venerdì 17 gennaio 2014

pc 17 gennaio - COME PRIMA, IL VATICANO DETTA L'AGENDA SU ABORTO E FAMIGLIA

(Da Il Manifesto) - "Famiglia, aborto, guerre e migranti: è stato un discorso a tutto campo quello che ieri (il 13 gennaio) papa Francesco ha rivolto agli ambasciatori presso la Santa sede, ricevuti in Vaticano per la tradizionale udienza di inizio anno. Sono appuntamenti importanti perché i pontefici, parlando agli ambasciatori, si rivolgono direttamente agli Stati, affrontando questioni di natura politica e indicando l’agenda dei temi che ad oltre tevere si ritengono più importanti.
Bergoglio ha rispettato la consuetudine, chiedendo «politiche appropriate che sostengano, favoriscano e consolidino la famiglia». «Aumenta il numero delle famiglie divise e lacerate, non solo per la fragile coscienza del senso di appartenenza che contraddistingue il mondo attuale – ha incalzato – ma anche per le condizioni difficili in cui molte di esse sono costrette a vivere, fino al punto di mancare degli stessi mezzi di sussistenza». Per questo sono «necessarie» politiche a favore della famiglia» e dei «giovani», affinché possano «trovare lavoro» e «fondare un focolare domestico».
E in un passaggio successivo ha avvertito che «desta orrore il solo pensiero che vi siano bambini che non potranno mai vedere la luce, vittime dell’aborto»...
Trova ulteriore conferma pertanto la linea seguita da Bergoglio in questi mesi: minore insistenza ma nessun cedimento sul piano dottrinale – famiglia e aborto sono due dei «principi non negoziabili» su cui martellava Benedetto XVI...".

A tutto si può "aprire", in vari aspetti si possono apportare dei timidi cambiamenti, ecc. ma non sull'aborto e famiglia!! Quindi non sulle donne e sui loro ruoli di madre e moglie, di tutela della famiglia (che le uccide), di non diritto di scelta sulla propria vita. Soprattutto - appunto - nelle fasi di crisi come questa in cui la "famiglia" e il ruolo della donna in essa diventano un terreno importante, per il sistema, di conservazione, di normalizzazione, di luogo in cui attutire i contrasti laceranti con la società, in cui scaricare le frustrazioni (se poi per i lavoratori maschi questo scarico si trasforma in femminicidio... e... sono i casi della vita...), in cui caricarsi di tutti i drammi di mancanza di lavoro, salario.
Poi non parliamo del diritto d'aborto! Se le donne possono scegliere sulla propria vita, sulla maternità, sulla sessualità, poi vogliono decidere su tutto, e loro che hanno doppie catene, possono voler spezzare queste doppie catene!
Ancora una volta il Vaticano, abbia come papa un Ratzinger o un Bergoglio, afferma con parole e indicazioni al governo e allo Stato la centralità delle famiglia nel sorreggere e conservare il sistema borghese in termini ideologici, politici, economici, quale cellula/specchio delle contraddizioni laceranti di questo sistema. E afferma nei fatti che la condizione delle donne è la cartina di tornasole della condizione delle masse, e del grado oggi di imbarbarimento di questa società borghese, che non può cambiare ma deve essere solo rovesciata.

E su questo, come si vede non si rinnova neanche il linguaggio: "orrore" usa anche Bergoglio quando parla dell'aborto, "bambini che non vedranno mai la luce...".

Aborto e famiglia quindi diventeranno sempre più battaglie ideologiche e pratiche centrali, "madri" di battaglie più generali per la borghesia. Lo sarà in Italia, come già appare in altri paesi europei - vedi Spagna.
A questa guerra dobbiamo rispondere. E lo sciopero delle donne ha già cominciato ad illuminare il sentiero da percorrere.  

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