lunedì 2 giugno 2014

pc 2 giugno - L'appello per la manifestazione nazionale dell'11 luglio a Torino -

(da infoaut)

civediamolundici: appello per una mobilitazione europea

Bo-Erh4IQAA7yytL'undici luglio i capi
dell'Europa vogliono
incontrarsi per
decidere del nostro
 futuro. Saremo
presenti anche noi,
perché quel giorno
sotto i riflettori dell'
Europa si imponga
la voce di quanti
non trovano
rappresentanza dentro
queste istituzioni; di quanti, anzi, abitualmente ne pagano i costi, col
proprio impoverimento, con la propria precarizzazione, con la perdita
di autonomia e di controllo sulle proprie vite.
Di fronte a processi di impoverimento drastici di fasce crescenti della
 popolazione, la governance europea risponde con vertici come questo,
col ricatto che lega il reddito e l'inclusione sociale alla disciplina del
 lavoro e di una produttività sempre maggiore. Noi riteniamo, invece,
che la ricchezza non sia sottoprodotta, ma mal distribuita; che il
problema non sia lavorare di più, ma sganciare le nostre vite e il nostro
 diritto a vivere degnamente dalle strategie con cui governanti ed
 imprenditori ristrutturano il mercato del lavoro. A chi ci vuole imporre
 dall'alto un discorso sulla nostra “occupazione”, contrapponiamo un
 discorso allargato, che ponga la questione del reddito, della precarietà,
dei beni comuni, di una battaglia radicale contro lo status cui sono
costretti i migranti e i profughi.
Questo vertice coinciderà anche con l'apertura di un semestre europeo
 governato da quel Renzi che ha messo d'accordo in Italia tutte le
 frazioni del padronato, il media mainstream nella sua totalità,
 presentandosi come il miglior allievo e collaboratore della dottrina di
 austerity imposta dalla Trojka. Diventa ancora più urgente, dunque,
 allargare ad un orizzonte europeo il fronte dell'opposizione alle
 politiche del nostro impoverimento. Costruendo una mobilitazione
vasta e che vorremmo transnazionale. Immaginando un'opposizione
alla Trojka che si sottragga all'alternativa impotente Europa sì/Europa
no. Che guardi ad un continente della conflittualità in divenire da
produrre con le pratiche dei movimenti sociali perché l'unica
progettualità davvero comunitaria è quella che passa per l'abbattimento
delle gerarchie che ci opprimono e la redistribuzione delle ricchezze
che ci sono sottratte.
Costruire un percorso comune vuol dire gettare le basi che lo rendono
possibile. Per questo l'assemblea ha chiesto, fin dai primi interventi,
trovando conferma, la convocazione di uno sciopero generale per la
giornata dell'11 luglio, per permettere la partecipazione di tutti i lavoratori.
Vuole anche dire sedimentare una forza che venga dai percorsi che
 possiamo costruire sui territori e che apra alla possibilità di una stagione
da rilanciare. Non ci interessa costruire eventi quanto attivare processi,
con un passato ed un futuro di possibilità. Per questo ci impegneremo a
costruire assemblee nei nostri territori, che allarghino la partecipazione e
il fronte di un'inimicizia sempre più necessaria. Per questo abbiamo
individuato nell'ultima settimana di Giugno lo spazio di una mobilitazione
che confluisca in una giornata comune (26 giugno) su obiettivi di lotta
condivisibili e concreti: banche, agenzie di riscossione dei crediti, centri
impiego e media, intesi come un apparato ormai direttamente politico.
Molte altre iniziative che si svilupperanno sul territorio nazionale
costituiranno altrettanti momenti di rilancio di questo percorso comune.
Nella prospettiva di una processualità politica e sociale in continuità
con un anno di movimenti, #civediamolundici Luglio perché sia punto di
 partenza di processi larghi di conflittualità a venire.

