giovedì 1 maggio 2014

pc 1 maggio - DIchiarazione comune dei partiti e organizzazioni marxiste-leniniste-maoiste nel mondo

Un altro 1° maggio arriva



Arriva un altro Primo Maggio, in un mondo in cui miseria e privazioni subite da miliardi di persone sono enormemente aggravate dal prolungarsi della crisi del sistema imperialista. Milioni di lavoratori sono stati espulsi dai posti di lavoro. Gli ammortizzatori sociali sono tagliati. Il crescente aumento dei prezzi deprime ulteriormente il tenore di vita. Cure mediche e istruzione superiore diventano insopportabilmente cari. E nel frattempo gli artefici di questo sistema spietato escogitano misure ancora più ferocemente antipopolari, mentre ostentano odiosamente la loro ricchezza e le liste dei miliardari si ingrossano.
Un altro primo maggio, in cui i lavoratori immigrati sono costretti a lavorare come schiavi, mentre la tratta di donne e bambini continua ad aumentare in proporzioni impressionanti, mentre le donne continuano a subire la brutalità di stupri e femminicidi, nell’“arretrato” Afghanistan come nella “avanzata” America, mentre le minoranze sono isolate e represse, i giovani braccati e perseguitati, mentre anche a rivendicazioni minime, come salari e condizioni di vita decenti, si risponde con repressione e galera.
Un altro primo maggio, nel bel mezzo di devastazioni ambientali causate dalla cieca ricerca del profitto, della rapida divaricazione della disuguaglianza all'interno di ogni società e tra paesi imperialisti e paesi oppressi .Oppressione e sfruttamento generano resistenza. E la resistenza cresce. Nel mondo, paese dopo paese si assiste a una crescente ondata di lotta di classe e rivolte popolari. È un mondo in agitazione. Una ampio spettro di forze sono state sospinte alla lotta contro il sistema. Certo non è sufficiente scendere in piazza, per una rottura radicale, per la costruzione di una nuova società, ma apre grandi opportunità di legarsi a un’intera nuova generazione e conquistarla alla meta rivoluzionaria del comunismo.
Apre la strada alla rivoluzione. Questo è l'aspetto principale. Questo si deve cogliere con decisione.
Solo una decina di anni fa, si metteva in discussione la stessa esistenza del proletariato.
La lotta di classe era dichiarata superata e si diceva fosse stata sostituita dai movimenti delle “moltitudini”. Oggi il mondo è segnato ripetutamente da lotte militanti di lavoratori, non solo in paesi come l'India o la Cina ma anche nel cuore delle cittadelle imperialiste. Ci sono tutte le ragioni per questo. Dietro gli alti discorsi sulle meraviglie tecniche del 21° secolo, nei campi di sterminio dell’industria dell'abbigliamento in Bangladesh, tra gli schiavi nei campi di lavoro in Qatar, nelle fabbriche-caserma in Cina o nelle fabbriche dello sfruttamento nei paesi imperialisti, le condizioni in cui la stragrande maggioranza dei proletari lavorano sono atroci come nel 18° secolo. Anzi, nei moderni luoghi della schiavitù salariata metodi di controllo esplicitamente oppressivi e carichi di lavoro sempre maggiori soffocano sempre più i proletari .In dimensioni differenti, le devastazioni della globalizzazione hanno profondamente segnato i paesi oppressi. Privatizzazione e liberalizzazione hanno spazzato via interi settori di occupazione e le piccole imprese. Le già dure condizioni di lavoro sono diventate insopportabili. E tutto questo è aggravato dalla crisi mondiale. In proporzione inversa al peggioramento delle condizioni di vita della stragrande maggioranza, corruzione e profitti delle classi dominanti hanno raggiunto livelli astronomici. Mentre la miseria del popolo si moltiplica, i padroni insistono nei loro grandi progetti, guardando ai grossi tagli di cui beneficeranno.
C’è tutto questo dietro le ripetute esplosioni di rivolta che si vedono nel mondo. Le cose non possono più andare come prima. In un certo senso, vale anche per gli imperialisti e i loro lacchè. La loro crescente competizione lo conferma ampiamente.
Arriva un altro primo maggio, in un mondo che reclama rivoluzione, comunismo. Un giorno per il proletariato cosciente e pèr la sua avanguardia, i maoisti, per riprendere la missione trasformatrice del mondo del proletariato e la grande tradizione dell'internazionalismo proletario. Non esiste oggi un paese socialista. Nemmeno un governo che possa essere genericamente definirsi progressista o dalla parte del popolo . C'è tanto, tanto, da fare. Ma ci sono anche fattori che danno forza e fiducia per insistere nella missione emancipatrice del mondo del proletariato – la chiarezza del marxismo-leninismo-maoismo e l'approfondirsi della lotta contro ogni tipo di revisionismo , incluso quello della cricca napalese  Prachanda-Bhattarai et l'avakianismeo USA, l'ondata di lotte che si vede in tutto il mondo, le guerre popolari in India e nelle Filippine e la sua riorganizzazione o preparazione in alcuni altri paesi, il rafforzamento dei legami internazionalisti e delle attività tra partiti e organizzazioni comuniste maoiste.
Costruendo su questi punti di forza, i comunisti maoisti devono sviluppare creativamente forme di organizzazione adatte per orientare l'energia ribelle delle piazze verso la rivoluzione, con al suo centro la costruzione e il rafforzamento dei partiti cumunisti maoisti. Devono assumere il compito di costruire un’organizzazione internazionale dei partiti e organizzazioni maoiste. Questo deve essere il nucleo di un fronte anti-imperialista internazionale organizzato dei proletari e dei popoli oppressi. Così i maoisti saranno in grado di stabilire e sviluppare il marxismo-leninismo-maoismo, di forgiare una nuova unità del movimento comunista internazionale, di metterla alla testa delle lotte dei popoli in tutto il mondo per scatenarne e realizzarne pienamente il potenziale rivoluzionario.

