venerdì 21 febbraio 2014

pc 21 febbraio - PER CAPIRE MEGLIO LA SITUAZIONE IN UCRAINA

(Da un intervista di Solidaire a Jean-Maria Chauvier per capire meglio la situazione attuale in Ucraina. E' un giornalista e saggista belga, specialista dell'Ucraina e della ex Unione Sovietica. Conoscendo il paese e la lingua russa da lunga data, collabora attualmente a "Le Monde Diplomatique").

 

Quali sono i problemi economici che si pongono per la popolazione ucraina, specialmente per il lavoratori, i piccoli contadini e i disoccupati?

Jean-Marie Chauvier - Dallo smembramento dell'Unione Sovietica nel 1991, l'Ucraina ha visto scendere la sua popolazione da 51,4 a 45 milioni di abitanti. Questa diminuzione si spiega con un calo della natalità e  un aumento della mortalità in parte dovuta allo smantellamento dei servizi sanitari. L'emigrazione è fortissima: 6,6 milioni di Ucraini vivono attualmente all'estero. Molti sono quelli che dall'est dell'Ucraina sono andati a lavorare in Russia, dove i salari sono sensibilmente più elevati, mentre quelli dell'ovest sono piuttosto andati in Europa occidentale, per esempio nelle serre dell'Andalusia o nel settore delle costruzioni in Portogallo. L'emigrazione fa entrare annualmente in Ucraina 3 milioni di dollari.
Mentre il tasso ufficiale di disoccupazione in Ucraina è dell'8%, una parte importante della popolazione vive al disotto della soglia di povertà: il 25% secondo il governo, fino all'80% secondo altre stime. L'estrema povertà, accompagnata da sotto-alimentazione tra il 2-3% fino al 16%. Il salario medio è di 332 dollari al mese, uno dei più bassi d'Europa. Le regioni più povere sono quelle rurali dell'ovest. I sussidi di disoccupazione sono modesti e a tempo limitato.


I problemi più pressanti sono accentuati dai rischi legati alla firma di un trattato di libero scambio con l'Unione europea e all'applicazione delle misure raccomandate dal Fondo Monetario internazionale (FMI). Si pone anche la prospettiva della chiusura di imprese industriali, soprattutto nell'est, e il loro possibile rilevamento-ristrutturazione-smantellamento da parte delle multinazionali. Per ciò che riguarda le terre fertili e l'agricoltura, si intravvede all'orizzonte la possibile rovina della produzione locale, attualmente assicurata dai piccoli contadini e dalle società per azioni, eredi dei kolchoz, per l'arrivo su larga scala delle multinazionali dell'agroalimentare. L'acquisto massiccio delle terre ricche si accelererà. Così Landkom, un gruppo inglese, ha acquistato 100.000 ettari (ha)  e la hedge fund russa Rinascita ha acquistato 300.000 ha (quantità che corrisponde a 1/5 delle terre agricole belghe).

Per le multinazionali ci sono dunque dei bocconi appetitosi: alcune industrie, gli oleodotti e i gasdotti, le terre fertili, la mano d'opera qualificata.


Quali sarebbero i vantaggi e gli svantaggi di un avvicinamento all'Unione Europea?

Jean-Marie Chauvier - Gli Ucraini - soprattutto i giovani - sognano l'Unione Europea, la libertà di viaggiare, le illusioni del confort, i buoni salari, la prosperità, ecc. Sogni su cui fanno affidamento i governo occidentali. Ma, in realtà, non è questione di adesione dell'Ucraina all'UE. Non è questione di libera circolazione di persone. L'UE propone poche cose, nulla più dello sviluppo del libero scambio, l'importazione massiccia di prodotti occidentali, l'imposizione degli standard europei per i prodotti suscettibili di essere esportati verso l'UE, cosa che comporta temibili ostacoli all'esportazione ucraina. La Russia, dal canto suo, in caso di accordo con la UE, minaccia di chiudere il suo mercato ai prodotti ucraini. Mosca ha offerto compensazioni come la riduzione di 1/3 del prezzo del petrolio, un aiuto di 15 miliardi di dollari, l'unione doganale con la stessa, il Kazakhstan, l'Armenia... Putin ha un progetto euro-asiatico che ingloba la maggior parte dell'antico spazio sovietico (esclusi i paesi baltici), rafforzando i legami con un progetto di cooperazione industriale con l'Ucraina, integrando le tecnologie nelle quali l'Ucraina eccelle fin dai tempi dell'Urss: aeronautica, satelliti, armamenti, costruzioni navali ecc, ammodernando i complessi industriali. E' evidentemente l'est dell'Ucraina più interessato a questa prospettiva.


