sabato 7 settembre 2013

pc 7 settembre - il governo Letta firma un documento al G 20 che è in pratica un via libera alla guerra imperialista USA contro la Siria



Insidiosa ambiguità dell’Italia sulla guerra in Siria Al G 20 appena conclusosi in Russia, Enrico Letta e il suo governo alla fine non sono riusciti a sottrarsi al solito copione, trascinando il nostro paese su una china pericolosa nell’escalation di guerra in Siria.
Mentre Letta taceva il “dettaglio” nella conferenza stampa tenuta in serata a San Pietroburgo, da indiscrezioni si apprendeva che l’Italia, insieme ad altri nove paesi, aveva sottoscritto un documento proposto dall’amministrazione USA. Il documento, firmato da Stati Uniti, Australia, Canada, Francia, Italia, Giappone, Corea del Sud, Arabia Saudita, Turchia, Gran Bretagna e Spagna, come al solito è intriso di ambiguità (qualcuno ricorda il famigerato documento di Rambouillet sul Kosovo che spianò la strada ai bombardamenti del 1999 su Belgrado?). Da un lato afferma che dovranno essere le Nazioni Unite ad avallare un eventuale intervento militare contro la Siria, dall’altro si appiattisce sulla versione statunitense secondo cui è certo che le armi chimiche siano state usate dalle forze armate del governo siriano e non dalle milizie ribelli. L’Italia annuncia che – per ora – non parteciperà ad azioni militari ma avalla la posizione statunitense contribuendo a delineare una “coalizione dei volenterosi” secondo cui il regime di Assad va punito. Infine, detto in conferenza stampa, Letta ha riaffermato che pur in presenza di una divisione nell'Unione Europea (solo quattro paesi hanno firmato il documento USA) occorre salvaguardare i rapporti transatlantici ovvero i vincoli della Nato (anche se questa non è stata nominata). E' evidente che ad esempio il sistema di basi militari USA/Nato in Italia si prepara a fornire tutto l'appoggio logistico che gli USA chiederanno nella guerra alla Siria. Una ipotesi questa negata fino a tre giorni fa.
Mentre Letta taceva questa giravolta ai giornalisti, alcuni ministri e tutto il neo-democristianume di governo aderiscono al digiuno contro la guerra convocata dal Papa per sabato. Non solo. La nave da guerra italiana Andrea Doria partita da Taranto è arrivata nelle acque del Mediterraneo orientale. Ufficialmente per dare copertura alle centinaia di soldati italiani schierati in Libano dal 2006, ma alla luce del documento statunitense sottoscritto da Letta e dal governo italiano nulla può più escludere l’ennesima doppiezza. Di fronte alle dichiarazioni del presidente russo Putin di questa sera – “La Russia aiuterà la Siria in caso di attacco militare esterno contro Damasco. Anche adesso l'aiutiamo, forniamo armi, cooperiamo in campo economico, mi auguro che ci sia più cooperazione in campo umanitario" – è evidente che l’ennesima navigazione nell’ambiguità del governo italiano espone il nostro paese a rischi serissimi di coinvolgimento in un conflitto di portata assai più ampia e grave di quelli avvenuti in questi venti anni. La priorità della mobilitazione è quella di fermare l’aggressione alla Siria ma anche di impedire che l’Italia se ne renda complice in qualunque modo.
(da contropiano)

pc 7 settembre - gli operai tornano alla lotta di strada Indesit-Italcementi




Teverola. Operai dell'Indesit bloccano la superstrada

E' per il contenzioso con la famiglia Merloni gli operai Indesit di Teverola-Aversa che questa mattina dopo la proclamazione di due ore di sciopero sono usciti dallo stabilimento e con un corteo di diverse centinaia di loro hanno bloccato la superstrada Nola -Villa Literno per alcune ore. La situazione sindacale è fumosa e tirata in posizione subalterna all'azienda che al momento non dà indicazioni di risoluzioni possibili se non l'avviata ristrutturazione e lo spostamento in Turchia e Polonia. Ma la rabbia serpeggia già in provincia di Caserta dove ieri operai della ex-Ixfin hanno bloccato l'autostrada Roma -Napoli per diverse ore essendo 500 di loro senza cassa integrazione da tre mesi. Tra due mesi scadrà la Cassa per altri 10.000 lavoratori in Campania...e i fuochi saranno parecchi, si spera

Abruzzo. I lavoratori Italcementi bloccano la Tiburtina

 
Abruzzo. I lavoratori Italcementi bloccano la Tiburtina

Nuovo sciopero di quattro ore, con contestuale blocco stamattina della strada statale Tiburtina Valeria a Scafa, da parte dei lavoratori della Italcementi che protestano contro la chiusura dello stabilimento. Dalle 8 di stamani i lavoratori hanno incrociato le braccia, in concomitanza dell'incontro, a Roma, con il ministro Gaetano Quagliariello e il sottosegretario Giovanni Legnini per cercare di trovare una soluzione alla vertenza che interessa oltre 130 lavoratori. Per i dipendenti del cementificio si tratta della terza manifestazione in pochi giorni, l'ultima era stata organizzata il 29 agosto scorso. .... è stato sottolineato con forza che si lottera' ''sino alla morte per difendere il cementificio di Scafa e i posti di lavoro degli operai che sono legati all'Italcementi da oltre quarant'anni''.

pc 7 dicembre - all'Ilva di Bondi, commissario per conto di Riva e governo, licenziamento di un attivista sindacale della USB

Licenziato un operaio del MOF della USB - solidarietà e mobilitazione dello slai cobas per il sindacato di classe

LICENZIATO MARCO ZANFRAMUNDO DEL MOF

SIAMO ARRIVATI AL CAPOLINEA, L’AVEVAMO SCRITTO SUI VOLANTINI, NELLE DENUNCE NEI COMUNICATI……LA SCURE AZIENDALE SI ABBATTE SU UN LAVORATORE DEL MOF ISCRITTO ALLA USB.
TUTTI SAPEVANO COSA SAREBBE ACCADUTO………ISTITUZIONI COMPRESE……L’ALLARME L’ ABBIAMO LANCIATO TANTE VOLTE.
MARCO IN DODICI ANNI DI STABILIMENTO NON HA MAI RICEVUTO UNA CONTESTAZIONE DISCIPLINARE, NEGLI ULTIMI DUE MESI PUR LAVORANDO SOLO POCHI GIORNI L’ILVA GLI COMMINA 8 PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI, LE CONTESTAZIONI , TRANNE UN PAIO, SONO IN FOTOCOPIA………LA PAROLA DEL CAPO CONTRO QUELLA DEL LAVORATORE. ERAVAMO CONSAPEVOLI DI CIO’ CHE SAREBBE ACCADUTO, LO SUSSURRAVANO ALCUNI RESPONSABILI DEL MOF………….”DIMENTICATE CLAUDIO MARSELLA, NON PARLATENE PIU’”……….”NON FATECI DENUNCE E QUERELE”……..
“TESTA DI CAZZO”……….”TI SPACCO IL CULO”……….”VI LICENZIEREMO UNO ALLA VOLTA” SONO LE FRASI USATE DA UNO DI COLORO CHE E’ STATO RINVIATO A GIUDIZIO PER LA MORTE DI CLAUDIO MARSELLA, SONO LE PAROLE DI UNO DEI TANTI GIULLARI DEI RIVA, UOMINI SENZA DIGNITA’ E COSCENZA CHE PER UN POCHE BRICIOLE VENDEREBBERO MOGLI E FIGLI………
CHI DICE CHE I RIVA NON CI SONO PIU’, MENTE SAPENDO DI MENTIRE, VOGLIONO FARCI PAGARE PER LE DENUNCE PER GLI SCIOPERI PER LA POSIZIONE CONTRO I RIVA PERCHE’ CHIEDIAMO SALUTE E SICUREZZA, GIUSTIZIA PER GLI OMICIDI SUL LAVORO, GIUSTIZIA PER LE MORTI DA INQUINAMENTO, PER AVER DENUNCIATO CON UN ESPOSTO LA “GESTIONE PARALLELA” CHE PROPRIO OGGI HA PORTATO ALL’ARRESTO DEI FAMOSI FIDUCIARI.
LO ABBIAMO DETTO PUBBLICAMENTE A FINE MAGGIO , AVEVAMO ANTICIPATO CHE IN CASO DI RINVIO DELLE ELEZIONI SI SAREBBE SCATENATA SUI RAGAZZI DELLA USB LA RABBIA DI CHI E’ ABITUATO A TRATTARE LE PERSONE COME ANIMALI, DI CHI PER AFFERMARE LA PROPRIA SUPREMAZIA IN QUELLA FABBRICA NON ESITA A DISTRUGGERE A VESSARE A MALTRATTARE A CALUNNIARE A LICENZIARE……..COLORO CHE CHIEDONO GIUSTIZIA CHE RECLAMANO DIGNITA’,CHE ESPRIMONO POSIZIONI DIVERSE CHE VEDONO AL CENTRO LA DIFESA DEI DIRITTI……FIM FIOM UILM ? SAPEVANO DALL’INIZIO……...........
L’AMARA CONSTATAZIONE CHE VOGLIAMO FARE E’ CHE A TARANTO IN PARTICOLARE ALL’ILVA LE REGOLE NON C’ERANO PRIMA E NON CI SONO ADESSO, CHI AMMAZZA CHI INQUINA CHI DISTRUGGE CHI DETURPA CONTINUA INDISTURBATO A CURARE I PROPRI INTERESSI……….CHI RISPETTA LE REGOLE,CHI CHIEDE SICUREZZA, TUTELA DELLA SALUTE SUA E ALTRUI, RISPETTO DEI DIRITTI , VIENE CALPESTATO, OLTRAGGIATO, VESSATO CALUNNIATO E SPESSO COME NEL CASO DI MARCO LICENZIATO.
LA RISPOSTA DELLA USB SARA’ DURISSIMA SIA DAL PUNTO DI VISTA GIUDIZIARIO CHE SINDACALE , NON PERMETTEREMO CHE ALL’ILVA SI COMPIA L’ENNESIMA INGIUSTIZIA.