L’Imperialismo non ha futuro! Il futuro è del comunismo!
Proletari e popoli oppressi di tutti i paesi, unitevi!
Abbasso l’imperialismo e tutti i suoi cani da guardia!
Viva l’internazionalismo proletario!
Viva la rivoluzione proletaria mondiale!

Comitato di Costruzione del Partito Comunista maoista di Galizia – Stato spagnolo
              Democrazia e Lotta di Classe – Gran Bretagna
              Grande Disordine PRSG – Galles,  Gran Bretagna
              Grande Marcia verso il Comunismo (Spagna)
              Gruppo Comunista Maoísta – USA
              Lega Maoísta Rivoluzionaria – Sri Lanka
              Movimento Comunista Maoísta di Túnisia
              Partito Comunista (Maoísta) d'Afghanistán
              Partito Comunista dell'India (M-L) Naxalbari
              Partito Comunista dell 'India (Maoísta)
              Partito Comunista Maoísta Francia
              Partito Comunista Maoísta Italia
              Partito Comunista Maoísta  - Turchía-NordKurdistán
              Partito Comunista  Rivoluzionario (PCR-RCP Canadá)
              Prassi Rivoluzionaria   - Gran Bretagna
              Servire il Popolo – Lega Comunista di Norvegia
              Servire il Popolo– Sheisau - Sorelh – Occitania – Stato francese
              Voce Operaia– Malaysia

MAY FIRST INTERNATIONALIST ! JOINT DECLARATION 2014!

