giovedì 11 settembre 2014

pc 11 Settembre- Un passo in avanti nei rapporti tra borghesia imperialista italiana e borghesia compradora tunisina


Il presidente provvisorio della Tunisia, Moncef Marzouki è in visita in Italia per 2 giorni (ieri e oggi) invitato dal suo omologo Napolitano, accolto dalle più alte cariche dello stato.
Dopo aver incontrato ieri Napolitano e aver chiesto esplicitamente il sostegno del nostro paese a progetti di sviluppo economico e alla lotta contro il terrorismo jihadista, oggi è stata la volta dei faccia a faccia col primo ministro Matteo Renzi e con il papa.
L'elemento in comune di tutti gli incontri sono stati i "complimenti" che gli interlocutori hanno fatto al presidente provvisorio tunisino circa la "riuscita" del periodo di transizione che sta per concludersi con le prime elezioni parlamentari e presidenziali che avranno luogo a partire da ottobre prossimo dopo che nell'inverno scorso era stata varata la nuova costituzione.

I rappresentanti della borghesia italiana, del suo stato imperialista e del vaticano non possono che essere contenti dell'attuale situazione politica tunisina dove dopo una rivolta di massa e popolare aspirante al cambiamento sociale, contro una dittatura poliziesca in piedi da decenni e sostenuta dalla stessa borghesia imperialista italiana, è stata normalizzata grazie all'intervento dei partiti borghesi e revisionisti tunisini con l'obiettivo di spartirsi la torta tramite lo strumento elettorale. 

Dopo i 300 martiri della rivolta tunisina contro Ben Alì, la "nuova" classe dirigente al potere di cui Marzouki è rappresentante, dopo aver pacificato e normalizzato non è stata in grado di risolvere nessuno dei problemi sociali che hanno innescato la rivolta infatti la disoccupazione è aumentata insieme all'inflazione che si è tradotta con un aumento dei prezzi dei beni di prima necessità. L'influenza limitata delle forze genuinamente rivoluzionarie è l'altra faccia della medaglia, ma questa è un'altra storia...

Tornando agli incontri italiani di Marzouki e in particolare con Matteo Renzi riprendiamo stralci di un dispaccio odierno dell'Ansa e li commentiamo con lo scopo di capire cosa si cela dietro le dichiarazioni ufficiali:

(ANSAmed) - ROMA - La situazione in Libia e la minaccia rappresentata dall'Isis, oltre ai rapporti bilaterali e alla questione immigrazione sono stati i temi al centro del colloquio avvenuto ieri a Roma tra il presidente della Repubblica tunisino Moncef Marzouki e il premier Matteo Renzi.

Sulla crisi in Libia i due hanno sottolineato la necessità di trovare una soluzione politica, respingendo l'ipotesi di un intervento militare straniero nel Paese. Marzouki e Renzi si sono soffermati in particolare sul ruolo che potrebbe assumere la Tunisia nel dirimere i conflitti tra le diverse fazioni libiche (la borghesia tunisina preoccupata dall'aumento degli immigrati libici sul proprio territorio, dall'ingresso di armi dell'ex arsenale di Gheddafi che i jihadisti tunisini di Ansar-Al-Sharia provano continuamente a procurarsi, si propone come interlocutore serio e affidabile dell'Imperialismo italiano, sapendo che quest'ultimo ha degli storici interessi in Libia, per intervenire e controllare congiuntamente la polveriera libica n.d.r.).

Confermati i rapporti eccellenti tra i due Paesi, Marzouki e Renzi - che scelse proprio la Tunisia come destinazione del suo primo viaggio all'estero da primo ministro - hanno fatto il punto sul delicato dossier dell'immigrazione clandestina e sono convenuti di mettere in atto un nuovo programma di relazioni tra i Paesi della riva nord e quelli della riva sud del Mediterraneo, per impedire le partenze su imbarcazioni di fortuna di migranti dal Nord Africa verso l'Italia e gli altri Paesi del sud Europa ed evitare le tragedie che si consumano da mesi nel Mare Mediterraneo. I due leader hanno anche sottolineato l'importanza di rilanciare il dialogo 5+5. (Il governo italiano prosegue in netta continuità con i governi precedenti in materia di contrasto all'immigrazione cosiddetta "clandestina" siglando accordi bilaterali di militarizzazione delle coste e dei mari come già avvenuto nell'incontro precedente in Tunisia qui citato tra Renzi e Jomaa, nel quadro della "Fortezza Europa". Sul versante tunisino "interno", come già successo con gli accordi bilaterali firmati tra Berlusconi e Gheddafi, l'Italia finanzierà il governo tunisino e addestrerà le forze armate locali, ciò si tradurrà in più repressione contro gli aspiranti migranti n.d.r.)

Sul piano economico Marzouki e Renzi hanno ribadito la volontà di rafforzare ulteriormente la già buona cooperazione reciproca. In questo contesto il presidente tunisino ha proposto che una parte dei debiti tunisini sia convertita in progetti di investimento (occasione ghiotta per il capitale italiano per farsi strada e penetrare maggiormente il mercato tunisino ancora dominato largamente dal capitale francese n.d.r.).

Marzouki, che ieri mattina era stato ricevuto anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, oggi sarà ricevuto in udienza da Papa Francesco in Vaticano (il quale è stato invitato a visitare la Tunisia n.d.r.).(ANSAmed)."

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