venerdì 6 giugno 2014

pc 6 giugno - Ricordando Mara Cagol - "un fiore è sbocciato, e questo fiore di libertà continueremo a coltivarlo fino alla vittoria!"



Margherita
 5 giugno 1975: morte di Margherita (Mara) Cagol.
"Questa società, che violenta ogni minuto tutti noi, togliendoci ogni cosa che possa in qualche modo emanciparci o farci sentire veramente quello che siamo (ci toglie la possibilità di coltivare la famiglia, di coltivare noi stessi, le nostre esigenze, i nostri bisogni, ci reprime a livello psicologico, fisiologico, etico, ci manipola nei bisogni, nell’informazione, ecc. ecc.) ha estremo bisogno di essere trasformata da un profondo processo rivoluzionario."
(lettera alla madre del 28 novembre 1969)
Un anniversario importante, 40 anni dopo. Siamo in un altro mondo, certamente. Ma non sembra inutile ricordare quel che secondo il potere dovrebbe restare maledetto e ignorato.
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Il 5 Giugno 1975, presso la cascina Spiotta, in provincia di Alessandria, veniva assassinata, durante un conflitto a fuoco con i Carabinieri, Margherita Cagol, la compagna Mara, tra i fondatori delle Brigate Rosse. Uso volutamente il termine assassinata perché, sin dall’inizio, la versione dei Carabinieri stride con i risultati dell’autopsia, secondo cui: «Margherita è seduta a braccia alzate e le è stato sparato un solo colpo di pistola sotto al braccio sinistro: un colpo per uccidere». Bugie rituali e a cui siamo avvezzi, da parte delle forze dell’ordine. Ieri come oggi.
Per il “democratico” Stato italiano e l’insulsa morale borghese che lo nutre, pertanto, Mara è stata ed è una terrorista da annientare, fino a cancellarne la memoria. Per noi, viceversa, Mara è e sarà sempre una compagna, una combattente, una donna sensibile e colta, caduta per i suoi ideali comunisti di Libertà, Uguaglianza e Giustizia. Dunque, tenacemente vogliamo ricordarla. Tenacemente vogliamo onorarne la memoria.
Nel per la sua morte delle BRIGATE ROSSE si leggeva, tra l’altro: «E' caduta combattendo MARGHERITA CAGOL, "MARA," dirigente comunista e membro del comitato esecutivo delle Brigate Rosse. La sua vita e la sua morte sono un esempio che nessun combattente per la libertà potrà più dimenticare […] Non possiamo permetterci di versare lacrime sui nostri caduti, ma dobbiamo impararne la lezione di lealtà, coerenza, coraggio ed eroismo! […] Che tutti i sinceri rivoluzionari onorino la memoria di "MARA" meditando l'insegnamento politico che ha saputo dare con la sua scelta, con il suo lavoro, con la sua vita. Che mille braccia si protendano per raccogliere il suo fucile! […]»

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