Another May Day Comes …

Another May Day comes, in a world where the misery and deprivation suffered by billions of people is immensely aggravated by the prolonging crisis of the imperialist system. Millions have been thrown out of jobs. Social security is cut down. Growing price rise further depresses living standards. Medical treatment and higher education become atrociously expensive. Meanwhile the perpetrators of this merciless system workout even more vicious anti-people measures, all the while obnoxiously flaunting their swelling wealth and boasting of billionaire lists.
Another May Day, where immigrant workers are forced to labour as slaves, where the trafficking of women and children continue to increase in staggering proportions, where women continue to suffer the brutality of rape and murder no matter whether its ‘backward’ Afghanistan or ‘advanced’ USA, where minorities are isolated and suppressed, where the youth are hounded and persecuted, where the demand for something as minimal as fair wages and living conditions is cut down with bullets and imprisonment.
Another May Day, in the midst of environmental devastations caused by the blind pursuit of profit, in the midst of the rapidly widening chasm of inequality within each society and between imperialist and oppressed countries.
Oppression and exploitation generates resistance. And this resistance grows. This world is witness to the growing wave of class struggles and popular rebellions in country after country. This is a world of turmoil. A wide range of forces are being propelled into struggle against the system. The grooming of the streets is no doubt insufficient for a radical break, for the building of a new society. But it opens up tremendous opportunities for connecting with a whole new generation and winning them over to the revolutionary mission of communism. It paves the way to revolution. This is principal. It must be firmly grasped.
Just a decade or so ago, the existence of the proletariat itself was questioned. Class struggle was declared redundant and considered to be replaced by movements of ‘multitudes’. Today the world is marked by repeated occasions of militant workers struggles, not just in countries like India or China, but even more so in the citadels of imperialism. There is every reason for this. For all the tall talk of the technical wonders of the 21st century, whether in the killing fields of the garment industry in Bangladesh, the slave labour camps of Qatar, the labour barracks in China, or the sweat-shops of imperialist countries, the conditions in which the vast majority of proletarians labour are as atrocious as those of the 18th century. Meanwhile, explicitly oppressive methods of control and ever increasing workloads in the modern centres of wage slavery increasingly suffocate the proletarians.
At a different dimension, the ravages of globalisation have deeply marked the oppressed countries. Privatisation and liberalisation have wiped whole sectors of employment and small business. Working conditions, already bad, have become unbearable. This was aggravated by the global crisis. In inverse proportion to the worsening of living conditions of the vast majority, corruption and profit taking by the rulers have reached astronomic peaks. While the miseries of the people multiply, the rulers obstinately pursue grandiose projects eying the fat cuts they will get.
All of this underlies the repeated outbursts of rebellion seen in the world. Business cannot go on as usual. In a certain sense this is true of the imperialists and their lackeys too. Their growing contention amply indicates this.
Another May Day comes, in a world crying out for revolution, for communism; a day for the class conscious proletariat and their vanguard, the Maoists, to take stock of the world transforming mission of the proletariat and the great traditions of proletarian internationalism.
Today there is no socialist country. Not even a government that can be broadly qualified as progressive, pro people. There is much, much, to be done. But there are also factors that give strength and confidence in pursuing the world emancipatory mission of the proletariat the clarity of Marxism-Leninism-Maoism and the deepening of the struggle against revisionism of all hues including those of the Prachanda-Bhattarai clique and Avakianism, the wave of struggles seen all over the world, the people’s wars in India and the Philippines and its reorganisation or preparation in some other countries, the strengthening of internationalist ties and activities among Maoist parties and organisations.
Building on these strengths, the Maoists must creatively develop forms of organisation suitable for orienting the rebellious energy of the streets towards revolution, with the building and strengthening of Maoist parties at its center. They must take up the task of building an international organisation of Maoist parties and organisations. This must be the core of an organised international anti-imperialist front of the proletarians and oppressed peoples. Thus the Maoists will be able to establish and develop Marxism-Leninism-Maoism, realise a new unity of the international communist movement, place it at the van of worldwide people’s struggles and fully unleash and realize the revolutionary potential of the present world.

Imperialism has no future! The future belongs to communism!
Proletarians and oppressed people of all countries, unite!
Down with imperialism and all its watchdogs!
Long live proletarian internationalism!
Long live world proletarian revolution!


Committee Building a Maoist Communist Party, Galicia -Spanish state

Communist (Maoist) Party of Afghanistan;
Communist Party of India (M-L) Naxalbari;
Communist Party of India (Maoist)
Democracy and Class Struggle - British State
Great Unrest WSRP - Wales British State
Long March Towards Communism (Spain);
Maoist Comunist Group - USA
Maoist Communist Mouvement Tunisia
Maoist Communist Party France;
Maoist Communist Party Italy;
Maoist Communist Party - Turkey North Kurdistan
Maoist Revolutionary League - Sry Lanka
Revolutionary Communist Party (PCR-RCP Canada);
Revolutionary Praxis - United Kingdom
Serve the People - Communist League of Norway
Servir Le Peuple - Sheisau Sorelh - Occitany - French state;
Workers Voice - Malaysia