TA 06 09 2013 COORDINATORE USB TARANTO

FRANCESCO RIZZO

pc 7 settembre - all'Ilva di padron Riva una struttura ombra... ma è la struttura alla luce dei sindacati confederali il vero braccio operativo dell'azienda

Ilva, struttura ombra per conto dei Riva
arrestati cinque fiduciari dell'azienda

Un governo occulto che di fatto gestiva il siderurgico riconducibili alla proprietà che hanno dunque partecipato alla commissione dei reati contestati dalla Procura di Taranto. Sono stati fermati a Milano


Una struttura ombra che rispondeva direttamente alla famiglia Riva e governava il siderurgico inquinando Taranto. Tornano le manette all'Ilva: la guardia di Finanza ha arrestato questa mattina cinque dirigenti dello stabilimento con le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica incolumità in relazione al testo unico ambientale."Il provvedimento è scaturito da approfondimenti investigativi all'esito dei quali è stato ipotizzato che da anni, e precisamente dal 1995, ossia fin dal momento dell'insediamento del Gruppo Riva a Taranto - spiega la Guardia di Finanza - determinati soggetti di diretta derivazione della proprietà (cosiddetti "fiduciari") tenevano sotto stretto controllo lo stabilimento tarantino, avendo il compito effettivo di verificare l'operato dei dipendenti, assicurandosi che fossero rispettate le logiche aziendali". A firmare l'ordinanza che ha portato in carcere Alfredo Ceriani (69 anni), Giovanni Rebaioli (65), Agostino Pastorino (60), Enrico Bessone (45) e ai domiciliari Lanfranco Legnani (74) è stata il gip Patrizia Todisco. "Il fiduciario - sostiene a Finanza - ha rappresentato una figura di 'governo', che dettava disposizioni su tutte le decisioni da adottare all'interno dello stabilimento pur non avendo, nella maggior parte dei casi, responsabilità "ufficiali"; dallo stesso dipendevano anche le decisioni dei vari capi-area. Gli accertamenti svolti - dicono le fiamme Gialle - hanno dimostrato che presso lo stabilimento siderurgico tarantino, la proprietà aveva ideato, creato e strutturato, una 'governance' di tipo parallelo, un vero e proprio 'governo-ombra' che si avvaleva di: personale dipendente da altri stabilimenti Ilva o società appartenenti allo stesso Gruppo; personale dipendente direttamente dalla Riva Fire spa; consulenti esterni (solitamente attraverso società in accomandita semplice), sia inquadrati che non nell'organigramma aziendale del Gruppo Riva".Il nuovo filone d'inchiesta sullo stabilimento tarantino è nato da un approfondimento dell'inchiesta madre, quella che ha portato l'estate scorsa al sequestro degli impianti dell'area a caldo e all'arresto di alcuni appartenenti alla famiglia proprietaria dell'acciaieria. L'esistenza di un governo "occulto" gestiva l'Ilva era stata descritta dal tribunale del Riesame di Taranto motivando la decisione di rigettare i ricorsi di Riva Fire e Riva Forni Elettrici contro il sequestro di beni per 8,1 miliardi di euro disposto dal gip Todisco. Secondo i giudici tarantini, i fiduciari "hanno esercitato un penetrante dominio su Ilva spa, pur avendo cessato dalla cariche rivestite in seno a tale compagine societaria, dettando dall'esterno le linee della politica aziendale" e concorrendo quindi alla commissione dei reati contestati dalla Procura. Negli ultimi mesi i finanzieri hanno ascoltato decine di persone tra dirigenti dell'Ilva, sindacalisti e dipendenti dello stabilimento per definire il ruolo dei presunti componenti del 'governo fantasma'.In una intercettazione telefonica, l'ex direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso riferisce a Fabio Riva che un dirigente della fabbrica si lamentava dell'atteggiamento prevaricatore di uno dei fiduciari dei Riva dell'area ghisa, Pastorino, che di fatto impartiva ordini scavalcandolo nel ruolo. I 'fiduciari' dell'Ilva erano inseriti "in una struttura di tipo piramidale con, alla base, i dipendenti e, al vertice, la proprietà", si legge poi nelle carte dell'inchiesta. Per gli inquirenti quella struttura si componeva di quattro fasce in cui erano inseriti gli uomini di fiducia. Al vertice c'era Legnani, che figurava quale direttore-ombra, poi c'erano i 'fiduciari apicali', fascia che comprendeva "persone molto vicine alla famiglia Riva" con la quale intrattenevano rapporti quotidiani; tra questi Ceriani, Rebaioli e Pastorino. Quindi c'erano i 'fiduciari intermedi', che avevano compiti tecnico-operativi e ai quali venivano conferiti incarichi ufficiali con delega (tra questi anche Bessone. L'ultima fascia della struttura comprendeva i 'fiduciari base', cioé tecnici che nei vari reparti eseguivano gli ordini degli 'apicali'.
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venerdì 6 settembre 2013

pc 6 settembre - manifestazione di proletari comunisti - PCm Italia contro l'aggressione imperialista in Siria a Taranto l'11 settembre

Navi da guerra partite da Taranto per il Libano, per partecipare alla guerra di aggressione contro la Siria.
Ancora una volta Taranto, come tutta la Puglia, è considerata Base di guerra.
La Nato, lo Stato imperialista italiano, la Marina occupano la città, se ne appropriano, la militarizzano, distruggono spiagge e mare, come l'Ilva di padron Riva, peggio dell'Ilva di padron Riva.
Invece che lavoro e salute, imperialismo, Stato e padroni ci danno spese militari e guerra.
Il circolo di proletari comunisti-PCm Italia chiama operai, giovani, donne, antimperialisti e anti militaristi a scendere in piazza.
Mercoledì 11 settembre ore 18 - lungomare, di fronte all'ammiragliato

info pcro.red@gmail.com
347-1102638

pc 6 settembre - un appello dal Brasile contro la repressione attuata dal governo socialfascista

Estimados companheiros, 
Desde as grandes jornadas de lutas de junho e julho quando dezenas de milhões de brasileiros se levantaram,os protestos continuam em particular na cidade do Rio de Janeiro e em Recife -Pernambuco. Para conter estes protestos,o  velho Estado reacionário desencadeou nos últimos dias  grandes operações policiais para prender e perseguir centenas de militantes e ativistas revolucionários e combativos. Esta odiosa campanha de criminalização é parte das ações 'preventivas" contra os protestos que ocorrerão no dia 07 de Setembro (quando o Estado semi colonial e semi feudal, celebra a falsa independência em que vivemos). Repudiamos esta odiosa campanha fascista e convocamos revolucionários e democratas a repudiar esta odiosa campanha fascista.

