il partito unico nel regime di Ben Alì n.d.r.), il programma elettorale è lo stesso di Ben Alì. Il Fronte Popolare è una coalizione politica in cui le forze politiche hanno combattuto contro la corruzione e la dittatura per più di 50 decadi. D’altro canto il Fronte Popolare ha un programma politico, sociale ed economico, diretto completamente alla classe lavoratrice, ai poveri contadini, agli studenti e a tutti questi settori della società.

D:  Il vostro partito si richiama al marxismo, pensate sia ancora attuale una via rivoluzionaria in Tunisia per raggiungere il socialismo? E se si qual è la strategia che si adatta a questo paese?

R: Il nostro è un partito rivoluzionario, la nostra missione è attuare i cambiamenti nella società, crediamo che le principali contraddizioni siano tra la maggioranza della popolazione lavoratrice da un lato e l’imperialismo e i loro agenti locali dall’altro. Per questo noi difendiamo sempre la liberazione nazionale e tutta la questione della sovranità nazionale, delle risorse nazionali ed economiche. Per le questioni ideologiche crediamo che la nostra analisi e il nostro strumento sia ancora il materialismo storico che è l’essenza del marxismo ed è uno strumento per capire i fenomeni, i periodi e le soluzioni per risolvere i problemi, strumento usato dalle forze che combattono per uscire dal capitalismo: il regime di sfruttamento dell’uomo sull’uomo per costruire una società senza sfruttamento e mettere fine alle politiche di aggressione contro i popoli. Non possiamo limitare la nostra storia solo ad alcune esperienze, o a persone che hanno guidato alcuni partiti comunisti perché ci sono stati alcuni errori in relazione al marxismo, e una soluzione critica basata sulla scoperta della verità è la pratica.

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