LLEGA OTRO 1º DE MAYO…

Llega otro 1º de Mayo, en un mundo donde la miseria y la depravación sufridas por miles de millones de personas se ven agravadas enormemente por la prolongada crisis del sistema imperialista. Millones han sido despedidos de sus trabajos. La seguridad social se recorta. El creciente aumento de los precios reduce aún más los niveles de vida. Los cuidados médicos y la educación superior se han convertido en atrozmente caros. Mientras tanto, los responsables de este cruel sistema diseñan medidas antipopulares más sanguinarias, mientras a la vez hacen una odiosa ostentación de sus abultadas riquezas y presumen de las listas de multimillonarios.
Otro 1º de Mayo, donde los trabajadores inmigrantes son forzados a trabajar como esclavos, donde el tráfico de mujeres y niños continúa y aumenta en proporciones asombrosas; donde las mujeres continúan sufriendo la brutalidad de las violaciones y asesinatos, no importa que sea en el “atrasado” Afganistán o en el “avanzado” EE.UU.; donde las minorías son aisladas y reprimidas; donde la juventud es cazada y perseguida; donde la demanda por algo tan mínimo como salarios y condiciones de vida dignas se recorta con balas y encarcelamientos.
Otro 1º de Mayo, en medio de las devastaciones medioambientales causadas por el ciego afán de lucro, en medio del rápido y creciente abismo en las desigualdades dentro de cada sociedad y entre los países imperialistas y los países oprimidos.
La opresión y explotación generan resistencia. Y esta resistencia crece. Este mundo es testigo de la creciente ola de lucha de clases y rebeliones populares en país tras país. Este es un mundo en agitación. Un amplio espectro de fuerzas están siendo impulsadas a la lucha contra el sistema. La ocupación de las calles sin duda es insuficiente para una ruptura radical, para la construcción de una nueva sociedad. Pero abre tremendas oportunidades para conectar con toda una nueva generación y ganarla para la misión revolucionaria del comunismo. Abre el camino a la revolución. Esto es lo principal. Debe ser aprovechado con firmeza.
Hace apenas una década, aproximadamente, la existencia del propio proletariado era cuestionado. La lucha de clases era declarada superflua y considerada ser reemplazada por movimientos de “multitudes”. Hoy el mundo está marcado por repetidas ocasiones de combativas luchas obreras, no sólo en países como India o China, pero aún más en las ciudadelas del imperialismo. Existen todas las razones para ello. Pues, pese a la grandilocuente verborrea sobre las maravillas técnicas del siglo XXI, ya sea en los campos de exterminio de la industria de la confección en Bangladesh, los campos de trabajo esclavo de Qatar, los barracones de trabajo en China o los talleres clandestinos en los países imperialistas, las condiciones en que la inmensa mayoría de los proletarios trabajan son tan atroces como aquellas del siglo XVIII. Mientras tanto, los explícitamente métodos opresivos de control y los cada vez mayores volúmenes de trabajo en los modernos centros de esclavitud salarial, ahogan de manera incesante a los proletarios.
En una dimensión distinta, los estragos de la globalización han marcado profundamente a los países oprimidos. La privatización y liberalización han borrado a sectores enteros de trabajo y pequeños negocios. Las condiciones laborales, ya de por sí malas, se han hecho insoportables. Esto se ha agravado con la crisis mundial. En proporción inversa al empeoramiento de las condiciones de vida de la gran mayoría, la corrupción y el lucro entre los gobernantes ha alcanzado cotas astronómicas. Mientras que la miseria del pueblo se multiplica, los gobernantes se embarcan ostensiblemente en grandiosos proyectos oteando los suculentos beneficios que obtendrán.
Todo esto está en la base de los repetidos estallidos de rebelión que tienen lugar en el mundo. No se puede continuar así. En cierto sentido esto vale tanto para los imperialistas como para sus lacayos. Sus crecientes disputas lo demuestran con creces.
Llega otro 1º de Mayo, en un mundo que pide a voces la revolución, el comunismo; una jornada para que el proletariado con conciencia de clase y su vanguardia, los maoístas, hagan balance de la misión transformadora del proletariado y las grandes tradiciones del internacionalismo proletario.
Hoy no existe ningún país socialista. Ni siquiera un Gobierno que pueda ser ampliamente calificado como progresista, o que se coloque del lado del pueblo. Hay mucho, mucho, que hacer. Pero existen también factores que dan fuerza y confianza por insistir en la misión emancipadora del mundo del proletariado –la claridad del marxismo-leninismo-maoísmo y la profundización de la lucha contra el revisionismo de todo tipo incluidos aquellos de la camarilla Prachanda-Bhattarai y el avakianismo, la oleada de luchas a las que asistimos por todo el mundo, las guerras populares en la India y Filipinas y su reorganización o preparación en varios otros países, el fortalecimiento de lazos y actividades internacionalistas entre partidos y organizaciones maoístas.
Aprovechando estos puntos fuertes, los maoístas deben desarrollar de manera creativa formas de organización adecuadas para orientar la energía rebelde de las calles hacia la revolución, con la construcción y fortalecimiento de partidos maoístas como centro. Deben asumir la tarea de construir una organización internacional de los partidos y organizaciones maoístas. Esto debe ser el núcleo de un frente organizado internacional antiimperialista de los proletarios y pueblos oprimidos. Así, los maoístas serán capaces de establecer y desarrollar el marxismo-leninismo-maoísmo, forjar una nueva unidad del movimiento comunista internacional, colocarla a la cabeza de las luchas populares en todo el mundo para desatar y llevar a cabo plenamente el potencial revolucionario