Movimenti sociali e sindacati conflittuali contro la precarietà e 
l'austerity
Torino, 31 maggio 2014

Report dell'assemblea nazionale di Torino. #civediamolundici 

alt
Riportiamo alcuni
brevi estratti dei
moltissimi interventi
succedutisi durante
l'assemblea nazionale
di ieri a Torino, nel
tentativo di riportare
almeno in parte la
ricchezza e
l'entusiasmo che
l'hanno animata.
Tante le realtà
presenti: movimenti
di lotta per la casa,
No Tav, centri sociali e studentati occupati, sindacati di base e conflittuali e
soprattutto la significativa presenza di compagni e compagne giunti da altri paesi
che hanno scelto di raccogliere fin d'ora l'appello a una mobilitazione che possa
essere raccolta e assunta non solo a livello nazionale ma europeo.
***
I due interventi di apertura che hanno proposto un'analisi della fase politica attuale
(soprattutto alla luce dell'ultima tornata elettorale) e messo al vaglio dell'assemblea
una serie di proposte e idee sulla costruzione delle giornate di lotta di luglio e sul
percorso di avvicinamento alla mobilitazione.
L'intervento di Germana:
L'intervento di Francesca:

L'intervento di Nicola del Movimento di lotta per la casa di Roma, che si apre con
il saluto e la solidarietà a Luca e Paolo, costretti agli arresti domiciliari e
impossibilitati a esserci, e si chiude con la lettura di una lettera scritta da Paolo
 indirizzata all'assemblea

L'intervento No Tav di Alberto Perino, che si apre con un lungo e caloroso
applauso di saluto a Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò:

Gli interventi di un compagno tedesco e di un compagno greco del network di
lotta "Beyond Eruope" che hanno raccolto con entusiasmo la proposta di una
mobilitazione transnazionale in vista dell'11 Luglio:

L'intervento di Luigi del centro sociale Gabrio si è aperto ricordando la recente
scomparsa di Peppe, storico occupante di alcune palazzine occupate della zona
San Paolo, da anni in prima fila nelle lotte per la casa. Luigi ha poi fatto un focus
sulla scelta di proclamare il vertice europeo proprio a Torino, una città in cui si è
da tempo imposto un sistema di gestione del territorio improntato alla speculazione
e alla vetrina dei grandi eventi sotto la guida del Partito Democratico. Quello che
ci siamo presi con la lotta, con la lotta lo difenderemo!

L'intervento di Cognini per la coalizione dei centri sociali delle Marche e del
Nord-Est ha parlato dell'Europa come lo spazio in cui si determinano le direttrici
che cannibalizzano le nostre vite e in cui Renzi si inserisce in maniera parallela, in
vista del semestre italiano, che comincia proprio l'11 Luglio. "Le discontinuità che
si vedono nello spazio europeo sono parte di questo processo, e la nostra capacità
sta nella capacità di aggredirlo ora che si sta sviluppando. Il patto transatlantico sul
commercio punta a un'omogeneità che favorisce la governabilità. Non è nella
nazionalizzazione che si trova la soluzione, ma nella sovranità sociale, che parte
dai territori. Omogeneizzare i contenuti all'opposto del nostro nemico; l'11 luglio non
si deve parlare solo di disoccupazione, ma generalizzare i discorsi (casa, territori,
reddito, profughi e migranti, opere pubbliche...). il 21 giugno sarà un punto di partenza;
necessario fare iniziative nei giorni precedenti nei territori per preparare l'11".

Anna, compagna tedesca di Interventionische Linke (coordinamento di militanti e
radicali di diverse città), ha parlato della Germania come "cuore della bestia" e del
fatto che l'agire nella crisi deve essere transnazionale, e l'orizzonte di attivismo deve
essere almeno europeo: "Blockupy è un contropotere in questo senso, un punto di
resistenza a Francoforte e Belrlino. E' stato redatto un documento dal titolo
#thecommonofeurope per lanciare questo processo. Il vertice non è un
appuntamento italiano, i mercati e la crisi sono di tutt*, senza distinzione di genere
ed origine. L'11 luglio non è un appuntamento finale, ma un punto di partenza per
una prospettiva anticapitalista, antisessista e antirazzista. Noi verremo a Torino
perchè ovunque ci stanno rubando il futuro. L'11L è una giornata europea,
costruiamo noi un internazionalismo nuovo".