FRDDP-BRASIL

pc 6 settembre - In sciopero i minatori d’oro del Sud Africa

I minatori d’oro sudafricani scioperano per “salari da schiavi in un’economia da bianchi”
Bbc News 130903
  • In Sudafrica da un mese è scoppiata un’ondata di scioperi nelle costruzioni, auto, miniere d’oro.
  • Il 3 settembre, circa 80 000 minatori scioperano per aumenti fino al 60%, il sindacato minatori - National Union of Mineworkes (NUM) ha abbassato la richiesta al 10%, dopo l’offerta del padronato di aumenti del 6,5%, pari all’inflazione.
  • I costi di produzione dell’oro sono aumentati perché deve essere estratto in maggiore profondità.
  • Divisioni all’interno di NUM: un suo portavoce di NUM, negando che la rivendicazione di aumenti del 60% sia eccessiva: se ci sono capi che guadagnano milioni di Rand all’anno, comodamente seduti nei loro uffici con l’aria condizionata, perché i minatori non possono guadagnarne 7 000 al mese?
  • Il segretario generale NUM, ha invece dichiarato che il 10% basterebbe per terminare lo sciopero.
  • Non si sa se i lavoratori iscritti accetteranno; NUM organizza circa il 64% dei 120 000 minatori sudafricani.
  • Si calcola che lo sciopero costi oltre $30mn/giorno di mancata produzione. Il padronato minaccia la chiusura di miniere e la perdita di posti di lavoro.
  • L’industria aurifera sudafricana è il settore più importante dell’economia nazionale, il maggior datore di lavoro e produttore di valuta estera; è la 5a maggiore a livello internazionale, con il 6% della produzione totale; negli anni Settanta era la maggiore con il 68% della produzione totale mondiale; quella del platino sta riprendendosi dopo i forti scioperi dello scorso anno.
  • Il governo a guida ANC cerca di contenere le proteste operaie in vista delle elezioni del prossimo anno.
  • Il 16 agosto 2012 la polizia ha ucciso 46 minatori del platino (34 nella sola miniera di Lonmin, a Marikana) in uno scontro con i lavoratori in sciopero proclamato dal sindacato AMCU, rivale di NUM, che accusa NUM di essere filo-governativo.
  • Secondo un esperto del settore, i fatti di Marikana dovrebbero spingere il governo ad attuare riforme nel settore, ancora regolamentato secondo le regole vigenti nell’apartheid.
  • Per i minatori le riforme devono portare aumenti salariali e migliori condizioni di lavoro.
  • Per il padronato occorre maggiore sicurezza politica produttività della forza lavoro e prezzi alti delle materie prime. I maggiori gruppi del settore sono AngloGold Ashanti, Gold Fields, Rand Uranium, Harmony Gold, Evander Gold, Sibanye Gold e Village Main Reef.
  • La lotta si era acuita per le tensioni tra AMCU e NUM. Dopo la tragedia di Marikana si è rafforzato il sindacato Association for Mineworkers and Construction (AMCU), che ha ora superato come peso NUM nella miniera di Lonmin. AMCU chiede aumenti fino al 150%, dato che la struttura salariale è ferma al period apartheid.
  • Negli ultimi mesi il Rand sudafricano si è svalutato del 15% sul $, a causa delle forti lotte operaie (secondo Guardian)
Da WSWS, 1.06.2013
  • Continuano gli scioperi selvaggi di oltre 15000 lavoratori delle miniere di cromo a Glencore Xstrata, iniziati il 28 maggio 2013.
  • A metà maggio scioperi selvaggi dei minatori di Lonmin e Anglo-American Paltinum;
  • oltre 10 000 lavoratori dell’abbigliamento scesi in sciopero nella provincia di KwaZulu-Natal, il 21 maggio.
  • AMCU ha cercato di far rientrare al lavoro gli scioperanti: ci sono regole da seguire.
  • Le Banche internazionali hanno ritirato $610 mn. dal mercato azionario sudafricano nelle ultime due settimane a causa delle lotte.
  • La crescita del PIL sudafricano è scesa dal 2,1% del 2012 allo 0,9% nel primo trimestre 2013, il minor tasso di crescita dal 2009.
  • Ad inizio maggio Lonmin aveva profitti semestrali di $54mn., nonostante lamenti margini risicati.
  • Il tasso di disoccupazione ufficiale sudafricano è del 25%.
  • Nel 2012 per scioperi selvaggi sono state perse 17 290 552 ore; 99 scioperi registrati, di cui 45 selvaggi (ministero del Lavoro sudafricano).
  • La repressione poliziesca dell’agosto 2012 a Marikana è stata appoggiata dalla burocrazia sindacale. 34 lavoratori uccisi e nessuna delle richieste dei lavoratori venne evasa. Il sindacato COSATU e NUM hanno collaborato per far tornare al lavoro gli scioperanti.


pc 6 settembre - E' NAPOLITANO CHE FA DI BERLUSCONI L'AGO DELLA BILANCIA

(da Repubblica) "Napolitano è in allarme. L'accelerazione del Pdl spinge il governo Letta verso la crisi. Prigioniero del solito nodo: la decadenza di Silvio Berlusconi... La presidenza della Repubblica interviene con una nota. Il capo dello Stato "confida non sia aperta una rischiosa crisi e conserva fiducia nelle ripetute dichiarazioni di Silvio Berlusconi a sostegno del governo Letta"...

"Dal Pdl però non sembrano raccogliere. Anzi, in serata il partito interviene con un comunicato di Sandro Bondi che sembra un sfida al Colle: "Il Pdl confida da tempo che il capo dello stato non ignori la drammaticità della situazione e prenda seriamente in esame un provvedimento esaustivo che le sue prerogative gli consentono di assumere nell'interesse dell'Italia, un provvedimento che scongiuri gli effetti di una sentenza allucinante e il tentativo della sinistra di approfittare di questa sentenza per portare a compimento il disegno perseguito da 20 anni di eliminare il leader dello schieramento dei moderati dalla vita politica". Insomma, una nuova richiesta di grazia".

Quindi, Napolitano è il miglior sostenitore di Berlusconi. Se questi avesse qualche dubbio, il Presidente della Repubblica glieli cancella: è lui l'ago della bilancia! 
E si chiede ancora la 'grazia'? Ma questo "re travicello" non solo gli ha già concesso la "grazia politica", ma sta facendo molto di più, sta consegnando il futuro del governo, dello Stato a un pluricondannato. 

giovedì 5 settembre 2013

pc 5 settembre - l'autunno caldo dei precari di Palermo è già cominciato!

PROTESTA DEI PRECARI COOP SOCIALI IN CORSO  ALL'ASS.TO REGIONALE ALLA FAMIGLIA A PALERMO

 NON FERMERETE LA NOSTRA LOTTA!
NON ci muoviamo dal palazzo fino a quando l'assessore Bonafede non ci incontra
La scuola comincerà il 16 settembre ma parecchi studenti disabili gravi e non gravi saranno esclusi dalla frequenza delle lezioni e più di cento lavoratori si aggiungeranno al grande esercito di disoccupati di Palermo e della Sicilia grazie allo sporco gioco allo sperpero delle risorse, allo scaricabarile, "al non è di nostra competenza", al continuare a coltivare i loro interessi, privilegi, poltrone, ricchezze  messo in atto da chi ci governa:

dai governi nazionali fino all'attuale Letta/Alfano che hanno massacrato e massacrano di tagli su tagli le risorse per il sociale, il lavoro, i servizi pubblici... dietro finte operazioni di cancellazioni di tasse, vedi l'Imu

ai governi locali con oggi il Presidente della Regione Siciliana Crocetta in primo piano che sin dal suo insedimento, dopo gli ipocriti proclami di "rivoluzione" e " sono dalla parte degli oppressi" ha messo invece concretamente in atto la pratica "cambiare tutto per non cambiare nulla... anzi per peggiorare la situazione" di lavoratori, operai, precari, giovani, donne ... con una politica fatta di tagli alle risorse, nuove tasse, vergognosi voltafaccia, vedi la questione Muos, al servizio delle politiche di guerra imperialiste contro la salute e la vita della popolazione siciliana, continuando a guadagnare stipendi d'oro insieme a tutti gli assessori, deputati, onorevoli... che non si sono abbassati neanche di un centesimo senza un briciolo di dignità davanti alle condizioni di vita sempre più difficili di migliaia di operai, lavoratori, giovani...

per non parlare della uscente giunta provinciale, dall'ex Presidente Avanti a tutto il suo staff, che hanno mangiato fino a scoppiare, per quanto si sono ingrassati, tutte le risorse finanziarie e oggi sperduti per avere perso temporaneamente la poltrona piangono lacrime di coccodrillo ergendosi a osceni paladini in difesa dei diritti dei piu' deboli.

Siamo davanti ad un marciume senza fine che vorrebbe sommergerci e immobilizzare!

NON CI RIUSCIRETE! CONTINUAMO A LOTTARE PER I NOSTRI DIRITTI SACROSANTI E INALIENABILI, IL DIRITTO AL LAVORO, IL DIRITTO ALLO STUDIO DEI RAGAZZI DISABILI, IL DIRITTO AD UNA VITA DIGNITOSA!
MA NON CI LIMITEREMO SOLO A QUESTO... GOVERNI E ISTITUZIONI PER CUI LA NOSTRA VITA NON CONTA PROPRIO NULLA NON HANNO DIRITTO DI ESISTERE E VANNO CACCIATI!

Precari e precarie Coop Sociali Slai Cobas per il s.c. Palermo
340/8429376

pc 5 settembre - Brasile - abbasso il terrorismo di Stato - punire i torturatori dal Frente indipendente popular

Manifestação de 7 de setembro convocada pela FIP no Rio

A Frente Independente Popular (FIP) – Rio de Janeiro convida para a manifestação de 7 de setembro:
Abaixo o terrorismo de Estado ontem e hoje! Punição aos torturadores!

O ponto de encontro será na esquina da Presidente Vargas com a Avenida Passos, no Centro, às 7h30.
Eventos no Facebook:
https://www.facebook.com/events/585777358134988/?fref=ts
https://www.facebook.com/events/414346678671802/

pc 5 settembre - lotta per la casa ed espulsioni in Francia - dai compagni maoisti francesi

Solidarité suite à l'expulsion des 350 personnes logées par le 115 à Clermont Ferrand