¡El imperialismo no tiene futuro! ¡El futuro pertenece al comunismo!
¡Proletarios y pueblos oprimidos del mundo, uníos!
¡Abajo el imperialismo y todos sus guardianes!
¡Viva el internacionalismo proletario!
¡Viva la revolución proletaria mundial!

Comité de Construcción del Partido Comunista maoísta de Galicia – Estado español 
Democracia y Lucha de Clases – Estado británico
Gran Desorden PRSG – Gales,  Estado británico
Gran Marcha Hacia el Comunismo (España)
Grupo Comunista Maoísta – EE.UU.
Liga Maoísta Revolucionaria – Sri Lanka
Movimiento Comunista Maoísta de Túnez
Partido Comunista (Maoísta) de Afganistán
Partido Comunista de la India (M-L) Naxalbari
Partido Comunista de la India (Maoísta)
Partido Comunista Maoísta Francia
Partido Comunista Maoísta Italia
Partido Comunista Maoísta  - Turquía Kurdistán Norte
Partido Comunista  Revolucionario (PCR-RCP Canadá)
Praxis Revolucionaria   - Reino Unido
Servir al Pueblo – Liga Comunista de Noruega
Servir al Pueblo – Sheisau - Sorelh – Occitania – Estado francés
Voz Obrera – Malasia

Un autre Premier mai arrive...

