venerdì 6 giugno 2014

pc 6 giugno - NO TAV - La santa inquisizione in azione al processo

Processo ai No Tav accusati di terrorismo: la difesa chiede lo stop, la Corte respinge

No Tav accusati di terrorismo: la difesa chiede lo stop, la Corte respinge
Secondo l'avvocato di uno dei quattro imputati è illegittimo l'uso del giudizio immediato: "Ci sono solo indizi, così si elude l'udienza preliminare". I giudici replicano: "Questione manifestamente infondata". Palazzo Chigi, Ltf e sindacato di polizia parti civili

Il processo a carico dei quattro No Tav accusati di terrorismo che si celebra davanti alla Corte d'Assise di Torino è "incostituzionale" e "va sospeso" immediatamente secondo la difesa, ma i giudici respingono l'obiezione e il dibattimento va avanti. Nella maxi aula bunker del carcere delle Vallette di Torino l'avvocato dell'imputato Mattia Zanotti, Oreste Dominioni, aveva chiesto la trasmissione degli atti alla Corte costituzionale per una "manifesta illegittimità" del rito del giudizio immediato, che era stato chiesto e ottenuto dall'accusa, rito con cui si sta svolgendo il procedimento penale. "E' stata illegittimamente abolita l'udienza preliminare - aveva dichiarato Dominioni - L'azione penale può essere promossa in questo modo dal pm sulla base soltanto dei gravi indizi. Il pubblico ministero per poter promuovere l'azione penale legittimamente deve avere il sostegno di una idoneità probatoria, di elementi che fanno ritenere che il giudizio si concluda con una sentenza di condanna".

"Cosa - aveva sottolineato il legale, rilevando anche un errore nell'ordinanza del gip che ha disposto il giudizio immediato - del tutto diversa della gravità indiziaria. Inoltre il pm deve promuovere l'azione penale dopo che ha adempiuto al principio di completezza delle indagini per tutte le conseguenze. Sulla base di questo, chiedo che le questioni da noi ritenute assolutamente fondate e già collaudate con pronunce di incostituzionalità dalla Corte, siano dichiarate ovviamente rilevanti, non manifestamente infondate, e che quindi sia sospeso questo giudizio. Gli atti siano trasmessi alla corte costituzionale".

Il pm Antonio Rinaudo aveva ribattuto che "la questione della difesa è manifestamente infondata". "È stato disposto il giudizio immediato cautelare per soddisfare l'esigenza di velocizzare il procedimento - aveva aggiunto - Non c'è nessuna lesione dei diritti di difesa, e non si può prendere un errore per chiedere la nullità di questo procedimento che in realtà rispetta tutti i presupposti che servono per disporli. Il pm ha chiesto il giudizio immediato per gravi indizi di colpevolezza contenuti nella misura cautelare, che è già passata al vaglio di un tribunale del Riesame. Abbiamo l'evidenza probatoria rafforzata, abbiamo due giudici che hanno valutato la posizione degli imputati e non ci può ora attaccare a un refuso o un formalismo, non c'è stata nessuna nullità". I giudici hanno dato ragione alla pubblica accusa, dichiarando manifestamente infondata l'eccezione di Dominioni.

Mentre la Corte era ritirata per decidere sulle questioni sollevate dalla difesa gli imputati hanno ironizzato con gli amici nel pubblico a proposito dei nuovi 17 arresti tra i No Tav eseguiti martedì. "Raga, abbiamo fatto un presidio in solidarietà di voi pochi che siete rimasti fuori - ha urlato uno degli imputati dal gabbiotto - Tenete duro, mi raccomando".

Intanto sono state ammessi come parti civili la presidenza del Consiglio dei ministri, Ltf e il Sindacato autonomo di polizia. I quattro imputati, Claudio Alberto, Mattia Zanotti, Niccolò Blasi e Chiara Zenobi sono presenti in aula, tutti insieme in uno dei gabbiotti destinati ai detenuti. Tra il pubblico e nel piazzale davanti all'ingresso sono presenti un centinaio di attivisti No Tav. Alcuni di loro durante l'intervento dell'avvocato Dominioni hanno chiesto dal pubblico che i detenuti siano ammessi ad assistere all'udienza dai banchi della difesa.

Alla fine l'udienza è stata aggiornata al 13 giugno, quando il processo entrerà nel vivo con le deposizioni dei primi testimoni. Si tratta per lo più di uomini delle forze dell'ordine e di operai presenti all'interno del cantiere la notte dell'assalto al cantiere di Chiomonte, il 14 maggio 2013.

De Luca e la Tav: "Andrò in tribunale quando si potrà discutere a porte aperte"

De Luca: "Andrò in tribunale quando si potrà discutere a porte aperte"

Lo scrittore, che ieri non si è presentato in aula, processato a Torino per istigazione a delinquere: aveva dichiarato di essere a favore dei sabotaggi No Tav in val di Susa

Erri De Luca, ha sentito che cosa hanno detto i pm in udienza, che le sue dichiarazioni sulla liceità dei sabotaggi in Val di Susa, dato il suo spessore intellettuale e la sua notorietà, hanno finito per istigare una serie di attentati?"Non ho mai fatto l'esaltazione del sabotaggio. Ho semplicemente detto che quell'opera in Val di Susa va sabotata e per diverse ragioni che tutti conoscono bene...".
Questa quindi è la sua opinione?"E' soprattutto una constatazione se vogliamo essere corretti".
Ora però lei si trova imputato in un processo per istigazione per questa constatazione. Che cosa risponde alle accuse dei pubblici ministeri?"Che non posso discutere le mie opinioni in un'aula di tribunale. Quello che sta succedendo a Torino lo considero un abuso. Sono pronto a discutere dovunque, a confrontarmi con chiunque ma non nel ruolo di imputato. Non accetto l'intenzione di processare le opinioni. Se quello che ho detto è un reato, beh io lo ribadisco ma non lo posso ribattere davanti ad un tribunale. Non lo posso neanche trattare. L'opinione non è trattabile, è un diritto intrattabile".
Nel corso dell'udienza da parte dell'accusa sono stati citati anche altre sue dichiarazioni. Quelle fatte ad un giornale calabrese in cui lei tracciava una differenza tra il terrorismo (riferibile secondo lei ai bombardamenti come quello di Guernica) e quella che, riferendosi alle Brigate Rosse definisce "lotta armata". Come si difende?"Dicendo, come ho detto prima, che non ho nessuna intenzione di discutere le mie opinioni in un'aula di tribunale e da imputato. Ne sul Tav, né sulle Brigate Rosse o sulla lotta armata in Italia negli anni '70. Io vivo in un paese dove le opinioni sono libere e come tali possono essere espresse. Se il tribunale la pensa in un altro modo allora abita in un altro paese che non è il mio".
Davanti al tribunale ci sono state manifestazioni di solidarietà nei suoi confronti, gruppi di persone si sono radunati e hanno letto le sue opere..."Non è successo solo a Torino mi hanno detto che manifestazioni del genere sono avvenute anche in altre città. Che posso dire? Che mi fanno indubbiamente piacere e che è una solidarietà che, accettando con gratitudine, estendo a sostegno della lotta del movimento della Val di Susa".
C'era grande attesa per la sua udienza. Come mai ha preferito non andare in aula?"Non sono venuto in tribunale perché il mio avvocato mi ha spiegato che si trattava di un'udienza a porte chiuse e quindi non era il caso che presenziassi. Probabilmente non verrò neanche alla prossima udienza trattandosi ancora di un dibattimento a porte chiuse. Sarò in aula quando si procederà a porte aperte".

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