Depuis hier, une importante lutte se mène à Clermont-Ferrand sur le front du logement. En effet, lundi matin, ce sont 360 demandeurs et demandeuses d'asile, jusque là hébergé-e-s (entassé-e-s) à l'hôtel, qui se sont retrouvés à la rue. La cause officielle est un manque de subvention à l'association gestionnaire du 115 qui par défaut de moyen ne peut plus «assumer» leur hébergement.
Alors que l'agonie budgétaire du 115 était prévisible, rien n'a été prévu par la Préfecture pour leur trouver une solution de relogement, pas même un gymnase n'a été ouvert, et ce alors même que les enfants des nombreuses famille présentes effectuaient leur rentrée aujourd'hui.
Depuis leur expulsion des hôtels, la résistance s'organise. Cela fait deux jours que nous occupons la place de Jaude, place centrale et commerçante de Clermont Ferrand où se construisent en ce moment même d'inutiles nouveaux magasins et immeubles de bureaux.
La solidarité populaire se met en place, et des infrastructures de fortunes ont été installées par les militants et les demandeurs d'asiles pour acceuillir les 360 personnes qui dorment aujourd'hui à la rue.
Lundi soir nous avons décidé d'occuper l'église des Minimes afin que les familles puissent dormir au chaud. Durant la nuit de lundi a mardi, alors que tous le monde dormait, les occupants de l'église ont été pris pour cible (par qui ? Des fasicstes ou des policiers?). Ces derniers ont réussi à s'introduire à l'intérieur en forçant une porte et tenté de faire démarrer un incendie. Heureusement la vigilance de tous a permis d'évacuer les lieux et d'éteindre le feu. Cependant les 360 personnes ont fini à la rue.
Malgré ces intimidations la lutte continue, la place de Jaude est restée occupée Mardi. Une manifestation a rassemblé entre 500 et 700 personnes pour réclamer des logements décents pour tous.
Face à cette situation, les attaques réactionnaires n'ont d'égal que le cynisme de la préfecture, de la mairie et du Conseil Général.
Quand la lutte s'organise dans l'unité, l'Etat cherche à nous diviser, nous disperser afin de nous affaiblir et de faire baisser la tete à tous. Face à cela la détermination des familles et des militant-e-s reste sans faille et tous sont décidé-e-s à ne pas accepter les solutions de relogement précaires et au cas par cas. Avec eux et elles, nous exigeons un relogement pérenne. Hors de question que des familles retournent s'entasser avec leurs enfants dans des chambres d'hôtel sans aucun mobilier, en attendant la prochaine expulsion.
Cette situation n'est pas une catastrophe sociale, mais bien un crime de plus de ce système capitaliste. Les classes populaires, qu'elles soient originaires de l'Etat Français, ou bien immigrées subissent l'exploitation. Quand elles ne crèvent pas dans les usines, elles dorment dans les rues. Manque de moyens nous dit on? Pourtant le Parti Socialiste, représentant actuel de la bourgeoisie française, sait trouver de l'argent quand il s'agit de mener des guerres impérialistes au Mali ou en Syrie. Nous exigeons l'acceptation de leur statut de réfugié-e-s. Il sait débloquer les fonds nécéssaires pour entretenir ses chiens de gardes, ses flics, ses juges et autres garant-e-s de l'ordre social établi. D'un côté, les exploiteurs au pouvoir sont capables de sortir des millions d'euros pour renflouer les capitalistes qui sont responsables de la crise. De l'autre, ils sont incapables de loger dans des conditions correctes les hommes et les femmes qui fuient leurs pays que les différents impérialismes ont rendu invivables.
Face aux crimes de la bourgeoisie, notre lutte ne doit pas être humanitaire. Bien sûr la situation est tragique mais nous ne sommes pas des bonnes soeurs, des âmes charitables qui rachètent leur conscience en gérant la misère. Pour nous cette lutte est politique, c'est un combat contre le système capitaliste et l'ensemble des horreurs qui en découlent. Sur le front du logement, nous ne pensons pas que l'Etat puisse garantir des logements pour tous et toutes, qu'un jour il sera capable de mener des politiques de réquisition conséquentes des appartements vaquants. Car nous savons pertinemment que la spéculation immobilière, qui permet d'investir des capitaux et de générer du profit, est inhérente au système capitaliste, et qu'elle est basée sur une pénurie organisée dont patissent les plus précaires d'entre nous. C'est à nous de nous organiser, de rester uni-e-s et solidaires pour réquisitionner les logements vides et exiger de l'Etat qu'il accepte ces réquisitions.
La victoire ne se quémande pas, elle s'arrache par la lutte. C'est par notre lutte à Clermont-Ferrand que les 360 demandeurs d'asiles arracheront la dignité dont ils et elles ont été privé-e-s, c'est seulement ainsi que nous pourrons relever la tête et prendre nos affaires en main.
FACE A LA CRISE DU LOGEMENT, A LA FERMETURE DU 115 ET AUX ATTAQUES FASCISTES
ORGANISONS LES REQUISITIONS ET L'AUTO-DEFENSE POPULAIRE
Solidarité suite à l'expulsion des 350 personnes logées par lae 115 à Clermont Ferrand
Solidarité suite à l'expulsion des 350 personnes logées par lae 115 à Clermont Ferrand
Solidarité suite à l'expulsion des 350 personnes logées par lae 115 à Clermont Ferrand
Solidarité suite à l'expulsion des 350 personnes logées par lae 115 à Clermont Ferrand
Solidarité suite à l'expulsion des 350 personnes logées par lae 115 à Clermont Ferrand
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pc 5 settembre - da un blog dei compagni inglesi - l'ARABIA SAUDITA dietro l'utilizzo delle armi chimiche

Thursday, September 5, 2013

Syria: Saudi Prince Bandar Behind Chemical Attacks



See Also : http://democracyandclasstruggle.blogspot.co.uk/2013/08/syria-us-intel-no-smoking-gun-no-direct.html

http://democracyandclasstruggle.blogspot.co.uk/2013/08/mounting-evidence-raises-questions.html

http://democracyandclasstruggle.blogspot.co.uk/2013/08/in-rush-to-strike-syria-us-tried-to.html

http://democracyandclasstruggle.blogspot.co.uk/2013/08/syrian-activist-satellite-imagery.html

http://democracyandclasstruggle.blogspot.co.uk/2013/08/saudi-prince-bandar-behind-chemical.html


http://democracyandclasstruggle.blogspot.co.uk/2013/09/syrian-rebels-al-nusra-had-sarin-gas-in.html

http://democracyandclasstruggle.blogspot.co.uk/2013/09/bandar-ibn-israel.html

pc 5 settembre - la guerra popolare in India non dà tregua allo stato e governo reazionario

in spagnolo facilmente comprensibile

India: la guerrilla naxalita ataca unidad de elite policial COBRA en Jharkhand



Un destacamento del Ejército Guerrillero de Liberación Popular (PLGA) tendió ayer una emboscada al 209 Batallón de Combate para la Acción Resuelta (CoBRA), un cuerpo paramilitar de elite de las Fuerzas de Seguridad indias.

El soldado Santosh Kumar Singh resulto muerto en el ataque de la guerrilla maoísta al batallón COBRA en Valle de Tebo en West Singhbhum, Jharkhand.

El Batallón de Combate para la Acción Resuelta (CoBRA) es una unidad de elite policial encargada explícitamente de combatir a la insurgencia maoísta y destacada por la brutalidad en sus métodos de actuación. Dicha unidad de elite se ha visto envuelta en numerosas matanzas de civiles sospechosos de simpatizar con la guerrilla maoísta.

pc 5 settembre - adesione al corteo nazionale NO MUOS Palermo 28 settembre


Bloccare il MUOS, sabotare la guer-ra, cacciare Crocetta

Il movimento NoMuos rilancia la lotta contro le 46 antenne NRTF e la costruzione dell’impianto di comunicazione satellitare a Niscemi, particolarmente strategici nel momento in cui i venti di guerra soffiano caldi sul mediterraneo.
La Sicilia, al centro dei piani militari e degli interessi geopolitici statunitensi e occidentali, svolge un ruolo fondamentale tramite le sue diverse basi NATO e USA e, in questo preciso momento, chiunque non abbia impedito con azioni determinate la costruzione del MUOS non può che essere ritenuto complice. Chi, come Crocetta, ha fatto della lotta NoMuos un espediente di vuota propaganda elettorale per poi piegarsi agli interessi yankee e insultare il movimento cercando di criminalizzarlo, aggiungendo alla ormai stantia retorica buoni/cattivi accuse razziste e infamanti di mafiosità, è oggi una controparte di quanti hanno a cuore il bene della Sicilia, del suo territorio e dei suoi abitanti.

Per questi motivi il movimento rinnova il suo appello alla mobilitazione di tutti i siciliani lanciando una tre giorni di lotta a Niscemi e un grande corteo a Palermo che punti alla Regione siciliana.

Calendario:

Da venerdì 20 a domenica 22 settembre: tre giorni di lotta ed iniziative a Niscemi.

Sabato 28 settembre: corteo a Palermo, concentramento ore 15 a piazza Politeama

pc 5 settembre - oscena montatura poliziesco-giudiziaria alla Università Statale- MILANO - libertà per i compagni arrestati

Ex-Cuem: sugli arresti di Lollo e Simone


Milano, arrestati con folli accuse due studenti dell'Assemblea di Scienze Politiche.
di seguito il comunicato della Ex-Cuem:
altMIRANO ALLE NOSTRE GAMBE, MENTRE NOI ABBIAMO GIA' IMPARATO A VOLARE. Scatta la trappola mediatica e la montatura giudiziaria.
Sono stati arrestati 2 studenti dell'Assemblea di Scienze Politiche, con l'accusa di una rissa per ragioni politiche fuori dalla Statale.
Tanto per cominciare, i toni e le accuse ci sembrano folli. Tutti i giorni, infatti, chi costruisce percorsi politici, rivendica un'università diversa, accessibilità allo studio per chi non se lo può permettere, dignità per i lavoratori dell'università con cui ci si è trovati al fianco in diverse occasioni, spazio di vita e socialità nelle sedi di ateneo "mordi e fuggi", organizzate perchè l'università azienda e diplomificio funzioni al meglio.
Mistificare tutto questo e tentare di far passare chi fa attivismo per un balordo picchiatore è cosa tristemente nota a Milano. La mente torna a episodi dove addirittura chi doveva essere un balordo ci ha lasciato la vita e nemmeno di fronte a questo i giornali ebbero la decenza di tacere, piuttosto che pontificare e costruire teoremi ridicoli e infamanti.
E' impressionante come questi 2 arresti, legati a presunti episodi che sarebbero avvenuti nello scorso febbraio, piovano proprio ora, al 4 di settembre, all'inizio di un nuovo anno accademico, proprio il giorno dopo una prima assemblea della libreria ex cuem autogestita partecipatissima, dove in un centinaio di studentesse e studenti abbiamo discusso di come la gestione del dissenso in università sia improntata al tentativo di criminalizzare e cancellare con un colpo di spugna tutto ciò che critica e propone un altro modello rispetto a quello del cda composto da baroni e banchieri. Se ancora l'ingresso della polizia in università in tenuta antisommossa e manganelli spiegati, se ancora 7 arresti domiciliari per il reato di resistenza a quegli stessi manganelli, se ancora accuse di qualsiasi tipo e degne dei migliori sforzi di fantasia non fossero stati chiari, adesso ci rendiamo conto che poteri universitari e polizieschi sono disposti a tutto per prevenire, delegittimare e sedare in partenza ogni forma di dissenso,perfino alla menzogna e alle accuse infamanti: "crea il mostro e sbattilo in prima pagina". Hanno tutto l'interesse a sollevare ad arte polveroni e ricoprire di fango chi denuncia i 500 milioni che il ministero dell'istruzione ha spostato dalla ricerca all'acquisto di caccia bombardieri, piuttosto che la mancanza totale di borse di studio, librerie a prezzi accessibili, posti negli studentati, o ancora chi parla della totale mancanza di prospettive per una intera generazione causata dal loro modello di sviluppo.
Dalla libreria ex cuem autogestita esprimiamo massima solidarietà ai ragazzi arrestati e ai loro compagni dello spazio occupato di scienze politiche.
MIRANO ALLE NOSTRE GAMBE, MENTRE NOI ABBIAMO GIA' IMPARATO A VOLARE, SIMONE E LOLLO LIBERI!

