lunedì 20 gennaio 2014

pc 20 gennaio - Processo ai padroni assassini dell'amianto del petrolchimico di Ravenna. Cronaca delle udienze preliminari da parte di un compagno operaio

Confederali ed AUSL non devono avere alcun titolo ad essere riconosciuti come parte civile per la loro complicità con i dirigenti dell'Enichem sotto processo.

Rete sicurezza sul lavoro e sui territori-nodo di Ravenna


PROCESSO AMIANTO RAVENNA
Mercoledì 11 dicembre e sabato 21 dicembre al tribunale di Ravenna si sono svolte le prime due udienze preliminari per l’inchiesta Amianto al petrolchimico di Ravenna per gli anni 1957-1985. 
Gli anni presi in considerazione dalla procura sono quelli in cui, secondo le indagini coordinate dal PM Roberto Ceroni, c’è stata una netta mancanza di considerazione della tutela dei lavoratori da parte delle aziende, mentre dal 1985 al 1992 (anno in cui è stato messo fuori legge l’amianto) si è avuto, sempre secondo la procura, un diverso approccio da parte aziendale nella considerazione e nell’utilizzo dell’amianto. 
L’indagine del PM Ceroni ha seguito il modello investigativo del pool di Raffaele Guariniello, utilizzate nei procedimenti Eternit in piemonte. 
Come imputati ci sono dirigenti ed amministratori delle varie società dell’ENI che si sono succedute al petrolchimico ravennate ed ora raccolte presso l’unica società SYNDIAL (società del gruppo ENI che riunifica aziende ed impianti dismessi del gruppo). 
C’è da notare che i 22 imputati “fisici” hanno tra i 71 ed i 92 anni, quindi in caso di condanna sono tutti ben coperti dall’età per scongiurare l’apertura dei cancelli del carcere. Aggiungiamo il fatto che per le accuse a loro ascritte (omicidio colposo, lesioni colpose e disastro colposo) incombe il rischio prescrizione, visto che il processo è partito a quasi trent’anni dai fatti contestati. 
Il GIP Piervittorio Farinelli ha ammesso come parti civili tutti i malati ed i parenti dei lavoratori deceduti, CGIL, CISL, UIL, INAIL, AUSL, LEGAMBIENTE NAZIONALE e l’associazione ESPOSTI AMIANTO. 
Il processo di Ravenna, come sottolineato da Vito Totire (presidente dell’associazione ESPOSTI AMIANTO), si apre con un ritardo storico notevole, ma come sottolineato sempre da Totire, ci sono realtà nazionali dove le indagini non sono nemmeno partite, processi dove si è arrivati all’assoluzione perché secondo i giudici il fatto non sussiste (Brindisi) ed altri con esiti ben differenti (Porto Marghera e Casal Monferrato). 
Il problema amianto è tuttora attuale, perché nonostante sia bandito dal 1992 è ancora ben presente in tantissimi luoghi di lavoro e non sempre le bonifiche vengono effettuate, quindi servirebbe un coordinamento nazionale per accertare l’eliminazione della presenza di amianto e le regolari procedure di bonifica e smaltimento. 
La prossima udienza, sempre in preliminare, sarà per il 6 febbraio 2014 a cui saremo presenti e forniremo notizie circa l’evolversi del processo.

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