giovedì 5 giugno 2014

pc 5 giugno - speciale elezioni - 5 - Siryza e altri


Nel parlamento europeo, però, è cambiata, se non nella sostanza, la forma della presenza della sinistra parlamentare. 
  
Essa ora ha come traino principale Siryza greca, neo socialdemocrazia di sinistra, di stampo eurocomunista, con un più aperto legame con la parte moderata dei movimenti.
Questa realtà ha avuto un risultato importante in Grecia, come è naturale, che ne può segnare la forza ma anche il limite, Siryza è quasi partito di governo e per quanto si possa dare una veste alternativa e movimentista, sempre “di governo” in un paese capitalista minore è. Questa componente ha ritenuto un risultato significativo anche in Spagna, favorita qui dalla gestione dei piani della troika da parte di un governo di centrodestra. La lista Podemos ha raggiunto l'8% dei voti e 5 seggi, che si aggiungono a quelli di Isquierda Unida e suoi alleati che è passata dal 4 al 10%, più ancora la sinistra catalana che ha ottenuto 3 seggi. Podemos è l'unica lista in Spagna, però, che è riuscita a trasformare il movimento di base riformista 'Occupy' in forza elettorale. Lo stile del movimento è grillino, senza la demagogia populista reazionaria di Grillo: star televisiva, il 35enne professore di scienze politiche, Pablo Iglesias.
Queste liste hanno eroso l'astensionismo e quindi hanno portato uno scarto alla dimensione politica europea dell'astensionismo, in questo appaiono abbastanza inoffensive verso i poteri dominanti ma invece insidiose nel quadro della costruzione dell'opposizione proletaria antagonista e antimperialista.
Altri temi che camminano attraverso queste presenze e queste liste sono quelle: 'non vogliamo essere una colonia della Germania', 'dignità er i paesi del sud' (visti come un tutt'uno e in questo candidarsi ad essere copertura a sinistra degli interessi di frazioni delle borghesie capitaliste imperialiste di questi paesi), il tema gettonatissimo dei 'costi della politica' e del 'colpiti dai mutui bancari', 'costi della politca, corruzione politica', 'limitazione dei mandati parlamentari', 'comunicazione web', 'rifiuto delle categorie destra, centro, sinistra'.
Podemos è la classica lista di grillino di sinistra, certo meglio del Grillo di destra che conosciamo in Italia. Iglesias conclude una sua intervista su Il Manifesto, parlando dell'Italia: “Siete stati un mio riferimento politico per molti anni. La mia tesi di dottorato è stata sulle 'tute bianche'” - un allievo che ha superato il maestro, vista la grottesca fine della cariatide italiana, Luca Casarini, cantore attuale di piccoli imprenditori, artigiani, ecc.
Anche in Germania l'ultima incarnazione è Linke che ha eletto tra i suoi 7 deputati un economista italo-tedesco, De Masi. Questo è molto chiaro nel suo ruolo di socialdemocrazia di sinistra e del suo ruolo attuale, si lamenta dell'astensionismo, guarda a Tsipras, invita la SPD ha collaborare con il leader di Siryza (ovvero a cooptarlo come copertura) e intende fare di più per essere un interlocutore credibile del movimento sindacale. Ma anche qui la venatura di destra non tarda ad emergere. Ci siamo difesi bene dalla concorrenza di AFD che ha tentato di pescare nel nostro stesso bacino del voto di protesta, cercando addirittura di passare per il partito della povera gente.
AFD è uno dei partiti della destra, capeggiato dall'ex presidente della confindustria tedesca che raccoglie voti nell'ala insoddisfatta della CDU bavarese.
Alcune cose giuste però De Masi le dice nell'attaccare, sia pure a fini elettorali, la natura di destra dei Verdi tedeschi, questi sì più simili al Grillo di destra italiano, “le cui tesi – dice De Masi – sono simili a quelle dei neocons americani. Sostengono Kiev e i neo nazisti interni e là dove i Verdi sono al governo conducono politiche del tutto simili ai socialdemocratici ufficiali, e, per esempio, nel governo dell'Assia fanno un governo di larghe intese con la CDU.

Dopo l'elezioni - la lista Tsipras dà il meglio di sè e qualcuno sfiora il ridicolo

L'assemblea post elettorale della lista Tsipras si è svolta in un clima di euforia, tipica da miracolato per aver raggiunto il quorum. Nella falsa sinistra non c'è mai decoro e misura, anche quando si tratta spesso di raggruppamenti di sinceri democratici, di intellettuali e di militanti, per così dire, impegnati e per bene, ma ideologicamente bacati di elitarismo da ceto politico, che già ne aveva fatto le sfortune, da Bertinotti in poi; analisi e spirito critico, quando si tratta di sé stessi, o è di facciata o manca del tutto.
Così in questa assemblea nazionale post elettorale si è assistito ad affermazioni che unicamente si possono definire tragico/ridicole.
Sandro Medici, romano, eterno candidato alternativo, inizia l'assemblea commosso. Revelli che più passa il tempo e più sembra interpretare una sorta di caricatura di sé stesso, già vista all'opera di fronte all'emergenza del movimento dei 4 gatti dei forconi, e si lancia con un linguaggio da nuova guida carismatica: “Tanti voti nelle città, superati i vecchi steccati. Ora i comitati locali si riconvochino subito, si riparta”.
I tre eletti di seconda fila, burocrati da un po' di Sel e di RC, dichiarano di sé: “Parlaimo la lingua di una nuova generazione politica. E potremmo continuare ancora per un po'...
Ma siamo obbligati a tacere di fronte alla dichiarazione di Guido Viale: “Abbiamo messo insieme le migliori intelligenze del paese... Ma adesso apriamo le porte della nostra organizzazione” (!).

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