Può spiegare le diversità regionali dell'Ucraina?

Jean-Marie Chauvier - Non c'è uno stato-nazione omogeneo in Ucraina. Vi sono delle contraddizioni tra le regioni, vi sono delle differenze storiche. Russia, Bielorussia e Ucraina hanno avuto una culla comune: lo Stato degli Slavi orientali (9°-11° secolo), la capitale Kiev, che si è chiamata "Rus", "Russia" o "Rutenia". Poi le loro strade si sono diversificate: lingue, religioni, appartenenze statali. L'ovest è stato a lungo parte del Gran Ducato di Lituania, del Regni Polacchi, dell'Impero austro-ungarico. Dopo la rivoluzione del 1917 e la guerra civile, è nata la prima formazione nazionale chiamata "Ucraina", co-fondatrice nel 1922 dell'URSS. La parte occidentale annessa in gran parte dalla Polonia è stata "recuperata" nel 1939 e 1945, poi l'attuale territorio dell'Ucraina si è allargato ancora alla Crimea nel 1954.


L'est dell'Ucraina è più industrializzata, più operaia, più russofona, mentre l'ovest è più rurale, contadino ucrainofono. L'est è ortodosso, collegato al Patriarcato di Mosca, mentre l'ovest è insieme greco-cattolico ("uniate") e ortodosso, legato al Patriarcato di Kiev dall'indipendenza del 1991. La Chiesta uniate cattolica, soprattutto all'ovest, in Galizia, è stata tradizionalmente germanofila, spesso in conflitto con la Chiesa cattolica polacca. Il centro dell'Ucraina, con Kiev, è una miscela di correnti dell'est e dell'ovest. Kiev è in stragrande maggioranza russofona, le sue élite sono filo-opposizione e legatissime agli ultraliberali di Mosca.


L'Ucraina è dunque divisa -storicamente, culturalmente, politicamente - tra l'Est e l'Ovest, e non ha alcun senso aizzare gli uni contro gli altri, salvo a scommettere sulla scissione o addirittura sulla guerra civile, cosa che è senz'altro l'obiettivo di qualcuno. A forza di spingere alla rottura, come fanno gli occidentali e i loro soldatini in loco, potrà ben venire il momento in cui l'UE o la NATO otterranno il loro "bocconcino", ma anche la Russia si prenderà il suo! Non sarebbe certo il primo paese che sarà stato fatto deliberatamente esplodere. Bisogna che sia chiaro che la scelta europea avrà delle conseguenze anche militari: La NATO seguirà e subito si porrà la questione della base russa di Sebastopoli in Crimea, in maggioranza russa e strategicamente cruciale per la presenza militare nel mar Nero. Si può immaginare che Mosca non consentirà certamente che vi si installi una base statunitense!


Cosa pensa del modo in cui l'attuale conflitto viene presentato dai nostri media?

Jean-Marie Chauvier - E' un western! Ci sono i buoni "filo-europei", i cattivi "filo-russi". E' manicheo, parziale, ignorante della realtà ucraina. Per lo più i giornalisti cercano gente che la pensi come loro, che dica quello che gli Occidentali hanno voglia di sentire, che parli inglese o altre lingue occidentali. E poi ci sono le menzogne per omissione.


C'è prima di tutto un grande assente: il popolo ucraino, i lavoratori, i contadini, sottoposti a un capitalismo da shock, alla distruzione sistematica di tutte le conquiste sociali, ai poteri mafiosi di ogni tipo.


