martedì 2 settembre 2014

pc 2 settembre - PRIMA GAZA ORA CISGIORDANIA, LO STATO SIONISTA AVANZA NEL DISEGNO DELLA "GRANDE ISRAELE"

"... Il governo mili­tare della Cisgior­da­nia informa che per ordine di Tel Aviv, nella regione di Gush Etzion, non lon­tano da Geru­sa­lemme, 400 ettari saranno dichia­rati terre di pro­prietà nazio­nale e diven­te­ranno la base per una nuova colo­nia.... le terre con­fi­scate sono impor­tanti per­ché con­tri­bui­ranno alla con­ti­nuità ter­ri­to­riale degli inse­dia­menti di Gush Etzion, al nord di Hebron, una con­ti­nuità che assi­cu­re­rebbe il col­le­ga­mento con Geru­sa­lemme. In altri ter­mini, l’annessione di que­ste terre è un passo dra­stico, desti­nato a iden­ti­fi­care la pos­si­bile mappa dell’annessione di terre pale­sti­nesi a Israele, se per caso si potesse arri­vare a un accordo di pace sulla base della ben poco chiara for­mula «due popoli due Stati».
... a par­tire dal 1967, ogni nuova abi­ta­zione, ogni nuova colo­nia nei ter­ri­tori occu­pati è stata una chiara mani­fe­sta­zione dell’intenzione di creare una nuova mappa, basata su un’altra forma di annes­sione dei ter­ri­tori occu­pati quell’anno. A poco a poco, la destra ha allar­gato l’obiettivo a un altro più riso­luto: ogni nuovo inse­dia­mento deve ren­dere impos­si­bile una pace basata sul ritiro dai ter­ri­tori che sareb­bero desti­nati agli ebrei per dise­gno divino...
... il primo mini­stro Neta­nyahu quando parla di «due Stati», in realtà parla di Israele e di una serie di can­toni deboli, sotto il con­trollo di Israele..." (Da Zvi Schuldiner - Il Manifesto),

Non c'è nessuna tregua. Israele va avanti come un carro armato - e mai questa frase è più appropriata per l'azione di occupazione, di confisca di interi pezzi di territorio palestinesi fatta in una logica e piano militari e spiegata da Netanyahu ai bambini di due scuole elementari nel sud di Israele come "giusta" vendetta/ritorsione della oscura uccisione dei tre ragazzi a giugno. Ora il governo Netanyahu dopo aver massacrato più di 2000 palestinesi di Gaza, bombardato case, ospedali, scuole, distrutto intere zone che per ricostruirle ci vorranno 20 anni, passa alla Cisgiordania, dove ha fatto una delle occupazioni di territorio più vasta degli ultimi 30 anni, avviando la nascita di una "nuova città" di coloni ebraici.
A chi ancora parla di "due Stati" come soluzione ai diritti, alla vita calpestata, violata del popolo palestinese, lo Stato sionista risponde con la strategia di non far rimanere alcun pezzo di terra ai palestinesi, così che si debba parlare solo di uno Stato: quello della "Grande Israele".
E' Israele che dimostra che parlare di "due Stati" non fa che favorire solo uno "Stato", che invece non ha alcun diritto di esistere, e che è illegittimo anche dal punto di vista del diritto borghese delle nazioni.

Come abbiamo scritto nei giorni scorsi, Israele è uno Stato che in nome dell'ebraismo stermina e uccide come fecero i nazisti con gli ebrei; uno Stato religioso, per cui per essere cittadini bisogna essere ebrei, peggiore dei cosiddetti Stati islamici. Uno Stato di ricchi e di privilegiati che si regge sull'oppressione di un altro popolo, cui ha rubato la terra e ne ha ucciso finora tante vite; uno Stato razzista e segregazionista come e peggio di come era Stato famigerato dell'apartheid del Sud Africa. Uno Stato super armato, militarizzato, con a disposizione armi nucleari, che si fa forte dell'appoggio che gli viene dall'imperialismo guerrafondaio americano, dei governi europei e che è finanziato dalle potenti lobby affaristiche di religione ebraica. Uno Stato che strumentalizza volgarmente il più atroce crimine della storia dell'umanità, l'olocausto nazista, per fare nuovi crimini contro l'umanità.
Uno Stato che ha violato tutte le risoluzioni dell'ONU che lo obbligavano a non procedere come ha proceduto finora, ma non ha ricevuto alcuna sanzione, dimostrando che anche l'Onu non considera i popoli tutti sullo stesso piano. Uno Stato che non ha mai nascosto, nei suoi teorici e nei suoi governanti, l'idea di costruire una 'Grande Israele' e di costruire un impero minore nella zona; uno Stato che strangola da anni la popolazione di Gaza e il popolo palestinese, con un blocco che la affama e che ha prodotto già più morti di quanti ne producono le aggressioni, l'invasione e l'occupazione.

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