Giorgio Cremaschi: "nessun telegiornale o tv parlerà di questa assemblea, ma questo
è il nostro punto di forza, noi sappiamo che esiste un mondo fuori dai palazzi.
Siamo la seconda gabbia europea dopo la Grecia, lì si è sperimentata la medicina
più brutale, noi siamo il secondo tentativo e Renzi lo rappresenta: liberismo selvaggio,
precariato, gli 80 euro sono l'indoramento della pillola concordato con la Merkel.
La sperimentazione italiana è quella della costruzione di un regime. Sei mesi di giuda
italiana in Europa è una costruzione di consenso: deve diventare la prima della classe
del modello di austerity, dobbiamo usare al meglio tutte le nostre forze! Napolitano
dice oggi alle prefetture: intervenite con forza contro i movimenti! Questa è la
repressione che viviamo tutti i giorni, totale solidarietà tra di noi, senza polemiche
tra di noi. Il 28 giugno manifestazione a Roma sotto le sedi Europee, apriamo un
contro-semestre di lotta contro Renzi-Merkel. Loro hanno un progetto di consenso
all'austerità, le nostre differenze non sono più un problema perchè i nostri percorsi di
lotta sono comuni".

Franco del sindacato SI Cobas di Torino porta il saluto dei lavoratori della logistica
dei mercati generali di torino: "In questo percorso non ci devono essere solo
soggettività politicizzate, ma i soggetti reali della crisi. Sfida a torino e in tutte le città,
dobbiamo saper interpretare i loro bisogni, difficoltà e ricatti, queste è la nostra
scommessa, un sindacalismo non fittizio e confederale, ma reale e concreto di una
classe di lavoratori e sfruttati. Gli impegni che ci diamo in questo percorso: 10 giorni
di presidio prima dell'11L per raccogliere tutto quello che è possibile smuovere e
mobilitare, la sofferenza che c'è a Torino deve essere raccolta e trasformata in lotta
e conflitto".

Andrea della rete universitaria LINK: "Il problema è che quello di cui si parlerà in quel
vertice non sarà il problema della disoccupazione e della precarietà, ma ci sarà il mantra
ideologico flessibilità=occupazione. La storia degli ultimi 20 anni ci ha dimostrato
l'opposto: la flessibilità crea disoccupazione, bisogna ribaltare il concetto di precarietà
da soluzione a problema. Ambire a un respiro europeo, Renzi è solo in sintonia. La
democrazia deve essere praticata in quello che voglia fare l'11L, perchè quello che
viviamo non è più possibile chiamarlo democrazia. Produrre un discorso condiviso,
momenti di discussione e condivisione. Riprendersi spazi di welfare è una necessità
per tutti e non solo per i militanti".

Piero Bernocchi dei COBAS: "Piena consapevolezza dell'11 luglio come più di
una manifestazione, nazionale ed europea. Sarà grande di numeri, ma sarà punto
di riferimento per l'opposizione al semestre europeo ed alle politiche? Dobbiamo
convincere di essere l'unica vera opposizione di questo paese. Renzi non va preso
sottogamba, come Tatcher e Raegan. I nemici dei nostri nemici, non sono nostri
amici (Lega, Front Natioal ecc), lì non si gioca la partita, ma solo i movimenti
sociali anticapitalisti, senza connesioni con il nazionalismo, che è una bruttissima
bestia che non dobbiamo utilizzare. Il problema è che dobbiamo convincerci che
non esiste "il conflitto del conflitti", e gli altri sono marginali. Tutti sono conflitti
da tenere insieme, ognuno degno. Il secondo problema è l'idea dell'egemonia,
non esiste ed è stupido cercarla, tutto va messo in gioco. L'11 sarà un punto di
partenza per farci guardare, è un'occasione clamorosa. Proclamiamo fin d'ora lo
sciopero provinciale a Torino ma in settimana si discuterà anche di uno nazionale"

Mattia NeetBlock - Alexis (Roma): "bisogna cominciare a mobilitarsi da subito,
l'11 Luglio comincia domani per noi, in ogni città dobbiamo fare allargare la base
sociale con cui ci rapportiamo".