C'è poi l'occultamento o la minimizzazione di un fenomeno che viene definito "nazionalista" e che è di fatto neofascista, se non apertamente nazista. E’ localizzato principalmente (ma non unicamente) nel partito Svoboda, nel suo capo Oleg Tiagnibog e nella regione occidentale corrispondente all'ex "Galizia orientale" polacca. Quante volte ho visto, sentito, letto nei media riferimenti a questo partito e al suo capo, definiti  come "oppositori" senza ulteriori precisazioni?


Si parla dei simpatici giovanotti "volontari dell'autodifesa", venuti da Lviv (Lwow, Lemberg) a Kiev, quando si tratta invece di commando mobilitati dall’estrema destra in questa regione (Galizia), che è il suo bastione. Pesante è la responsabilità di coloro - politici, giornalisti - che giocano a questo gioco, favorendo le correnti xenofobe, russofobe, antisemite, razziste, che celebrano la memoria del collaborazionismo nazista e della Waffen SS della quale la Galizia (e non tutta l'Ucraina) fu la patria.


Infine i media passano sotto silenzio le tante reti finanziate dall'Ovest (Stati Uniti, UE, Germania) per la destabilizzazione del paese, gli interventi diretti di personalità politiche occidentali. Immaginiamo la zona neutra di Bruxelles (dove hanno sede il  Parlamento e il Governo, ndt), occupata per due mesi da decine di migliaia di manifestanti che pretendano le dimissioni del Re e del Governo, prendendo d'assalto il Palazzo reale e acclamando alla tribuna ministri russi, cinesi o iraniani! Si può immaginare qualcosa del genere a Parigi o Washington? E' quello che succede a Kiev.


Il mio sbalordimento cresce giorno per giorno, constatando la distanza tra le "informazioni" fornite dai nostri media e quelle che posso raccogliere nei media ucraini e russi. Le violenze neonaziste, le aggressioni antisemite, gli assalti alle amministrazioni regionali: nulla di tutto questo i nostri grandi media raccontano! Si ascolta un solo punto di vista: quello degli oppositori di Maidan (la piazza di Kiev dove si riuniscono i filo europei). Nei media il resto dell'Ucraina non esiste!



Quali sono i protagonisti della vicenda?

Jean-Marie Chauvier - L'oligarchia industriale e finanziaria, beneficiaria delle privatizzazioni, si divide tra i gruppi in conflitto, tra Russia e Occidente. Viktor Yanukovich e il suo Partito delle Regioni rappresentano i clan (e la maggioranza della popolazione) dell'Est e del Sud. Il Partito delle Regioni ha vinto le elezioni, sia presidenziali che parlamentari, dell'autunno 2013. Gode anche di molti consensi all'ovest, in Transcarpazia (così chiamata l'Ucraina subcarpatica), una regione multietnica che resiste al nazionalismo. Ma la crisi attuale, le esitazioni e la debolezza del presidente rischiano di costargli carissimo e di screditare il suo partito...
Il governo è ampiamente responsabile della crisi sociale che avvantaggia l'estrema destra e le ingannevoli sirene dell'UE e della NATO. Il governo è impotente, di fatto, e difende una parte dell'oligarchia. Ha favorito il diffondersi della corruzione e delle pratiche mafiose.


Dall'altro lato, vi sono tre formazioni politiche che hanno la loro base soprattutto nell'ovest e anche nel centro dell'Ucraina. C'è prima di tutto Batkivschina (Patria), il cui leader è Arseniy Yatsenyuk. E' succeduta all'ispiratrice Yulia Tymoshenko, detenuta. V'è poi il partito Oudar (partito democratico delle riforme), il cui leader e fondatore è l'ex boxeur Vitali Klitschko. E' il cocco di Angela Merkel e della UE. I quadri del suo partito sono stati formati dalla Fondazione Adenauer. Infine, il partito neofascista Svoboda (Libertà), guidato da Oleg Tiagnibok.