pc 5 settembre - 10-30 settembre, mobilitazioni nelle carceri


altLa data del 10 settembre si sta avvicinando e sono già molte le attenzioni nate attorno alla mobilitazione che come “Coordinamento dei detenuti” abbiamo lanciato per dire basta alle condizioni disumane che migliaia di carcerati ogni giorno devono vivere.
Finalmente notiamo uno scatto di orgoglio da parte ci molti di noi e l’appoggio che ci viene dai tanti movimenti creano il giusto clima per iniziare questa  prima grande mobilitazione che non sarà l’ultima.
La ferma convinzione che solo la lotta paga, è il nostro punto di riferimento e dall’insegnamento che ci viene delle battaglie fatte negli anni 70 e 80, che aprirono una nuova stagione e la conquista di migliori condizioni, noi vogliamo partire.
Oggi, come allora, necessaria una presa di coscienza di coloro che oggi sono reclusi e solo se saremo uniti, convinti e determinati riusciremo nei nostri intenti.
Nessuno può tirarsi indietro perché la situazione è veramente al collasso, noi in prima persona, così come i nostri cari, soprattutto i nostri bambini, siamo i diretti testimoni di questo scempio tutto italiano.
L’iniziativa che vedrà 8 giorni di sciopero della fame e 12 di mobilitazioni autodeterminate, vuole attirare l’attenzione dell’intera popolazione italiana sul tema carceri che negli ultimi mesi è tornato di moda tra i politici inconcludenti.
Abbiamo deciso pertanto di proclamare una mobilitazione nazionale per il mese di settembre, che avrà inizio il giorno 10 e fine il giorno 30 dello stesso mese.
E’ nostra intenzione far sentire la nostra voce e protestare contro la situazione esplosiva delle carceri italiane, la quale vede un sovraffollamento intollerabile con detenuti ammassati in celle lager, in condizioni igieniche e strutturali al limite dell’indecenza, speculazioni sui prezzi della mercede, sfruttamento vero e proprio nei confronti dei detenuti cosiddetti “lavoranti”, trattamenti inumani di ogni sorta, abusi di qualsiasi genere e troppo, troppo altro ancora.

Noi, lo ribadiamo, vogliamo che sia data una risposta al sovraffollamento,che l’art. 27 della Costituzione venga perseguito e non calpestato ma soprattutto chiediamo che vengano abolite le forme di tortura legalizzate quali il 41bis, 14bis e Alta Sorveglianza.
Facciamo inoltre nostre le rivendicazioni degli ergastolani in lotta. Non possiamo più restare in silenzio e accettare che migliaia di detenuti vengano trattati come bestie, noi abbiamo una dignità e vogliamo difenderla.
Chiediamo con questo comunicato a tutti i fratelli carcerati di appoggiare la nostra protesta legittima e quindi di impegnarsi al massimo affinché tutti sappiano che settembre sarà un mese di lotta.
Con il confronto, il passa-parola e la voglia di fare possiamo convincere i più titubanti, con la stesura di comunicati e raccolte di firme possiamo far uscire la nostra voce fuori da queste mura.
Fino ad oggi hanno potuto fare di noi quello che volevano, è arrivato il momento di alzare la testa e guardarli diritti negli occhi.

Coordinamento dei detenuti

pc 5 settembre - il governo letta e i suoi ministri, i suoi partiti e il grande regista Napolitano sono dei bugiardi e ci trascinano nella guerra di aggressione in Siria

L’Italia “pacifista” va alla guerra e manda le navi

L’Italia “pacifista” va alla guerra e manda le navi

Sono ben tre i ministri del governo Letta che hanno aderito alla giornata di digiuno contro la guerra organizzata per sabato dal Papa Francesco, compreso il Ministro della Guerra Mario Mauro (!).
Ma il governo italiano, alla chetichella, ha deciso di dare il suo contributo, per l’ennesima volta, alla nuova avventura militare di Washington e Parigi. Che Roma concederà le sue basi ai cacciabombardieri USA era scontato. Ma che il governo avesse mobilitato ben due navi da guerra spedendole a poche decine di chilometri dal teatro di guerra l’abbiamo scoperto ieri, quasi che fosse una notizietta tra le tante.
Una nave militare italiana, il cacciatorpediniere Andrea Doria, è salpata infatti ieri da Taranto per dirigersi al largo delle coste libanesi. Lo scopo della missione? Qualche esponente del governo inizialmente aveva 'ipotizzato' che si trattasse di qualche non meglio precisata esercitazione nel Mediterraneo Orientale. Qualche esercitazione? Poi il governo stesso ha fatto sapere che ufficialmente il suo compito sarà “quello di tutelare le truppe italiane della forza Unifil”. Come? Ad esempio, spiegano i militari, essendo in grado di evuacuarle rapidamente con gli "elicotteri" a bordo del vascello da guerra, oppure fornendo copertura missilistica e contraerea ad eventuali ‘attacchi dal cielo’. Sinceramente, si tratta di spiegazioni parziali e non del tutto convincenti. L’Andrea Doria infatti è una nave varata nel 2005 e dotata di un sistema missilistico 'Paams' per lancio di missili Aster 15 e Aster 30, oltre che di due lanciarazzi e di due lanciasiluri. Ma di un solo elicottero...
Ma non basta, perché per una seconda nave da guerra, la fregata Maestrale, è stato ordinato il cosiddetto «approntamento», cioè la preparazione propedeutica alla sua partenza prevista al massimo entro un paio di giorni. Segno che la guerra in Medio Oriente è questione di pochi giorni e che l’aggressione di alcuni paesi – occidentali e arabi – contro Damasco potrebbe avere ripercussioni esplosive sul Libano, teatro già da due anni di aspri scontri e combattimenti tra le forze che sostengono il regime di Assad e quelle che invece difendono i ribelli sunniti e le organizzazioni jihadiste contrapposte agli Hezbollah sciiti e alle comunità alawite. Il rischio che i circa 1200 militari italiani stanziati in Libano rimangano invischiati in una esplosione di violenza in Libano – o rimangano vittima di un eventuale conflitto tra la resistenza libanese e le truppe israeliane – dovrebbe costituire un motivo in più per evitare di coinvolgere l’Italia nell’ennesima aggressione militare in Medio Oriente.
Ed invece diventa per Letta e i suoi motivo di giustificazione di un’ulteriore assurda partecipazione, non più così indiretta come sembrava fino a qualche giorno fa.
Coloro che in questi giorni stanno manifestando in tutta Italia contro l’aggressione militare alla Siria hanno, ora, argomenti e motivi in più.

pc 5 settembre - i maoisti francesi contro l'intervento in Siria da parte del governo imperialista francese

I “social-imperialisti” del governo del PS [Partito Socialista] e altri imperialisti, imperialismo degli Stati Uniti in testa, hanno deciso di imporre con la forza i loro piani per un "Nuovo Medio Oriente", vale a dire, appoggiarsi sui vecchi cani da guardia o metterne in campo di nuovi, più docili, laici o religiosi. Dopo la liquidazione del campo socialista, due nuove potenze imperialiste sono apparse sulla scena in Medio Oriente, cioè la Russia e la Cina. Esse vogliono preservare i regimi loro alleati come parte dei loro piani strategici (militari ed economici).

Quando i lavoratori, i ceti popolari si ribellano contro i cani da guardia, gli imperialisti li abbandonano e sostengono le squadre di ricambio, gli integralisti che essi denunciano e combattono dopo averli sostenuti come in Afghanistan, in Iraq, in Libia e oggi in Siria. L'esempio dell'Iraq è eclatante: dopo aver armato e sostenuto Saddam Hussein, hanno messo il paese a fuoco e fiamme e dopo lo hanno ucciso mentendo su una presunta scorta di armi di distruzione di massa, riprendendo e facendo propria la famosa frase di Goebbels "Mentite, mentite, mentite ancora e sempre, qualcosa resterà!". Vogliono oggi ripetere l'operazione in Siria, e sostengono la rivolta che è sfuggita dalle mani delle classi popolari e viene guidata da una opposizione riconosciuta e sostenuta dagli imperialisti.