Un autre Premier mai arrive, dans un monde où la misère et le dénuement subis par des milliards de personnes sont aggravés par la crise prolongée du système impérialiste. Des millions de personnes sont licenciées. La sécurité sociale est réduite. La hausse des prix croissante déprécie d'avantage les niveaux de vie. Les soins médicaux et l'éducation supérieure deviennent atrocement chers. En même temps, les responsables de ce système impitoyable mettent en œuvre des mesures antipopulaires de plus en plus vicieuses, tout en affichant odieusement leur richesse grandissante et se vantant de leur liste de milliardaires.
Un autre Premier mai, où les travailleurs immigrés sont forcés de travailler comme des esclaves, où le trafic des femmes et des enfants continue à augmenter dans des proportions stupéfiantes, où les femmes continuent à souffrir de la brutalité du viol et du meurtre peu importe que ce soit en Afghanistan « reculé » ou aux États-Unis « avancés », où les minorités sont isolées et réprimées, où les jeunes sont traqués et harcelés, où la demande de quelque chose d'aussi simple que des salaires justes et des conditions de vie décente est étouffée par l'emprisonnement et les balles.
Un autre Premier mai, au milieu des dévastations environnementales causées par la poursuite aveugle du profit, au milieu du fossé grandissant des inégalités au sein de chaque société et entre les pays impérialistes et opprimés.
L'oppression et l'exploitation génèrent la résistance. Et cette résistance grandit. Ce monde est témoin de la vague grandissante des luttes de classe et des rebellions populaires pays après pays. C'est un monde de turbulences. Une grande étendue de forces se trouve propulsée dans la lutte contre le système. L'agitation dans les rues est sans doute insuffisante pour une rupture radicale, pour la construction d'une nouvelle société. Mais elle ouvre la porte à d'immenses opportunités de se lier à une toute nouvelle génération et de la gagner à la mission révolutionnaire du communisme. Elle ouvre la voie à la révolution. Ceci est principal. Ceci doit être compris fermement.
Il y a tout juste une décennie, l'existence du prolétariat lui-même était questionnée. La lutte des classes a été déclarée superflue et remplacée par le mouvement des « multitudes ». Aujourd'hui, le monde est marqué par de nombreuses luttes ouvrières militantes, pas seulement dans des pays comme l'Inde ou la Chine, mais plus encore dans les citadelles de l'impérialisme. Il y a toutes les raisons à cela. Face à tous les grands discours sur les prouesses techniques du 21ème siècle, il y a les champs de la mort de l'industrie textile au Bangladesh, les camps de travail esclavagistes du Qatar, les baraques de travailleurs en Chine ou les ateliers de misère des pays impérialistes ; des conditions qui pour l'immense majorité des travailleurs prolétaires sont aussi atroces que celles du 18ème siècle. Pendant ce temps, les méthodes ouvertement répressives de contrôle et l’augmentation sans cesse croissante des cadences dans les centres modernes de l'esclavage salarié étouffent de plus en plus les prolétaires.
Dans différentes proportions, les ravages de la mondialisation ont profondément marqué les pays opprimés. La privatisation et la libéralisation ont balayé des secteurs entiers de l'emploi et des petites entreprises. Les conditions de travail, déjà mauvaises, sont devenues insupportables. Cela a été aggravé par la crise mondiale. Dans des proportions inverses à l'aggravation des conditions de vie de la vaste majorité, la corruption et l’accaparement des profits par les dirigeants ont atteint des sommets astronomiques. Alors que les souffrances du peuple se multiplient, les dirigeants poursuivent obstinément des projets grandioses espérant se tailler la plus grosse part du gâteau.
Tout cela sous-tend les rébellions répétées que l'on voit à travers le monde. Le business ne peut continuer comme avant. Dans un certain sens, cela est également vrai pour les impérialistes et leurs laquais. Leurs conflits croissant en sont une indication.
Un autre Premier mai arrive, dans un monde criant pour la révolution, pour le communisme ; un jour où le prolétariat doté d’une conscience de classe et son avant-garde, les maoïstes, doivent prendre la mesure de leur mission de transformer le monde et des grandes traditions de l'internationalisme prolétarien.
Aujourd'hui il n'y a pas de pays socialiste. Pas même un gouvernement qui peut être qualifié de façon général de progressiste, en faveur du peuple. Il y a tant, tant, à faire. Mais il y a aussi des facteurs qui donnent de la force et de la confiance dans la poursuite de la mission émancipatrice du monde du prolétariat – la clarté du marxisme-léninisme-maoïsme et l'approfondissement de la lutte contre le révisionnisme de toutes nuances incluant celui de la clique Prachanda-Bhattarai et l'avakianisme, les vagues de luttes que l'on voit à travers le monde, la guerre populaire en Inde et aux Philippines, sa réorganisation ou sa préparation dans d'autres pays, le renforcement des liens et activés internationalistes au sein des organisations et partis maoïstes.
En construisant sur la base de ces forces, les maoïstes doivent de façon créative développer des formes d'organisation adaptées pour orienter l'énergie rebelle des rues vers la révolution, avec la construction et le renforcement des partis maoïstes à son centre. Ils doivent adopter les taches de la construction d'une organisation internationales des partis et organisations maoïstes. Cela doit être le cœur d'un front organisé international anti-impérialiste des prolétaires et peuples opprimés. Ainsi les maoïstes seront capables d'établir et de développer le marxisme-léninisme-maoïsme, de développer une nouvelle unité du mouvement communiste international, de se place à l'avant des luttes populaires partout dans le monde et de libérer et réaliser le potentiel révolutionnaire du monde actuel.

L'impérialisme n'a pas de futur ! Le futur appartient au communisme !
Prolétaires et peuples opprimés de tous les pays, unissez-vous !
A bas l'impérialisme et ses chiens de garde !
Vive l'internationalisme prolétarien !
Vive la révolution prolétarienne mondiale !

Comité de Construtión du Parti Communiste maoíste de Galice – Etat español
                Democratie et Lutte de Classe – Grand Bretagne
                Gran Desordre PRSG – Galles  - Gran Bretagne
                Grande Marche pour le communisme (Espagne)
                Groupe Communiste Maoíste – Etats-Unis.
                Ligue Maoíste Revolutionaire – Sri Lanka
                Mouvement Communiste Maoíste de Túnisie
                Parti Communiste (Maoíste) de Afganistán
                Parti Communiste de l'Inde (M-L) Naxalbari
                Parti Communiste de l'Inde (Maoíste)
                Parti Communiste Maoíste France
                Parti Communiste Maoíste Italie
                Parti Communiste Maoíste  - Turquíe NordKurdistán
                Parti Communiste  Revolutionaire (PCR-RCP Canadá)
                Praxis Revolutionaire   - Gran Bretagne
                Servir le Peuple– Ligue Communiste de Norvege
                Voix Ouvriere– Malaysie

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