martedì 8 aprile 2014

pc 8 aprile - Elezioni in Quebec... un commento dei compagni del Partito Comunista Rivoluzionario - in via di traduzione

Ne cédons rien, exigeons tout!
Non cedere nulla, esigere tutto!

La vittoria prevedibile del Partito Liberale - e la meritata sconfitta del Partito del Québec - annuncia il proseguimento della stessa vecchia politica che ha tenuto le redini dello Stato del Quebec dopo la "rivoluzione tranquilla". Dal 1970 infatti, vale a dire, per oltre 44 anni, il PLQ e il PQ si sono avvicendati alla direzione dello Stato (per il primo 24 anni, 20 anni per il secondo!) senza che si possa dire che ci sia stata una qualche rottura negli orientamenti fondamentali del governo del Quebec. Al punto che non è esagerato parlare di un sistema a "partito unico", costituito da due parti intercambiabili, più o meno nazionalisti ma dediti l'uno e l' altro a promuovere lo sviluppo della "Multinazionale Québec" e perpetuare il cosiddetto "modello Quebec" di governo basato sulla istituzionalizzazione del tripartitismo e della collaborazione di classe. Questo modello, vantato a sazietà da tutte le "parti sociali", è lo strumento per eccellenza attraverso il quale la borghesia è riuscita ad infliggere sconfitta su sconfitta alla classe operaia e alle masse popolari.

La sconfitta storica che ha appena subito il PQ dimostra in modo spettacolare la situazione di stallo del progetto di creazione di uno Stato capitalista separato in Quebec, che è ancora in principio la sua ragion d'essere. Dopo il fallimento del referendum del 1995, il PQ ha preso una piega che lo ha portato di nuovo ad un provincialismo ispirato alla defunta Unione Nazionale, alla quale ha di fatto succeduto sulla scena politica Quebec (dal "vogliamo riavere il nostro bottino" di Duplessis al "governo sovrano" di Lisée – Marois, non c'è che un passo). Il piccolo gioco totalmente nauseabondo cui si è prestato questo partito lo scorso anno, con il suo progetto di costituzione razzista, xenofoba e islamofoba, rappresenta il culmine di questa lunga agonia verso un nazionalismo di destra ormai spogliato di ogni pretesa di emancipazione e progresso sociale.

Non c'è dubbio che nel merito, i liberali al potere continueranno a perseguire una politica simile a quella che il PQ avrebbe applicato se avesse finto le elezioni. Lotta al deficit, misure di austerità, aumento dei prezzi dei servizi, sussidi alla grande industria, pressione al ribasso sui salari dei lavoratori, sviluppo del settore minerario, sfruttamento del petrolio ... : non ci sarà alcuna differenza con ciò che il governo Marois ha attuato negli ultimi 18 mesi. Ecco che ne è della famosa "alternanza", che ci presentano come la "il non plus ultra della democrazia"!

Probabilmente ci sono un sacco di persone in questo momento, tra cui molte attiviste e attivisti sociali e politici, che vedono come un fallimento, o un disastro, il ritorno dei liberali al lavoro. Bisogna piuttosto vedervi il risultato di una strategia fallita, che non è mai stata in grado di sganciarsi dal sostegno - anche "critico" - al progetto del PQ. È invece tempo di cambiare direzione.

Esistono forze all'interno della società del Quebec, che vorrebbero prendere un'altra strada. Che considerano che la riproduzione all'infinito del modo di produzione capitalistico non è più un'opzione. Che vorrebbero impegnarsi in un nuovo progetto, portatore di un cambiamento reale, di uno sconvolgimento di cose che solo può portare a una rivoluzione. Chi trovano che anche se può apparire simpatico, il progetto del Québec solidale per «Tornare al PQ del 1976" e ripetere lo stesso processo che ci ha portato nel vicolo cieco in cui ci troviamo oggi è fondamentalmente non è poi in fondo così emozionante - soprattutto se il risultato è l'elezione di uno o una deputata in più ogni quattro anni ... fino alla vittoria finale?

Queste forze, le abbiamo viste all'opera nella primavera del 2012. Le abbiamo viste in azione, nelle strade, nei quartieri e anche un po' sui nostri luoghi di lavoro. Abbiamo allora avuto una piccola idea - una bella idea, in realtà - delle nostre capacità, di ciò che è possibile realizzare se lottiamo collettivamente per una società libera da ogni forma di sfruttamento e di oppressione. Una società che si è sbarazzata dei capitalisti e delle loro esigenze di redditività e concorrenza.

Tra queste forze, ci sono evidentemente alcuni che sono ancora stati al gioco e sono andati a votare QS. Molti di più sono quelli che hanno consacrato il loro "sganciamento" da un sistema che merita solo di essere abbandonato a loro boicottando le loro elezioni completamente. Alcuni (bene!) sono già in strada, in questo stesso momento per esprimere la propria volontà di continuare la lotta.

Lottare, con tutti i mezzi necessari, è l'unico modo per produrre cambiamenti. Che si vogliano solo, in una prima fase, fermare le misure di austerità. Che si vogliano ottenere un certo numero di rivendicazioni che rispondono ai nostri bisogni in materia di abitazioni, lavoro, accesso all'istruzione, alla salute, di riconoscimento del diritto all'uguaglianza. Ciò richiede coraggio e determinazione. Ma la nostra classe ne ha sempre dimostrato quando le si è richiesto.

Lo stesso coraggio, la stessa determinazione, devono anche essere messi in comune al servizio di un progetto collettivo che si propone di mettere fine a questo sistema marcio, antidemocratico e antipopolare che ci distrugge da troppo tempo.

Lungi da tutte le inutili considerazioni su un qualsiasi "voto strategico", il Partito Comunista Rivoluzionario invita tutte le attiviste e i militanti che non vogliono solo sognare un mondo migliore ma lavorare per la sua realizzazione a prendere in considerazione la seguente opzione strategica: continuare a combattere insieme; organizzarsi e organizzare la nostra classe contro i capitalisti e il loro stato; fare in tal modo una riflessione collettiva, senza settarismo, per darsi0 una strategia vincente, rivoluzionaria, che porterà non su un rattoppo del sistema attuale, ma alla sua distruzione e alla sua sostituzione con una società nuova, egualitaria ed emancipatrice.

Nel frattempo, ci si rivede tutte e tutti in strada il 1° maggio a Montréal (Concentramento alle 18 parc des Faubourgs, angolo Ontario e De Lorimier)!

Le Bureau d’information politique du PCR

 







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