Le rivolte popolari sono giuste poiché sono contro la povertà, la disoccupazione, la repressione delle classi dirigenti, ma in mancanza di una leadership veramente popolare, le classi dirigenti che vogliono perpetuare il sistema di sfruttamento e oppressione dei loro popoli si riorganizzano e impongono una nuova dittatura contro il loro popolo.

In Egitto, i Fratelli Musulmani repressi sotto il regime di Mubarak, ma come lui pedine degli Stati Uniti, hanno voluto una volta eletti imporre la loro dottrina. La maggioranza della popolazione musulmana o laica è insorta, attaccata violentemente dagli islamisti. L'esercito ha colto l'occasione per fare un colpo di stato e imporsi reprimendo violentemente i sostenitori dei Fratelli Musulmani caduti.

I comitati popolari che continuavano la lotta dopo la caduta di Mubarak vengono invitati a rientrare nei ranghi, vale a dire sottomettersi alle decisioni dell'esercito che riprende il sopravvento. Questo conviene perfettamente agli imperialisti e ai loro alleati nella regione dato che Fratelli musulmani o esercito sono due alleati della politica statunitense con molteplici sfaccettature: l'esercito non tarderà a rientrare nei ranghi.

In Tunisia, Ennahda , il partito islamista del primo livello è al potere, seguito a ruota dagli islamici del secondo livello, i salafiti, che attaccano il movimento popolare guidato per il momento da parte delle forze laiche riformiste. Essi uccidono attivisti sindacali, attaccano rivoluzionari; i maoisti da parte loro si organizzano. Noi salutiamo la resistenza dei popoli tunisino ed egiziano contro tutti coloro che volevano far cessare la loro lotta. Dove c'è oppressione, c'è resistenza.

In Marocco, il re che rappresenta il Maghzen [governo del sultano], è alleato agli islamisti contro il movimento popolare, reprime gli attivisti progressisti, i rivoluzionari e i maoisti.
La posizione dei maoisti è la seguente:

non ci si può appoggiare ad un imperialismo contro l'altro;
dobbiamo denunciare, combattere il nostro imperialismo e anche auspicare la sua sconfitta;
in caso di guerra inter-imperialista, i comunisti devono auspicare la sconfitta dell'imperialismo e lavorare per trasformare la guerra in rivoluzione.

Nel caso di un movimento di liberazione nazionale guidato dalla borghesia nazionale, i comunisti devono mantenere la loro autonomia, cercare di prendere la direzione del movimento e in ogni caso sostenere solo gli aspetti positivi e combattere gli aspetti negativi della borghesia nazionale. In definitiva, i comunisti non possono sostenere la borghesia nazionale, se essa non dà loro la possibilità di organizzarsi, di organizzare la difesa degli interessi del proletariato e delle masse popolari.

I comunisti non devono dimenticare che le borghesie nazionali e/o islamiche hanno represso, torturato, assassinato, massacrato i comunisti in Siria, Egitto, Libia, Marocco, Indonesia, Iran , ecc .

È solo quando il partito comunista dirige la guerra popolare contro l'imperialismo ed i suoi cani da guardia nei paesi dominati che la rivoluzione di Nuova Democrazia può trionfare.

Nella situazione attuale, la lotta inter-imperialista si acuisce in Medio Oriente e un intervento in Siria potrebbe portare a una reazione a catena, destabilizzando l'intera regione con l'obiettivo per il blocco occidentale di portare il rapporto di forza a loro favore. L'Iran, la Russia, la Cina non consentiranno che abbia luogo un intervento senza reagire. Dietro la Siria, è chiaro che nel mirino che l'Iran. Israele certamente subirà degli attacchi, aumentando l'escalation del conflitto. La Turchia svolge anche il suo ruolo di cane da guardia mettendosi al servizio degli imperialisti occidentali. In breve, la situazione è destinata ad invelenirsi e il conflitto rischia di generalizzarsi.

In tempi di crisi, la guerra esterna permette all'imperialismo di distruggere le forze produttive e creare e sviluppare nuovi investimenti. Ogni paese imperialista poi approfitta dell'occasione per rafforzare le sue posizioni economiche e strategiche, trovare nuovi sbocchi, accaparrarsi nuove risorse. Questo è il cuore degli ultimi interventi e di ingerenza in cui ogni imperialismo cerca di mantenere almeno la sua parte di torta, meglio una fetta più grande.

Di fronte a questo, il ruolo dei comunisti è quello di opporsi a questa guerra. Ma ancora di più. La crisi economica, se da un lato rafforza le contraddizioni inter-imperialiste e dunque incoraggia i differenti imperialisti a intervenire militarmente, dall'altro essa rafforza anche la contraddizione tra le grandi masse e la borghesia. Così, nei paesi imperialisti, deve essere sviluppata la lotta antimperialista: che la lotta antimperialista in Francia sia poco sviluppata, ciò riflette la debolezza del campo del proletariato, che ha interesse alla solidarietà internazionale e alla lotta contro il proprio imperialismo. Noi dobbiamo sia denunciare il social-sciovinismo della reazione di destra, dei gruppi fascisti e nazisti e delle forze riformiste e opportuniste corrotte dall'imperialismo. Ma noi dobbiamo prima di tutto rafforzare il campo del proletariato e creare le condizioni per la sua autonomia politica, cioè sviluppare e rafforzare il partito. L'imperialismo e la borghesia difenderanno fino in fondo i loro profitti con qualsiasi mezzo, anche per mezzo del fascismo, e non esiteranno a scatenare una grande guerra, come è già successo due volte nella storia.

Si tratta oggi in primo luogo di costruire in ogni paese il partito rivoluzionario la cui strategia è quella di rovesciare la propria borghesia, l'instaurazione della nuova democrazia nei paesi dominati o la dittatura del proletariato nei paesi dominanti. Questo partito deve condurre la lotta ideologica in teoria e pratica, in connessione con le preoccupazioni e le rivendicazioni materiali delle masse. Solo un partito rivoluzionario appoggiandosi al popolo oppresso e sfruttato raccolto in un fronte unito può portare fino in fondo il processo rivoluzionario, in caso contrario la rivolta non può trasformarsi in rivoluzione. Gli esempi delle rivolte in Tunisia ed Egitto sono palesi, laddove la borghesia nazionale fa nuovi accordi con l'imperialista, diventa un nuovo cane da guardia e così ogni volta che scoppia la rivolta.

Questo è il modo migliore per impedire che si formino due blocchi imperialisti, per contrastare i piani per una nuova spartizione imperialista del mondo. Questo è il modo migliore per impedire una nuova guerra mondiale.

ABBASSO LA GUERRA IMPERIALISTA!
ABBASSO I GUERRAFONDAI!
COMBATTIAMO LO STATO E IL GOVERNO FRANCESE IMPERIALISTA!
RAFFORZIAMO IL PARTITO COMUNISTA MAOISTA!
PREPARIAMO LA GUERRA POPOLARE CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA!

PC Maoista Francia, OC - Future Rouge

pc 5 settembre - MARCHIONNE: MA QUALE ATTO DI CORAGGIO?! ORA I PROFITTI SI CHIAMANO "CORAGGIO"? LA LETTERA AGLI OPERAI

Come con Pomigliano, nei momenti in cui Sergio Marchionne vuole ottenere il "c..." dagli operai e sta per avviare un piano di più sfruttamento, sacrifici e attacchi ai diritti, scrive agli operai, anche ieri ha preso carta e penna e ha mandato una lettera agli operai Mirafiori che da due anni stanno nella maggioranza - ben 4000 - in cassintegrazione.

E ha scritto:
(dalla lettera): "Ci sono momenti...  in cui è necessario prendere decisioni coraggiose, nonostante la prudenza e la razionalità suggeriscano di aspettare. Oggi è uno di quei momenti.
Per questo ho sentito il bisogno di scrivervi direttamente. La Fiat ha deciso di proseguire nel programma di investimenti in Italia, malgrado le precarie condizioni del contesto economico e politico in cui ci troviamo ad operare...

Ma che bravo! Tutti, dal governo, ai mass media, ai suoi sindacati (Cisl, Uil, Fismic) gli stendono i tappeti d'oro... come se questa decisione fosse un "regalo non dovuto" della Fiat, come se i fondi portati via dall'Italia non fossero stati prodotti dallo sfruttamento degli operai di Mirafiori come degli altri stabilimenti, come se in questi anni non avesse goduto di benefici statali per fare tranquillamente i suoi piani di ristrutturazione, ridimensionamento drastico delle fabbriche, ecc. ecc.

