lunedì 12 maggio 2014

pc 12 maggio - aggressioni e militarizzazione fascista- risposte antifasciste- processo agli antifascisti - massima mobilitazione !


Aggressione fascista a Napoli



sabato 10 maggio nei pressi del quartiere Vomero verso le 19:00, uno dei nostri compagni è stato aggredito da una quindicina di  militanti evidentemente di destra e riconoscibili dalle t-shirt riportanti loghi di casapuond e blocco studentesco,accusandolo di aver scattato alcune fotografie dal suo cellulare e successivamente seguito per un tratto di strada spintonato e minacciato più volte di violenze fisiche e, dato più preoccupante,continuando ad affermare di conoscere il suddetto compagno e di sapere dove trovarlo.
Come sempre accade in questi casi gli aderenti di casapound e di blocco studentesco hanno reagito in gruppo e con violenza nei confronti di chi porta avanti una lotta che mira alla libertà e all’ uguaglianza,al contrario di chi,persegue l’odio razziale, l’antisemitismo, il sessismo, il revisionismo storico e la violenza di gruppo finalizzata a favorire un clima di autoritarismo.
Al compagno aggredito va tutta la nostra solidarietà come da parte di tutti gli studenti, le studentesse, i cittadini e le cittadine che portano avanti nella nostra città ed in tutto il paese valori quali la resistenza e l’antifascismo.
Studenti Autorganizzati Campani

Milano: prove di militarizzazione, la nuova realtà del fascismo



 Più che mani­fe­sta­zioni, sfi­late di tipo para­mi­li­tare con i par­te­ci­panti dispo­sti non per file, ma inco­lon­nati e in movi­mento al passo dei tam­buri. Nes­suno ai lati. Tutti in divisa: magliette o felpe nere, pan­ta­loni dello stesso colore, anfibi ai piedi. Mol­tis­sime le fiac­cole. Davanti, ad aprire il cor­teo, un nugolo di ban­diere con la croce cel­tica. Così la mani­fe­sta­zione neo­fa­sci­sta di Milano lo scorso 29 aprile, pre­senti tutte le sigle dell’estrema destra, orga­niz­zata per com­me­mo­rare oltre ai caduti mis­sini degli anni Set­tanta, Ser­gio Ramelli ed Enrico Pede­novi, Carlo Bor­sani, un gerarca fasci­sta, fir­ma­ta­rio del Mani­fe­sto sulla razza, non­ché col­la­bo­ra­tore dei nazi­sti, fuci­lato dai par­ti­giani alla libe­ra­zione della città.
 Un colpo d’occhio inquie­tante: quasi un migliaio di per­sone, giunte anche da altre loca­lità lom­barde, saluti romani con il «pre­sente» gri­dato davanti alle lapidi (abu­siva quella per Bor­sani), a comando, nel silen­zio gene­rale, dopo l’«attenti». Quasi una piazza d’armi.
 Tra marzo e aprile, sem­pre a Milano, rap­pre­sen­ta­zioni simili si erano già svolte tra i via­letti del cimi­tero Monu­men­tale e di quello Mag­giore, il 23 marzo per ono­rare «i mar­tiri della Rivo­lu­zione fasci­sta», ovvero gli squa­dri­sti degli anni Venti caduti «in ser­vi­zio», alcuni dei quali tumu­lati in una cripta posta sotto un monu­mento fatto eri­gere da Benito Mus­so­lini nel 1925, e il 25 aprile al Campo X dove sono rac­colti i resti di quasi un migliaio di repub­bli­chini, periti tra il 1943 e il 1945, tra loro Ales­san­dro Pavo­lini, il coman­dante delle Bri­gate nere, Fran­ce­sco Colombo, il fon­da­tore della Legione Muti, diversi gerar­chi fuci­lati a Dongo, alcuni sgherri della banda Kock, nume­rosi militi della Decima Mas e una decina di SS ita­liane. Anche qui la stessa sce­no­gra­fia: colonne in nero, alcuni con tuta mime­tica, a passo di mar­cia, tra i fre­quen­ta­tori sbi­got­titi dei due cam­po­santi. Incre­di­bile l’assenza di rispo­ste isti­tu­zio­nali, anche da parte dell’assessore com­pe­tente dei cimiteri.
 Siamo di fronte a un fatto nuovo, a un salto di qua­lità non solo nelle coreo­gra­fie ma di sostanza, con l’introduzione di evi­denti atteg­gia­menti e pose mili­ta­re­sche, con una pro­gres­siva tra­sfor­ma­zione della stessa vita interna delle orga­niz­za­zioni neo­fa­sci­ste mila­nesi. Un’autentica muta­zione. Molti i segnali: adde­stra­menti alla mar­cia, rispetto asso­luto della disci­plina, gerar­chie dise­gnate sulla base della forza fisica, una sorta di «non­ni­smo» (ai più gio­vani le incom­benza manuali, attac­chi­naggi com­presi), «puni­zioni» anche fisi­che per i mili­tanti che sgar­rano, magari rom­pendo le righe anzi tempo. Pugni e calci. Peg­gio della caserma.
 Ciò che sta acca­dendo non va sot­to­va­lu­tato. La ripresa d’iniziativa di que­sti anni da parte del varie­gato uni­verso neo­fa­sci­sta sta assu­mendo a Milano carat­te­ri­sti­che pre­oc­cu­panti. Un modello quasi unico nel pano­rama nazio­nale. Non si tratta solo dell’apertura di nuove sedi, della pre­senza di ban­chetti o gazebi di pro­pa­ganda. Si tratta del ten­ta­tivo di occu­pare spazi riven­di­can­doli con la forza. La pro­spet­tiva è quella dello scon­tro. Que­sto il senso delle mani­fe­sta­zioni recenti, a par­tire dal 29 aprile, vere e pro­prie esi­bi­zioni musco­lari a mar­care una piazza alter­na­tiva al 25 aprile. Alcune delle stesse for­ma­zioni pro­mo­trici degli eventi ricor­dati si stanno signi­fi­ca­ti­va­mente strut­tu­rando. Lealtà azione, nata da una costola degli Ham­mer­skin, si muove ormai, per sua stessa ammis­sione, ispi­ran­dosi alla vita dei lupi (uno degli emblemi adot­tati), riu­niti in branco, fedeli e sot­to­messi a un capo asso­luto, pronti a «sbranare».
 Si riten­gono evi­den­te­mente maturi i tempi e favo­re­voli le con­di­zioni di fronte a isti­tu­zioni locali, sin­daco Pisa­pia e giunta com­presi, capaci il più delle volte solo di fle­bili sus­surri, alla bene­vo­lenza della que­stura, una garan­zia per lo svol­gi­mento senza grandi intoppi delle ini­zia­tive, e ai limiti di un anti­fa­sci­smo che non ha ancora colto fino in fondo la par­tita che si sta giocando.
Di Saverio Ferrari per Il manifesto



