mercoledì 8 gennaio 2014

pc 8 gennaio - Vicenza, militare Usa stupra giovane studentessa - dopo il 25 novembre riprendere denuncia e mobilitazione mfpr nazionale


altTrascinata in un vicolo buio e violentata. È l'ennesimo episodio di stupro, questa volta commesso da un militare statunitense della caserma Ederle di Vicenza. I fatti risalgono all'inizio di novembre scorso, quando una giovane diciassettenne, dopo una serata in discoteca è stata avvicinata dal militare che dopo aver abusato sessualmente di lei, ha lasciato la giovane in pessime condizioni in quel vicolo lontano dagli occhi di tutti. La notizia è passata in sordina e riportata solo da alcuni quotidiani locali qualche giorno fa, dopo che la procura della Repubblica di Vicenza ha deciso di indagare il militare per violenza sessuale e sequestro nei confronti della ragazza violentata che ha sporto denuncia dopo l'accaduto.
Ancora una volta lo stupro in divisa viene omesso e tenuto nascosto dai media mainstream, mentre l'ennesimo militare commette violenza ai danni di una ragazza. Che lo stupro sia stato commesso da un militare, non rende la violenza più ignobile in sé, ma di certo la amplifica, nella condizione in cui indossare una divisa non può essere un elemento irrilevante, proprio perchè, e questo lo dicono i numerosi fatti analoghi, violenze e impunità vengono legittimate e in qualche modo autorizzate dal ruolo di potere che quella divisa definisce.
Oltre al disgusto e alla rabbia, non ci sconvolge l'ennesimo stupro, venuto alla luce solo negli ultimi giorni, ma ne rileviamo l'importanza non soltanto per la gravità della violenza (come di tutte quelle commesse ai danni di una donna) ma anche perché sappiamo bene che questa appartiene alla lista delle “notizie scomode” che difficilmente troveranno spazio tra le pagine dei quotidiani, soprattutto se il militare in questione è statunitense e di stanza in una delle molte basi americane presenti in Italia.

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