(dalla lettera): Non è la prima volta che ci troviamo nel mezzo di una crisi, costretti a riscrivere il nostro futuro. Nel 2004 abbiamo avviato un processo per permettere la rinascita della Fiat, una Fiat che allora era sull'orlo del fallimento. Abbiamo rifondato l'azienda, le abbiamo dato una nuova cultura e nuovi principi di gestione, l'abbiamo strappata alle condizioni disastrose in cui si trovava, portandola, qualche anno dopo, a raggiungere il più alto livello di redditività in oltre un secolo di storia. Tutto questo l'abbiamo fatto insieme.
Poi è arrivata la crisi del 2008 e del 2009, che ha stravolto le condizioni di base su cui avevamo disegnato i nostri piani e ci ha spinti a cambiare completamente strategia. I mercati erano stravolti e disorientati e noi abbiamo sfruttato quel disorientamento per andare a cercare un'opportunità unica: abbiamo trovato la Chrysler in America e creato insieme un gruppo automobilistico di livello mondiale.
In questo modo, siamo riusciti a proteggere la nostra azienda da impatti che avrebbero potuto essere devastanti...
Marchionne è un esempio esemplare di come i padroni raccontano la "loro storia", in cui come in un film western, la storia la fanno gli eroi, i buoni (i padroni) che si adoperano tanto per far andare bene la situazione, mentre gli operai, tutto quello che ai lavoratori è successo in questi anni diventa invisibile. Marchionne scrive: "tutto questo l'abbiamo fatto insieme...", lì dove "insieme" è della serie "ciò che tuo è mio, ciò che mio è mio", e la Fiat ha protetto non "la nostra azienda", ma i suoi profitti, mentre gli operai hanno dovuto piegare la testa, accettare uno stravolgimento dei diritti (in primis il diritto di sciopero), delle condizioni di lavoro in contrasto con leggi, contratti (vedi, una per tutte, la malattia); hanno dovuto subire reparti/fabbriche confino (come a Nola); cassintegrazione, riduzione del salario 

(dalla lettera): Il contratto collettivo di lavoro Fiat, sottoscritto dalla maggioranza delle organizzazioni sindacali che vi rappresentano, e i referendum con cui avete scelto di condividere i nostri progetti di rilancio e andare verso un futuro di modernità ed eccellenza, sono le uniche cose che ci servono ora. Rappresentano l'impegno a guardare al mondo in un modo nuovo, come una straordinaria opportunità che si apre per i nostri prodotti e per noi stessi...
...L'unica cosa che vi chiedo è di continuare a tenere fede agli impegni presi nel contratto, nonostante la mancanza di certezze normative che si è creata a seguito della recente pronuncia della Consulta.... abbiate fiducia in voi stessi, l'uno nell'altro e nel progetto che stiamo realizzando..."
Firmato Sergio Marchionne

Quindi, è confermato, il modello-guida è Pomigliano: contratto diverso (in peggio) da quelli nazionali, ristrutturazione con "cura dimagrante", e soprattutto lavoro in un clima continuo di ricatto, di umiliazione - parlare, come scrive Marchionne, di "referendum con cui avete scelto di condividere i nostri progetti" è come fare dello spirito ad un funerale, tutti si dovrebbero ricordare il clima di pesante ricatto con cui furono svolti i referendum a Pomigliano e Mirafiori, nascondendo tra l'altro che tanti operai e operai si rifiutarono di andare a votare con la corda al collo.
E ora si rinnova quello sporco ricatto, si rinnova il fascismo padronale che da un lato bleffa (la "straordinaria opportunità" è solo per i profitti Fiat), dall'altro dice agli operai di farsi controllori di sè stessi se vogliono lavorare ("abbiate fiducia in voi stessi, l'uno nell'altro" = guardatevi a vista...!).

Ma quale è la realtà. A Mirafiori, attualmente delle 5600 persone, 800 di questi sono in fabbrica 3 giorni al mese per la produzione della Mito, altri 500 sono in prestito alle Officine Maserati di Grugliasco (stabilimento alle porte di Torino), per oltre 4000 invece c’è la cassa integrazione a zero ore”. Il 30 settembre scade la cig. E mentre l’azienda annuncia un roseo futuro produttivo ed occupazionale chiede altri 6 mesi di cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione. E saranno gli ultimi, perché alla scadenza bisognerebbe chiedere la cassa in deroga. A Melfi, alla Sata è stata chiesta la cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione aziendale dal prossimo 11 febbraio al 31 dicembre 2014.

Ma i servi di Marchionne evidentemente vedono solo la realtà che vuole il loro padrone. 
Uno per tutti. Bonanni della Cisl dice: "Oggi è una giornata importante per i lavoratori di Mirafiori e di tutta la Fiat, frutto degli accordi e di positive relazioni sindacali... La partenza degli investimenti e la conferma dell'impegno del Lingotto a proseguire gli investimenti Fiat in Italia- aggiunge-, ha effetti sulle economie dei territori e favorisce la ripresa dell'occupazione nel nostro Paese. È soprattutto il risultato degli impegni che la Fiat ha assunto con gli accordi sindacali sottoscritti con noi..."
Su questo non avevamo dubbi..,

pc 5 settembre - MIN. BONINO MENTE - NAVI ITALIANE IN PARTENZA PER LE COSTE SIRIANE

MENTRE LA MIN. BONINO CONTINUA A DIRE CHE L'ITALIA NON PARTECIPERA' (per ora) ALLA GUERRA IMPERIALISTA CONTRO LA SIRIA,

in silenzio due navi militari italiane, il cacciatorpediniere lanciamissili Andrea Doria e la fregata Maestrale, stanno salpando in queste ore da Taranto. Le imbarcazioni si posizioneranno, quindi, al largo del Libano e non lontano dalle coste siriane. La prima a salpare è stata l'Andrea Doria, unità del 2005 con 195 uomini di equipaggio, dotata del sistema antimissile Paams, di due lanciarazzi, due lanciasiluri e un elicottero. La Maestrale - precisano fonti qualificate - è ancora «in approntamento» e partirà nelle prossime ore, al massimo entro un paio di giorni. In questo caso si tratta di un'unità varata nel 1981 e recentemente ricondizionata, che ha partecipato a numerosi missioni, anche anti-pirateria. Ha due elicotteri imbarcati e 225 uomini di equipaggio.
Ufficialmente scopo della missione sarebbe solo quello di tutelare le truppe italiane della forza Unifil - la Forza di interposizione dell'Onu in Libano - in caso di conflitto siriano. Altre voci dicono addirittura che si tratterebbe di normale "esercitazione"


Invece, il vice presidente della Commissione Difesa Massimo Artini (M5S) e il sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano (Pdl) hanno invece chiesto "tempo" per acquisire informazioni in proposito.


mercoledì 4 settembre 2013

pc 4 settembre - Egitto: l'imperialismo italiano arma l'esercito reazionario e golpista

Egitto, la mattanza parla italiano.




di Checchino Antonini

«Ministro Bonino, cosa deve ancora succedere in Egitto per sospendere l'invio di armi italiane?». per la sopravvalutatissima ministra radicale la situazione in Egitto è ancora «esplosiva», si batte il petto anche il trilateral Letta ma dal 27 luglio questa domanda semplicissima non compare nella retorica governativa.

A formularla è stato l'Opal, l'Osservatorio permanente sulle armi leggere di Brescia che ha notato, tra le armi in dotazione ai militari egiziani, anche fucili d'assalto della Beretta. Tra i bossoli trovati lo scorso anno in piazza Tahrir anche quelli della Fiocchi di Lecco.

Esportazioni in costante crescita tanto che con Monti nel 2012 hanno raggiunto i 28 milioni di euro tra fucili d'assalto e lanciagranate della Beretta e munizioni della Fiocchi, dalle bombe per carri armati della Simmel alle componenti per centrali di tiro della Rheinmetall, dai blindati della Iveco alle "apparecchiature specializzate per l'addestramento militare". Dati che l'Opal ha infatti potuto ricavare dalla Relazione ufficiale sulle esportazioni di sistemi militari inviata al Parlamento nelle scorse settimane.

Obama ha deciso di rinviare la consegna dei caccia F-16 all'Aeronautica militare egiziana ma la Farnesina nicchia sebbene la riforma dello scorso anno assegni la titolarità delle esportazioni di materiali militari alla nuova Autorità nazionale per le Autorizzazioni di Materiali di Armamento (UAMA) presso la Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese (DGSP) del Ministero degli Affari Esteri.

Le esportazioni di armi dall'Italia all'Egitto sono in costante crescita e vedono il nostro paese tra i cinque maggiori fornitori europei delle Forze Armate egiziane. «Le autorizzazioni ministeriali per forniture di armamenti all'Egitto non superavano i 10 milioni di euro del 2010, sono salite a oltre 14 milioni di euro nel 2011 e lo scorso anno, col governo Monti, hanno toccato il picco di oltre 24,6 milioni di euro. E di conseguenza sono cresciute le consegne effettive di sistemi militari, che nel 2012 hanno superato i 28 milioni di euro (€ 28.679.837). Esportazioni che sono tuttora in corso, visto che nei primi tre mesi del 2013 l'ISTAT ha già rilevato spedizioni all'Egitto di armi e munizioni per oltre 2,6 milioni di euro», spiega Giorgio Beretta, analista di Opal.

Quello inviato dall'Italia alle Forze armate egiziane è un autentico arsenale bellico: «Soprattutto - evidenzia Carlo Tombola, coordinatore scientifico di Opal - sono da segnalare nel 2011, cioè nel bel mezzo delle rivolte popolari, le esportazioni dalla provincia di Lecco di munizioni probabilmente prodotte dalla ditta Fiocchi. Si tratta di forniture per oltre 41.900 euro, che possono corrispondere ad oltre 100mila munizioni. Ricordiamo che - come ha documentato Amnesty International - in piazza Tahrir dopo gli scontri tra manifestanti e forze armate del 2011 sono stati ritrovati dei bossoli di munizioni della Fiocchi».

Da oltre dieci anni, però, le effettive spedizioni di munizioni ad uso militare della Fiocchi non sono mai riportate nella Relazione della Presidenza del Consiglio: ci sono le autorizzazioni rilasciate dai Ministeri degli Esteri e delle Finanze (per i pagamenti) ma manca il riscontro dell'Agenzia delle Dogane. Significa che la Fiocchi sta esportando munizioni di cui l'Agenzia delle Dogane non dà alcun riscontro nelle Relazioni governative, quasi si trattasse di munizioni per armi ad uso civile o sportivo e non invece di munizioni da guerra, e che come tali sono autorizzate e dovrebbero essere puntualmente riportate nella relazione governativa. La Bonino dovrebbe dar conto al Paese anche di questo.