Novate Milanese è antifascista: via Casapound!

2734603-novate... un esiguo gruppetto di Casapound ha allestito un banchetto in piazza Pertini a Novate Milanese nel tentativo di racimolare qualche adesione e distribuire volantini in vista delle elezioni comunali del 25 maggio. A guidare la lista è Angela De Rosa, la quale, avendo cambiato casacca, è migrata dal Pdl alla lista dei fascisti del terzo millennio: così l'organizzazione si trova inaspettatamente ad avere una rappresentanza istituzionale.La città di Novate però non è disposta a tollerare il gruppuscolo neofascista, perciò nella giornata di ieri è stato organizzato un contropresidio per far capire in modo chiaro che la presenza dell'organizzazione di estrema destra non è gradita dai cittadini. Ancora una volta la polizia si è schierata a difesa dei loschi figuri, i quali hanno pensato bene di aggredire il contropresidio. Non appena hanno sentito le note della canzone “Bella ciao”, una decina di militanti armati di caschi e bastoni sono partiti nella direzione del raggruppamento antifascista. Al secondo 0.45 si vede apparire anche la candidata in lizza avanzare in prima fila correndo e gridando “Ve ne dovete andare”: sarà che De Rosa è particolarmente allergica alla canzone o ha un'idea tutta sua del concetto di “democrazia”? Nonostante le minacce verbali e lo sfoggio di caschi e bastoni, il presidio antifascista è continuato in maniera determinata. Verso il tardo pomeriggio, 4 antitifascisti/e si sono allontanati dal presidio per fare ritorno a casa, quando un gruppo di quindici persone, presumibilmente militanti di Casapound, li ha aggrediti da dietro le spalle per poi allontanarsi in fretta. L'episodio conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l'assoluta urgenza di estirpare l''organizzazione di estrema destra da ogni territorio. In quest'ottica con la giornata di ieri il comune di Novate ha dimostrato che sul suo territorio i neofascisti non sono benvenuti e presidi antifascisti sorgeranno con prontezza e determinazione per contrastare questa indegna presenza.

Rimini antifascista oggi in piazza contro Forza Nuova
Sono passati poco più di due mesi da un fatto gravissimo, ossia il tentato omicidio ai danni di due compagni da parte di giovani nazisti che fanno riferimento al partito politico Forza Nuova, e ci ritroviamo nuovamente a dover subire nella nostra città un comizio di questi patetici personaggi in camicia bianca. Una camicia (nera nei fatti) che nonostante i loro proclami non si può mascherare dietro un sorriso. Una camicia che, oggi come ieri, è sporca di sangue. Il sangue dei partigiani e degli antifascisti di ieri e di oggi.

La nostra città conosce bene chi sono e cosa vogliono realmente questi soggetti perché l'ha vissuto sulla propria pelle.
Dai rastrellamenti, rappresaglie, deportazioni e uccisioni di ieri fino ad arrivare alle aggressioni di oggi:  accoltellamenti squadristi, assalti armati agli spazi sociali. Questo è l'inaccettabile risultato della presenza di partitini nazisti in città.
Rimini sa che oggi come ieri i fascisti non hanno cambiato faccia, anche quando la nascondono dietro infami sorrisi da propaganda.
Fascismo e nazismo anche oggi vogliono dire odio nei confronti del diverso per fomentare guerra tra poveri, negazione delle libertà individuali e collettive, autoritarismo al servizio di quello sfruttamento capitalista che è la causa principale della crisi economica.

Per tutto questo la pazienza è finita e non ci dev'essere più spazio per le provocazioni nazifasciste.
Non abbiamo bisogno di altri martiri per comprenderlo.

Tuteliamo la nostra città, autodifendiamoci, cacciamo fuori quel ferrovecchio dello stragismo che è Roberto Fiore e la sua accozzaglia nazista che si chiama Forza Nuova!
Le strade sono nostre, per gli infami squadristi servi dei padroni non c'è spazio!
Fuori i fascisti da Rimini!

RIMINI ANTIFASCISTA


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