martedì 23 settembre 2014

pc 23 settembre - ISRAELE, LA "FORTEZZA EUROPA" E I REGIMI ASSERVITI ALL'IMPERIALISMO COME L'EGITTO SONO I RESPONSABILI DELLE MORTI PALESTINESI IN MARE

VERSO LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 27 SETTEMBRE A ROMA

Scendiamo in piazza contro il governo italiano partner economico-militare di Israele e responsabile delle morti in mare con le sue leggi anti-immigrazione!

L'entità sionista di Israele rende la vita impossibile ai palestinesi in generale e agli abitanti di Gaza in particolare riunchiusi in una prigione a cielo aperto dal 2007, sotto embargo e oggetto di attacchi militari e bombardamenti via cielo, terra e mare che oltre a mietere migliaia di vittime ne distruggono periodicamente le infrastrutture quali scuole, ospedali, centrali elettriche.

L'embargo è "rafforzato" anche dalla complicità del regime egiziano guidato dal dittatore militare Al-Sisi che collabora attivamente con Israele e l'imperialismo in generale contro il popolo palestinese.

I palestinesi che in queste condizioni scelgono di scappare da Gaza e che riescono ad entrare in Egitto e ad imbarcarsi sulle famose "carrette del mare" spesso non riescono a superare i confini della "fortezza europa". l'UE ed i propri paesi membri con le loro politiche criminali anti-immigrazione sono causa diretta delle decine e decina di migliaia di morti nel Mediterraneo.

rigiriamo da Infopal:

Famiglie di Gaza in lutto per i naufraghi dispersi



297101_345x230
Betlemme – Ma’an. A oltre due settimane da quando una nave che trasportava migranti verso l’Europa è affondata al largo delle coste di Malta, ancora nessuno dei corpi dei palestinesi che si pensa siano annegati in mare è stato recuperato dalle squadre di ricerca.

Otto palestinesi sono sopravvissuti al naufragio del 6 settembre che ha ucciso circa 500 migranti e adesso Italia Grecia e Malta si stanno prendendo cura di loro.
Sabato, l’ambasciatore palestinese in Italia, Mai al-Kaila, ha riferito a Ma’an che i soccorritori hanno avuto difficoltà nel recupero corpi dal mare perché la barca si è capovolta in acque internazionali. Nonostante questo, però, le guardie costiere italiane stanno continuando le ricerche.
Al-Kaila ha riferito che le autorità italiane hanno promesso di dare asilo politico ai due palestinesi sopravvissuti al naufragio e anche di permettere loro di portare le famiglie a vivere in Italia.
Nel frattempo, Marwan Tubasi, ambasciatore della Palestina in Grecia, ha riferito a Ma’an che le autorità greche hanno concesso ai tre sopravvissuti palestinesi il permesso di soggiorno per sei mesi e che l’ambasciata sta anche lavorando per acquisire i loro passaporti palestinesi.
Famiglie in lutto
Il destino di coloro che non sono riusciti ad arrivare alla coste europee, invece, è molto meno certo in questa fase, con gli ambasciatori di tutti e tre i paesi che sottolineano che le guardie costiere non sono riuscite a trovare nessuno dei palestinesi dispersi.
A Gaza, alcune famiglie hanno già iniziato a piangere i loro cari scomparsi, siccome i giorni sono passati e non è emerso alcun segnale della loro sopravvivenza.
Domenica decine di familiari dei migranti dispersi hanno manifestato davanti all’ufficio del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) a Gaza, esortando le autorità a fornire ulteriori informazioni sulla sorte dei loro cari scomparsi.
“15 giorni sono passati e ancora non abbiamo ricevuto notizie di mio marito né di mio figlio”, ha detto la manifestante Um Udayy Nahhal, parlando ai giornalisti mentre portava una foto di suo marito Fawzi Nahhal e del suo figlio di sette anni Udayy. “È mio diritto sapere se sono vivi o morti”.
Un portavoce delle famiglie ha anche esortato il CICR e le altre organizzazioni per i diritti umani a rivelare il destino dei migranti dispersi.
Il residente di Gaza Khalil Abu Shammala ha detto a Ma’an che due dei suoi figli erano sulla barca che si è capovolta due settimane fa, in mezzo a un numero imprecisato di palestinesi di Gaza che sono fuggiti in Egitto per cercare una vita migliore oltre il mare in Europa. “Le famiglie delle persone scomparse sono state in lutto” per le ultime due settimane. Ha fatto inoltre appello al presidente Mahmoud Abbas per aiutare a svelare le informazioni circa i dispersi.
Una parte fondamentale del problema riguarda la questione della giurisdizione, in quanto il fatto che la barca si sia capovolta in acque internazionali – cioè a più di 200 miglia nautiche di distanza da qualsiasi costa – significa che nessuno stato nelle vicinanze è immediatamente responsabile del recupero, mentre le patrie stesse dei migranti generalmente non hanno la capacità di effettuare alcuna operazione di soccorso.
La Palestina chiede all’Egitto di smettere di permettere alle barche di salpare
Nonostante questo, il sottosegretario del ministero degli esteri palestinese Taysir Jaradat ha dichiarato a Ma’an che nei prossimi giorni avrebbe condotto una delegazione palestinese in Italia, a Malta e in Grecia per seguire da vicino la questione. La delegazione intende chiedere alle autorità dei tre paesi informazioni sui palestinesi dispersi che potrebbero essere annegati nelle loro acque territoriali.
Jaradat ha aggiunto che il ministero degli esteri palestinese ha contattato le autorità egiziane e ha chiesto loro di impedire ai trafficanti di esseri umani di inviare imbarcazioni di migranti dai territori egiziani.
Qualsiasi azione delle autorità egiziane, però, probabilmente fallirà nell’arginare il flusso di migranti attraverso il mare, che quest’anno si è impennato raggiungendo il livello più alto mai registrato.
Gli osservatori affermano che finora oltre 120.000 migranti hanno attraversato il mare nel 2014 e più di 2.500 sono morti. Questo è il risultato dell’instabilità politica e della mancanza di prospettive economiche in tutto il mediterraneo meridionale e in Africa. Il numero comprende molti palestinesi che sono fuggiti dalla Siria e da Gaza via mare.
A causa dei disordini nella vicina Libia e della pesante sorveglianza dei mari al largo della costa del Marocco, migliaia di migranti hanno iniziato a fare il viaggio dall’Egitto negli ultimi mesi, viaggio ben più lungo – e pericoloso – di prima.
I migranti sono centinaia di abitanti di Gaza che si pensa siano fuggiti tramite i tunnel in Egitto per sfuggire ai quasi due mesi di offensiva che hanno lasciato più di 2.000 morti e 110.000 senzatetto nella piccola enclave costiera.
La devastazione di massa provocata dal bombardamento israeliano ha offuscato ulteriormente le prospettive economiche di Gaza per il prossimo futuro e siccome l’Egitto continua a reprimere il movimento di merci e persone attraverso i tunnel – come nel caso dell’uomo ucciso sabato – è probabile che la tendenza continui.

Nessun commento:

Posta un commento