Greg della ZAD contro l'aereoporto di Notre Dame de Lande (Francia): due giorni
prima la mobilitazione No Tav del 22 febbraio, anche da noi c'è stato un corteo
molto conflittuale, con una conposizione allargata, 60 mila persone. Sappiamo che
c'è solidarietà forte tra noi e il No Tav, tra tutte le lotte territoriali. Queste lotte non
si giocano più su un piano nazionale, quindi dobbiamo fare crescere questo piano e
questo fronte di lotta, e l'11 è l'occasione giusta. L'inaugurazione della banca centrale
europea in autunno sarà un nuovo appuntamento per continuare a lottare. C'è un
appello che sta già circolando su destroika.noblogs.org".

Leon del cs Cantiere di Milano: "essere rete delle lotte con un radicamento territoriale.
Abitare nella Crisi, con Paolo e Luca al nostro fianco anche da casa. Il 13-14-15 giugno
a Milano vi invitiamo tutti all'incontro dei territori resistenti in Europa e nel Mediterraneo.
Da tutta Europa, per mettere insieme le esperienze concrete, dal mutuo soccorso e le
quotidiane riproduzioni di pratiche di lotta".

Guido del sindacato USB conferma che anche loro raccoglieranno l'invito a proclamare
lo sciopero per l'11 luglio lanciato dall'assemblea.

Cosimo Scarinzi della CUB: "sciopero per l'11 in Piemonte, forse anche nazionale.
Contro l'accordo infame sulla rappresentanza sindacale, che schiaccia il sindacalismo
di classe. L'unità al ribasso ce la stanno già imponendo. Nella lotte della logistica un
orizzonte importante. Abbiamo un periodo di lavoro davanti molto intenso. La richiesta
di reddito va insieme alla richiesta della riduzione dell'orario di lavoro, che è tempo di
schiavitù e di sfruttamento".

Sid di Milano: "Superare l'impostazione del contro-vertice per affrontare l'11 luglio,
siamo d'accordo con i discorsi fatti. Dobbiamo sforzarci di declinare una pratica di
conflitto più ampia possibile, che si smarchi dall'impostazione simmetrica tra le strutture,
sui numeri e su un'impostazione machista. Richiami a Barcellona come esempio di
asimmetria. See you on the barricades!"

Federico dei centri sociali e delle lotte studentesche di Palermo: "qui c'è la
ricomposizione sociale che abbiamo messo in campo in questi anni: rifiuto collettivo
dell'esistente e dell'austerità. La lotta per la casa è il collante dei conflitti nei territori,
con differenze tra le città, per esempio a Palermo alcune pratiche sono già assunte
da parte di chi vive la città. Il nostro compito è quello di politicizzare queste pratiche.
Vogliamo riflettere anche sul fenomeno della migrazione tra Sud e Nord, di come non
si vedeva dal secolo scorso. #iononvoglioemigrare è la nostra campagna per vivere
i nostri territori con rabbia contro chi ci vuole costringere ad andarcene".

Tiziano di Dinamopress: "scegliamo un linguaggio comprensibile e radicale, cercando
di individuare dei campi strategici dove intervenire. Si parla di disoccupazione
giovanile con un assunto: bisogno accettare qualsiasi tipo di lavoro, questionare il
tipo di lavoro è sacrosanto, il reddito è la prima delle nostre richieste, assieme ad un
salario minimo, affrontata a livello europeo, anche e soprattutto di contrattacco perchè
è il terreno su cui il capitale ha deciso di dispiegarsi. L'europa siamo anche noi, giovani
e migranti e dobbiamo metterci con forza al centro del discorso. Il 7-8 giugno meeting
a Roma su lavoro e nuove forme di organizzazione sindacale".

Martino del Newroz di Pisa: "esistono dei livelli differenti, e noi dovremmo essere
all'altezza di ognuno con ambizione a mettere insieme più soggetti. L'11 luglio sarà
l'occasione per costruire alterità, per far parlare le lotte".

