lunedì 28 luglio 2014

pc 28 luglio - ECCO CHI DIFENDE L'ESERCITO ITALIANO: I MASSACRATORI DI ISRAELE CONTRO IL POPOLO PALESTINESE E LA SUA RESISTENZA

(Da Il Messaggero) - Mentre a Gaza continuano le operazioni dell’esercito israeliano, c’è un’altra area del Medio Oriente dove, nei giorni scorsi, la tensione è aumentata. È il confine tra Israele e il Libano, dove opera la missione Unifil II, forza militare di interposizione creata a seguito della guerra che ha coinvolto i due paesi nell’estate 2006. E nella missione delle Nazioni Unite, posta sotto la guida del Generale italiano Paolo Serra, operano attualmente circa 1.100 militari italiani impegnati quotidianamente in attività di monitoraggio del territorio, verifica del disarmo di tutti i gruppi armati in Libano e assistenza alla popolazione, sempre in coordinamento con le Laf, le forze armate libanesi. In questi giorni, però, le attività di controllo e verifica della presenza di armi sono diventate molto più delicate. Solo nella scorsa settimana, in concomitanza con la crisi in corso a Gaza, dieci razzi sono stati lanciati dal Sud del Libano verso Israele, molti provenienti proprio dall’area di competenza Unifil... Un aumento che si traduce, per gli italiani della missione Leonte che ha il compito di controllare il settore Ovest di Unifil, in un numero maggiore di pattuglie, in un’attenzione a ogni movimento sul terreno, a ogni segnale che possa indicare la presenza di una rampa di lancio per i razzi, o lo spostamento di mezzi da una zona all’altra... E mentre il comandante della forza e capo della missione opera anche a livello politico, in continuo contatto con i comandanti libanesi e israeliani invitandoli a esercitare la massima moderazione e a cooperare, i ragazzi italiani si muovono nei bananeti intorno alla città-porto di Tiro (alcuni razzi sono partiti dalla vicina area di Qulayleh, dove più forte è la presenza della comunità palestinese) per verificare ogni buca sospetta, ogni spostamento di terra e segnalarlo prontamente ai "colleghi" delle forze armate libanesi, che hanno il compito di condurre ogni indagine e arrestare, come già avvenuto pochi giorni fa, i responsabili di ogni gesto che violi la Risoluzione 1701 e, quindi, metta a rischio il delicato equilibrio tra Libano e Israele.

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