domenica 19 gennaio 2014

pc 19 gennaio - LA LIGURIA FRANA E LORSIGNORI PENSANO ALLE GRANDI OPERE


Andora (Sv), venerdì diciassette gennaio, ore 12:40: il treno Intercity 660, proveniente da Milano Centrale e diretto a Ventimiglia, transita per la stazione in direzione della fermata successiva: Imperia Porto Maurizio; come al solito il convoglio è in ritardo, di circa venti minuti, ma il problema è che non arriverà mai a destinazione.
Circa cinquecento metri dopo, il locomotore viene investito da una frana che ne provoca il deragliamento; il bilancio è di cinque feriti: i due macchinisti - di cui uno rimedia la frattura di un polso - il capotreno, una ragazza milanese ed una signora torinese (a questo proposito mi domando se i giornalisti del Televideo leggono quanto scrivono. La sera stessa la notizia era ben presente, corredata dal numero esatto di infortunati, divisi precisamente per categoria: peccato che poco più sotto si puntualizzasse che i circa duecento passeggeri a bordo erano rimasti tutti illesi).
I soccorsi si attivano immediatamente, mentre si apre un problema per quanto riguarda la circolazione ferroviaria: il tratto in cui è avvenuto l'incidente è a binario unico, e la presenza del treno impedisce agli altri convogli di transitare; forse, però, non è un male, visto che la collina sovrastante questo tratto di strada ferrata continua a scivolare verso il mare, e la presenza del locomotore e delle otto carrozze dell'Intercity fa da argine, di fatto impedendo che tutto frani ancora di più.
I tempi di chiusura di questa porzione di ferrovia sono stimati, dai tecnici delle Ferrovie dello Stato, in tre settimane, ma vista la funzione di contenimento del convoglio, temo che nessuno possa dire quando lo si potrà spostare senza rischiare di veder cadere in mare l'intera collina: nel frattempo saranno attivati autoservizi sostitutivi, ma si sa che con questi i disagi per i viaggiatori sono sempre pesantissimi.
Resta da chiedere alla Giunta regionale, ed in particolare all'assessore ai trasporti Giovanni Vesco detto Enrico, se non ritiene che i finanziamenti per un'opera inutile, devastante, e costosissima, come il Terzo Valico ferroviario dei Giovi siano più utili e urgenti da impiegare per il raddoppio dei diciannove chilometri di ferrovia a binario unico: essi rappresentano una reale vergogna che stupisce che l'Europa non abbia ancora chiesto all'Italia di sanare.
Genova, 18 gennaio 2014

stefano ghio - proletari comunisti - circolo di genova

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