Svoboda è in diretta filiazione con l'Organizzazione dei Nazionalisti ucraini - fascisti sul modello di Mussolini - fondata nel 1929 in Galizia orientale sotto il regime polacco. Con l'ascesa al potere di Adolf Hitler nel 1933, si stabilirono contatti, affermando: "ci serviremo della Germania per fare avanzare le nostre rivendicazioni". Le relazioni coi nazisti sono state talvolta tumultuose - perché Hitler non voleva una Ucraina autonoma - ma erano tutti fermamente uniti nel comune obiettivo di eliminare i comunisti e gli ebrei e di asservire i Russi. I fascisti ucraini opponevano il carattere "europeo" dell'Ucraina a quello "asiatico" della Russia. Nel 1939 Andriy Melnik assunse la guida dell'OUN, col sostegno di Andriy Cheptysky, metropolita della Chiesa greco-cattolica (uniate), germanofilo, leader spirituale della Galizia, passata nel 1939 sotto il regime sovietico. Nel 1940 il radicale Stepan Bandera provocò una scissione: il suo OUN-b formò due battaglioni della Wehrmacht, Nachtigall e Roland, per partecipare all'aggressione della Germania e dei suoi alleati contro l'URSS, il 22 giugno 1941. Immediatamente dilagò un'ondata di progrom.

Dopo diversi scrutini, dopo la "rivoluzione arancione" del 2004, l'influenza di Svoboda si è accresciuta in Galizia e in tutto l'ovest dell'Ucraina, ivi comprese le grandi città, facendogli raggiungere dal 20% al 30% dei voti. Nell'insieme dell'Ucraina, Svoboda conta il 10% dei voti. Svoboda ha al suo interno moltissimi gruppi neo-nazisti ancora più radicali.

Le tre formazioni politiche, Batkivschina, Oudar e Svoboda, col sostegno dell'Occidente, reclamano da due mesi le dimissioni del Governo e del Presidente della Repubblica. Pretendono nuove elezioni. Svoboda si spinge oltre organizzando un perfetto colpo di Stato a livello locale. Lì dove impone il suo regime di terrore, Svoboda vieta la presenza del partito delle Regioni e del Partito comunista ucraino.


Quale è il gioco delle grandi Potenze (Stati Uniti, Unione Europea, Russia) nel conflitto attuale?

Jean-Marie Chauvier - Zbigniew Brzezinski, influente geo-stratega statunitense di origine polacca, ha tracciato negli anni 1990 la strategia USA per dominare l'Eurasia e installarvi durevolmente l'egemonia del suo paese, con l'Ucraina come anello essenziale. Secondo lui vi sono due "Balcani mondiali", da un lato l'Eurasia, dall'altro il Grande Medio oriente. Questa strategia ha prodotto i suoi frutti in Ucraina con la "rivoluzione arancione" del 2004. Essa ha installato una rete tentacolare di fondazioni statunitensi - come Soros e il reaganiano National Endowment for Democracy (NED) - che pagano migliaia di persone "per far progredire la democrazia". Nel 2013-2014 la strategia cambia. Sono soprattutto la Germania di Angela Merkel e l'UE che sono alla guida, aiutati da politici statunitensi come il repubblicano McCain. Si arringano le folle a Maidan e altrove con una grande irresponsabilità: per raggiungere facilmente l'obiettivo di trascinare l'Ucraina nel campo euro-atlantico e verso la NATO, utilizzano gli elementi più antidemocratici della società ucraina. Ma questo obiettivo è irrealizzabile senza lo smembramento dell'Ucraina, tra Est e Ovest, con la Crimea che si unirà alla Russia, come la sua popolazione si augura. Il Parlamento della Crimea ha dichiarato: "Noi non vivremo mai sotto un regime banderista (fascista)". E per Svoboda e gli altri fascisti, essi vivono la rivincita sul 1945. Io credo, nonostante tutto, che la stragrande maggioranza degli Ucraini non voglia questa nuova guerra civile né lo smembramento del paese. Ma la società è da ricostruire...

Nessun commento:

Posta un commento