martedì 8 aprile 2014

pc 8 aprile - SCIOPERO SCUOLA 11 APRILE - PRECARIETA' E' DONNA MA ANCHE DOPPIA LOTTA E' DONNA




i dati dell'adesione nelle scuole allo sciopero delle donne del 25 novembre

(dal Comunicato del Mfpr) - Le lavoratrici del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario sostengono con gioia le insegnati precarie, tutte le lavoratrici della scuola che scenderanno in sciopero l'11 aprile, contro il lavoro precario.

La precarietà è sempre stata e ora ancora di più soprattutto "donna". Ma ancora una volta, siamo sicure che saranno proprio le donne la forza principale di questo sciopero.
Il 25 novembre nello "sciopero delle donne", il personale femminile della scuola (insegnanti, personale Ata) rispose in maniera grande: 12.663 fecero lo sciopero e anche tante iniziative di lotta. Non c'è stata una regione, una provincia, una città in cui le lavoratrici non abbiano scioperato.
Anche ora le lavoratrici delle scuole, soprattutto insegnati precarie, pur con pochi mezzi e possibilità di giungere con le iniziative e l'appello in tutte le province, in ogni scuola, saranno in prima fila in questa sfida contro il governo (prima Berlusconi ora Renzi) che attacca posti di lavoro, salario (emblematico anche la situazione delle lavoratrici delle pulizie delle scuole) dignità, ma anche cultura, possibilità per tutti di studiare, legando la scuola solo e soltanto alle esigenze di profitto di questo morente sistema capitalista.

Il vento nuovo, la scintilla dello "sciopero delle donne", la partecipazione ad esso di migliaia di lavoratrici, pensiamo, che abbia contribuito ad "accendere" questo sciopero dell'11 aprile, ad
autorganizzarlo dal basso, non aspettando i sindacati, ma "pretendendo" che i sindacati di base appoggiassero lo sciopero precario già deciso. E la sua forza, l'orgoglio portato il 25 novembre dalle lavoratrici della scuola vivrà anche oggi.

Noi lavoratrici nello sciopero, come dicemmo il 25 novembre, “portiamo la nostra doppia ragione di lotta”. Equesto è un arricchimento per tutti i lavoratori, per fare una battaglia di rottura, a tutto campo. La condizione generale della scuola che tocca aspetti economici, di lavoro e di vita, di oppressione culturale, di istruzione libera e critica o al servizio del capitale, di futuro per i giovani, non pone inevitabilmente l'esigenza della rivoluzione?

UN FORTE SALUTO ROSSO

MFPR

8.4.14

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