Qui appresso la lista della spesa egiziana in Italia.

Già nel 2010 erano state esportati al Cairo ben 2.450 fucili d'assalto automatici della ditta Beretta modello SCP70/90 corredati di 5.050 parti di ricambio a cui sono seguiti nel 2012 altri 1.119 fucili automatici sempre modello SCP70/90 e 2.238 caricatori e da altri 35 fucili d'assalto calibro 5,56 NATO modello ARX-160 ciascuno corredato da caricatori e baionetta e muniti di 35 lanciagranate e da silenziatori tutti dell'azienda bresciana Beretta.

Nel 2011 è stata autorizzata, dal governo Berlusconi, l'esportazione di 14.730 colpi completi per carri armati del calibro 105/51 TP-T IM 370 (equivalente al colpo completo cal. 105/51 TP-T M490) e nel 2012 altri 692 colpi completi calibro 40/70 PFFC IM212 con spoletta e altri 673 colpi completi 76/62 TP tutti prodotti da Simmel Difesa.

Sempre nel 2011 è stata autorizzata l'esportazione di 355 componenti per la centrale di tiro Skyguard per missili Sparrow/Aspide e affusti a cui sono seguiti nel 2012 altre 1.000 componenti e corsi d'addestramento per la stessa centrale di tiro prodotta dalla Rheinmetall Italia.

Nel 2012 è stata autorizzata dal governo Monti l'esportazione di 55 veicoli blindati Lizard della Iveco. Vanno poi segnalate le esportazioni autorizzate nel 2012 a Oto Melara per attrezzature del cannone navale 76/62 S/R e apparecchiature elettroniche e software della Selex Elsag.

pc 4 settembre- "La guerra come fonte di menzogna e la televisione come bugiardo preferito dalla guerra"

bugie
dal giornalista Ennio Remondino
 Parlando di Siria la Rai se ne frega del concetto di Servizio pubblico
La fabbrica delle bugie. Le guerre come fonte di menzogna oggi, ieri, l'altro ieri e prima ancora. Una sola riga per sintetizzare la scoperta di una vita professionale: "La guerra come fonte di menzogna e la televisione come bugiardo preferito dalla guerra".




Napalm in Siria. Complimenti BBC!
2 settembre 2013

 

Aguzzate la vista! E guardatevi il video della BBC. Potete anche saltare i primi 34 secondi (anche se il tono politically correct della giornalista che introduce è la cosa più oscena del video) l’importate è osservare con attenzione.  Pronti? Via.

OK. E ora l’articolo.

Solo commiserazione per i  tanti disperati della guerra che – con familiari, parenti e, spesso, con un cellulare – improvvisano falsi video “shock” da vendere. Tutt’altro giudizio per gli strapagati “corrispondenti di guerra” che questi video comprano per imbottire i loro, altrimenti indigeribili, reportage e per quei network che, forti di un pubblico ormai completamente assuefatto, questi video diffondono con il “prestigio della loro “autorevolezza”. È il caso dell’ormai arcinoto video del “Bombardamento con il napalm  su una scuola nel nord della Siria”,  lanciato dalla BBC  - e subito ripreso, in Italia, da ANSA, RAInews,  La Stampa,Corriere della Sera, il Fatto quotidiano… – che riferisce di almeno 10 bambini uccisi e molti altri feriti (“molti lamentano ustioni su oltre il 50% del corpo, il che rende incerta la prognosi dei medici”) per “una bomba al napalm, lanciata da un caccia dell’aviazione di Assad, su una scuola” (…) “come riferiscono numerosi testimoni”.

Ma prima, due parole sul napalm una sostanza gelatinosa che sviluppa un calore altissimo (fino a 1.200 gradi) e che si appiccica alla cute bruciando (anche irrorandola con acqua) per 10-15 minuti. Non a caso, tranne qualche rarissima eccezione, non sono mai state trovate vive persone colpite direttamente da napalm (che tra l’altro, determina bruciature assolutamente caratteristiche) ma solo quelle colpite da fogliame e altri oggetti arsi da questa sostanza. Fogliame, appunto. In quanto il napalm (tra l’altro, oggi in disuso, anche nella sua variante Napalm-B) è un’arma fatta per colpire terreni sommersi da vegetazione (come i boschi dell’Appennino nel 1944 o le campagne vietnamite); non certo aree urbane (dove il suo effetto sarebbe minimo) e dove oggi si preferisce usare (Falluja,Gaza)  fosforo bianco: formalmente, un dispositivo illuminante, sì incendiario, ma prevalentemente tossico e che lascia sul terreno evidentissime tracce.

Inverosimile, quindi, che l’aviazione di Assad abbia impiegato una bomba al napalm per colpire una scuola. Ma poi, perchè uccidere degli inermi scolaretti? Per ingraziarsi l’Occidente? Ma, poi, siamo sicuri che fosse una scuola? È la prima domanda che ci si pone vedendo nel video la piscina posta a fianco dell’ingresso. Una scuola? Senza nessun banco, lavagna, zainetti e libri abbandonati…  e via dicendo? I corrispondenti della BBC – Ian Pannell e Darren Conway – ci assicurano di si. E, per attestarlo, ci mostrano un dondolo di plastica, un paio di scarponi invernali (ad agosto?) e una scarpa da donna:  tutti miracolosamente intatti, dopo i 1200 gradi del napalm. Per fortuna le nostre perplessità vengono spazzate via da quanto riportato da RaiNews “Coperto dall’anonimato nel timore di rappresaglie, il preside della scuola (e meno male che era protetto dall’anonimato! N.d.r.) ha dichiarato di “non aver mai visto nulla di simile prima”(…) “La cosa peggiore nella vita è guardare qualcuno morire proprio davanti a te senza poterci fare niente“.”

Ma dove sono i corpi dei dieci bambini uccisi e degli altri di “incerta prognosi”? Il video (pur preceduto nelle sue versioni italiane da un minaccioso “Attenzione! Video non adatto a persone sensibili.”) non li mostra. E non mostra nemmeno genitori che verosimilmente sarebbero dovuti accorrere in gran numero nell’ospedale (e nemmeno le loro macchine, come dimostra il parcheggio semivuoto davanti l’ospedale). Bisogna, quindi, accontentarsi dell’esibizione di questo bambino che, seduto su una sedia, con una pelle assolutamente intatta (per non parlare dei capelli) ricoperta da una crema, senza togliersi nemmeno l’orologio da polso, ce la mette tutta per convincerci. Certamente, meno avvincente la tizia con il velo in testa (ovviamente intatto, come il vestito) ma sempre ricoperta dalla stessa crema che, non potendo essere un lenitivo antiustione (la tizia sta entrando nell’ospedale) dovrebbe rappresentare il famigerato napalm. Poco convincente, come le donne urlanti e il tizio con i baffi accanto a lei.

Ma quello che resta davvero il “top” del video è questa scena – girata in una stanza che tutto può essere tranne un pur improvvisato ricovero ospedaliero (considerando la presenza di uno specchio, una tenda ma di nessun letto o branda) – dove cinque ragazzi stesi per terra (tre con i vestiti intatti, ça va sans dire‎), ce la mettono tutta ad improvvisare (anche se il ragazzo, in fondo, con la camicia bianca, evidentemente scocciato, ad un certo punto si alza e dichiaraforfait). Sovrasta la scena un uomo con una canottiera sbrindellata e macchie sulla pelle. che, (al pari del ragazzo con la maglietta  gialla) potrebbero pure essere vere ustioni (non certamente da napalm, visto che entra nell’edificio con le sue gambe) se non fosse per i due “soccorritori” (senza guanti, ma bardati con mascherina e maglietta blu dell’organizzazione “umanitaria”  Hand-in-hand-for-Syria) che si direbbero ignorarli, concentrando le loro “cure” su altri due ragazzi stesi a terra a improvvisare. Soccorritori che, tra l’altro, insistono a bardarsi in maniera forse “scenografica” ma francamente sospetta come questo tizio con maschera antigas che esce dall’ambulanza o questa che, in un cortile, con una maschera a filtro per polveri sottili, concede una intervista.

Tutte costruite le scene del video? Probabilmente no. Alcuni spezzoni potrebbero rappresentare autentici ustionati (non certo da napalm). Ma le ustioni non sono rare in Italia (100.000 trattati in strutture ospedaliere), figuriamoci oggi in Siria. E quelle verosimili, rappresentate nel video, riguardano due uomini e un ragazzo, non già bambini. Già, i bambini. Dove sono i bambini?

Fosse successo quello che racconta la BBC, state pur certi che i “ribelli” (o anche i genitori) non avrebbero avuto remore ad allinearne i corpicini, riprenderli con cura e realizzare video da lanciare su internet . Così non è stato e, questa volta, alla “mitica” BBC non è restato che raccattare spezzoni vari, condirli (tra le centinaia di persone che avrebbero dovuto essere coinvolte nella tragedia) con testimonianza anonime; aggiungerci quella di tale Mohammed Abdulatiff – presentato dalla BBC come “testimone oculare” – anche se nel video si limita a maledire le Nazioni Unite, declamare quattro parole di circostanza… e realizzare un ennesimo scoop destinato a fomentare una guerra. Complimenti, BBC.



Francesco Santoianni