Bruno di Zero81 di Napoli: "come mettiamo in discussione la dimensione di governo
commissariata? Oggi noi dobbiamo poter decidere sui nostri territori e sulle nostre
vite. Dobbiamo accumulare forze nei nostri territori. L'11 luglio è l'occasione per
aprire una strada di conflitto. A cosa serve questo spazio europeo e in che modo
può incidere positivamente sulle nostre vite? Sicuramente non è il modo in cui pensa
Renzi e la Troika. L'11 luglio è un punto di partenza per opposizione vera al semestre
italiano dell'unione europea. A Napoli è centrale il discorso sulla disoccupazione, la crisi
ha acuito malessere sociale sul territorio. Quella del reddito è soprattutto una questione
di sopravvivenza, dobbiamo rimettere al centro la dignità personale. Il 7 e 8 il meeting
sul reddito organizzato a Roma potrebbe essere il luogo in cui si possono affrontare
tematiche in modo specifico. Solidarietà e complicità ai No Tav arrestati e a Paolo e
Luca del movimento di lotta per la casa di Roma".

Samir di Militant: "L'Europa a cui ci dobbiamo opporre è un nemico politico organizzato
in istituzioni sovra-nazionali, consolidata anche e nonostante l'astensionismo elettorale.
Servono una gestione di piazza e quindi politica della manifestazione che siano di conflitto
ma che rendano possibile a chiunque partecipare, in un'ottica di allargamento".

Chiara di Genuino Clandestino: "dobbiamo ricordare la grande distribuzione come
simbolo della gestione capitalistica. Chiediamo che durante il controvertice ci sia
attenzione per il cibo scelto, filiera corta con contadini della rete, unire la lotta della
campagna con quella della città, e noi ci muoveremo in questo senso per contribuire
alla costruzione di questo pezzo".

Luca di Firenze: "La ricchezza della lotta per l'abitare dobbiamo tenerla dentro anche
l'11L. Serve vertenzialità quotidiana, di larga parte dei soggetti metropolitani in
dialettica con le istituzioni senza mai legittimarle ma in contrapposizione ad esse.
Forme concrete e collettive di opposizione sociale. Il piano casa approvato non
è una sconfitta, se l'articolo 5 doveva andare a colpire i movimenti, questo tentativo
è stato completamente ribaltato. La lotta per la casa non basta, per la grandezza
della sfida di queste giornate, per aggredire la complessità della miseria che ci
impongono, dobbiamo aggredire la metropoli".

Thea e Andrea parlano dell'occupazione della Cavallerizza Reale di Torino e di una
gestione diversa dei beni comuni della città, invitando tutti a passare e partecipare al
termine dell'assemblea.

Davide del Laboratorio Bios di Padova: "Contesto di totale cambiamento di paradigma,
oggi si impone un nuovo modello con nuove forme di sfruttamento, di lotta e di
soggettività, che ora chiamiamo precarietà. Il Jobs act istituzionalizza la precarietà come
unica forma e legittima il lavoro gratuito, oltre a legittimare lavori a 400 euro al mese o
meno, una distanza tra le ore lavorate, la ricchezza prodotta e il redditto associato:
per questo dobbiamo parlare di reddito incondizionato, collocato su un piano europeo
oppure nulla. Meeting a Roma 7-8 giugno"

Federico della Rete della Conoscenza: "leggendo il documento Youth garanty, la
precarietà sembra una sfiga individuale, in una crisi che viene dal nulla. La crisi invece
ha responsabilità e mandanti, e noi nelle scuole lo sappiamo bene. Si sono moltiplicati
i fronti di microconflittualità, ma servirebbe un lavoro unificante. L'arma dello sciopero
non è più unificante, dobbiamo trovare altri strumenti".

Gigi Hobo Bologna: "dalle elezioni: il PD è il nemico numero uno per noi, non dobbiamo
attribuire al nemico più o meno forza di quella che ha, non dobbiamo fare liste di
parole d'ordine onnicomprensive, ma dobbiamo affrontare la questione concreta,
sulle ambivalenze della composizione sociale, ad esempio la polarizzazione tra garantiti,
di chi pensa di avere delle speranze di salvezza nella crisi, e dall'altra i precari, coloro
che non hanno nessun tipo di garanzia, con connotati generazionali (precari di seconda
generazione, con welfare familistico scomparso). Riprenderci, con azioni dirette sul
consumo, quegli 80 euro che ai precari non vengono dati! Assemblee territoriali
per aggregazione, settimana di mobilitazione per fine giugno, con una giornata comune
sui territori, con obiettivi coordinati per lanciare la giornata dell11: Banche, Agenzie
riscossione crediti, Centri per l'impiego ed i Media, intenso come strumento ormai
a tutti gli effetti politico".

Marco del Collettivo Politecnico di Torino: "il tentativo di abituare le nuove
generazioni alla precarietà deve essere scardinato proprio l'11. Non dobbiamo
cadere nella trappola del conflitto generazionale contro i lavoratori le cui garanzie
avrebbero reso impossibile il futuro dei giovani ma ricomporre il soggetto dei
lavoratori in continuità con i precari ed i giovani".

Elisa di Magnammece o Pesone di Napoli: "L'illegalità diffusa è ormai all'ordine
del giorno in una città come Napoli, non ci rappresenta nessuno, ci chiamino black
block o abusivi. Servono Reddito Riappropriazione Autorappresentazione con un
occhio speciale per il Sud e per le sue risorse, che trovi in sè una forma di espressione
e di uscita dalla propria crisi".

Pietro del Laboratorio Beni Comuni: "Occupazioni a Sesto San Giovanni "aldo
dice 26X1" Unione inquilini di Sesto insieme in questa occupazione abitativa di
palazzi abbandonati. Occupare ed uscire dalle occupazioni per allargare nella città".

Ousman del coordinamento solidarietà profughi e migranti: "dobbiamo alzare la voce
perchè siamo stanchi. Noi l'11 ci saremo a rivendicare ciò che loro vogliono toglierci,
la dignità che il potere ogni giorno ci sottrae".

Francois di Milano: "l'effettività della giornata, il dispositivo di controllo e repressione
sarà ingente, dobbiamo costruire una forza che sia all'altezza, dobbiamo essere dove
loro non si aspettano che noi siamo; ci sia un corteo grande e potente, deve essere
accompagnato da blocchi diffusi. La simmetria è essere dove loro vogliono,
l'asimmetria invece è una lunga serie di azioni di blocco diffusi nei giorni precedenti.
La giornata dell'11 non si deve parlare di disoccupazione e basta, ma dobbiamo
tornare a parlare di rivoluzione, perchè il capitalismo faceva schifo anche prima di
Renzi!".

Giacomo degli studenti medi di Genova: "L'11 luglio l'unica ricetta che ci daranno
sarà quella della flessibilià, ma la nostra ricetta sono più diritti e più garanzie.
Dobbiamo imporre i nostri temi. Siamo contro lo sfruttamento degli stage;
non si può rispondere all'austerità con la ricetta della flessibilità!".

Abu del Movimento Migranti e Rifugiati: "la lotta per la libertà di movimento, la lotta
contro la Tav, la lotta per la casa, devono essere coordinate. Il lavoro serve, ma non
si deve morire, deve essere dignitoso. Andremo a Bruxelles con una carovana europea
per parlare di libertà di circolazione delle persone".

Luca di Chicago86: "Prendiamo esempio da una serie di lotte e di scioperi che ci
sono stati negli USA, come quello recente dei fast-food che ha unito migliaia di
lavoratori. Dobbiamo dirci contro questo lavoro".

Andrea dei SiCobas e lavoratore della TNT di Torino: "serve internazionalizzare
le lotte, anche per noi della logistica, che ci saremo l'11 luglio".

Alice della Biblioteca Autogestita del Terzo Piano: l'Università è sempre più cara
tra affitti di case, tasse e caro-libri: anche questa è austerity! Noi la contrastiamo
con la riappropriazione degli spazi e dei nostri bisogni"

Nessun commento:

Posta un commento